Per i fan dell’ambientazione di Vampire, è un ottimo periodo. Non solo possono gioire dell’annuncio (e dei continui aggiornamenti) sullo sviluppo di Vampire: The Masquerade – Bloodlines 2, ma grazie a Draw Distance, possono ora interpretare un ruolo in una nuova avventura grafica intitolata Vampire the Masquerade: Coteries of New York.
Un cambio di prospettiva decisamente netto rispetto alla visuale isometrica del primo Vampire The Masquerade o di quella in prima persona di Bloodline. Il gioco, è disponibile su Steam e GOG dal 11 dicembre, al prezzo (scontato) di 17,99 euro.
Detto questo, vi lasciamo alla nostra recensione. Buona lettura.
QUELLA FINESTRA MEZZA APERTA…
L’idea di un’avventura “visiva” ambientata nel mondo di Vampire, è decisamente inusuale. Trattandosi di un’ambientazione legata ad un gioco di ruolo, è molto facile pensare ad un classico rpg, meno action e più legato ai dialoghi e all’interpretazione. Vampire: the Masquerade – Coteries of New York è una “esperienza narrativa” ambientata tra le tenebre e le luci soffuse del nostro mondo. In Coteries di New York, i giocatori seguono la storia di un figlio dell’oscurità appena “abbracciato” che lotta per stabilirsi nella comunità dei non morti di New York.
Piuttosto che un gioco di ruolo in senso stretto, l’esperienza narrativa di Coteries of New York viene seguita essenzialmente come un romanzo visivo. L’azione si svolge tramite testo, con uno sfondo che rappresenta la posizione. L’apparizione sulle scene di altri personaggi verrà indicata attraverso delle figure in secondo piano. In alcuni frangenti, potremmo selezionare comportamenti differenti anche per i personaggi secondari, pur certi limiti.
La nostra avventura, inizia con la scelta tra uno dei personaggi disponibili, uno per ogni clan presente. Potremo decidere tra un personaggio appartenente alla fazione dei ribelli Brujah, un elegante Toreador o un ambizioso Ventrue. Qui, notiamo subito la mancanza di altri clan molto conosciuti, come i Nosferatu, gli Tzimisce, i Ravnos. Queste fazioni non saranno presenti durante la scelta del personaggio, ma alcune le incontreremo durante il corso del gioco come npc secondari.
I personaggi che decideremo di interpretare hanno un background già pronto e finito, ed è un peccato non aver avuto la possibilità di deciderne le statistiche o le abilità, avrebbe garantito una maggiore immersione nel mondo di gioco.
Quale che sia la scelta, il nostro alter ego inizierà la partita in guai seri. Ogni “start” è diverso, ma la fine è la stessa per tutti. L’incontro con un misterioso sconosciuto che “abbraccerà” il nostro alter ego, lasciandolo affamato di sangue ed in stato confusionale. Fortunatamente per noi, l’arrivo di un vampiro maturo ed esperto, ci tirerà fuori da una situazione apparentemente senza uscita. Non il nostro nuovo Sire, ma una spalla su cui puntare, che ci darà una sistemata e presenterà all’alta società vampiresca, la Camarilla.
Questa società di alto livello, rappresenta l’élite tra i vampiri, e non accetta nuove leve abbracciate senza permesso. Pertanto, il personaggio che interpreteremo sarà messo a morte in quattro e quattr’otto. Tutto potrebbe concludersi lì, ma l’intervento Sophie, una vampira di alto lignaggio, salverà la nostra “non-vita”. Mettendoci sotto la sua ala protettrice, impedirà la nostra esecuzione. Ovviamente, questa nobile di alto livello non ha fatto nulla per gentilezza o spirito altruistico. Diverrà la nostra Sire, e da ora in avanti agiremo per suo conto.
Durante il corso dell’avventura, verremo incoraggiati al dialogo con altri vampiri, nel tentativo di convincerli ad unirsi alla nostra fazione. Questa fase di gioco è piuttosto interessante, perché da la possibilità di interpretare il personaggio in modo abbastanza libero, pur con dialoghi preparati, e ci permette di conoscere più da vicino il background di altri npc. Queste missioni sono molto varie, e rappresentano uno degli aspetti meglio riusciti dell’intera esperienza.
Tutto il gioco si snoda tra le strade e i locali di New York, con sfondi ben realizzati e tutti animati. Il bello di queste animazioni è che effetti come pioggia, polvere, l’illuminazione stradale, donano “vita” ad ogni schermata. Il rovescio della medaglia è in un riutilizzo troppo pronunciato delle stesse, e un numero davvero esiguo di pose relative agli npc, che avranno sempre la stessa posizione e verranno “incollati” a ciascuna scena spesso con risultati altalenanti.
UNA MELA ROSSO SANGUE
Vampire: the Masquerade: Coteries of New York, può essere etichettato come sorta di visual novel, dato che fa affidamento al testo e al dialogo per portare avanti l’esperienza. Il rischio di cadere in cliché e una scrittura appena sufficiente sono spesso dietro l’angolo in queste trasposizioni, ma per ciò che abbiamo potuto provare, i testi sono decisamente all’altezza dell’ambientazione. La narrazione e l’atmosfera fanno un buon lavoro nel preparare la scena, catturando l’umore malinconico ma teso che White Wolf ha voluto trasporre sui nostri schermi.
Alcuni frangenti di gioco presentano situazioni di acido umorismo, così da staccare dall’atmosfera cupa e opprimente che permea tutto il gioco. Durante i dialoghi, troveremo anche riferimenti storici che faranno felici i fan di lunga data della serie cartacea. In alcuni casi, la sceneggiatura è al limite del pretenzioso, ma questo tipo di atteggiamento si adatta perfettamente all’ambientazione.
Ogni vampiro che incontreremo ha una personalità distinta, ben caratterizzata e sfaccettata. Risulta quindi molto interessante andare a scoprire di più sui vari npc, esplorando le varie quest che metteranno a disposizione. Durante i dialoghi e le scene d’intermezzo, il nostro alter ego proporrà alcune riflessioni, a rappresentare il percorso emotivo di transizione da umano a figlio delle tenebre. Abbiamo apprezzato questo aspetto, perché non limita il gioco ad una semplice storia da seguire, ma rende il tutto più personale, anche se lontano dall’avventura di ruolo alla quale siamo abituati.
Ed infatti, il protagonista non avrà molte possibilità di scelta, a parte quella dei dialoghi, Questo, e i personaggi pregenerati rappresentano in parte l’aspetto meno riuscito del gioco.
UN DESTINO PREDETERMINATO
Il corso della trama si snoderà attraverso intrighi, complotti, politica, tradimenti, tutto incentrato sulla vita della società vampirica. Un peccato che la durata sia solo una manciata di ore. Tempo utile solo per avere un’infarinatura appena abbozzata di ciò che può offrire l’ambientazione di Vampiri.
Dato che non parliamo di un rpg, quanto influiranno le varie scelte nel corso dell’avventura? La miglior risposta che possiamo darvi è molto poco, visto che la maggior parte delle risposte o decisioni che prenderemo avranno un impatto molto marginale, il più delle volte influenzando la scena e con rare opportunità di determinare il corso di una particolare missione. Ci basterà qualche prova per capire che anche con scelte diverse, il destino di una determinata situazione non cambierà. Il game over però esiste, come anche il fallimento di alcune quest. Il salvataggio del gioco, avverrà solo all’uscita dalla schermata principale, e questo impedirà di il “trick” del save&reload utile quando vogliamo trovare la soluzione migliore in base alle nostre scelte.
Anche se come sistema anti cheater funziona, in un’avventura di questo tipo ci sembra una decisione forse troppo rigida. A tratti persino frustrante se vogliamo vedere il risultato di una scelta. Per tornare indietro, infatti, è necessario ricominciare da capo. Salvare in liberà o un sistema di auto salvataggio ad atti, sarebbe stato più saggio.
COMMENTO FINALE
Vampire: the Masquerade – Coteries of New York è un’avventura divertente, appagante anche per i fan dell’ambientazione cartacea. La sceneggiatura è solida, ed è fortemente raccomandata a tutti i giocatori che aspettano il secondo capitolo di Bloodlines.
Ovviamente, sia i temi trattati che l’ambientazione stessa, possono catturare l’interesse solo di determinati tipi di giocatori, quindi se l’ambientazione di Vampiri non è di vostro gradimento, difficilmente apprezzerete questa avventura. Ad una trama ben congegnata e una scrittura di buon livello, fanno da contraltare una durata forse troppo breve, la mancanza di creazione del proprio personaggio, e un impatto appena abbozzato sulle scelte del giocatore.
Pregi
Ambientazione ben riprodotta. Scrittura di buon livello. Personaggi ben caratterizzati.
Difetti
Breve. Le scelte non hanno un impatto decisivo sul gameplay. Molte scene riciclate.
Voto
7
Ho finito il gioco con uno dei tre personaggi selezionabili, in questo caso il Toreador. Al di là del tipo di gioco, tutto dialoghi, che può piacere o meno, va riconosciuta una buona atmosfera, buoni dialoghi (che sono la base del gioco…), una trama intrigante fino quasi alla fine, personaggi ben fatti, almeno all’inizio. Però purtroppo il gioco ha due grossi limiti: uno sta nei salvataggi, un solo slot e sebbene ti faccia salvare quasi sempre quando vuoi, con l’opzione salva ed esci, poi ti fa caricare da dove gli pare, nel senso che se te fai una scelta sbagliata o cambi idea, non ti permette di caricare da dove te hai salvato, magari apposta per avere la possibilità di vedere atre vie, ma riparte da dopo quando ormai la scelta è compiuta e non ci puoi fare niente… Sicché in pratica è inutile… L’altro grosso problema, il peggiore, è che ti fa incontrare dei personaggi anche ganzetti e sviluppati bene, con ognuno dei quali cominci una sotto trama spesso interessante, ma poi all’improvviso il gioco finisce e tutte queste sotto trame restano nel migliore dei casi a metà, se non meno. Anche il finale l’ho capito poco… Sembra quasi che ci debba essere un seguito. Insomma un grande peccato, una scelta incomprensibile a livello narrativo. Riproverò con un altro personaggio diverso, però credo che l’andazzo sarà il medesimo. Provo anche a seguire una guida o un gameplay stavolta, ma ripeto temo che il gioco sia strutturato così. Peccato…..