GRID, tutti in pista con la nostra recensione
La storica serie di giochi di guida targata Codemasters torna con un episodio che costituisce a tutti gli effetti un vero e proprio reboot
A distanza di qualche anno dall’ultimo episodio, GRID torna sulla scena con un quarto gioco della sottoserie TOCA – World Touring Car. Con esso Codemasters mira in realtà a dare un nuovo inizio al franchising, come si evince dallo stesso titolo privo di qualsivoglia numero o sottotitolo che ne riveli la sequenzialità, proponendo un capitolo ancorato in parte alla tradizione, ma al contempo anche estremamente godibile, grazie a un modello di guida spiccatamente arcade.
Il titolo uscito pochi giorni fa, che si è avvalso della consulenza del pilota Fernando Alonso, anche se limitata ad alcuni eventi e al suo marchio di abbigliamento (Kimoa), punta infatti tutto sull’accessibilità e il divertimento derivante dall’alta velocità. Ma procediamo con ordine e vediamo di conoscere meglio questo gioco, che noi abbiamo recensito nella sua edizione Ultimate per PlayStation 4.
IL “NUOVO” GRID
Cuore pulsante dell’esperienza in GRID è la modalità Carriera. Sono circa un centinaio gli eventi disponibili in questa sezione del gioco, suddivisi in sei grandi gruppi indipendenti, da sbloccare progressivamente. Man mano che si raggiungono determinati obiettivi, infatti, si guadagnano soldi per acquisire nuovi veicoli (ci sono una settantina di mezzi con marchi reali come Ferrari, Alfa Romeo, Aston Martin, BMW o Chevrolet, suddivisi tra automobili, prototipi, Muscle-car, etc) ed esperienza (in base a tecnica, velocità e coraggio) con i quali vengono a loro volta sbloccati elementi per la personalizzazione delle vetture.
La modalità offre un buon numero di ore di gioco, ma manca di mordente e varietà: alla fine tutto è ridotto a un susseguirsi di gare nelle diverse categorie, spesso senza soluzione di continuità, affrontate con le più svariate classi di auto senza un ordine preciso. Lo scopo è quello, come scritto prima, di sbloccare altri eventi e racimolare crediti utili per l’acquisto di vetture più potenti indispensabili per poter competere nelle competizioni più avanzate. Nelle intenzioni del team di sviluppo questo avrebbe dovuto stimolare il videogamer a provare da subito vari tipi di macchine.
Ma nella realtà dei fatti, il dover gareggiare in diverse corse con veicoli sempre differenti, finisce invece per spiazzare l’utente, che in questo modo perde quel senso di progressione necessario per motivarlo a gareggiare. Di fatto viene a mancare quel particolare feeling che si istaura tra il giocatore e la sua auto gara dopo gara, nel tentativo di padroneggiarla al meglio. Avremmo, insomma, preferito una progressione più lineare e meglio strutturata rispetto a quella libera ma dispersiva proposta da GRID.
Oltre alla Carriera, GRID propone una manciata di modalità “classiche” per il genere, dalle corse libere alle sfide con Alonso, passando per degli eventi configurabili a piacimento e al gioco multiplayer online, con una serie di opzioni e sfide da svolgere con i propri amici o contro chiunque. Da questo punto di vista, dopo diverse gare disputate sulla rete, possiamo asserire che i server funzionano perfettamente, senza alcun ritardo o disconnessione. Dopo il lancio del gioco è stato avviato un sistema di eventi stagionali accessibili tramite Season Pass, che Codemasters ha preannunciato durerà per anni.
L’Ultimate Edition da noi recensita include i contenuti Season 1-3 in arrivo nei mesi successivi tra i quali 99 eventi extra (33 per stagione), 12 nuove auto (4 per stagione comprese la Aston Martin Vantage GT4, la Pontiac Firebird Modified, la Mitsubishi Lancer Evolution VI Time Attack, etc) & ricompense quali 5 Livree Carbonio GRID Edition (ognuna con un boost di PE) o lo Status VIP. E questo dovrebbe migliorare l’aspetto longevità scongiurando l’effetto noia.
TUTTI IN PISTA!
Dal punto di vista del gameplay, il reboot punta ad accontentare un pubblico molto vasto di appassionati, dall’utente poco esperto di giochi di guida a quello più scafato. Ma rispetto alla sua tradizione, tradisce in parte la sua natura ibrida tra simulazione e arcade, mostrando una maggiore predisposizione per quest’ultima. “Quanto” dipende dalla combinazione delle impostazioni scelte dal videogamer, visto che la gestione della vettura e le condizioni di gara sono molto configurabili.
La chiave sta soprattutto nei cinque livelli di difficoltà dell’IA, nel sistema di danno e nei sei livelli tra cui l’ABS, il controllo della trazione e il controllo della stabilità possono essere regolati. È un gioco che si adatta, lo ribadiamo, a tutti i tipi di pubblico. L’obiettivo principale di Codemasters con GRID resta però quello di far divertire il giocatore, indipendentemente che vinca o perda una gara.
In generale, rispetto al passato, lo sviluppatore è intervenuto sui comandi, con un aggiornamento della sensibilità allo sterzo del sensore di movimento del controller, e sul modello di guida delle vetture, con una riduzione del loro livello di aderenza.
Altri ritocchi hanno coinvolto la gestione del controllo dell’ABS e della trazione posteriore per le auto che ne dispongono, così da ottenere una maggiore manovrabilità in frenata e una maggiore stabilità in uscita di curva. Che il titolo non pretende di offrire sensazioni realistiche come quelle di Project CARS o Assetto Corsa, ma quel tipo di coinvolgente divertimento che spinge l’utente a staccarsi a fatica dal pad/volante, preso dalla voglia di macinare chilometri a tutta velocità, lo dimostra anche la fisica delle auto. Quest’ultima risulta poco credibile anche per un titolo votato all’arcade, visto che lascia ampi margini agli errori del pilota, soprattutto quando si verificano delle collisioni.
I contatti tra due veicoli non influiscono troppo sul rendimento della macchina, e un eventuale scontro violento provoca la deformazione delle carrozzerie e la perdita di pezzi, senza però impattare più di tanto sul gameplay, con i mezzi che al massimo si limitano a rallentare a malapena. Non pretendevamo chissà cosa da un gioco poco votato alla simulazione totale, ma almeno un pizzico di realismo in più da questo punto di vista in base alle opzioni settate non avrebbe guastato.
Perché giocando con l’opzione per rilevare i danni alle vetture disabilitata, le differenze con quando invece è attiva diventano minime. Per fortuna che il nuovo metodo che regola l’intelligenza artificiale introdotto nel gioco, ovverosia il famoso Nemesis, garantisce un pizzico di pepe alle sfide: GRID incoraggia infatti le rivalità in pista, e con questa caratteristica basta “stimolare” un avversario “toccando” la sua macchina con la propria auto o provocarlo con una manovra azzardata, per renderlo più aggressivo e scorretto nella guida e nei confronti del giocatore.
CACCIA AL PILOTA
Invece di concentrarsi sulla vittoria della gara, a quel punto la loro missione diventerà quella di cacciarlo fuori pista e disturbarlo in ogni modo. L’importante è farlo arrivare dietro di loro o eliminarlo. Una ulteriore conferma della maggiore predisposizione arcade del progetto, rispetto a qualche velleità simulativa, ma anche di una certa esagerazione di fondo di questa meccanica di gioco: come scritto più volte nell’articolo GRID non è un titolo particolarmente indirizzato verso la simulazione pura, ma il ricorso dei piloti avversari ad atteggiamenti spesso dolosi ci sembra eccessivo e pensiamo che andrebbe un attimo rivisto da questo punto di vista.
Ad ogni modo, il nuovo sistema funziona bene, almeno ai livelli di difficoltà più elevati, e con oltre quattrocento personalità distinte, ciascuna con la propria prospettiva su come vincere o ostacolare il videogamer in base ai propri punti di forza, debolezza e abitudini, garantisce imprevedibilità alle gare.
Per chiudere questa analisi di GRID per PlaStation 4, dobbiamo parlare dell’aspetto tecnologico. Per quanto riguarda la grafica, il motore proprietario di Codemasters, ovverosia EGO, svolge appieno il suo lavoro: sulle auto e la loro modellazione, c’è poco da dire se non che sono ottimamente realizzate in ogni particolare, con un buon uso delle texture e dell’effettistica, come per esempio la riflessione per le carrozzerie. C’è perfino un editor che consente di modificare alcuni aspetti visivi delle vetture. Molto belli i circuiti, specie quelli fittizi urbani come San Francisco, L’Avana e Barcellona, davvero suggestivi e con un valido livello di dettaglio. In totale sono solo dodici, ma considerando le varie configurazioni e i percorsi alternativi anche per quelli tradizionali come Indianapolis, Sepang e Silverstone, riprodotti in maniera fedele alle controparti reali, si arriva a un totale di ottanta varianti.
In più in ognuno di loro è possibile gareggiare sia in diversi momenti della giornata che con condizioni meteo differenti. Buoni in tal senso anche gli effetti particellari e quelli legati proprio alle condizioni climatiche, anche se non raggiungono il livello di altre produzioni di genere. Il tutto senza influire minimamente sulla fluidità del gioco e sul senso di velocità che è fondamentale in questo genere di arcade.
Deludente invece la regia: GRID non dà molto peso all’evento gara dal punto di vista “televisivo”, pertanto mancano le presentazioni televisive dalla griglia di partenza e perfino le cerimonie sul podio. Un vero peccato. Per quanto riguarda infine la parte sonora, ottimi gli effetti “da pista”, dal suono delle gomme che stridono sul terreno bagnato al rombo dei motori di ciascun veicolo, buona la colona sonora e solo discreto il doppiaggio in italiano che si limita a certi interventi fuori campo prima e durante le corse.
COMMENTO FINALE
GRID torna sulla scena con un reboot tutto sommato riuscito. L’obiettivo principale di Codemasters era infatti quello di far divertire il giocatore, indipendentemente dal risultato in gara, e in tal senso sembra averlo centrato.
Con GRID, infatti, il team di sviluppo è riuscito a ricreare un’esperienza di corsa piacevole e senza eccessivi fronzoli, fatta di gare spettacolari e sfide ad alta velocità, seppur in parte limitata da una fisica eccessivamente arcade e dall’assenza di profondità e varietà soprattutto in quella che è la sua modalità principale, ovverosia la Carriera. Un gioco quindi non esente da difetti, ma di certo adatto a tutti coloro che vogliono gettarsi in pista e correre a tutta birra senza preoccuparsi troppo di badare all’eccessivo realismo.
Pregi
Ottima la giocabilità, scalabile ma comunque tendente all’arcade. Belli i vari circuiti, soprattutto quelli urbani, e la riproduzione dei modelli delle auto. Ottima la sensazione di velocità. Buona l’intelligenza artificiale degli avversari grazie al nuovo sistema Nemesis, anche se alcuni loro comportamenti in gara sono esagerati
Difetti
Modalità Carriera troppo breve e poco profonda a livello gestionale. Modello di guida buono in relazione allo stile adottato dal gioco, ma con una fisica comunque troppo permissiva in alcune situazioni. La collaborazione con Fernando Alonso è sprecata.
Voto
8