Gli eSport sono in crescita. Anche in Italia dove il movimento sta incontrando il favore sempre più costante e numeroso del pubblico. A tal proposito, abbiamo parlato con Nicoletta Schenk, brand communications e director di ProGaming Italia ed ESL Italia che ha risposto alle nostre domande sul fenomeno, nonché fatto in linea di massima il punto della situazione e svelato qualche dettaglio interessante per il futuro.
Abbiamo anche parlato del possibile arrivo degli eSport alle Olimpiadi. Certo, è ancora tutto prematuro in questo senso, ma le risposte, benché indicative, sono state comunque importanti.
Ecco la nostra chiacchierata con Nicoletta Schenk. Buona lettura.
Progaming un movimento in espansione. Quali sono i numeri attuali?
Se vogliamo concentrarci sul panorama italiano, l’ultimo rapporto AESVI/ Nielsen ci mostra una crescita sia degli Avid Fan che della fanbase, con un aumento tra il 20 ed il 35% rispetto all’anno precedente. Numeri certo ancora bassi se considerati in un quadro globale, ma per il panorama nazionale sicuramente incoraggianti ed in grande ascesa.
Da quanto tempo operate in Italia?
L’attività di ProGaming è partita oltre 15 anni fa, nel lontano 2003 – quando di “esport” non si sentiva ancora parlare – come Startup nell’ambito dell’innovazione dei business tecnologici. Oltre a gestire ESL sin dal principio per l’Italia, dal 2018 ci siamo spostati oltralpe gestendo anche ESL Svizzera. Dal 2007 fino al 2012 siamo stati inoltre gli organizzatori della sezione italiana dei World Cyber Games, le Olimpiadi dei videogiochi. Le nostre attività non si limitano ai soli tornei per quanto riguarda il gaming competitivo e per i casual gamer, ma spazia a 360 gradi su tutto ciò che concerne l’event management, costruendo progetti ed eventi su ogni scala. Siamo un’azienda giovane ma già con un grande “passato” alle spalle, che continua ad assumere e crea lavoro sul territorio e a livello nazionale (abbiamo 2 sedi, una a Bolzano e una a Milano e uno studio su Roma), e che vuole continuare ad ampliarsi grazie ai numerosi progetti che stiamo avviando.
C’è maggiore entusiasmo attorno agli esport anche nel nostro Paese, un consiglio su come iniziare l’attività di giocatore professionista?
La base di partenza è quella del giocare responsabilmente, tenendo presente che è sicuramente difficile riuscire ad emergere ed affermarsi come giocatore professionista. Ma non è impossibile Il primo passaggio che mi sento di consigliare è quello di avvicinarsi ai Team. Un’organizzazione esportiva è il luogo più adatto dove coltivare il proprio talento ed ha tutte le risorse indispensabili per far crescere un giocatore. Rimanere dei “lupi solitari” non paga mai, neanche nei videogiochi 1vs1: bisogna cercare di legarsi a persone che hanno già affrontato i problemi che si incontrano durante questo cammino e possono metterti nella condizione di proseguirlo. In Italia ci sono i Mkers, i Qlash, gli Exeed e i Samsung Morning Stars, tra i team principali a cui “avvicinarsi”, ma ce ne sono tantissimi altri con grande voglia e potenzialità per emergere all’interno del panorama italiano.
Quali sono al momento i giochi più gettonati?
A livello italiano ce ne sono per tutti i gusti: dai titoli calcistici come PES e FIFA, agli sparatutto come Tom Clancy’s Rainbow Six Siege, cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, e Call of Duty. Se ci spostiamo sui titoli Mobile con i cosiddetti “touch esports” abbiamo Clash Royale e Brawl Stars mentre per i MOBA indubbiamente League of Legends.
E quali potrebbero far parte della famiglia ProGaming / ESL
Con la nostra organizzazione trattiamo già un buon numero dei principali titoli gaming e cerchiamo di integrarne sempre di nuovi. Ogni mese, sulla piattaforma ESL dedicata ai player di ogni livello possono giocare e misurarsi con altri appassionati in Italia ed in tutta Europa a numerosi tornei, basta scegliere!
È stato annunciato il campionato nazionale PlayStation. Si sta facendo la stessa cosa per altre piattaforme?
In un settore competitivo che predilige la piattaforma PC, stiamo lavorando per portare avanti il gaming su tutte le piattaforme e cercare di venire incontro ai player PC, console e mobile: con ESL Vodafone Championship (prima ESL Italia Championship e prima ancora ESL Pro Series) da 15 anni stiamo portando avanti le competizioni su PC e, dal 2018, anche su Mobile. Anche nel nostro settore, come in tanti altri settori, è importante inoltre comprendere sempre appieno quali sono le tendenze del momento, andare incontro ai gusti dell’utenza, e ascoltare con attenzione i partner.
Il prossimo appuntamento è alla Milan Games Week, cosa possiamo attenderci?
Sarà un appuntamento assolutamente da non perdere, un vero e proprio spettacolo all’interno di un’arena rinnovata con un palco avveniristico e tantissimi tornei che abbiamo annunciato proprio in queste ore!
Ed a tal proposito, ecco il pezzo sul palinsesto per la kermesse italiana giunta alla nona edizione.
Si parla tanto di esport, ma un gioco quando si può definire esport e soprattutto, visto che c’è l’apertura del CIO, quali esport diventeranno olimpici visto che il comitato olimpico internazionale ha espressamente detto che vieterà la violenza?
Quando si è in presenza di tornei giocati da professionisti con un montepremi in denaro, si è sicuramente in presenza di un torneo di esport. In merito all’apertura del CIO è molto difficile rispondere perché non sono state comunicate, al momento, delle linee guida ma soltanto alcune dichiarazioni. Possiamo ipotizzare che verranno inseriti nel circuito olimpico quei giochi che sono simulazioni di altri sport.
Crede in un ingresso degli esport alle Olimpiadi di Tokyo o preferirebbe una manifestazione indipendente un po’ come accade per le Olimpiadi invernali.
A Tokyo ci sarà un evento che precederà le Olimpiadi: un torneo organizzato da Intel su Street Fighter e Rocket League che terminerà proprio il giorno dell’apertura dei giochi. Vedere i videogiochi alle olimpiadi al momento è ancora difficile, è più probabile un evento separato come le Paralimpiadi ma, ripeto, ad oggi non c’è nessun indizio che faccia presagire qualcosa di simile.
Cosa bolle nella pentola di ESL e ProGaming?
Dopo la ESL Vodafone Arena di Milan Games Week ci sposteremo a Trento al Festival dello Sport dove organizzeremo all’interno delle Gallerie Piedicastello, in collaborazione con RCS, la esports Experience, un percorso dove troveranno spazio contenuti dedicati agli esport come la storia del gaming, postazioni di gioco con PC e Console, showmatch e spazi dedicati al racconto e all’approfondimento.
Ci rivedremo poi a Lucca per quello che ormai è l’ appuntamento di riferimento per l’esport all’interno del Comics: la Esports Cathedral. L’ex chiesa sconsacrata di San Romano infatti, sarà teatro di tre eventi di rilevanza internazionale tra cui le finali dello Stage 1 della Quake Pro League e la EuroCup di League of Legends.
A dicembre infine, saremo a Roma con la prima edizione di Esport Fest, una fiera completamente dedicata all’esport in cui si terranno match live, panel e incontri con i protagonisti del palcoscenico esport italiano ed internazionale, showmatch, tornei aperti a tutti nonché una parte dedicata ad offerte esclusive dedicate a merchandise e videogiochi. Allo stesso tempo stiamo già lavorando ad altri grandi progetti con partner di livello, progetti che scoprirete presto e che i player italiani apprezzeranno molto. Siamo comunque già al lavoro per i prossimi due anni, ovviamente non possiamo rivelare ancora nulla, ma come sempre vi terremo aggiornati!
Torneranno gli esport in televisione?
Assolutamente sì. Gli ascolti in continua crescita del “progetto” House of Esports che abbiamo realizzato in collaborazione con DMAX Italia questa primavera – uniti a consensi di pubblico e critica – testimoniano lo sviluppo del movimento in Italia e suggeriscono l’intenzione a proseguire.
L’età per diventare un Pro Player è importante in ambito eSport?
In alcune nazioni sì: in Italia ad esempio bisogna essere maggiorenni per partecipare ai tornei esportivi con montepremi mentre in Germania è vietato giocare a titoli considerati “violenti” se non si hanno 18 anni. In altre nazioni invece si comincia sicuramente prima e si hanno più anni di carriera davanti, come in Corea del Sud, vera e propria patria dell’esport. Anche qui mi sento di consigliare buon senso e ragionevolezza: prima finire gli studi, poi provare la carriera esport.