Quella di Starpoint Gemini, è una serie di space sim piuttosto longeva, con una fanbase appassionata e molto vicina al talentuoso sviluppatore indie croato Little Green Men. Al primo capitolo, uscito nel 2012 con un giudizio mediocre, segue Starpoint Gemini 2, che sfruttando al meglio l’early access di Steam ha avuto un buon successo. Con Starpoint Gemini Warlords, la saga si evolve andando a toccare seppur superficialmente il genere dei 4X. Insomma, un team di sviluppo eclettico, che tenta sempre nuove strade per divertire ed ingolosire il proprio pubblico. Con Starpoint Gemini 3, uscito in accesso anticipato su Steam il 5 settembre scorso, il team di sviluppo cambia ancora le carte in tavola, creando un sequel diretto con un cambio di prospettiva davvero importante.
A differenza dei suoi predecessori, questo nuovo capitolo si concentrerà maggiormente sulla storia, offrendo un gameplay in prima persona in uno stile che ci ricorda seppur da lontano, Wing Commander.
GAGLIARDI OPPORTUNISTI
Creare una storia che tenga il giocatore incollato allo schermo è difficile, incastonare il tutto all’interno di uno space sim è praticamente impossibile. Questo genere, fonda le sue radici sul gameplay a tutto tondo, lasciando spesso la storia come mero pretesto.
Consci di questo, i Little Green Men hanno assunto Darco Macan, scrittore in orbita Marvel per i romanzi di Star Wars, al fine di scrivere una storia coerente e con personaggi interessanti e sfaccettati. Nonostante l’early access, possiamo dire che la mano dello scrittore già si vede.
Nella nostra storia, impersoneremo il capitano Bold, un simpatico signor nessuno che per una serie di vicende si trova ad essere l’uomo più ricercato dei sistemi conosciuti. I primi minuti di gameplay si passano seguendo un tutorial che ci spiegherà le varie funzioni di controllo, ed introdurrà sia il protagonista che altri personaggi. I richiami al mondo di Star Wars ci sono, a partire dal nostro Bold, che caratterialmente mischia Han Solo a Jabba the Hutt. Parlare ancora della trama significherebbe anticipare qualcosina, per cui evitiamo. Vi basti pensare che i personaggi sono buoni, scanzonati e con battute davvero divertenti.
GAMEPLAY
Seguendo i canoni della serie, anche in Starpoint Gemini 3 il compito del nostro protagonista sarà quello di potenziare la propria nave, seguire la storia, e svolgere missioni ed incarichi che permetteranno di acquisire notorietà all’interno di una delle molte fazioni disponibili. A differenza dei capitoli precedenti però, non comanderemo più navi di grossa stazza (almeno per il momento), ma ci divertiremo a svolazzare su caccia e bombardieri. Ammettiamo che uno dei fattori che ci è sempre piaciuto della serie Starpoint Gemini, è sempre stato quello di offrire un gameplay incentrato sulle grosse “capital”, a cui hanno fatto eco i mitici “titan”, veri e propri colossi.
L’abbandono di questo sistema in favore di meccaniche più da shooter è stato inizialmente spiazzante, ma il risultato è davvero interessante. Siamo sempre stati abituati a poter scegliere fra una pletora di navi differenti, e anche in questo caso non rimarremo delusi, ma con un’importante novità. Ogni caccia sarà interamente personalizzabile tanto nelle statistiche quanto nella grafica. Motori, sensori, ali, armi, sono solo alcuni dei componenti che potremo acquistare e personalizzare, aumentando a dismisura le possibilità offerte al giocatore per costruire il caccia perfeto a seconda delle proprie esigenze.
Le inquadrature a disposizione sono 2, e vanno dalla classica visuale in prima persona, a quella posta alle spalle della nave in pieno stile space sim. Per citarvi qualche esempio, oltre a Wing Commander, ricordiamo il buon Freespace 2. Dopo aver ottenuto la prima nave personalizzabile e iniziato a scorrazzare per la galassia, scopriremo diversi richiami classici della serie, sia a livello grafico che meccanico. L’atterraggio sulle stazioni spaziali e sui pianeti avverrà per mezzo del classico punta e clicca, non appena saremo abbastanza vicini per attraccare. La fase shooter è piuttosto immediata e frenetica, con la possibilità di sfruttare due tipi di armi principali, laser e mitragliatori, più due secondarie per ora riservate al comparto missilistico.
Una fase che ci è piaciuta del gameplay, tratta i relitti delle navi. In pratica, sfruttando la nostra fedele AI a bordo dell’astronave, esploreremo vecchie carcasse perdute nello spazio grazie ad un drone. Le aree a disposizione, al momento appaiono piuttosto spoglie e impersonali, ma siamo sicuri che nei prossimi update queste meccaniche verrà ampliata e migliorata. Rimane comunque un’ottima aggiunta che se sviluppata al meglio, garantirà un’ulteriore varietà al prodotto finale.
Per quanto riguarda l’open world alla base del gioco, c’è già anche se ci aspettiamo ulteriori sviluppi. Secondo le intenzioni dello sviluppatore, le dimensioni del mondo giocabile saranno superiori ai capitoli precedenti, con diverse razze, economie e navi differenti. Per passare da un settore dello spazio ad un altro, sfrutteremo i canonici portali, che come per la serie X sono una presenza fissa all’interno del background di questa serie.
Ultima nota prima della bottom line, il discorso localizzazione. A differenza di tutti i capitoli precedenti, Starpoint Gemini 3 parlerà anche l’italiano. È quasi impossibile che titoli dello stesso genere supportino la nostra lingua, e potremmo azzardare più di qualche lacrimuccia pensando allo spinoff Warlords, quanto sarebbe bello giocarlo nella nostra lingua! Tornando al presente, il fatto che Little Green Men voglia scommettere sul nostro paese è davvero importante, confidiamo che questa sfida venga raccolta dai giocatori del suolo italico, così da supportare uno sviluppatore che una volta tanto punta su di noi.
COMMENTO FINALE
Chiudiamo la nostra anteprima, con sensazioni positive. Starpoint Gemini 3 è un gioco molto diverso rispetto ai titoli precedenti, ma questo punto di rottura ha portato novità difficilmente implementabili in precedenza. La storia di fondo e la caratterizzazione dei personaggi, ci sono piaciuti e si nota chiaramente che dietro a questo lavoro si cela la sapiente mano di uno scrittore.
Scendere su una stazione e farci un bicchierino al bar, o su un pianeta e iniziare qualche dialogo per ricevere una missione, rendono l’universo attorno a noi ancora più vivo di quanto non fosse. È pur vero che ci troviamo di fronte ad un early access, e Little Green Men ha diverso lavoro da fare. Ma una galassia più viva, più navi e personaggi, e magari qualche pensierino alle capital, non fanno che aumentare la voglia di seguire gli sviluppi di questo interessante progetto.
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