Il recente esordio di Football Drama su Steam ad opera di Open Lab Games, un piccolo team indipendente di Firenze, ha riacceso quella voglia di approfondire.
Settembre è storicamente il mese dei titoli sportivi top dedicati soprattutto al calcio ed il dualismo tra Fifa e PES (quest’anno eFootball PES, ndr) continua più che mai. “Terzo incomodo” – ma in ambito sportivo ovviamente – è NBA 2K20. Così, l’uscita di Football Drama che molti potrebbero vedere come un “suicidio commerciale”, è comunque una scelta coraggiosa e fa onore alla software house italiana.
Ma cosa è Football Drama? Lo abbiamo scritto nella nostra recensione: è una sorta di avventura strategica (o strategico d’avventura) dove le scelte personali contano molto e, aggiungiamo qui, tratta il mondo del calcio dalla distanza e tenta di analizzarlo con la lente di ingrandimento di fatti che vanno al di là delle dinamiche e dei risultati del proprio team.
A tratti sembra di essere di fronte ad una di quelle avventure grafiche punta e clicca che presentano dialoghi con risposte multiple dove ogni risposta può fare la differenza tra lo stallo o la risoluzione anche quando il nostro parlerà con la propria gatta.
Football Drama ci fa entrare in un mondo del calcio ad un livello tale che non serve neppure guardare chi abbiamo in squadra. Potremmo avere brocchi o super stars per quanto ci riguarda. Ma questo poco conta. Non avremo mai alcun riferimento sui giocatori in campo salvo quando dovremo usare le carte allenamento e le carte durante la partita per cambiare – se serve e se riesce – le sorti del match.
Ma sono sempre riferimenti molto alla larga. L’unica immagine concreta la vedremo sempre a metà partita, nell’intervallo, quando Rocco Galliano (un po’ Zeman, un po’ Sacchi, un po’ Bearzot ed un po’ tutti quei santoni che abbiamo o che amiamo ed odiamo quotidianamente seguendo il canonico mondo calcistico) chiederà al giocatore più rappresentativo quale tattica adotteremo. Ed è proprio qui che l’immagine ci fa vedere un calciatore che davvero ricorda moltissimo il grande Socrates che negli anni ’80 incantò il pubblico di tutto il mondo… tranne in Italia dove con la Fiorentina (ed Open Labs è di Firenze, sarà una coincidenza?) non ha lasciato un ricordo tale al proprio talento a differenza di altri suoi colleghi e compagni di nazionale (vedi Zico o Falcao, tanto per citare due nomi).
Ma perché proprio con Socrates? Perché comunque aveva (ci ha lasciati nel 2011 all’età di 57 anni) un gran carisma oltre ad un grossissimo talento, che fomentò e guidò ai tempi del Corinthians anche l’autogestione dei calciatori.
Poi basta. La trama ci porta in vicende e conflitti personali di un’anima tormentata. Rocco Galliano aveva tutte le carte in regola per essere lo Special One alla Mourinho. Ed è anche a questo tecnico che probabilmente gli sviluppatori si sono ispirati. O forse è Rocco Galliano che tenta di essere come il tecnico portoghese un po’ come Canà si ispirava a Nils Liedholm. Perché questo accostamento all’Allenatore nel Pallone? Perché oltre alla commedia c’è di più ed anche il film del 1984 di Sergio Martino racconta in modo scanzonato alcune verità.
A questo punto ci viene anche un dubbio: Galliano come il mago KK del film con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia del 1970 “I due maghi del pallone”? Forse più santone che mago. Perché comunque Galliano è uno che il calcio lo ha masticato. E ne capisce.
Ma in questo gioco conta l’aspetto umano. Potremo, dunque, far si che il nostro personaggio possa essere un provocatore seriale guidato dal Caos anziché dal Karma, due elementi che vengono sempre tenuti sotto controllo dal gioco.
Football Drama, tuttavia, arriva oltre perché grazie alle sue citazioni ed alla gestione delle partite (molto basilare in termini di comando ma più di “testa” ai fini delle scelte) si ottiene un’alchimia davvero interessante.
È la storia dell’uomo che domina. Sono i difetti, le tentazioni ed il proprio modo di ragionare che colpiscono e fanno andare avanti il gameplay in un’eterna lotta tra la nostra coscienza e le tentazioni, tutto per il bene del Colchester.
Il fatto di trovare tante citazioni al calcio reale nonché a personaggi legati a tripla, se non a quadrupla, mandata al calcio che conta ed ai suoi vertici, con le loro parodie che recitano ruoli un po’ occulti ci piace molto. Blaster, Poggi, (Blatter e Moggi nel mondo reale) sono figure allegoriche ed al tempo stesso concrete piuttosto oscure e controverse. Sembra, a tratti, di essere Pinocchio che incontra il Gatto e la Volpe ed ogni tanto il Grillo Parlante.
Ma c’è anche la fatina, che si concretizza nella moglie del presidente miliardario russo nonché proprietario del Cholchester. E se fate 2+2 capirete quanto sia pericoloso anche se estremamente ghiotto il miele del diavolo.
In Football Drama si può decidere di essere integerrimi rischiando però di essere contestati o infangati, o di agire secondo istinto ma continuando magari a seguire le regole e quindi mostrando i denti ma non fare troppo male… o ancora di farsi corrompere da tutto e tutti.
E qui ci viene in mente Ultimate Soccer Manager, titolo di metà anni ’90 di Impressions che permetteva anche di scommettere contro la propria squadra o in favore. Ad ogni modo una pratica non lecita che in alcuni casi poneva fine alla nostra carriera visto che il tecnico poteva essere arrestato…
Ma torniamo a noi. Anche il campo ha la sua importanza ed anche attraverso la possibilità di giocare carte (fino ad un massimo di cinque) si può delineare il comportamento della squadra. Ci sono carte che la dicono lunga: provocare risse, o provocare i tifosi, simulare falli. Insomma, è possibile “barare” anche in campo. Una carta che abbiamo trovato odiosa ma utile (quando ha funzionato), è stata “sfottere gli avversari”.
Si, in Football Drama il calcio viene “vissuto” anche così. Per la cronaca, abbiamo vinto il campionato alla grande: 16 vittorie e 2 pareggi ed il nostro presidente per 17 partite ci ha triturato gli attributi perché non era contento del gioco. In Football Drama accade anche questo.
Abbiamo vissuto un gioco molto ma molto intenso. Non perfetto ma concettualmente un titolo veramente di spessore che – ribadiamo anche qui – se fosse più ampio soprattutto nelle conferenze stampa che servono a regolare la nostra simpatia ma che alla fine diventa – a nostro avviso – piuttosto migliorabile. E visto che le 18 partite non sono poi così tante, si poteva cercare una maggior varietà.
Nel suo piccolo, Football Drama, racchiude e stigmatizza alcuni stereotipi calcistici: la corruzione, il doping, i rapporti con stampa e dirigenza e, in ultimo ma non ultimo, la lettura della partita in modo non eccessivamente tecnico ma piuttosto celebrale. Dovremo sforzarci di intuire (ma non è difficile) quando marcare, rischiare, tenere palla, tirare, giocare di squadra, contrastare.
Il tutto fa parte di un equilibrio che dà, finalmente, ad un gioco sul calcio una bella lettura del calcio e, forse, va oltre il “semplice” calcio. Se vi piace quello che Pelè e non solo, ha definito come il gioco più dello del mondo e se non siete tipi d’azione o se vi piace una storia dalle tante sfaccettature e dai contorni ragionati, Football Drama vale il suo acquisto. Se non fosse per lo stile di narrazione e per un aspetto visivo particolare. E poi è uno di quei pochi giochi di calcio, fatti in Italia.
1 commento su “Perché Football Drama è interessante”