Devil’s Hunt, Recensione Pc
Un gioco infernale (in tutti i sensi) che percorre le orme di Prototype e Devil May Cry smarrendosi, tuttavia, lungo il cammino
Tra le produzioni indie si annoverano spesso storie di idee brillanti colte e subito sostenute dalla community, ma non di rado avvengono gli insuccessi. Produzioni che per un budget troppo basso o una realizzazione mediocre di un’idea già incerta in partenza finiscono col risultare un flop. Una cocente delusione tra coloro che, magari, credevano in un progetto che volente o nolente avrebbe voluto imporsi come un successore spirituale di uno o più titoli già affermati. Questo pare essere esattamente il caso di Devil’s Hunt, un gioco irrimediabilmente precipitato a picco dopo essersi librato in aria, come Icaro, nel tentativo di raggiungere il sole, simboleggiato dal livello di produzioni come Prototype e Devil May Cry.
Tutto nasce da Paweł Leśniak, autore di “Equilibrium”, che decide di fondare uno studio di sviluppo in quel di Varsavia per dare videoludicamente vita al suo romanzo. Viene così alla luce Layopi Games, che sotto l’etichetta 1C Entertainment riesce a pubblicare Devil’s Hunt, ora disponibile su Steam e Gog, ma con le versioni console (PS4, Xbox One e Switch) già in sviluppo che verranno distribuite nel corso del 2020. Di seguito la nostra recensione per la versione del titolo attualmente disponibile, quella Pc appunto. Buona lettura.
UNA VITA D’INFERNO
Nel mondo di Devil’s Hunt è imminente una guerra tra angeli e demoni, dove il pianeta Terra costituisce il campo di battaglia. Il giocatore veste i panni di Desmond, l’autentico fattore decisivo che può decretare le sorti della battaglia a favore di una delle due fazioni, angeli o demoni.
Un uomo che scopre di avere il potere di decidere il destino dell’umanità e del mondo intero. Figlio viziato di un ricco imprenditore, dal quale viene apertamente disprezzato oltre che accusato di aver fatto rischiare la bancarotta all’azienza di famiglia, Desmond combatte in incontri clandestini, sua grande passione oltre alla fidanzata, che è sul punto di sposare. Questo fino a che la sua vita non viene sconvolta da una serie di sfortunati eventi, che lo portano a perdere quasi tutta la sua umanità.
Ottenendo poteri demoniaci dopo essere diventato un esecutore infernale per conto di Lucifero, egli faticherà a trovare il proprio posto nella guerra tra Paradiso e Inferno che si dispiega attorno a lui. Desmond viene definito Salvatore e Distruttore, con la sua umanità che inizierà a rinascere dall’ombra della sete di vendetta fino a quel momento sepolta dentro di lui. Combattendo furiosamente con pugni e artigli, il giocatore utilezzerà le abilità fornite sia dal lato demoniaco che da quello umano, del protagonista. Avendo varcato i cancelli dell’Inferno ed essendo tornato indietro per poterlo raccontare, Desmond dovrà decidere dove riporre la propria lealtà, tenendo presente il suo debito contratto con il diavolo.
TRA UNA PASSEGGIATA E UNA SFURIATA
L’origine letteraria del gioco esercita un’influenza assai rilevante, con numerose cutscene che si frappongono tra le varie sessioni di esplorazione e combattimento, quasi al punto da far risultare queste ultime come gli effettivi intervalli fra le suddette sezioni narrative. La struttura del gioco è assai rigida, dal momento che viene per l’appunto ripartita tra narrazione, esplorazione e combattimento: singolare la scelta di non far coincidere queste ultime, con Desmond che potrà attaccare e in generale a far uso delle proprie abilità solamente in presenza nemica. Le sezioni esplorative invece conferiscono al titolo una parvenza da walking simulator, rendendo possibile il solo superamento di ostacoli e l’interazione con alcuni oggetti d’interesse senza la benchè minima possibilità di fare backtracking. Nel caso in cui si voglia tornare sui propri passi, esplorando l’ambiente alla ricerca di collezionabili ecc, nella maggior parte dei casi non sarà possibile.
Il combattimento costituisce una delle (poche) note quantomeno apprezzabili del titolo, nonostante i numerosi limiti. La fluidità delle mosse e in generale il feeling nel combattimento porta infatti con sé un retrogusto stantio, che ricorda quello di altri giochi d’azione in terza persona di svariati anni fa, come appunto Prototype (2009). Ciò si unisce a una scarsa varietà di nemici, che ad eccezione dei boss saranno sempre e irrimediabilmente gli stessi, anche se con un cambiamento di skin, divisi tra angeli, demoni e banditi vari. Attraverso l’accumulo di anime, che si potranno ottenere sia in fase di esplorazione (raccolta in seguito al rinvenimento) che di combattimento (uccisione di avversari), Desmond potrà accedere a un ricco e variegato albero di abilità, sia attive (attacchi speciali) che passive (vari bonus), divise in tre “scuole”: Esecutore, Sacrilego e Vuoto. Oltre alle medesime e a normali sequenze di attacchi sotto forma di pugni e sfuriate il giocatore potrà, una volta riempita l’apposita barra combattendo, trasformarsi per un tempo limitato in demone, che godrà di un’invulnerabilità a tutto tondo.
UN CROGIUOLO DI PROBLEMI
Nonostante degli sparuti e apprezzabili sussulti, sia in termini di level design che di narrazione, Devil’s Hunt finisce col risultare permeato dai cliché. Tra molti fondali poco definiti, complice l’assenza di specifiche impostazioni grafiche nelle opzioni (tra cui il Field Of View), sarà comunque possibile godere di paesaggi capaci di catturare l’attenzione per qualche istante… Che tuttavia finiranno con il costituire delle cartoline lungo una sequenza infinita di piccole stanze, corridoi e vari dislivelli. Le cutscene presentano invece alcuni problemi con i sottotitoli, che in diversi casi vengono visualizzati fuori dallo schermo (risultando dunque illeggibili), mentre in altri risultano totalmente desincronizzati rispetto al parlato.
La realizzazione tecnica costituisce infatti la lacuna più vistosa della produzione. Ad accompagnare un’ottimizzazione carente, che presenta vistosi cali di framerate a prescindere dal settaggio, vi è una buone dose di bug e glitch, in particolar modo grafici.
Texture impastate, non di rado caricate parzialmente e ancor più spesso in ritardo rispetto allo scorrere dell’azione. Modelli poligonali approssimativi, con espressioni facciali e in generale le animazioni (anche nei combattimenti) che danno una ragguardevole sensazione di “legnosità”, con scarsa fluidità e varietà. IA tristemente elementare, con i vari nemici che caricheranno a testa bassa il giocatore senza la benché minima pianificazione o strategia: fanno parzialmente eccezione i boss, con i quali gli scontri risulteranno la parte più appagante dell’intero titolo.
COMMENTO FINALE
Devil’s Hunt costituisce il proverbiale passo più lungo della gamba. Una produzione, quella del neonato Layopi Games, con aspirazioni che vanno ben oltre la propria portata, e che di fatto hanno portato sul mercato un prodotto che, a dispetto di qualche buono spunto, finisce irrimediabilmente col risultare raffazzonato. Una storia ricca di stereotipi (ma con qualche momento topico), accompagnata da un gameplay a tratti divertente seppur non all’altezza della contemporaneità, fatta di precisi standard realizzativi anche tra i titoli indipendenti.
Il buon comparto ruolistico a livello di abilità e di personalizzazione dello stile di gioco non basta a sopperire alle numerose, altre mancanze: in primis quella di varietà. Di nemici, di animazioni e in generale di possibilità, specie all’interno delle fasi di esplorazione. Le abbondanti carenze tecniche completano un quadro piuttosto negativo, che tuttavia risulta illuminato dalla flebile luce di una speranza. Nei giorni precedenti all’uscita del gioco si sono infatti susseguite alcune corpose (in termini di gb) patch, che nonostante abbiano risolto poco o nulla aprono comunque a ulteriori interventi futuri, simboli della volontà degli sviluppatori, quantomeno, di rimediare agli errori compiuti con un titolo uscito troppo presto, o forse, semplicemente, troppo ambizioso per le sue reali possibilità.
Pregi
Trama assai stereotipata, ma che presenta alcuni momenti degni di nota. Gameplay divertente nonostante i numerosi limiti. Buon sistema ruolistico, con un gran numero di abilità attive e passive tutte da settare.
Difetti
Struttura del gioco eccessivamente lineare, con le varie fasi (narrazione, esplorazione e combattimento) fin troppo slegate tra loro. Scarsa varietà di nemici e di animazioni. Numerosi problemi tecnici, sia di ottimizzazione che di realizzazione effettiva, tra texture, sottotitoli, ecc.
Voto
5