Settembre si avvicina a grandi passi, e con esso l’atteso NBA 2K20 il nuovo capitolo della popolare serie sportiva di Visual Concepts prodotta da 2K Sports, assurta negli ultimi anni al ruolo di migliore simulazione elettronica della pallacanestro americana.
In attesa dell’uscita, fissata come ricorderete, per il 6 settembre, abbiamo giocato la demo rilasciata pochi giorni fa dal publisher per un primo assaggio di quello che poi ci aspetterà nel prodotto finale. Ecco le nostre prime impressioni su NBA 2K20 basata sul nostro provato della versione dimostrativa su PS4.
Buona lettura.
NIENTE DI PARTICOLARE
Diciamo però subito che la demo di NBA 2K20 offriva davvero poco per soddisfare le (prime) curiosità dei fan della serie, visto che in linea di massima si concentrava questa volta sul potente editor del gioco, che in questa edizione ha subito un ulteriore restyling e miglioramento in termini di opzioni, e meno sulla modalità Carriera o sul gameplay.
Niente Preludio o amichevoli, quindi, ma solo una sessione dedicata agli allenamenti dove vengono spiegati i comandi e un’altra, come scritto, riservata alla fase di creazione del proprio alter ego virtuale, con i match relegati in secondo piano, dopo cioè la fase di “costruzione”, per testare l’atleta editato.
Da questo punto di vista si possono realizzare e sviluppare fino a sei giocatori, personalizzandoli sotto tutti i punti di vista, sia estetici che tecnici: sono davvero tanti i parametri fisici e le abilità sulle quali è possibile intervenire per costruire degli atleti unici per ogni singolo videogamer. Capelli, tatuaggi, tipo d muscolatura, ma anche tecniche di base, speciali, capacità di resistere alle pressioni esterne o di eseguire un certo numero di canestri da tre punti sono solo alcuni degli elementi sui quali è possibile operare.
Grazie alla solita tecnologia del Facescan è possibile inoltre sovrapporre il proprio volto a quello del personaggio creato, ma allo stato attuale l’applicazione ufficiale MyNBA2K20 quella attraverso la quale si compie il lavoro di digitalizzazione del proprio volto, non è ancora funzionante al 100%, almeno su Android, tant’è che talvolta o restituisce facce assolutamente sballate o non riesce a connettersi col profilo personale del giocatore sulla console. Una volta soddisfatti del proprio lavoro si può poi salvare l’operato in vista del gioco finale, dove poi riutilizzare i cestiti ideati, e di volta in volta disputare una partita per vedere sul parquet i risultati dello sforzo operato.
ANELLI RITROVATI
A quel punto, nella demo, si può finalmente scendere in campo. Pad alla mano e senza troppi fronzoli con opzioni e quant’altro, ci siamo cimentati in una sfida senza esclusione di colpi, ritrovando immediatamente il feeling coi controlli di NBA 2K19, ma con in più la percezione che comunque qualcosa sia cambiato, ovviamente in positivo. Il gioco, infatti, per quanto non ci sia parso rivoluzioni globalmente nessun aspetto in particolare, sembra comunque davvero migliore nella giocabilità rispetto al suo predecessore, del quale tuttavia pare voler riproporre alcuni aspetti ampliandoli in modo da aumentare ulteriormente il valore di un’offerta che vuole essere in grado di soddisfare anche i palati più esigenti di questo sport.
In queste nostre prime impressioni sulla demo di NBA 2K20 abbiamo notato migliorie al sistema che gestisce i passaggi, così come a quello dell’intelligenza artificiale degli allenatori e degli atleti, che agiscono in maniera più logica e variegata con movimenti più intelligenti e funzionali all’azione in corso, aiutati in questo senso da un nuovo set di animazioni che rende il tutto visivamente più armonioso, e che priva i giocatori virtuali di quei momenti di stasi che ogni tanto sembravano colpire gli stessi nell’edizione passata, magari al termine di un dribbling stoppato dal difensore avversario, giusto per fare un esempio concreto.
Per il resto, le nostre impressioni su questa demo di NBA 2K20 non possono che essere positive anche per la grafica e per il comparto sonoro.
COMMENTO FINALE
Allo stato attuale, e nonostante i limiti della demo di NBA 2K20, tra aggiunte e rifiniture soprattutto nel comparto della fisica della sfera e dei contrasti, il titolo ci è parso come un naturale, ottimo passo in avanti di una formula consolidata. Proprio per queste ragioni siamo molto fiduciosi del fatto che anche in questa edizione la saga cestistica di Visual Concepts e 2K Sports non deluderà i milioni di videogiocatori appassionati di basket statunitense.
Ed aspettiamo con una certa curiosità di giocare con le squadre della WNBA che per la prima volta saranno presenti nel titolo griffato 2K.