Dragon Quest Builders 2, Recensione

Il secondo capitolo offre alcune innovazioni coraggiose da parte di Square Enix ed Omega Force

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Nata nel 1985, la serie Dragon Quest ha il pregio di rappresentare una delle più lunghe saghe videoludiche di sempre. Sbarcata per la prima volta sulla prima console di casa Nintendo nel 1986, ha saputo ritagliarsi una folta nicchia di appassionati non solo in Giappone, patria degli JRPG, ma in tutto il mondo. Nel 2016, in attesa dell’undicesimo capitolo della serie (Echi di un’era perduta, uscito a fine luglio 2017 in Giappone e ad inizio settembre 2018 nel resto del mondo), i fan si sono potuti divertire con un gioco davvero particolare. Stiamo parlando di Dragon Quest Builders, che presentando una versione “alternativa” della storia del primo capitolo della serie, ci catapultava in un mondo a metà strada tra Minecraft e Stardew Valley, senza perdere l’inconfondibile tocco grafico del mangaka Akira Toriyama. Dopo l’uscita giapponese, il 12 luglio scorso i fan di Playstation e Nintendo hanno potuto mettere le mani sul sequel di questo interessante spin-off, ovvero Dragon Quest Builders 2, firmato da Omega Force per il publisher Square Enix.

Come sarà andata? Leggete la nostra recensione relativa alla versione PS4. Buona lettura.

INNOVAZIONI CORAGGIOSE

Nel 2016, all’epoca dell’uscita del primo Dragon Quest Builders, la fanbase della serie viveva un’ambivalenza emozionale pari a quella del gatto di Schrodinger. Da una parte, c’era quella parte d’utenza che non disdegna mai l’innovazione, e accoglie a braccia aperte nuove meccaniche.

Dall’altra, i conservatori erano piuttosto scettici. In effetti, l’idea di mescolare le atmosfere di Dragon Quest con quelle di Minecraft, appariva come un tentativo fin troppo coraggioso di innovare. E soprattutto, governava il terrore dell’occidentalizzazione di un prodotto che pur con le dovute innovazioni, rimaneva ancorato ai dettami classici dei giochi di ruolo giapponesi. In realtà, l’esperimento funzionò più che bene, perché alle classiche meccaniche di un Minecraft, si aggiunsero missioni, gestione dei villaggi, e i toni umoristici mescolati a colori accesi e sgargianti tipici della serie.

Nonostante questo, il gioco non era proprio perfetto, soprattutto per via di una gestione “ruolistica” poco marcata. Con Dragon Quest Builders 2, Omega Force e Square Enix hanno portato una serie di piccoli miglioramenti, per renderlo più ricco e appagante del predecessore.

Come per il capostipite, anche in questo caso la storia si rifà ad una versione alternativa di un capitolo della serie regolare, in questo caso il secondo. All’inizio del gioco, la creazione del personaggio ci permetterà di deciderne il sesso, i colori dei capelli e altri piccoli dettagli secondari. Si passa poi alla storia, che vedrà il nostro costruttore impegnato a fronteggiare l’Ordine di Hargon. Ed e relativi i mostri che seminano distruzione e terrore nel Reame di Moonbrooke.

Il tutorial, inizia con il nostro giovane eroe imprigionato dai mostri su una nave che cade a pezzi dopo una tempesta. Con questa scusa, verremo introdotti alle varie meccaniche base, mentre facciamo “amicizia” con i simpatici scheletrini che tra una martellata e l’altra, non vedono l’ora di farci saltare dalla balaustra. L’arrivo di una seconda tempesta cade proprio nel momento giusto, ed una scialuppa di salvataggio garantirà la nostra salvezza su un’isola deserta.

UN MONDO TUTTO DA SCOPRIRE

Dragon Quest Builders 2 è un gioco piuttosto classico sulle meccaniche, ma armonizzate con grande maestria. Uno degli aspetti importanti sarà quello di fare amicizia e gestire vari personaggi secondari, mentre esploriamo il mondo insieme al nostro amico Malroth e alla principessa Lulù. I personaggi secondari, rispetto ad altre produzioni rivestono un ruolo molto importante, che ha goduto di un lavoro approfondito anche sulla scrittura.

Durante il proseguo della storia, semplice ma ben scritta, i personaggi principali verranno sviluppati ulteriormente, sia in quanto a personalità che peculiarità. Certo, per un jrpg non è certo una novità, anzi rappresenta quasi un cliché, ma rispetto a quello che viene offerto in termini di storia e personaggi da altri survival con meccaniche da farming game, è un bel passo avanti.

Fulcro del gameplay, è l’esplorazione che potrò avvenire anche per mezzo di veicoli che ci permetteranno finanche di voltare, è davvero appagante. Esplorare, e cercare risorse con cui sviluppare la propria base. Un aspetto davvero positivo, è la quantità di isole e di biomi differenti che sono stati introdotti. Da un’isola tropicale ai picchi innevati, da un deserto ad una fornace di fuoco e lava, ce n’è per tutti i gusti. Anche il fattore “dimensione” ha una sua valenza, in quanto molte delle isole presenti hanno dimensioni davvero importanti, con tanti piccoli segreti tutti da scoprire. Passando alla costruzione e al crafting, una delle novità introdotte in questa iterazione è il concetto di “stanza”.

In pratica, al momento di costruire una struttura, si comporrà il perimetro che dovremo completare grazie alle risorse acquisite. Inserendo all’interno determinati oggetti, andremo a completare ciò che vogliamo costruire, il tutto in maniera semplice e immediata. L’intelligenza artificiale, si occuperà di dare una denominazione a ciò che andremo a costruire. Tra l’altro, funziona benissimo anche con i vari PNG che popoleranno le nostre terre, che a differenza di molti altri titoli, sono davvero “vivi” e interagiscono in maniera coerente.

Hanno un ciclo di vita, cosa che ci ha ricordato i fasti della serie The Elder Scrolls, ma con una marcia in più. Si svegliano, fanno colazione, vanno a lavorare, e poi alla sera tornano a casa a dormire. Durante le nostre fasi di gameplay, ci è capitato sovente di fermarci per osservare il comportamento dei paesani, ed è davvero entusiasmante. Vivere il villaggio non è mai stato così appagante, colorato e piacevole. Per renderli felici, potremo aiutarli nei loro compiti, generando dei cuoricini che aumenteranno i punti esperienza, che così come per il combattimento, serviranno per aumentare di livello.

Salendo, miglioreremo le nostre caratteristiche e acquisiremo nuove ricette e coloni. Per quanto la fase di costruzione sia semplice e immediata, il gameplay alla base è tranquillo, e così come in Minecraft dovremo perdere molte ore nella raccolta di risorse sia grazie ai nostri strumenti, che tra l’altro non si deterioreranno per l’uso.

Le sterpaglie e gli alberi potranno essere riutilizzati per creare nuovi oggetti, oppure ricollocati per un semplice e mero desiderio estetico. L’uso della fucina ci permetterà di creare armi, che useremo durante i combattimenti, e che potremo donare ai nostri colini e ai membri della nostra squadra. Trattandosi di territori pericolosi, i coloni potranno trovarsi in pericolo ma in presenza di mostri sapranno come difendersi.

Durante le nostre scorribande e le dure giornate di lavoro a raccogliere materiale, dovremo fare attenzione alla barra relativa all’energia. Come in Graveyard Keeper, crafting e combattimento consumano energia, che se esaurita ci impedirà di proseguire. Per risolvere il problema, ci basterà consumare cibo, o riposare.

Proprio a differenza di Graveyard Kepper, possiamo dire che il deterioramento  della stanchezza procede in modo piuttosto regolare, senza risultare frustrante. E’ bene portarsi sempre dietro una scorta, perché se dovessimo arrivare stanchi ad un combattimento, saranno guai.

SPADE PIXELLOSE

Uno dei punti deboli del capitolo precedente, era rappresentato proprio dal combat system, a detta di un po’ tutti troppo poco profondo.

In questa iterazione le cose non sono molto cambiate. Rimaniamo, infatti, ancorati ad un sistema di combattimento semplice e immediato. Un chiaro segnale di voler tenere questa meccanica più laterale, ma qualche novità c’è. Innanzitutto, rispetto al primo Dragon Quest Builders, sarà molto più semplice evitare un confronto, perché basterà passare intorno al mostro in questione.

Se, però, volessimo dar battaglia useremo il tasto triangolo per eseguire gli attacchi, e con l’aiuto dei nostri amici sarà piuttosto semplice averla vinta sulle creature che popolano le varie isole. Di tanto in tanto, soprattutto con i boss o i mostri più forti, ci allontaneremo quel tanto che basta per consumare qualche razione alimentare, ripristinando la barra relativa all’energia. I mostri rilasceranno oggetti e punti esperienza, che ci permetteranno di forgiare nuove armi sempre più potenti. Ce ne sono un’enormità, e siamo sicuri che le guide e le wiki ad esse dedicate si sprecheranno.

DA SOLO O IN COMPAGNIA

Altra novità introdotta in questo seguito, è il multigiocatore, che però è legato strettamente al tipo di console a disposizione. La versione da noi testata, è quella Playstation 4, che permettere di creare partite o entrare in quelle di altri giocatori, a patto di possedere il Playstation Plus. Entrare nella partita di un altro giocatore, vi permetterà di godervi il gioco in compagnia, ma non manterrete nessuna delle risorse acquisite durante la partita, che rimarranno saldamente nelle mani di chi ospita. Una scelta piuttosto controversa, è che la versione Switch (a discapito della console Sony) permette anche il multiplayer in locale, semplicemente passando il secondo JoyCon al secondo giocatore.

Dal momento che il joypad PS4 risulta comodo da gestire, questa scelta ci appare piuttosto ambigua, se non per “ammiccare” alla casa della grande N.

BELLEZZA A CONFRONTO

Tecnicamente parlando, l’aspetto grafico di Dragon Quest Builders 2 è davvero impressionante. Le texture, anche se cubettose, sono realizzate in maniera superba e nonostante un lieve aliasing risultano belle da vedere. Rispetto al primo episodio, il passo avanti è netto.

Grande cura, è stata posta anche sul fronte animazioni, ora non legnose e varie. Sedersi in casa ad aspettare il tramonto, mentre il fuoco scoppietta e il vento muove alberi e fogliame è appagante. Unico piccolo neo, sono i caricamenti un po’ lunghi, anche su PS4 Pro, ma così presi dalla voglia di giocare non ci faremo più caso che ci accompagneranno senza mai risultare troppo ripetitive, e buoni effetti sonori anche sott’acqua. Le varie isole sono davvero “vive”, è questo uno degli aggettivi che più si addice al gioco.

COMMENTO FINALE

Dragon Quest Builders 2 è il degno successore del capostipite. È un titolo sviluppato per accontentare un largo numero di giocatori, e sorprendentemente ci riesce. La componente da gioco di ruolo giapponese è ben sviluppata pur rimanendo ancorata ai classici e risultando semplice. Ma rimane ugualmente longeva e appassionante, soprattutto per chi cerca un’avventura di lunga durata. Per gli amanti del crafting e dei farming simulator, la modalità costruzione e la gestione dei coloni offriranno tutte le caratteristiche che ci si aspetterebbe da giochi di questo tipo. Più tutta una serie di innovazioni che vanno ad ingolosire l’offerta, una su tutte il sistema delle stanze.

A questo, si aggiunge una storia ben scritta, personaggi ben caratterizzati, e lo stile grafico inconfondibile ed accattivante dei Dragon Ball. Che siate amanti dei giochi di ruolo giapponesi, o dei vari Minecraft e Stardew Valley, Dragon Quest Builders 2 potrebbe essere il gioco che fa per voi, e rimarrà per molto tempo nella vostra libreria.

Pregi

Diverse novità, ben sviluppate. Componente jrpg appagante. Longevo. Level design di prim'ordine.

Difetti

Caricamenti lunghi. Combat system piuttosto base. Multiplayer differente a seconda della console.

Voto

8,5