Virtua Racing, (mini) Recensione Switch

La versione SEGA Ages debutta oggi e ci fa correre indietro nel tempo

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Sono passati 27 anni (ahinoi) dal debutto in sala giochi di Virtua Racing. Il titolo arcade di SEGA strabiliò il pubblico. E lo ricordiamo nitidamente. La stragrande maggioranza degli appassionati restò a bocca aperta per i primi tempi di permanenza del cabinato nelle sale. Anche noi.

Il motivo era semplice: per l’epoca, il titolo era quanto di meglio ci si potesse aspettare da un gioco in 3d poligonale sulla Formula 1. Certo, su Pc, Amiga ed Atari ST proprio in quel periodo debuttava (e spopolava) Formule One Grand Prix di Geoff Crammond. Ma questa è un’altra storia. E poi si tratta di un simulatore mentre il titolo della software house giapponese e marcatamente arcade.

Vi raccontiamo, quindi, l’arrivo di Virtua Racing su Switch grazie alla collana SEGA AGES che permette agli utenti della console Nintendo di divertirsi con alcuni classici firmati dalla software house giapponese. Il gioco ha fatto il suo debutto oggi (27 giugno) sull’eShop della console Nintendo.  Al prezzo di 6,99 euro. Ma come è andata? A distanza di quasi un trentennio, Virua Racing sarà in grado di stupire ancora? Falsa partenza o scatto bruciante?

Scopritelo nella nostra (breve) recensione. Buona lettura.

LE NOVITA’ ED I CONTENUTI PER SEGA AGES

Andiamo subito al sodo. La versione Switch come detto fa parte della raccolta SEGA AGES ed arriva 15 anni dopo quella su PS2. La riproposizione di questo glorioso arcade è molto interessante ed offre un framerate migliorato, una visuale migliorata ed il matchmaking online contornato da classifiche globali.

Nondimeno troviamo anche i replay. È possibile, infatti, al termine di ogni nostra prestazione, rivedere la propria prestazione. Tale caratteristica non era presente nella versione originale.

Inoltre, il gioco supporta il multiplayer locale fino a un massimo di 8 giocatori in contemporanea. Ma non finisce qui perché si può anche scegliere tra la modalità Normal Race che fa disputare competizioni brevi sulla distanza dei 4-5 giri oppure la modalità Grand Prix Race nella quale bisognerà completare gare di 20 giri.
In quest’ultima variante, la profondità del gameplay tocca punte interessanti. Quasi simulative. Bisognerà, infatti, pianificare una sosta ai box per il cambio gomme visto che le prestazioni peggioreranno progressivamente. La sosta sarà quindi un atto dovuto ma sarà importante farla al momento giusto per sperare di tagliare per primi la bandiera a scacchi.

Ci sono anche altre opzioni per la difficoltà nonché per il cambio manuale o automatico e, ancora, scegliere se disattivare i contatti tra le vetture.
Insomma, SEGA ha provato a mettere quanto più possibile per aggiungere contenuti al suo titolo. Per ovvi motivi, era un arcade di un certo tipo, Virtua Racing aveva soltanto tre piste che rappresentavano anche i vari gradi di sfida: Big Forest (per i principianti), Bay Bridge (per i giocatori di livello medio) e Acropolis per gli esperti.

Il grado di sfida è ben calibrato se si considera che è un arcade con una discreta intelligenza artificiale ed una buona manovrabilità della nostra monoposto. Tutto molto veloce e rapido, come un titolo da sala giochi impone.

3D POLIGONALE CON TANTA FLUIDITA’

Non è mai facile parlare di un gioco di 27 anni fa. All’epoca era qualcosa di eccezionale. Ora fa quasi sorridere ma, attenzione, è una sensazione che dura pochissimo. Sono tante, in effetti, le finezze di Virtua Racing.

La grafica 3d poligonale, che oggi definiremmo come “romanticamente low poly” ma che all’epoca era sostanzialmente la cosa migliore che proponeva il mercato (o se non la migliore tra quelle notevoli), nonostante appia molto grezza è ricca di dettagli. E rimane molto ma molto veloce.

L’edizione per Switch propone, come detto, un frame rate migliore e quindi molto più fluido che viene esaltato in modalità portabile. In quest’ultima, i grossi poligoni vengono ridimensionati. Ma stavamo parlando dei dettagli che se ora sono appaiono normale amministrazione, nel 1992 vi assicuriamo che non lo erano. I fili d’erba che volano se con le ruote usciamo leggermente ai bordi della pista.
Le scintille che escono dal nostro bolide ai cambi di marcia o i segni delle sgommate ad ogni frenata… o le noci di cocco a terra se andiamo ad urtare sulle palme. Proprio così. Di contro troveremo i filmati finali sulla premiazione davvero datati.

L’impatto generale è comunque interessante e si possono scegliere tra diverse visuali: quella dal cruscotto, quella in terza persona, e dall’alto. Abbiamo trovato la nostra dimensione con quella in terza persona.

In sostanza possiamo dire che la grafica di questo gioco non è altri che il prototipo dei racing in 3d moderni. La base, l’impasto madre dal quale poi sono state realizzati i titoli sempre più moderni.

Il sonoro è composto da ottimi effetti ambientali (anche in questo campo qualche finezza come il rombo del motore attutito se si percorre un tunnel) e qualche stacchetto musicale. Tutto ben fatto e si sposa bene con l’atmosfera. Di buon impatto quindi ma siamo lontani dai fasti delle note di OutRun o Super Hang On.

COMMENTO FINALE

SEGA ha fatto tutto quello che poteva per “ammodernare” ed aggiornare uno dei suoi titoli più gloriosi. Nel lontanissimo 1992, Virtua Racing ci fece rimanere a bocca aperta. Oggi, a distanza di 27 anni anche i più giovani possono rivivere i fasti di questo gioco arcade. I segni del tempo ci sono ma il titolo si difende tutto sommato molto bene.

Il risultato è apprezzabile con opzioni inedite che aggiungono funzionalità nuove rispetto all’edizione originale. Peccato ma non si sarebbe più chiamato Virtua Racing per la mancanza di contenuti aggiuntivi come piste supplementari. Ma questo non inficia assolutamente sul voto ed anzi. Ribadiamo che si tratta di un nostro pensiero che va in contrasto con la logica del remake e quindi non è da tenere in considerazione. In questo senso è stato fatto un lavoro molto buono che non fa perdere il feeling con l’originale ma anzi, grazie alle novità moderne, lo migliora ulteriormente.

E si, possiamo senza dubbio parlare di un buono scatto, nonostante le rughe, anzi, i poligoni del tempo che vengono “nascosti” in modalità portatile e che si notano in tutto e per tutto in modalità TV. Ma questo è inevitabile e Virtua Racing è comunque promosso. Ed il prezzo per rivivere questo pezzo di storia dei videogiochi è tutto sommato adeguato.

Pregi

Virtua Racing in tutto il suo splendore. Bella sfida. Modalità Grand Prix intelligente. Le novità migliorano il gioco. Multiplayer ad 8 giocatori.

Difetti

A chi non piace il genere racing suggeriamo di andare oltre. A non tutti interessa un titolo di 27 anni fa.

Voto

8,5