Il mondo degli action RPG occidentali alla Diablo è ricco di titoli interessanti. Chi ama questo genere oltre a poter contare sulla trilogia Blizzard può certamente divertirsi con titoli come Grim Dawn o Titan Quest (entrambi hanno ricevuto nuove espansioni di recente), o su Path of Exile (appena giunto su console) o ancora sui due Torchlight. Wargaming e Mad Head Games ci provano e si tuffano sui gdr d’azione (o hack and slash) con il promettente – lo diciamo fin da subito – Pagan Online.
Un titolo altisonante che ai più grandicelli rievoca il nome di Ultima VIII: Pagan, ottavo capitolo di una delle saghe ruolistiche classiche uscito nel lontanissimo 1994. Niente di più lontano ovviamente.
Pagan Online è arrivato in accesso anticipato lo scorso 19 aprile su Steam per Pc Windows. Ecco, quindi, le nostre prime impressioni dopo averci giocato qualche ora ed averne apprezzato i contenuti ma anche una realizzazione tecnica che sembra ben indirizzata. Mentre dal punto di vista del gameplay tenta di mischiare le carte mettendoci del suo.
Riuscirà questo gioco ad essere un’alternativa fin da ora ai titoli già nominati? Vediamo come è andata. Buona lettura
IL FANTASY SLAVO FA DA SFONDO ALLA NOSTRA STORIA
Una delle cose più importanti da dire su Pagan Online è senza dubbio il fatto che sia ambientato nella mitologia fantastica di origini slave.
Chiaramente la campagna è il pilastro contenutistico del gioco con le sue oltre 50 ore promesse dagli autori. Dopo la morte del nostro campione si raggiunge il Pantheon degli eroi. Questo fa da hub (ricorda molto quelli di Diablo III, ndr): servirà ad organizzarci al meglio comprando e venendo merci, ma anche craftando ciò che ci serve per migliorare il nostro equipaggiamento e, naturalmente, scegliere il tipo di quest da affrontare.
Potremo anche scegliere il nostro personaggio preferito. Ognuno rappresenta una classe differente. Queste sono del tutto simili a quanto già visto in ogni action rpg (ed anche gdr classico). Barbaro, Mago, Cacciatore, Ranger e così via. Li conosceremo a breve.
Il compito è arduo: capire cosa sia successo e riportare le proprie divinità ai troni capendo al contempo cosa sia successo loro.
Si inizia con un tutorial che ci introduce alle meccaniche base e più complesse (ma non troppo) del gioco. Un’oretta e tutto sarà molto chiaro. Come ogni titolo del genere passeremo la maggior parte del nostro tempo a menare di brutto come fabbri o di fino per recuperare oggetti, equipaggiamento nelle varie quest che ci vengono proposte o che sceglieremo. Ne troviamo di tre tipi con tanto di eventi giornalieri e settimanali, caccia ai mostri ed altro.
MITI ED EROI
Gli dei, creati da Svarog (divinità slava, appunto, equiparata ad Efesto, il fabbro del Pantheon greco) sono spariti e la loro scomparsa ha lasciato il mondo in tumulto. Forze oscure che non sono mai state viste prima, stanno accumulando per strappare le anime a quelle troppo deboli per resistere e divorare chiunque sia rimasto. Ma chi sono questi dei?
Si tratta di Perun, dio del Tuono, della Forza e della Protezione; Debog, dio della Luce e della Vita; Morana, la dea della Morte e della Saggezza e Veles dio della Natura e Viaggiatore.
E gli eroi? Sono otto anche se in questa prima fase se ne possono sbloccare tre.
Sono Kingewitch (il Barbaro, lo Juggernaut), potente fisicamente ed abbastanza facile da gestire. Istok (un Tank) un vero e proprio carro armato fatto di carne ed ossa. Lento ma potentissimo.
Anya è una Cultista del sangue che impugna la frusta (ma dove abbiamo visto questo tipo di personaggio?). Se la cava sia nella lotta in mischia che in quella sulla media distanza. Utilizza il sangue come elemento di offesa.
Lukian (Mago-Gueriero o giù di li), il Servitore dei due Dei, può alternare i suoi poteri che rappresentano le divinità di Perun e di Dabog. Morokh (Sentinella Oscura) è il personaggio più nefasto del lotto: un vero mietitore con tanto di falce.
Dameer è il Druido Selvaggio mentre Valeria è l’Assassina Reale. Infine troviamo Masha la Campionessa Vagabonda.
GAMEPLAY GRINTOSO CHE VUOLE DIRE LA SUA
Andiamo al punto forte di questa nostra prova su strada, ossia il gameplay. Pagan Online offre un sistema di combattimento intuitivo grazie ad un’interfaccia molto chiara ed estremamente efficace grazie alla sua pulizia grafica: l’inventario è formato da diversi compartimenti suddivisi per armamento, parti di armatura ed altro.
L’equipaggiamento ha alcuni spazi (o slot se preferite) liberi da equipaggiare. Armi ed oggetti saranno chiaramente fondamentali.
Il gameplay vero e puro si concretizza con il classico sistema di comandi per Pc. I tasti WASD permettono i movimenti, il mouse servirà per attaccare. Maggiore libertà di movimento ma anche un po’ meno comodità rispetto ad altri titoli “concorrenti” nei quali si punta col mouse una parte dello schermo col pulsante sinistro e la si raggiunge mentre col tasto destro si effettua l’attacco base e con tasti specifici gli attacchi speciali e le abilità attive.
In Pagan Online è un po’ diverso. Come detto WASD per i movimenti. Il tasto sinistro farà l’attacco base, il destro ne farà uno speciale. Barra spaziatrice, shift destro (maiuscolo) ne faranno altre. Dopo i primi momenti in cui ci si può confondere, premendo Q ad esempio che è il pulsante preposto per bere le pozioni salute, al posto della doppia W, le cose andranno meglio. Ci si abitua piuttosto facilmente ai comandi.
Ci si muove, inoltre, in tante mappe non troppo grandi. Queste sono a scompartimento stagno e sono composte a loro volta da segmenti che saranno liberati quando avremo sconfitto le varie ondate di mostri, più o meno forti, che ci daranno festosamente il benvenuto a furia di bastonate da orbi. Inoltre ci sono anche i boss di “fine mappa” che devono essere sconfitti per concretizzare la missione e prendere anche loot di una certa rilevanza. A tratti sembra di essere di fronte davanti ad un MOBA. A tal proposito abbiamo anche un limite nelle pozioni salute: un massimo di nove. Non di più.
Non possono mancare tutte le sfumature che fanno di un hack and slash anche un gdr (o rpg). I punti esperienza, l’oro, il loot, ma anche – in questo caso – legacy point e frammenti.
Andiamo con ordine. Eliminando i nemici e portando a termine le quest si farà la cosa più elementare in un gdr: si acquisiranno punti esperienza utili per salire di livello. Migliorando il nostro personaggio si potranno sbloccare le sue abilità. Ovviamente gli otto eroi disponibili nella versione finale (al momento ce ne sono tre) hanno le loro abilità differenziate. Ad ogni modo possono essere utilizzate in modo da sviluppare combo devastanti grazie anche alla possibilità di stordire i nemici per qualche attimo o ancora rallentarli e massimizzare i danni.
Ogni abilita può essere migliorata grazie ai punti (cinque) che vengono sbloccati al passaggio di livello. Ma non basterà soltanto assegnare i punti abilità ad una determinata skill. Ci accorgeremo fin da subito che questo costerà un certo numero di monete ma anche di materiali da raccogliere e da “sacrificare” per ottenere quel miglioramento “passivo” dell’abilità desiderata.
Ma non finisce qui. Ci sono anche i Legacy Point. Questi appartengono ad ognuno degli otto personaggi presenti. Raccolto il cinquantesimo punto, si sblocca un eroe. La dea bendata dirà quale eroe del lotto andremo a sbloccare.
Ogni personaggio può anche essere personalizzato con diverse skin (estetiche quindi) da sbloccare, inoltre sarà possibile affiancargli un pet e dargli una cavalcatura.
Interessante, invece, è il processo di crafting dell’equipaggiamento. Lungo le nostre scorribande potremo trovare anche dei progetti per realizzare armi, o parti di equipaggiamento moderni. Per concretizzarle si dovrà andare al Pantheon da chi fa questo “lavoro” aprire il progetto e vedere la “ricetta”. Una cosa comunque già vista ma che qui sembra essere ancora più semplice. Per un’arma basterà solitamente mettere l’oggetto desiderato e mischiarlo con gli ingredienti indicati nella pergamena: ossa, frammenti di spirito e quant’altro. Reagenti più o meno potenti che permetteranno di realizzare un’arma personalizzata e modificarla.
Ovviamente più crafting faremo più il venditore specializzato farà esperienza e migliori saranno le sue (o nostre, visto che le paghiamo) creazioni che servono, come si intuisce, ad avere un equipaggiamento non solo potente ma anche in grado di offrire quanti più bonus possibili. Questo tutto sommato è molto interessante.
Attenzione, inoltre, abbiamo detto che le creazioni le pagheremo ma è giusto dire che si tratta di monete di gioco (derivate dal classico loot). Non ci sono notizie di microtransazioni. Ed è ottimo.
Ad ora si gioca in solitaria ma in futuro saranno aggiunte anche modalità per giocare in cooperativa con altri amici. E li siamo certi che il gioco darà ancora di più.
Interessante il grado di sfida. Esistono tre difficoltà (ad ora): normale e più altri due più complicati. Tra le note un po’ stonate, appunto il fatto che le mappe siano piccole ed a scomparti (anche se ricche di nemici) e che comunque – per natura stessa del gamaplay – l’azione possa diventare ripetitiva.
GRAFICA MOLTO PULITA E FLUIDA
Ma come si comporta Pagan Online a livello tecnico? Beh, fughiamo ogni dubbio: il gioco, che utilizza la tradizionale visuale isometrica è già gradevole sia stilisticamente che tecnicamente. La grafica è molto pulita, ha una buona dose di varietà e di caratterizzazione anche se il compito è facilitato da mappe piccoline.
Ci sono piaciute anche le scene di intermezzo e l’interfaccia. Chiara e pulita quest’ultima aiuta ad avere tutto sotto controllo in modo immediato.
Le animazioni e la fisica ci sono sembrate valide e non abbiamo notato troppe incongruenze. Anzi. Troviamo anche qualche finezza. L’Unreal Engine 4 si comporta egregiamente ed è sfruttato in modo degno anche se non ci sono – almeno per ora – grossissimi estri. Il lato artistico è interessante mentre per quanto riguarda il comparto sonoro, oltre ad alcuni effetti e doppiaggio, le musiche non ci sono sembrate al momento particolarmente memorabili. Forse eravamo presi dall’azione che fin da subito si fa adrenalinica.
Generalmente però si ha la sensazione di un buon lavoro. Pulito e senza fronzoli. Magari non esageratamente originale, anzi, per niente, ma efficace.
COMMENTO FINALE
Pagan Online è un action rpg molto promettente. Forte di un buon comparto tecnico che non fa, comunque, gridare al miracolo ma al netto ci sembra piuttosto una realizzazione pulita, il titolo gode di un buon gameplay con sfumature interessanti. Il crafting è fatto bene, ma anche il sistema di progressione delle abilità dei personaggi merita una menzione. Non solo i punti assegnati ad ogni passaggio di livello ma anche il bisogno di assegnare monete d’oro ed ingredienti per applicare i miglioramenti della skill. Idee semplici e comunque prese qua e la per dare ulteriore lustro e profondità alla giocabilità.
Le varie abilità si sbloccano andando avanti nei livelli di ogni personaggio. A proposito, questi si sbloccheranno con i legacy point. Ognuno dei personaggi promette di essere completamente diverso dagli altri e quindi c’è anche un fattore di rigiocabilità non indifferente. Almeno potenziale.
Peccato che il titolo firmato da Wargaming e Mad Head Games – per la natura stessa del genere action rpg – tenda ad essere ripetitivo e che le mappe siano piccole ed a compartimenti, insomma niente esplorazione in ambienti grandi come ad esempio Grim Dawn. Inoltre è solo in inglese e non sappiamo se poi sarà aggiunta la localizzazione in italiano. Tuttavia, visto il timo di gameplay ed il suo svolgimento, la mancanza del nostro idioma non è così importante: tutto sarà facile da comprendere ed abbastanza intuitivo anche perché abbastanza guidato e soprattutto ben supportato dai tutorial iniziali.
Insomma, Pagan Online, benché non sia eccessivamente originale ed abbia una struttura piuttosto classica, ci piace. Dovrebbe essere di gradimento anche a moltissimi appassionati degli action RPG. Vedremo nelle prossime settimane come crescerà e come alcune idee interessanti (la crescita delle abilità dei personaggi, i legacy point ed il crafting ad esempio) verranno portate avanti dagli sviluppatori. La strada sembra essere giusta.