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Fell Seal: Arbiter’s Mark, Recensione

Il titolo d'esordio del piccolissimo team indie di 6 Eyes Studio si fa notare su molti fronti

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I giochi di ruolo strategici a turni hanno sempre riscosso un discreto successo, specialmente su console. Come non ricordare la mitica serie Disgaea, con personaggi carismatici, nemici all’apparenza invincibili e dai caratteri più vari. Molte altre serie, sempre su console (anche portatili) hanno mietuto fan su fan ad ogni iterazione, ma ultimamente il genere si è (ri)affacciato anche sui nostri computer, varcando un confine che alcuni ritenevano invalicabile. Siamo tornati su questo genere di recente, con il buon Grimshade, capace di pescare a piene mani da un background steampunk particolarmente ispirato, seppur non perfetto. Gli sviluppatori americani di 6 Eyes Studio, hanno realizzato Fell Seal: Arbiter’s Mark, sulla falsariga dei grandi di questo genere. Il gioco, pubblicato da 1C Entertainment, è entrato in early access su Steam il 16 agosto 2018, ed è stato rilasciato in forma finale il 30 aprile scorso su Pc, PS4 e Xbox One.

Il nostro DannyDSC si è occupato della recensione Pc del gioco. Buona lettura.

UN MONDO DI EROI

Il mondo di Teora ha vissuto momenti tumultuosi, fatti di guerre, sangue e dolore. La Bestia, un mostro immane, apparentemente invincibile, seminava morte e distruzione in ogni dove. Un gruppo di eroi, però, decise di affrontarla per porre fine alla piaga che attanagliava il mondo.

Vinsero, anche se la battaglia durò a lungo e molti, furono gli attimi in cui il destino sembrava volgere a loro sfavore. Ma la sconfitta della bestia, ebbe risultati inaspettati: gli eroi, scoprirono che il potere rilasciato dal mostro dopo la sconfitta, li aveva resi immortali. Così, per porre fine alle guerre e tentare di riportate Teora ad una nuova età dell’oro, crearono il Consiglio, che avrebbe guidato ogni impero nella pace e nella giustizia.

E gli Arbitri, il braccio armato che rispondeva solo al Consiglio, con il compito di far rispettare legge e ordine in ogni dove. Giudice, giuria e boia, questo era il destino di un Arbitro.

La nostra storia inizia con l’Arbitro Kyrie che, insieme alla sua amica Anadine, assiste ad un omicidio. Sconfitto il cattivo di turno, scoprirà che corruzione e tradimento non sono solo parole, ma veleno che si sta diffondendo ovunque. Insieme alla sua apprendista e a Reiner, un ladro carismatico e sempre pronto all’azione, partiranno per un viaggio che si rivelerà ben più arduo di quello che si potrebbe pensare. Tradimenti, nuovi amici, luoghi leggendari, un pellegrinaggio, questo è la storia dietro a Fell Seal: Arbiter’s Mark.

SI COMINCIA

Avviato il gioco, le prime fasi saranno utili per prendere confidenza con le varie meccaniche, dato che le prime ore fungono da tutorial.

Fell Seal, riprende i crismi di titoli ben più blasonati, specialmente Final Fantasy: Tactics. Avremo una prima “sessione” dedicata ai dialoghi, e una fase battaglia completamente a turni con griglia quadrata.

Ogni scontro, si svolgerà direttamente sulla schermata di gioco, a differenza ad esempio di Grimshade dove l’azione si sposta in una sezione di combattimento in tre dimensioni con telecamera rotabile. Potremo schierare solitamente da uno a sei personaggi, ma in tutti i casi, un contatore posto in alto a sinistra dello schermo, ci indicherà il numero massimo di unità utilizzabili. In alcune situazioni, potranno anche essere di più.

Ogni personaggio del nostro party avrà varie caratteristiche classiche, come forza, difesa e velocità. Quest’ultimo fattore, va a sostituire quello di iniziativa e determinerà l’ordine in cui la nostra unità muoverà, rispetto alle altre. Sarà fondamentale prestare particolare attenzione a questo valore, “potenziandolo” quando possibile con oggetti acquistabili nei vari negozi, o aumentando di livello. Ad ogni turno potremo decidere se attaccare, usare un oggetto o un incantesimo, terminare il turno o muovere.

L’attacco, non consuma i classici punti azione, pertanto potremo muovere e poi offendere, oppure decidere di attaccare per poi allontanarci. Particolare attenzione andrà prestata anche alla posizione del nostro personaggio nei confronti del nemico e viceversa. Infatti, attaccare frontalmente, dai lati, o alle spalle, darà risultati molto differenti in termini di danni inflitti o ricevuti. L’AI (intelligenza artificiale) soprattutto, cercherà in ogni modo di prenderci alle spalle o ai fianchi, e quando possibile, attaccare più alleati nella stessa linea orizzontale e verticale, facendo molti danni.

Nel caso uno dei nostri uomini dovesse cadere in combattimento, sarà possibile farlo tornare in vita tramite oggetti o incantesimi. Data la caduta sul campo di battaglia, la nostra unità sarà nuovamente disponibile, ma con lo stato “Injury” (infortunato), un malus alle sue caratteristiche.

Per rimuovere questo status, sarà necessario che il nostro fidato compagno stia in panchina per almeno una battaglia. È importante considerare che ogni unità può avere più stati “Injury”, che se troppo numerosi la renderanno praticamente inutilizzabile. L’uso di oggetti consumabili, a differenza della maggioranza dei giochi di ruolo strategici a turni, è unico per tutto il party in campo, e il numero massimo di pozioni e altri oggetti è predefinito.

Se da un lato, questa scelta aggiunge un’ulteriore gestione strategica delle risorse a nostra disposizione, i fasti di Disgaea e del grande numero di consumabili da poter utilizzare è ancora impressa nei nostri ricordi. Dobbiamo anche considerare un fattore, che secondo noi va sottolineato. La difficoltà di gioco, anche a livello normale, è discretamente alta, e i nemici saranno in grado di portare al game over già dalla terza mappa. Un AI punitiva (anche se a tratti decide per mosse strane, ad esempio allontana un personaggio che stava facendo molti danni al party) unita ad un numero esiguo di pozioni, può risultare dannatamente frustrante, ma appagante per gli appassionati del genere e per chi ha voglia di una sfida ragionata.

MAGHI, FATTUCCHIERE, SPADACCINI

Attraverso il menu relativo al campo base, saremo in grado di personalizzare tutte le nostre unità, scegliendo tra una delle venti classi disponibili.

Come di consueto, ogni classe ha peculiarità ed abilità speciali da apprendere, anche se alcune precludono la possibilità di sceglierne altre. Ogni personaggio può avere due classi, di cui una risulterà principale, mentre la seconda servirà per accedere ad abilità speciali, che andranno a personalizzare ciascun personaggio in base alle nostre preferenze. Il sistema funziona, e se sembra difficile, lo è a parole. Alla prova dei fatti, grazie anche all’ottimo tutorial, la gestione delle classi è davvero ben fatta, soprattutto se commisurata alla portata della piccola software house americana, che ricordiamo è formata da due soli componenti.

UN LATO ARTISTICO INTERESSANTE, UN SONORO RIPETITIVO

Ah, la grafica disegnata a mano. No, momento, rifacciamola. Tutta la grafica di Fell Seal: Arbiter’s Mark, è interamente a mano. Questo significa che ogni mostro, ogni personaggio, ogni classe, ogni mappa di gioco, la mappa del mondo, ogni ritratto, tutto è interamente fatto a mano. E si vede. Il level design è veramente ispirato e ogni luogo ha una grafica differente. Se a livello visivo la produzione sorprende, purtroppo animazioni e tracce audio sono un punto debole. Le prime sono davvero poche, e troppo simili, soprattutto per le magie.

Per quanto riguarda il comparto sonoro, il numero di tracce audio presenti è nella media ma queste sono poco ispirate e troppo ripetitive.

COMMENTO FINALE

Il titolo d’esordio di 6 Eyes Studio è un gdr a turni che stupisce per bellezza grafica, profondità nelle meccaniche di combattimento, e gestione del party.

Potremo passare ore a personalizzare la nostra squadra come più ci piace. Ed è un peccato non poter esplorare liberamente gli splendidi ambienti di gioco disegnati a mano. Fell Seal: Arbiter’s Mark, è un titolo che farà felice i giocatori che amano la sfida. Questo anche se la curva d’apprendimento è nella media, l’AI è discretamente punitiva.

La trama è buona e l’azione incalzante, fermata solo dalle fasi di dialogo che in alcuni casi vanno a spezzare il ritmo. Se animazioni e sonoro fossero al livello del level design, staremmo parlando di un titolo must have, ed è un peccato dover constatare queste piccole sbavature, che comunque nulla tolgono al buon esordio di questi ragazzi, che ricordiamo, essere solo in due.

Pregi

Personalizzazione alle stelle. Lato artistico splendido Trama non scontata.

Difetti

Animazioni e sonoro ripetitivi. A tratti punitivo.

Voto

7,5

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