Bow to Blood: Last Captain Standing, Recensione
Il nostro Danny DSC ha provato il particolare shooter indie griffato Ttribetoy
Il panorama dei piccoli sviluppatori indipendenti si affaccia spesso anche alle console, soprattutto nell’ultimo periodo. Inizialmente previsto per il solo uso con il PlayStation VR, ma reso fruibile anche senza grazie all’ultimo aggiornamento, Bow to Blood: Last Captain Standing è un titolo particolare e scanzonato.
Il gioco, è uscito ad inizio aprile su Pc, PS4, e Xbox One, ed è sviluppato dal team americano Tribetoy.
DannyDSC, si è occupato della recensione per la versione PS4. Buona lettura.
BENVENUTO ALLO SHOOOOOOW!
Vi piacciono i reality? Magari qualche trasmissione dove un certo numero di concorrenti devono sfidarsi in determinate prove? Beh, Bow to Blood: Last Captain Standing rientra pienamente in questa categoria, pur se a suo modo.
In questo show, un determinato numero di concorrenti, alla guida di aereonavi, si sfiderà per determinare il campione, il capitano supremo. Noi, gli outsider di turno, dovremo fare del nostro meglio per arrivare in fondo alla “stagione agonistica”, tra cannonate, accordi e tradimenti. Il concept è tanto semplice quanto divertente, anche perché tutto ruota in torno ad una regia che ama prendersi e prenderci in giro.
Grazie all’ultima patch, ora potremo guidare la nostra ciurma tramite il joypad. Avviata la partita, affronteremo un breve tutorial che ci illustrerà sui vari comandi della nostra nave. Come capitani, il nostro compito sarà quello di gestire le armi che useremo durante gli scontri, manovrare il nostro vascello, decidere se dare priorità all’energia degli scudi o alle armi, e posizionare i due uomini che compongono la ciurma, in base alle esigenze del momento.
Potremmo, per esempio, mettere “Spugna” alla gestione degli scudi, e “Marlene” all’uso dei droni, così da avere supporto in battaglia e scudi più resistenti (nota: Spugna e Marlene sono nomi inventati così da renderli riconoscibili durante la recensione). Finito il tutorial, entreremo nell’arena principale, dove il presentatore, un “figaccione” biondo che vuol proprio essere protagonista della scena, ci illustrerà su quello che è lo show e su cosa dovremo fare, presentando anche i vari comprimari.
Per diventare campioni, dovremo combattere nelle varie arene, tentando di sopravvivere il più possibile e al contempo eliminare droni di vario tipo, navi posizionate appositamente in punti strategici, ed acquisire punti sparsi nella mappa di gioco. Per uscire da ogni arena però, dovremo anche acquisire una “chiave”, che troveremo in punti solitamente ben difesi. I punti raccolti sulla mappa, la distruzione di navi e droni nemici, fornirà un punteggio, che alla fine dell’evento determinerà la nostra posizione nella classifica. Se alla fine della stagione, saremo in testa, il titolo sarà nostro.
FUOCO ALLE POLVERI!
La peculiarità di Bow to Blood è quella di essere uno shooter che sulle prime sembra semplice, ma in realtà non lo è affatto. All’arrivo nell’arena, inizieremo a volgere lo sguardo e “le vele” ai punti d’interesse, che forniranno punti e nemici da affrontare.
Potremo usare i laser frontali, cannoni sui lati, o armi speciali che verranno fornite tramite licenze in base ai risultati durante la competizione. Non c’è tantissima varietà, e alcune armi speciali sono risultate praticamente inutili, ma il tutto funziona. Durante il volo, i nemici andranno selezionati così da non sparare a caso, e questo è un punto molto importante. Spesso e volentieri ci capiterà di essere soli contro un gran numero di navi, e sparare a vuoto determinerà sicuramente la nostra disfatta. Tra l’altro, dovremo far fronte anche ad una serie di “abbordaggi” tentati da droni nemici. Qui, prenderemo direttamente il controllo del nostro capitano, e come in uno sparatuttto in prima persona, provvederemo a mandare dove spetta questi ospiti non desiderati.
I danni che subiremo danneggeranno per primi gli scudi, poi la corazza, ed infine lo scafo vero e proprio. Se lo scafo dovesse scendere a zero, saremo costretti ad abbandonare l’arena e in classifica, saliremo solo con i punti conquistati fino a quel momento.
Non potremo in alcun modo intervenire sulle riparazioni, ma potremo decidere di tenere “Spugna” alla console scudi, e “Marlene” spostata alle armi, così da fare più danni e sbarazzarci dei nemici più in fretta. Lo spostamento dell’energia e della ciurma è discretamente user friendly, anche se sarà necessaria qualche partita per prenderci la mano. All’inizio dei nostri gameplay, durante le fasi più concitati, ci è capitato spesso di sbagliare tasto e di spostare i nostri compagni in ritardo.
Gestione degli scudi e della corazza sono quindi scelte anche strategiche, questo per dire che se la “dritta” della nave fosse messa male, sarà meglio cercare di ruotare il vascello e attaccare con la fiancata sinistra. Tutte le componenti sopra elencate formano un prodotto dal buon grado di sfida, a cui aggiungeremo le interazioni con gli altri concorrenti. Infatti, durante o dopo una gara nell’arena, potremo dialogare con alcuni dei nostri rivali.
Queste interazioni, porteranno i vari npc ad esserci amici o nemici, e saranno molto utili durante una fase che descriveremo tra poco. I dialoghi, ci permetteranno di acquisire armi, persino punti, ma potrebbe esserci anche chiesto di donare una parte del nostro punteggio ad un amico di uno dei concorrenti, così da tenerlo più alto in classifica. Potremo perfino rubacchiare punti da qualche altro concorrente, ma in questo caso potremo anche essere “pizzicati” dalla direzione di gara. A seconda di come interagiremo in tutte queste fasi, i vari personaggi si faranno un’idea di noi e potranno venirci in aiuto durante la fase della “scelta”.
In pratica, alla fine di ogni evento che compone la stagione, uno degli ultimi due classificati verrà eliminato, e saranno gli altri concorrenti a determinare il perdente. Potrò votare anche il pubblico, anche se in realtà, abbiamo notato che accade poche volte. Nel caso fossimo in fondo alla classifica, avere più amici che nemici tra gli altri personaggi, potrà essere utile. Ovviamente, questo non significa che non rischieremo mai l’eliminazione, perché qualche npc potrebbe decidere di eliminare un suo possibile concorrente, quindi anche se in buoni rapporti con noi, ci tradirà votando per l’eliminazione.
È un sistema tutto sommato divertente, anche perché ogni rivale ha una sua personalità, che determinerà sia i dialoghi che il comportamento nei nostri confronti. Purtroppo, dopo qualche stagione noteremo una certa ripetitività nelle varie interazioni, cosa che potrebbe stancare. Per quanto riguarda le arene, il team di sviluppo ha portato in dote un sistema procedurale, per cui ogni mappa sarà unica durante ogni stagione. Anche qui, dopo un certo numero di partite si noterà un po’ di ripetitività, ma tutto sommato, considerata la natura del prodotto, il risultato è di tutto rispetto.
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Tecnicamente parlando, il titolo è nella media. Ogni livello è davvero molto colorato, e l’uso del cel-shading è discreto ma le texture sono di qualità medio bassa ed anche i poligoni che compongono le navi non brillano per varietà. Anche sul fronte delle animazioni, c’è poco da dire, perché sono poche e discretamente legnose.
La fisica riguardante il volo della nave è buona, e conferisce un discreto senso di “volo” attraverso i vari livelli. L’audio purtroppo, è davvero carente, non tanto nei dialoghi quanto nelle tracce. Ci saremmo aspettati qualche colonna sonora in stile “Rebel Galaxy”, purtroppo siamo rimasti delusi.
COMMENTO FINALE
Bow to Blood: Last Captain Standing è un titolo che ci ha sorpresi sia per la sua giocabilità, che per un sistema d’interazione divertente anche se alla lunga ripetitivo. L’idea di mettere tutta la competizione all’interno di una sorta di show funziona.
È un gioco che va assimilato nelle meccaniche, ma capace di regalare diverse ore di divertimento. Puntando tutto sul comando della nave e sulla parte “attiva”, grafica e sonoro sono stati volutamente messi in secondo piano. A nostro avviso è stata una scelta intelligente, perché spesso si da alla grafica più importanza che al gioco in senso stretto. La possibilità di essere sfruttato anche con il PlayStation VR, lo rende uno dei pochi prodotti per questa periferica degni di nota, e non i soliti giochini mordi e fuggi.
Pregi
Il reality funzionale. Buona interazione con gli altri concorrenti. Gestione dell'equipaggio.
Difetti
Ci vuole tempo per prendere confidenza con i comandi. Audio praticamente assente. Alla lunga ripetitivo.
Voto
7