Field of Glory II, Recensione
Uno strategico molto profondo targato Slitherine ci porta nell’epoca dell’impero romano. DannyDSC ci ha fatto la cronaca
Richard Bodley-Scott è uno dei designer per giochi da tavolo più famosi. La sua fama è dovuta principalmente per la magnifica serie di tattici militari Field Of Glory. Tra guerrieri cartaginesi, arcieri persiani, legionari romani, tutt’oggi una grande nicchia di appassionati si perde tra la personalizzazione delle proprie unità (come in altre serie quali Warhammer ad esempio) e lunghe campagne militari. Slitherine Software, publisher e sviluppatore conosciuto per la lunga lista di titoli a sfondo strategico e tattico, nel corso del 2016 ha sapientemente trasportato l’intera esperienza (non la parte in cui si dipingono le unità però) sui nostri computer con l’ottimo Field of Glory.
Non paga, nel 2017 ci ha proposto il secondo capitolo, di cui il nostro DannyDSC ci propone la recensione nella sua versione deluxe. Come facile intuire, questa include tutti i dlc (corposi a loro volta) usciti nei mesi passati.
Ecco dunque, la nostra review di Field of Glory II. Buona lettura
LA RINASCITA DI BISANZIO
Byzantine Games è uno dei tanti e talentuosi team di sviluppo che Slitherine coltiva con cura. Quello che contraddistingue questa software house è il concentrare le proprie risorse nel rendere lo strategico tanto leggero nella sua forma, quanto profondo e sfaccettato nello sviluppo delle singole battaglie. In parole povere, quel “Easy to learn and hard to master” che a noi piace davvero tanto. Oh si, facile da imparare difficile da padroneggiare.
Dopo il buon Sengoku Jidai: Shadow of the Shogun, ambientato nel Giappone medievale, e Pike and Shot, uno strategico ambientato durante il XVI e XVII secolo, sarebbero riusciti a ripetersi ancora? Infondo qui non parliamo di un titolo sviluppato da zero, ma della trasposizione di un gioco da tavolo con meccaniche potenzialmente difficili da riprodurre in formato digitale. Beh, ci sono riusciti, ma andiamo con ordine.
AVE, CAESAR, MORITURI TE SALUTANT
Field of Glory II porta sui nostri computer il fascino delle antiche guerre dell’epoca romana con l’aggiunta di tutta una serie di battaglie storiche ed ipotetiche. Queste vanno a toccare l’impero persiano, l’impero romano d’occidente, le battaglie del generale Belisario, l’epopea di Cartagine, e altro ancora grazie ai quattro dlc rilasciati in seguito.
Avviato il gioco, sarà molto utile fiondarci sul tutorial che ci introdurrà ai tipi di truppe, al posizionamento e alle altre varie meccaniche, grazie a tre scenari di differente difficoltà. Avremo poi una serie di campagne dinamiche dove potremo impersonare vari protagonisti storici tra i quali Giulio Cesare (e la sua epopea di conquiste in Gallia), Annibale, Mitridate VI, o una serie di battaglie singole personalizzate. Il numero di scenari è sconfinato, e ce n’è per tutti i gusti. Unica mancanza, sono gli scontri navali, ma è normale considerando che parliamo della trasposizione del gioco da tavolo.
Il manuale, che abbiamo potuto consultare nel suo formato pdf è approfondito, come i manuali che facevano una volta. Grazie al buon tutorial e ad un’interfaccia pulita e immediata non è imperativo perdersi tra le quasi 200 pagine del manuale, ma noi vogliamo suggerirvi di dargli un’occhiata, perché al suo interno si trovano molte informazioni ed è davvero ben realizzato.
Piccolo appunto sulle campagne dinamiche, che in realtà sono una serie di scenari collegati tra loro. Unico elemento da “collante” è l’esperienza guadagnata in battaglia e la gestione dei rinforzi. Purtroppo sotto questo punto di vista il gioco paga un pochino sul fronte immedesimazione, perché il tutto si risolve con la gestione dei rinforzi, e l’entrata nel campo di battaglia. Impersonare Giulio Cesare alla conquista delle Gallia però, vale il prezzo del biglietto, soprattutto per quello che leggerete tra poco.
A MAXIMIS AD MINIMA
Field of Glory II non si perde in trailer pieni di effetti grafici o pomposi abbellimenti: tutta ma proprio tutta l’esperienza di gioco è focalizzata sulle battaglie. Gli sviluppatori si sono impegnati molto nel fornire un’interfaccia di gioco snella e semplice, dando ai giocatori dati importanti quali per esempio la forza dell’unità, il suo morale ed il tipo di combattimento (corpo a corpo, carica, a distanza) in maniera semplice ed immediata, così da permettere di “perdere” più tempo nel fattore determinante del gioco: il posizionamento delle truppe sul piano di battaglia.
La mappa, divisa in quadrati, non è colma di campi di grano, colline, foreste, solo per bellezza. Ogni quadrato, ogni tipo di terreno, porta in seno una serie di bonus o malus a seconda dell’unità che posizioneremo. Per dire, usare gli arcieri in campo aperto contro una falange romana, porterà la nostra truppa in rotta in un turno, forse due. Al tempo stesso, una unità di cavalleria che attacca al fianco dei soldati leggeri armati del solo giavellotto, sarà micidiale. Insomma, Field of Glory II vuole a tutti i costi portare il giocatore a “pensare” come un generale che deve gestire le proprie truppe (chiamarla simulazione potrebbe non essere un coraggioso azzardo).
Durante una delle nostre prove, il nostro esercito scortava una serie di carri con numerose provviste che dovevamo difendere ad ogni costo. Preparata la battaglia con cura e disposte le truppe come meglio credevamo, abbiamo scoperto dopo pochi turni che l’attacco “frontale” che ci aspettavamo, era uno specchio per le allodole. Il vero attacco proveniva da ambo i lati, tramite una serie di unità di cavalleria alla nostra destra, e gruppi di guerrieri galli alla nostra sinistra. Inutile dire che la “rincorsa” al riposizionamento di tutte le nostre truppe a difesa dei carri ha portato via una buona mezz’ora di gioco.
Questo perché ogni unità ha un numero limitato di punti azione (movimento/attacco), quindi anche il solo “girarla” per posizionarla di fronte al nemico porta via un punto, spesso impedendo di muoverla per quel turno. Durante la fase di pianificazione della difesa e dei futuri attacchi, ci siamo anche soffermati sui vari terreni, così da posizionare un gruppo di arcieri su una piccola collina, ed un’unità di fanteria nascosta nella foresta pronta a sorprendere il nemico nella pianura sottostante.
Particolare importanza durante la fase di posizionamento l’avevamo data alla scelta dei generali, che ad ogni battaglia vanno “accorpati” ad un’unità. Il generale sarà fondamentale per il morale delle truppe, e anche per la loro organizzazione. Perdere un generale può avere esiti disastrosi per la nostra campagna militare. Soprattutto quando lo scontro non volge a nostro favore come nello scenario che vi abbiamo proposto. Fortunatamente per noi, i generali riposizionati ai lati dell’esercito hanno consentito alle truppe di combattere con vigore e coraggio, portandoci alla vittoria dopo una sanguinosa quanto entusiasmante battaglia. Posizionamento, tipi di truppe, generali, truppe vicine di supporto, tipo di terreno, morale, armatura pesante o leggera.
Queste sono solo alcune delle molte considerazioni che dovremo approfondire prima e durante ogni battaglia. Ma tutto questo è reso più semplice da un’interfaccia estremamente pulita. Questa, con pochi comandi ci permetterà di visualizzare quali unità sono sotto ingaggio, quali dobbiamo muovere, quante perdite abbiamo subito e così via. Si tratta pur sempre di un wargame, quindi va preso con serietà, ma il lavoro è davvero encomiabile e merita un plauso. Inoltre, le più di 100 unità che la deluxe edition ci propone fanno storia a se. Galli, Sciti, Romani, i legionari di Annibale, sono riprodotte fedelmente nel loro contesto storico. Essere appassionati di storia antica, in questo caso, non porterà solo benefici per il proprio bagaglio culturale, ma anche in gioco.
ICTU OCULI
Parliamo un po’ della grafica. Dal punto di vista visivo, Field of Glory II è nella media, ma considerando che ci troviamo di fronte ad un wargame serio. Molto, molto serio. Divagando sul calcistico, siamo in serie A sul fronte difficoltà/profondità). Siamo messi bene. Rispetto al capitolo precedente la grafica delle unità e del campo di battaglia è un’altro mondo, visto che si è passati dal 2d al 3d.
E parlando di terza dimensione, grazie allo zoom potremo goderci il campo di battaglia nella sua interezza, come anche avvicinarci alle truppe nel pieno dello scontro. Non aspettatevi lo zoom dei Total War, ma il risultato è gradevole. L’audio è nella media, con un po’ di effetti sonori e qualche traccia orecchiabile che ci accompagnerà durante le nostre campagne militari.
COMMENTO FINALE
Verba volant, scripta manent ma Field Of Glory II conferma e migliora ciò che era stato proposto nell’iterazione precedente. È un wargame tattico e profondo, con un’interfaccia chiara che non appesantirà le decisioni del giocatore.
È graficamente gradevole, virtualmente infinito grazie alla mole di scenari e battaglie storiche e non che potremo interpretare a nostro piacimento. I giocatori appassionati di storia antica troveranno pane per i loro denti grazie alla grande mole di unità e di dati che potranno consultare.
Un peccato che sia solo in inglese. Vedere tanto amore per la storia, soprattutto di Roma antica, in una lingua che non è la nostra, lascia l’amaro in bocca. Il perché è semplice, e non perderemo tempo a spiegarlo qui. Ma di tanto in tanto sarebbe produttivo chiedersi come mai sviluppatori stranieri puntino così tanto sulla nostra storia, quando noi per primi, ce ne dimentichiamo.
Le campagne dinamiche, tradiscono la natura da strategico a tutto tondo. Non sarà un problema: di carne al fuoco, grazie anche ai dlc, ne abbiamo davvero tanta. Non possiamo far altro che applaudire il lavoro di Byzantine Games ed aspettare con trepidazione il prossimo Field of Glory Empires. Questo porterà la formula apprezzata qui ad un livello ancora più alto, quello dei grand strategy games. E noi saremo li, pronti a raccontarvi le cronache delle nostre campagne militari.
Pregi
Un tattico/strategico profondo ed appagante. Ha una delle migliori interfacce in circolazione. Storicamente perfetto. Richiede pazienza e volontà.
Difetti
Campagne dinamiche poco accattivanti. Richiede pazienza e volontà.
Voto
8,5