Era il 28 settembre 2018 quando la trilogia di The Banner Saga è arrivata su Switch in versione retail. Una scelta veramente azzeccata, questa dei ragazzi di Stoic, ma allo stesso tempo azzardata: riuscire a traghettare gli scenari e l’atmosfera del mondo di gioco sul piccolo schermo Nintendo è tutt’altro che facile.
Dopo il successo già riscosso a partire dal 2014 su Pc e dal 2016 su PS4 ed Xbox One, vediamo come si comporta questa trilogia sulla console nipponica.
FREDDO, NEVE E BARBE: L’AMBIENTAZIONE CHE NON STANCA MAI
Durante tutto l’arco narrativo, numerosi saranno gli uomini che perderemo in battaglia; ancor più numerosi i nemici uccisi. L’unica compagna di viaggio che non ci abbandonerà mai è proprio l’ambientazione, che sembra avere una propria caratterizzazione, a tratti un personaggio non giocante.
Certo, molti potrebbero dire che si tratta della classica ambientazione vichinga, ma in questo caso, risulta essere diversa dalle altre: questo sole immobile, segno di un oscuro presagio, si scontra con il freddo e la neve, quest’ultima calpestata da uomini e Varl (grandi esseri dotati di corna), costretti a stringere un’alleanza per annientare una minaccia più grande.
Non si tratta di semplici incomprensioni tra razze anzi, sembra esserci un grande e profondo trascorso alle spalle, cosi profondo che le fasi in cui vengono ricordati gli eventi passati, devono essere seguite con la massima attenzione. Numerosi infatti, sono gli eventi e i personaggi che si sono susseguiti, fino ad arrivare alla situazione attuale che viviamo.
Ecco che qui subentra l’elemento che non ti aspetti: il giocatore si rende conto di essere parte attiva della storia: non si limita soltanto a fare combattere le sue unità, ma deve imparare anche a ragionare sulle scelte da effettuare, ma soprattutto sulle conseguenze che esse comportano, in alcuni casi più determinanti del previsto. Non ci troveremo infatti, soltanto di fronte ad un percorso diverso da prendere o ricompense varie, ma addirittura dei personaggi a noi cari, potranno trovare la morte, lasciandoci veramente spiazzati, cambiando automaticamente il finale. Tra le altre cose, The Banner Saga è fanta-politica, ambientata in un mondo fantasy e vichingo.
TANTE SCELTE MA SOPRATTUTTO MOLTI COLPI DA SFERRARE
Se questo viaggio fosse caratterizzato solo dal compiere scelte e rimanere inerti davanti alla morte dei personaggi, sarebbe poca roba e soprattutto noioso. Ma per fortuna non è cosi, anzi. I combattimenti ci sono e ce ne sono anche parecchi e vedere un Varl sferrare colpi di ascia.
Il gioco di presenta con un combattimento strategico a turni, dove i combattenti (scelti dal giocatore prima di ogni scontro) sono disposti sul terreno a mo di scacchiera. Le azioni dei vari personaggi suddivisi in movimento, attacco, riposo e abilità speciale, possono ricevere degli upgrade grazie ai punti volontà.
L’aspetto strategico della battaglia, dalle prime battute, non risulta essere molto chiaro e solo facendo molta pratica negli allenamenti o nelle battaglie sul campo, si acquisisce pratica. Molto importante e da tenere sempre presente è il doppio punteggio attribuito di armatura e forza, poiché varia in base al tipo di personaggio. Quindi proprio in riferimento a questo punteggio, ci troveremo a decidere quali combattenti scegliere, come disporli sul campo e, una volta visti i nemici, decidere come farli muovere e attaccare: un essere umano arciere sicuramente rimarrà nelle retrovie, mentre un gruppo di Varl andrà in prima linea. Immediatamente, ci sembrerà ovvio attaccare sempre la forza del personaggio per ucciderlo subito, ma nel corso dell’avventura ci renderemo conto dell’importanza dell’armatura in fase d’attacco ma soprattutto in fase difensiva: scalfirla o eliminarla, ci darà la possibilità di uccidere il nemico in un sol colpo.
Il nostro gruppo raccoglie fino a 8 elementi di varie razze e classi: arcieri, guerrieri e maghi. Ogni battaglia vinta darà a ciascuno di loro dei punti esperienza chiamati “punti fama”. Questi ultimi serviranno per far salire di livello il personaggio, optando quale capacità potenziare: forza, armatura, velocità d’attacco ecc. Nel complesso, la gestione quindi si alterna tra fasi di studio in cui bisogna soffermarsi un pò di più su come sconfiggere l’avversario e tra fasi in cui vale solo la furia cieca delle asce e delle frecce.
UNA BELLA “SCAMPAGNATA” IN FILA INDIANA
Cosi come ci suggerisce il titolo, questa saga e quindi questo viaggio, si svolgono all’insegna di questo stendardo da seguire. Stendardo che sventolerà sempre tronfio e che tutta la carovana dovrà seguire. Tra un accampamento e l’altro quindi, guideremo questa carovana di persone e combattenti, rigorosamente in 2D, cercando di razionare gli alimenti e automaticamente l’umore del gruppo. Non dobbiamo farci distrarre neanche dai meravigliosi paesaggi e colori che il gioco ci offre: sarà molto difficile non rimanere a bocca aperta davanti a immense pietre runiche simboleggianti antichi dei o a montagne imponenti che si stagliano in lontananza. Questi disegni realizzati in maniera magistrale sono una vera e propria gioia per gli occhi, nonostante venga giocato sul piccolo schermo di Switch.
Come ogni scampagnata che si rispetti, questa deve essere accompagnata da uno sfondo musicale. Anche qui nulla è lasciato al caso. Una colonna sonora veramente sontuosa, realizzata da Austin Wintory, enfatizza ogni attimo del gioco, trasmettendo paura, gioia, tristezza e malinconia al giocatore. Un vero e proprio esempio di come le musiche ricoprano un ruolo fondamentale nei videogiochi, da non sottovalutare mai.
I LEGAMI CHE RESTANO
Durante tutti e tre i capitoli di The Banner Saga, impareremo a conoscere i personaggi principali che siano essi umani e non, ma soprattutto a prendere decisioni difficili che siano di giovamento alla carovana che guidiamo sia ai nostri amici. Le scelte da noi fatte dovranno essere molto ponderate e riuscire a mantenere i buoni rapporti con tutti non sarà per niente facile. Molte volte ci ritroveremo a far contento un amico e a dispiacerne un altro e viceversa. Nelle peggiori delle ipotesi le nostre scelte ci porteranno nel bel mezzo di imboscate e trappole, in cui la maggior parte delle nostre truppe troverà la morte, scatenando l’ira dei superstiti e automaticamente la loro fiducia nei nostri confronti calerà.
La verità è che purtroppo non potremo fare contenti tutti, perché i personaggi che capiteranno davanti a nostri occhi saranno veramente tanti: dai semplici contadini che ci accompagneranno per un breve tratto di strada, fino al gruppo di guerrieri improvvisati che poi si riveleranno essere tutt’altro che amichevoli. Il segreto è quello di scegliere una modalità d’azione fin dall’inizio e portarla avanti per tutto il viaggio in maniera coerente. Se cosi non fosse gli altri se ne accorgeranno. Anche un semplice modo di rispondere diverso dai precedenti potrà incrinare qualcosa.
COMMENTO FINALE
The Banner Saga è uno di questi giochi che si possono definire un vero e proprio viaggio. Un viaggio particolare perchè è il gioco che accompagna il giocatore e non viceversa. I ragazzi di Stoic hanno svolto un lavoro esemplare, realizzando una saga fantasy, vichinga intrisa di una vena malinconica a cui non ci si abitua mai, se ne cerca sempre di più anche dopo averlo finito. L’importanza data ai rapporti e ai legami non sia sicuramente casuale: i pregiudizi, l’accettazione dell’altro e l’aiuto nei momenti di difficoltà emergono con grande vivacità.
Tornando a discorsi più pragmatici, la versione per Switch si comporta in maniera veramente eccellente, non avendo nulla da invidiare rispetto alle console casalinghe. Il feedback dei joycon è molto buono, lasciando molta libertà d’azione al giocatore che può interagire sia con i tasti che direttamente con lo schermo. I disegni e le musiche svolgono una buona parte del lavoro e rendono tutto più vicino, più tangibile, tanto da aver voglia di andare oltre lo schermo, di toccare con mano la neve, le pietre e tutto il paesaggio. In più con la versione Switch, tutto questo si può portare ovunque con sè.