Uscito nel 2016, ha rappresentato subito il nuovo punto di riferimento da seguire per i grand strategy games di successo. Paradox, vera regina quando si parla di strategici, ha saputo dosare innovazione e profondità, un engine grafico bello da vedere e al passo con i tempi, una colonna sonora che ancora oggi è tra le migliori mai uscite, e una serie molto – forse troppo – ampia di dlc ed espansioni che hanno migliorato il gameplay, continuato la storia, e permesso ai giocatori di mezzo pianeta di vivere le loro avventure.
Ma la compagnia svedese, intelligente e pragmatica quando si tratta di affari, non ha dormito sugli allori, annunciando il grande passaggio di Stellaris dalla galassia dei Pc a quella delle console. Il nostro DannyDSC si è cimentato nella versione PS4 di questo strategico fantascientifico ed ecco la sua recensione.
Ecco quindi Stellaris: Console Edition che debutterà, giusto ricordarlo, il 26 febbraio ossia martedì prossimo. Buona lettura.
VOGLIO LE STELLE
Ad oggi, anche se gli strategici a sfondo fantascientifico non sono il vostro pane quotidiano, sicuramente avrete sentito nominare Stellaris. Pur non rivoluzionando il genere di appartenenza, la compagnia svedese è riuscita a riportare in auge l’interesse per una nicchia che sembrava relegata ad un limbo che nessuno riusciva a raggiungere.
Grazie a battaglie spettacolari, un ottimo bilanciamento tra profondità e complessità, il titolo permetteva anche a chi si avvicinava al genere per la prima volta di godere di un’ottima esperienza. Un gameplay non troppo punitivo ma sufficiente a farci usare quei neuroni spesso lasciati a sé stessi. Preparare la recensione di un qualsivoglia 4X andando a spiegare ogni menu, ogni tasto ed opzione, porterebbe l’articolo ad essere più una guida al gioco che darvi l’idea generale.
Per avere una panoramica della versione Pc vi invitiamo (benché la versione 1.0 risalga a quasi tre anni fa) a leggere la nostra recensione. All’inizio di ogni partita, potremo scegliere una delle razze a disposizione, o crearne una nostra valutando attentamente pregi e difetti a seconda delle peculiarità che le doneremo.
In questa versione PS4, il menu iniziale è praticamente identico alla controparte su computer, quindi decisa la razza, il tipo di galassia e le altre opzioni già viste in passato, veniamo subito catapultati nella schermata del sistema stellare di partenza (ricordiamo che sarà diverso a seconda della razza che andremo a selezionare) vero cuore pulsante dell’intera esperienza. E qui, si vede subito l’intervento di Paradox per quel che concerne i comandi di gioco. Non avendo a disposizione mouse e tastiera, dovremo destreggiarci tramite il nostro fedele joypad, con sensazioni all’inizio contrastanti. In alto troveremo il riepilogo delle risorse, a destra ritroveremo “l’Outliner”, ossia il menu dedicato a pianeti, forze militari, navi “civili” a nostra disposizione.
A sinistra, troveremo le scorciatoie rivolte ad esempio alla ricerca scientifica, alla gestione dell’impero, e ai rapporti diplomatici con le altre razze. In basso, le notifiche che di volta in volta cattureranno la nostra attenzione. Per spostarci tra queste 4 macro-aree useremo i tasti direzionali, e diciamo da subito che ci vorrà un po’ di tempo per ambientarci.
Durante la nostra prova è capitato in più di un’occasione di sbagliarsi nel tentativo di raggiungere il menu per la produzione di navi, o quello relativo alla ricerca scientifica. Dopo un po’ di cosiddetto “training” però, il tutto risulta piuttosto comodo, permettendoci di controllare la nostra fazione senza problemi di sorta. Soprattutto per chi non ha mai giocato a titoli del genere, consigliamo caldamente di seguire il tutorial, che oltre ad essere ben fatto e fornire spiegazioni concise e coerenti su tutto quello che riguarda il gioco, ci permetterà di prendere confidenza con i comandi principali.
FONDAZIONE
Sviluppando il nostro pianeta e seguendo il tutorial, passando per lo studio di vari sistemi stellari, fino all’approdo della nostra nave sulla prima colonia, le prime ore di gioco ci vedranno circondati da una miriade di informazioni e decisioni da prendere talmente elevata da metterci in difficoltà.
In realtà la maggior parte delle schermate saranno a scelta multipla (con bonus o malus a seconda della decisione) o riferite ad informazioni che ci introdurranno ancor meglio in quella che è l’ambientazione di gioco.
Ma andiamo con ordine: sviluppare il nostro pianeta ci permetterà di aumentare i crediti a nostra disposizione. Non dimeno ricaveremo minerali che potremo usare per creare navi e nuove strutture, o laboratori scientifici utili nel nella ricerca. Nella schermata di gestione avremo a disposizione un numero definito di “quadrati”, ognuno dei quali in grado di ospitare una struttura ed una parte della popolazione. Quest’ultimo aspetto è molto importante poiché una centrale energetica o una miniera (giusto per fare qualche esempio) inizieranno a produrre solo nel momenti in cui una parte della nostra popolazione andrà ad insediarsi in quel determinato spazio.
E questo, richiederà tempo. Le navi scientifiche verranno sfruttate per l’esplorazione a patto di avere un leader alla guida, mentre le forze armate ci difenderanno da eventuali attacchi. Sviluppare la nostra prima nave coloniale richiederà un ingente sforzo in termini di risorse. Acquisiremo il necessario grazie all’installazione di stazioni minerarie nel nostro sistema stellare e in quelli adiacenti. I pianeti presenti in ogni sistema potranno essere contraddistinti da una serie di icone indicanti la quantità di minerale, di crediti o di punti ricerca che potremo acquisire installando la relativa stazione per mezzo del nostro “costruttore automatizzato” (un peccato Paradox non abbia tratto spunto per una serie di quest su una potenziale rivolta delle “AI”, ma questa piccola perla la capiranno solo i fan della serie X).
Per quanto riguarda la diplomazia, molto dipenderà anche dalla fazione scelta perché a seconda delle nostre inclinazioni politiche, certe risposte saranno precluse. Ad esempio, alla guida della nostra fazione Autarchica/Militarista, le interazioni con le altre razze erano per lo più incentrate su un tipo di politica xenofoba. Il bello di Stellaris, è che non tutto è “immobile” e quindi con il passare del tempo il nostro tipo di governo potrà anche cambiare, andando verso una più mite democrazia.
Questo ovviamente, con tutti i malus e le rivolte del caso, che andranno sedate in maniera più o meno “risolutiva”. Fin qui, tutto bene; il gioco fila liscio come l’olio durante le prime ore, e il profumo di space opera si sposa perfettamente con un gameplay tutto sommato tranquillo, forse troppo.
Ed è qui che entra in gioco uno dei punti deboli della produzione di Paradox; le parti centrali e l’endgame di una partita, risultano quasi tediose, e se il versante Pc può in parte gioire grazie ad una mole molto (forse troppo) elevata di contenuti da acquistare a parte e patch gratuite, la versione da noi testata è rimasta ancorata alla 1.7, totalmente priva di qualsivoglia add-on. Inoltre, i menu e tutte le porzioni di testo hanno un font un po’ troppo piccolo, sfavorendo chi tiene il televisore a due metri di distanza dal divano. Al momento non è disponibile nessuna opzione che ci permetta di ingrandire il testo. Anche la schermata di riepilogo delle battaglie va a sovrapporsi alla grafica di gioco, impedendo di goderci le cannonate tra navi in tutta la loro spettacolarità. Sbavature che possono essere risolte con una patch al day one, ma è giusto segnalarlo.
QUANTO SEI BELLO, UNIVERSO
Graficamente parlando, il gioco è uno spettacolo. Certo, parliamo di un 4X strategico, ma Stellaris è davvero godibile sul nostro televisore. I pianeti, le navi, la possibilità di fare un ottimo zoom, rende la produzione Paradox ancor più accattivante di quanto non lo fosse sugli schermi dei nostri Pc. Tralasciando il problema dei font citato sopra, i menu sono molto chiari. Ed anche se le animazioni delle navi e dei combattimenti sono nella media, l’impatto visivo è davvero entusiasmante.
Un peccato non aver inserito la “rotazione” dei pianeti come in “Distant Worlds”, avrebbe reso Stellaris ancora più unico e realistico. Per quanto riguarda la colonna sonora, qui ci troviamo di fronte ad un livello di eccellenza tale da considerare l’acquisto della soundtrack a parte. I brani sono ispirati, incalzanti, mai ripetitivi e anche tanti, e si accompagnano insospettabilmente bene a tutte le situazioni di gioco.
COMMENTO FINALE
Stellaris: Console Edition si conferma una pietra miliare per ogni appassionato di strategici e fantascienza. E’ impossibile trovare di meglio su console, e considerando l’impatto grafico e l’eccezionale colonna sonora, siamo sicuri che non deluderà le vostre aspettative. È però un gran peccato constatare che la versione attuale sia ferma alla 1.7, in quanto la 2.0 aveva migliorato e di molto il titolo.
Anche la scelta di distribuire i contenuti digitali vendendoli separatamente (Utopia, la prima espansione, e i dlc Leviathans e Plantoids saranno inclusi solo nell’edizione deluxe) ci ha sorpreso. L’inclusione di almeno uno o due dlc anche nella versione “liscia” avrebbe reso ancor più completa l’offerta.
In ogni caso, fronte console è imbattibile sotto ogni punto di vista. E con gli aggiornamenti che lo attendono, sarà ancora più mastodontico e raffinato che mai. Al voto finale, aggiungete pure mezzo punto se siete possessori della versione deluxe.
Pregi
Profondo e appagante. Complesso, ma scalabile, anche per i neofiti. Interfaccia perfetta anche per il mercato console. Longevo e ri-giocabile. Grande colonna sonora.
Difetti
Alcune sbavature sul fronte grafico. Immenso, ma privo di tutti i dlc. Solo in inglese (c'è molto testo).
Voto
8,5
3 commenti su “Stellaris: Console Edition, Recensione”