Amiamo il retro perché è storia e cultura

Spieghiamo quanto sia importante ricordare il passato tra un aneddoto e l’altro

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Carissimi lettori, buongiorno. Chi ci segue si sarà accorto che da qualche mese abbiamo iniziato una bellissima collaborazione con Adriano Avecone, uno dei massimi esperti di retrogaming. Il nostro amico ci onora mensilmente (in verità pressiamo da sempre per averne almeno uno ogni quindici giorni), della sua presenza sulle nostre pagine de IlVideogioco.com.

Lo fa con articoli che riassumono le atmosfere degli anni ’80 ed in generale di molti anni fa. È una cosa che a noi piace perché oltre a ricordare vere e proprie perle videoludiche, che spesso e volentieri hanno poi dato il là ad un’evoluzione che ci ha portato ai giorni nostri, ci fa rivivere uno spaccato di anni felici. Almeno per noi. Chi vi scrive, essendo un uomo nato nel ’77, legge con affetto questo o a quell’aneddoto. Ci si ricorda anche del costume dell’epoca e si parla – tra le righe – di quanto fosse bello o difficile quel particolare o di come tecnicamente il gioco si comportasse.

È un po’ come tornare indietro nel tempo. E per di più si fa cultura perché per chi ama i videogiochi è sempre interessante leggere di titoli che ai più oggi non dicono nulla ma che all’epoca hanno scritto la storia. Da pixel animati quasi a mano, a giochi con motori grafici da far paura grazie anche ad hardware sempre più performanti. Ma è la naturale evoluzione che in 40 anni ha fatto passi da gigante. 

La rubrica sta avendo successo sia per visualizzazioni (che per una realtà indipendente come la nostra sono dettagli da non sottovalutare) sia per l’eccelsa qualità di quanto proposto dal nostro amico Adriano Avecone.

Siamo contenti di proporre queste analisi perché ci permettono anche di staccare dalla cronaca quotidiana che ha i suoi ritmi e di offrire ai lettori articoli diversi da leggere. E vi potreste stupire del fatto che esistono anche news di cronaca retro visto che la platea di appassionati videogiocatori è supportata da sviluppatori che ancora oggi producono giochi su vecchie macchine quali C64, Amiga, Amstrad, Spectrum e così via.
Del resto fare cultura fa anche parte del nostro mestiere senza se e senza ma. Articoli che speriamo siano in grado di suscitare domande non troppo retoriche sull’utilità perché per ogni dubbio si può leggere questo editoriale.

Detto questo, vi auguriamo buona lettura.