Dopo le prime impressioni ad opera del nostro DannyDSC, è ora di metterci al lavoro sulla recensione di Fallout 76, ossia uno dei gdr più controversi che siano usciti in questi ultimi anni.
Per inquadrare bene il tipo di gioco è necessaria una premessa: Fallout 76 non è un Fallout “canonico” per quel che concerne il gameplay. Dimentichiamo tutto quello che abbiamo appreso nel corso di tutti i capitoli della saga che ha rivitalizzato il genere post-apocalittico dopo il capostipite Wasteland.
Il nuovo (mastodontico) episodio ha tutto di un Fallout, ma sotto una veste molto differente. Quindi, per avere un’idea chiara, dobbiamo disimparare ciò che abbiamo appreso sulle meccaniche che ci hanno fatto compagnia in questi ultimi 10 anni.
Vi parliamo della versione Pc del titolo firmato da Bethesda uscito lo scorso 14 novembre anche su PS4 ed Xbox One.
È ORA DI USCIRE…
Siamo uno dei sopravvissuti del Vault 76, incaricati di ripopolare l’Appalachia dopo 25 anni di guerra, e la nostra missione è chiara. Uscire dal rifugio e prepararci a vivere (sopravvivere) in queste terre. Pensate di poter aprire un bel agriturismo vicino a quel fiume poco distante da dove siete partiti? Scordatevelo. Volete vendere macchine perché vi è sempre piaciuto guidare ma non sapete come perché nel vault non c’era una scuola guida?
Ci spiace, non accadrà. Un editor che speravamo venisse migliorato rispetto alla beta, ci permetterà di personalizzare il nostro alter ego. Peccato che non ci sia stato nessun miglioramento, perché l’editor è una versione lievemente migliorata di quello di Fallout 4. Appena usciti da questo Vault in cui tutte le stanze sono identiche (letteralmente), passerete dopo pochissimo tempo di livello, giusto giusto all’uscita. Nessun dialogo, nessuna storia, nessuna conversazione piccante, nemmeno un poster osè anni ‘50. Qualche informazione veloce su come sopravvivere, qualche oggetto, e via all’avventura. Avventura che dopo poco vi vedrà impegnati alla ricerca di olonastri utili per proseguire con la storia che farà da contorno al gioco (una trentina di ore per la quest principale). Da lì in poi sarà una continua ricerca di olonastri, armi, e risorse per il farming. Ma siete usciti, siete felici ed appagati, e volete a tutti i costi essere tra i veri duri che riusciranno in questa difficilissima missione.
PLAYGAME o GAMEPLAY?
Come dicevamo, quest principale a parte, Fallout 76 punta molte carte sull’intrattenimento del giocatore tramite diversi compiti, sidequest, e obbiettivi da raggiungere. Peccato che in parte sia un po’ aleatorio ma andiamo nel dettaglio.
Quest e sidequest che fanno da cornice al gioco, si compongono di un’infinita ricerca di olonastri, che faranno proseguire il giocatore nelle storie e al contempo, ci daranno importanti informazioni sull’ambientazione. Il fatto è che questo sistema è davvero tedioso; primo perché per cercare di ascoltare un olonastro, si rischia di essere attaccati da quel ghoul o quell’ardente che non aspettavano altro che vederci fermi per cinque minuti (succede anche attivando i sottotitoli). Secondo, perché costringe il giocatore a fare ampi viaggi spesso inutili solo per infilare quella maledetta cassetta nel walkman incorporato nel nostro fido Pip Boy.
Nessun personaggio interagirà con noi, nessun Dogmeat ci accompagnerà in questi viaggi. Saremo soli, completamente.
Se Bethesda voleva far provare ai giocatori cosa vuol dire la solitudine post apocalittica, ci è riuscita in pieno. Il farming invece, è stato pensato per essere una porzione molto più che “collaterale” all’esperienza di gioco. L’interazione con l’ambiente ci permetterà di acquisire risorse, che riciclate nelle apposite stazioni, produrranno utili materiali alla costruzione della nostra base che potrà anche essere spostata. Oltre alla base che potremo piazzare e spostare nella mappa, avremo la possibilità di acquisire officine in alcune zone, più o meno come accadeva con Fallout 4. L’unica differenza è che qui per ottenerle ci sarà solo un sistema. Uccidere tutto ciò che si muove fino al raggiungimento dell’obbiettivo.
Nonostante il dover sempre sparare e basta, l’idea non è male. Tali basi, andranno poi difese nel corso del tempo, e fin lì, un giocatore potrebbe pensare ad un normalissimo sistema per tenerci impegnati. Il “ma” in questo caso, è che appena conquistata una base e proseguito con le missioni della campagna, vi ritrovate a dover tornare indietro per difendere la vostra officina solo per scoprire che i nemici sono di “qualche” livello più di voi (ad esempio, 47 e 62 quando il giocatore è un misero… ottavo livello). Anche la fase di costruzione, è una revisione di quella di Fallout 4, ed è decisamente poco user friendly. Almeno a nostro avviso.
Una fase di costruzione più simile ad un city builder (ora escono anche su console, come ad esempio Cities Skyline, quindi non è né impossibile né di difficile implementazione) avrebbe giovato al titolo, rendendolo più strategico, rilassante ma impegnativo. Invece no, si ricicla anche qui.
CRESCERAI, E DIVERRAI FORTE
Il punto di forza di ogni capitolo di Fallout, dal primo passando per quelli successivi, è anche la progressione del proprio personaggio. Si parte da mezze cartucce scadute e bagnate, per arrivare ad essere un cecchino mortale, un distruttore di palazzi, un samurai, un hacker d’élite, e così via. Ma la progressione stessa, avviene attraverso mille avventure, esperienze, ed un sistema, lo S.P.E.C.I.A.L. che ad oggi ha davvero pochi rivali. Poteva Fallout 76 fallire su questo punto? Beh, in un certo senso c’è riuscito.
Nessuno pretendeva la complessità di Fallout 2, ma certamente il sistema ideato dagli sviluppatori è quanto di più “casual” si sia potuto implementare. In pratica, ad ogni livello potremo assegnare un punto ad una delle abilità S.P.E.C.I.A.L., e tramite l’apertura di un mazzo di carte, assegnare dei bonus alle singole abilità. Tali carte potranno essere anche fuse tra loro (due carte uguali) per aumentarne il bonus, come ad esempio il carico trasportabile, una riduzione delle radiazioni sul cibo ingerito, e così via. Peccato che raggiunto il livello 50 non potremo più spendere punti sulle abilità anche se le carte che acquisiremo ci permetteranno di continuare a far evolvere le abilità a loro associate. Di per sé il sistema funziona, ma il voler essere “semplice ed immediato” si vede.
DA SOLI O IN COMPAGNIA?
Come descritto nell’anteprima, il gioco si concentra in una modalità multiplayer che vedrà 20 giocatori che esploreranno la mappa insieme a noi. Il PVP è appena abbozzato tanto che Bethesda ha promesso l’aggiunta di alcune migliorie ed eventi legati a questo format. Per quel che riguarda il PVE, è divertente, a patto di trovare giocatori che non ti sparino addosso solo per il gusto di farlo o che si mettano a saltare ogni 2 metri.
Giocato con amici o con giocatori che abbiano voglia di farsi una partita seria, il gioco dà il suo meglio e vi intratterrà per diverse ore. Anche gli eventi community che si avvicenderanno nella mappa, daranno filo da torcere ed altrettante soddisfazioni ad una squadra ben affiatata.
IO TI VEDO
Rispetto alla beta, la qualità generale della grafica è rimasta pressoché immutata. Ottimi scenari e location suggestive che accompagnano il giocatore offrendo scorci di rara bellezza. Questo per quel che concerne il design. Le texture però sono di qualità altalenante, riciclate in toto da Fallout, le ombre decisamente scadenti e le animazioni legnose.
Inoltre, l’engine di gioco sente il peso degli anni, e nonostante l’operazione modello Skyrim Special Edition, è anche pesante e mal ottimizzato, tanto da generare glitch e bug che dovranno necessariamente essere sistemati con le prossime patch.
COMMENTO FINALE
Siamo alle battute conclusive. Fallout 76 è un buon gioco? La miglior risposta che si possa dare, è di provarlo. Questo perché il light survival cooperativo che abbiamo giocato ha una storia tutto sommato ben scritta, diverse cose da fare, una fase di costruzione poco user friendly ma corposa.
La mancanza di npc e compagni con cui interagire però, rischia di renderlo inutilmente tedioso, soprattutto se non si hanno amici con cui giocare o la fortuna di trovare giocatori che vogliano fare squadra seriamente. Possiamo definirlo un discreto punto di partenza. Se Bethesda riuscirà a far emergere questa base porterà Fallout 76 ad essere un gioco davvero interessante.
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