La parola originale nel mondo dei videogiochi ha un valore sempre più pesante. Il motivo è semplice: se ne abusa troppo. Capita, però, che alcuni titoli come quello di cui andremo a parlare siano capaci di unire in modo (quasi) originale (appunto) diversi generi.
È il caso di Haimrik, un particolare e stravagante puzzle adventure, con alcune fasi action platform, che è apparso dal nulla a fine giugno su Steam per gli utenti Pc e che è in via d’uscita anche per PS4 ed Xbox One.
Questo gioco firmato da Below the Game e distribuito dal publisher 1C Company ci porta nel Medioevo e lo fa con la forza del disegno, delle animazioni e di una inusuale narrativa.
Vi racconteremo della versione Pc. Buona lettura.
IL MIO NOME E’ HAIMRIK, LO SCRIBA (ED A TEMPO PERSO EROE)
Il protagonista porta il nome del gioco. Si chiama Haimrik ed è uno scriba un po’ pasticcione che vive in un tipico villaggio medievale. Uno scriba in un villaggio di analfabeti, verrà presto detto di lui – e non a torto – dalla bella ma irascibile padrona di casa del nostro eroe. Ma un libro particolare sconvolge la sua vita. In che modo? Semplice, lo attira a sé e lo costringe (col nostro aiuto) ad agire per compiere gesta eroiche altrimenti impossibili per lui in una dimensione parallela. Fatto questo tornerà alla vita reale per continuare le sue missioni alternandosi più volte.
Questo libro, spesso e volentieri, si attiva col sangue ma il nostro scriba – per quanto pauroso – non si tira mai indietro. Ne nascono scene e pezzi di gamelay che vengono uniti da una trama raccontata in modo brioso. Haimrik non sarà solo: oltre agli stravagantissimi abitanti del villaggio Pinguino (non si chiama così ma visti i personaggi, sia pure in un contesto medievale, ricorda tantissimo il villaggio di Arale), troveremo Masamba, una leonessa molto ghiotta di carne. Quest’ultima, credendo il nostro eroe uno spuntino inesauribile, lo accompagna nel tentativo di mangiarselo. Per questo lo difende dai nemici più feroci anche in appassionanti inseguimenti. Cosa non si fa per un buon pasto? Che amore di felino.
Il nostro obiettivo, come facile intuire, è quello di portare la serenità nel villaggio. Un posto strano abitato anche da stregoni, draghi, guerrieri ed altri personaggi più o meno raccomandabili. Ma non basterà solo il villaggio, anche il regno ha bisogno di aiuto: è sconvolto da oscure creature, da un re malvagio che manda i suoi generali in guerra.
SONO HAIMRIK, RISOLVO PROBLEMI
“Con una parola risolverò tutto”. Più o meno. Il nostro Haimrik ha il dono del potere delle parole. È proprio grazie all’utilizzo di determinate parole che saremo in grado di risolvere alcuni enigmi che si alternano ai dialoghi, alla narrativa ma anche tra un’azione e l’altra.
Il protagonista utilizza, ovviamente, lo strano libro per catapultarsi in una dimensione parallela a quella reale e dovrà essere bravo ad individuare ed attivare, anche nella giusta sequenza, le parole. Queste, infatti, genereranno gli oggetti corrispettivi ma in diversi casi dovremo essere anche in grado di combinarli e di utilizzarli con la giusta tempistica. Con arguzia e colpo d’occhio risolveremo alcuni enigmi ma al tempo stesso risolveremo anche curiose boss fight o più semplici combattimenti. Una volta risolti questi “problemi” si tornerà al mondo normale aspettando un altro puzzle.
Ed è qui che l’aggettivo originale può entrare nel contesto perché Haimrik è un misto di platform, action ma anche di puzzle. Come in Scribblenauts dovremo individuare le parole giuste e combinarle ma contrariamente al puzzle sopracitato avremo poche scelte e comunque meno soluzioni. Nel titolo di Below the Game, però, c’è una sola via… sia che si debba saltare un ostacolo, sia che si debba fabbricare la birra, sia che si debbano abbattere draghi.
La narrativa è intrisa di humor nero, non mancano alcune scene splatter ma al tempo stesso fumettose. Il nostro avanzare nella storia si concretizza nell’alternanza, come abbiamo accennato, tra fasi action e la risoluzione di enigmi che alcune volte sono intuitivi, altri sono un po’ più complicati (fabbricate la birra mentre siete inseguiti dai vichinghi e poi ne riparliamo), altri semplicemente fuori di testa (se quello di prima non era già folle, non avete visto il seguito…).
Il leitmotiv è comunque un ritmo molto spumeggiante ed una narrativa – come detto – proposta in modo originale, attraverso le pagine di questo libro particolare di una dimensione oscura.
La difficoltà è ben bilanciata anche se ci sono degli enigmi a volte di difficile risoluzione perché non troppo intuitivi e si muore molto spesso, anche in modo piuttosto violento. Non è lunghissimo ed inoltre rischia di diventare quasi ripetitivo visto che le meccaniche si rinnovano.
UN AFFRESCO PITTORESCO E CARTOONESCO
Dal punto di vista artistico, Haimrik si fa notare ed apprezzare. Probabilmente è proprio l’impatto visivo davvero eccellente ad essere la nota più lieta di questa produzione. Il contesto fantasy medievale è ben reso dai tratti cartooneschi e fumettosi dell’ambientazione e dalla forte caratterizzazione dei personaggi e dei nemici.
Graficamente il gioco è molto carino e si fa notare anche per un ottimo uso dei colori. Anche le animazioni sono molto buone e non mancano anche degli effetti ambientali come fuoco, pioggia, fiamme, fulmini e così via che sono resi davvero alla grande.
Non mancano le sequenze comiche e demenziali ma al tempo stesso piuttosto crude. La fine di alcuni nostri nemici sono atroci ma “ammorbidite” dai tratti del disegno che seppur molto tondo, tuttavia, non lascia troppo all’immaginazione.
Le animazioni sono molto buone ed acuiscono lo stile cartoon. Ci sono sequenze davvero comiche e realizzate in vecchio stile da far stropicciare gli occhi e farli diventare a cuoricino.
Ottimo anche il comparto sonoro di questo titolo che offre un buon doppiaggio in inglese ma anche ottime musiche ed effetti sonori che ben si sposano con i vari segmenti di gameplay. Giusto ricordare come questo titolo sia localizzato anche in italiano. Almeno per quanto riguarda i sottotitoli.
COMMENTO FINALE
Haimrik è un gioco abbastanza atipico. A tratti originale soprattutto nel modo di narrare le varie scene di gameplay e nell’unirle. Troveremo fasi action, puzzle-action, in alcuni momenti saremo costretti anche a combattere con spada o utilizzando balestra o cannoni. In altri dovremo utilizzare l’ingegno per venire a capo di qualche enigma. Altre volte ancora saremo in missione per raccogliere oggetti o per salvare qualcuno per non parlare delle boss fight.
Il tutto accompagnato da una grafica e da un sonoro da applausi che accentuano l’humor nero di un’ambientazione fantasy medievale fortemente caratterizzata da tratti fumettosi davvero ben fatti.
Below the Game ha sicuramente fatto centro offrendo anche un buon banco di prova per molti giocatori e con una longevità che a seconda dell’approccio può anche durare 8 ore e si può arrivare ad una decina di sano divertimento, e vari tentativi, anche se il gameplay è lineare e la trama, per quanto inusuale, non consente deviazioni ma un senso unico. Bello, ma è un senso unico.
Pregi
Narrativa spumeggiante. Mix tra action, puzzle e platform raccontato in modo quasi originale. Comparto grafico di gran livello. Sonoro molto buono. Humor nero di qualità. Buona sfida…
Difetti
… ma ci sono degli enigmi troppo assurdi. Per il resto è troppo lineare.
Voto
7,5