Grood, Recensione Pc

Un piccolo shoot’em up psichedelico italiano davvero interessante

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Più andiamo avanti e più pensiamo che gli shoot’em up non moriranno mai. Classici come R-Type, Salamander e non andiamo oltre perché rischieremmo di fare notte sono sempre fonti di ispirazione. Ed è un genere che nonostante l’evolversi dei tempi continua a regalare perle anche ai nostri giorni.

Come da alcuni anni accade, è il mondo indie ad essere molto attivo in tal senso. Ecco perché parliamo di Grood, un interessantissimo shoot’em up a scorrimento orizzontale, firmato da Claudio Catalano, uno sviluppatore italiano che ha pubblicato la sua creatura lo scorso 31 marzo su Steam.

Il gioco prende ampissimo spunto dai tanti titoli del passato (Delta, Armylate per continuare con gli esempi) ma ci mette del suo. Vi diciamo il perché in questa nostra recensione. Buona lettura.

INTENSO, FRENETICO, PSICHEDELICO CON TANTE “CHICCHE PARTICELLARI”

La storia di Grood è ovviamente molto accennata. Sappiamo che un esercito di macchine vuole conquistare il nostro mondo. Ecco perché “abbiamo costruito il nostro Grood”, un veicolo che sembra vista la sua “rotondità” quasi un elicottero benché sprovvisto di eliche ma che non è per niente da sottovalutare perché è piuttosto devastante, per andare li e distruggere tutto quello che ci viene incontro. Il Grood è il nostro mezzo per raggiungere la vittoria contro questo esercito.

Il ritmo del gioco è intenso, frenetico e l’atmosfera è psichedelica. Le diverse ambientazioni sono realizzate con Unity e l’autore ha sfruttato molto bene questo celebre engine per il suo scopo.

La grafica in low poly è molto fluida e gradevole così come l’atmosfera psichedelica grazie ad una palette azzeccata, dai forti contrasti e quindi molto interessante. Non ci sono tantissimi dettagli a livello paesaggistico negli stage, ma ci sono moltissime “chicche particellari”. Gli effetti luce, le esplosioni, i detriti e molto altro sono fatti molto bene.
Troviamo interessanti anche gli effetti meteo ed il ciclo giorno-notte che se sostanzialmente non cambiano il gameplay ma variano un pochettino la percezione dell’ambientazione per cui combattere al buio e con un’illuminazione naturale decisamente diversa da quella con la luce artificiale, e lo stesso stage potrebbe sembrare diverso. Tale differenza di luce potrebbe complicare le cose.

Il viaggio attraverso boschi, paludi, città abbandonate, lande ghiacciate, deserti, ed altre ambientazioni è sicuramente intenso anche per via dei nemici che incontreremo. Nei primi stage l’accoglienza sembrerà quasi un allenamento ma già dal terzo livello non sarà così e sarà possibile utilizzare i “continua” dal quarto in poi. Inoltre, si ha una sola vita. Certo, come in ogni shooter che si rispetti, ci sono i bonus per ripristinare parte della salute, che offrono armi supplementari da alternarsi o potenziamenti. È inoltre possibile, di tanto in tanto, rallentare il tempo, il che potrà dare vantaggi ma solo per brevissimi periodi naturalmente.

Altra chicca da segnalare è la visualizzazione dei danni. Più ne avremo, più lo schermo sarà lineato. L’effetto del parabrezza lesionato rende molto bene l’idea del danno subito. Inoltre queste lesioni modificano anche la visuale creando alcuni piccoli disturbi alla visuale.

La sfida è ardua visto che i nemici diventano sempre più coriacei, inoltre la pioggia di proiettili diventa sempre più intensa e gli ostacoli (anche ambientali che influiscono indirettamente) più ostici. La longevità è aumentata grazie alla rigiocabilità per conquistare gli achievements di Steam ma anche perché tutti gli stage possono essere affrontati in condizioni diverse.

Anche le musiche sono interessanti, molto incalzanti ed attinenti con l’azione con alcuni temi anche orecchiabili. Il tutto è unito dai classici effetti sonori implementati molto bene.

A completare il tutto troviamo anche una modalità anni ’90 che aggiunge effetti grafici tipici di quel periodo e sempre per ampliare l’effetto retro e le classifiche globali.

COMMENTO FINALE

Grood è un piccolo ma interessantissimo progetto indie. Piccolo prezzo, grande sfida. Magari non lunghissima ma rigiocabile ed abbastanza difficile da portare a termine. I dieci stage presenti, da affrontare in diverse condizioni meteo ed il ciclo giorno-notte offrono una discreta varietà per un gioco realizzato da una sola persona.

Claudio Catalano ha realizzato un ottimo lavoro sfruttando a modo suo l’Unity badando soprattutto al sodo. Le ambientazioni sono ben disegnate ed hanno uno stile low poly interessante. Ma è negli effetti particellari, nelle luci e nelle ombre che danno all’atmosfera i toni psichedelici a caratterizzare l’opera. Uno stage, quello cittadino, ci riporta alla mente il classico Thunder Blade sebbene questo classico abbia una visuale completamente diversa. Dal punto di vista del gameplay, inoltre, Grood è molto interessante e per quanto difficile è piuttosto equilibrato o quanto meno non troppo più duro di molti classici dai quali l’autore ha attinto a piene mani.

In sintesi, il gioco ci è piaciuto molto perché senza troppi fronzoli ma con tante chicche utili a livello grafico ed un gameplay deciso, può senza dubbio dire la sua. Il prezzo molto basso, inoltre, ne incoraggia senza troppi pensieri l’acquisto e sicuramente il gioco varrà la candela. Del resto, negli anni ’80, chi era bravo e conosceva determinati passaggi, li portava a compimento anche in un’ora… ma dopo ore ed ore di fallimenti, quindi, siamo in una botte di ferro al punto che speriamo già in un Grood 2, magari più grande.

 

Pregi

Aspetto grafico semplice ma efficace. Convincenti effetti meteo, luce, ombre, particellari, giorno-notte. Buona musica. Sfida elevata.

Difetti

A tratti davvero difficile. Forse una variante alla sola modalità principale sarebbe stata cosa gradita.

Voto

8