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Jurassic World: Evolution, Recensione Pc

Estimatori di John Hammond a raccolta: qui non si bada a spese

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Dopo i fasti di Elite: Dangerous, vero e proprio fenomeno di culto sviluppato da Frontier Developments, dopo il valido Planet Coaster che ci fa diventare gestori di un parco di divertimenti a tema, eccoci a dover prendere le redini di un parco a tema tutto particolare. Stiamo parlando di Jurassic Park: Evolution, ultima fatica dello sviluppatore d’oltremanica e disponibile dallo scorso 12 giugno per Pc Windows, Ps4 e Xbox One.

BADARE ALLE SPESE OPPURE NO: A NOI LA SCELTA

Jurassic Park: Evolution pone il giocatore nel ruolo di direttore a capo della gestione di un parco divertimenti di stampo giurassico. Senza pestare i piedi ai lungometraggi della saga Jurassic Park, iniziata nel 1993, qui si pone l’accento sulla gestione dei tre pilastri su cui si fonda un parco a tema del genere: ricerca, sicurezza e intrattenimento.
Ogni aspetto è fondamentale e tutti e tre sono indispensabili per la riuscita della nostra missione: fare vagonate di soldi. Diversamente dai lungometraggi, possiamo spendere più capitali nella sicurezza per evitare tragici epiloghi, oppure fare esattamente quanto succede al cinema, puntare tutto su spettacolo, intrattenimento e ricerca ma mostrare il fianco a debolezze infrastrutturali e impreparazione dello staff per fare in modo che nessuno ci rimetta la propria (virtuale) vita.

Ad accompagnarci in ruolo di consiglieri, descrittori e narratori, ecco arrivare alcuni dei più famosi attori della saga Jurassic Park. Il dottor Ian Malcolm (Jeff Goldblum), Claire Dearing (Bryce D. Howard), Henry Wu (B.D. Wong) sono i volti più iconici dei film da cui questo gioco prende licenza e sono anche interpretati e doppiati dai rispettivi attori.

Il gioco di Frontier Developments, senza troppe cerimonie ma con un tutorial che, passo passo, spiega in maniera abbastanza precisa tutte le basi che occorrono per iniziare a giocare, ci fa atterrare nell’Arcipelago dei Morti, le isole tropicali a largo della Costa Rica in cui si sprecano, senza riposo, i tentativi di realizzare parchi a tema giurassico da quasi trent’anni.

Affiancati da un’equipe di esperti scienziati, marketing e soldati, dobbiamo fare del nostro meglio per recuperare fossili, DNA di dinosauro, crearne cloni in laboratorio e metterli in libertà (controllata). Soddisfare le esigenze e le richieste dei nostri esperti di settore garantisce il giusto gettito di capitali, potenziamenti al settore corrispondente e quindi più efficienza.

DIO CREA L’UOMO, L’UOMO CREA I DINOSAURI

Jurassic Park: Evolution prevede la principale reiterazione di certe azioni, indispensabili per la riuscita di una buona partita. Prima si manda in spedizione un team di archeologi, questi tornano alla base, sull’isola, con un carico di fossili oppure di ambra che ha intrappolato una zanzara. Da qui il laboratorio di ricerca estrae il DNA di dinosauro e crea un fedelissimo clone, almeno nel suo aspetto. Il dinosauro appena creato viene messo in libertà in un grande recinto in cui dovrebbe trovare acqua e, se erbivoro, delle piante da mangiare senza timore. Se carnivoro, sarebbe opportuno un recinto diverso da quello degli erbivori.

Se qualcosa dovesse andare storto, i rangers provvedono a sedare l’animale (quando in fuga o aggressivo) e a curarlo se contrae una malattia. A mali estremi, il settore dedicato alla sicurezza mette in campo avveniristici macchinari per tener testa a quelle forze della natura poco controllabili.

Nel frattempo, occorre spendere molti capitali in tribune, luoghi di ristoro e merchandising, attrarre visitatori e investire nel settore del divertimento, che è quello più remunerativo.

Questo, in soldoni, è Jurassic Park: Evolution. Ore ed ore di appassionante ricerca in laboratorio, studio e produzione di DNA, potenziamento dello stesso per rendere più forti o immuni da malattie i dinosauri; creazione di aree di intrattenimento e gestione di risorse umane che devono fare in modo che tutto funzioni alla perfezione.

NON IL MIGLIORE DEL SUO GENERE

Sul versante tecnico assistiamo al solito, ottimo, lavoro di cesello e ottimizzazione, tipico di Frontier Developments, che con il suo Jurassic Park: Evolution dimostra ancora una volta che livello di dettaglio e fluidità non sono un miraggio, soprattutto per configurazioni hardware non proprio all’ultimo grido.

Effetti speciali, sonori e colonna sonora sono di buonissimo livello e padroneggiare le basi del sistema di controllo e gestione è un gioco da ragazzi. Quello che ci ha fatto storcere, quasi da subito, il naso, sono i tempi di attesa. Non ci riferiamo a tempi di caricamento (ai quali, comunque, siamo abbondantemente vaccinati) ma a diversi tempi morti in cui nel parco non succede assolutamente niente, non dobbiamo fare nulla e ci tocca aspettare.

Ma aspettare cosa? Vi starete chiedendo: aspettare che la spedizione archeologica torni con il suo bottino. Aspettare che il laboratorio finisca con le sue ricerche, aspettare che lo stesso laboratorio finisca di clonare un nuovo dinosauro. Aspettare che la squadra dei rangers o quella di recupero facciano il loro lavoro. Aspettare, sempre ed in ogni caso come accade in certi videogiochi free-to-play, più spesso su dispositivi portatili.

Per ingannare il tempo di attesa, reso a schermo da un timer piuttosto generoso che arriva a fare aspettare diversi, lunghi, minuti, possiamo prendere il diretto controllo di vetture, elicotteri e quant’altro per visitare, da molto vicino, il parco a tema che stiamo gestendo. Nulla di lontanamente paragonabile a sezioni di gioco d’azione o di esplorazione: quanto basta per distrarci quei minuti che, altrimenti, sarebbero lunghi e apparentemente interminabili.

Per il resto non abbiamo molto da obbiettare. Non siamo incappati in tragici errori di programmazione, non c’è stato mai un episodio curioso oppure insolito per cui bisognasse additare un’intelligenza artificiale deficitaria o una scarsa attenzione per i dettagli.

Semplicemente, Jurassic Park: Evolution, vuole intrattenere, riuscendoci, più gli irriducibili ammiratori delle pellicole e gli appassionatissimi di dinosauri. Non fa molto per farsi piacere da chi non disdegna di giocare gestionali in generale, dettaglio che non lo rende una prima scelta, o una scelta obbligata, in sede di acquisto ad occhi chiusi.

Lunghi tempi morti e assenza di testi in italiano potrebbero fare desistere anche il più volenteroso e ben disposto dei giocatori. Ed è un vero peccato, perché il gioco meriterebbe più attenzione, sia dal pubblico che dagli sviluppatori.

COMMENTO FINALE

Jurassic World: Evolution è un videogioco gestionale sviluppato da Frontier Developments (gli stessi di Elite: Dangerous) in cui siamo chiamati a impersonare il direttore del parco a tema, colui che ha sempre l’ultima parola su tutti gli aspetti principali: ricerca, intrattenimento e sicurezza. Per garantire la realizzazione di un parco di divertimenti a tema giurassico ben sopra gli standard di quelli visti nei lungometraggi degli ultimi trent’anni.

La visuale predefinita è quella tipica dall’alto, “a volo d’uccello” così detta, ma liberamente gestibile per godersi tutte le isole, le strutture e le creature riprodotte in certosina grafica tridimensionale. Il motore di gioco è ben concepito, si presta a lavorare egregiamente anche su configurazioni non recentissime e offre un buon compromesso tra dettaglio e fluidità. Quando vogliamo possiamo prendere il controllo di una delle tante unità che compongono le squadre di sicurezza del parco a tema, potendo quindi guidare veicoli e determinare quando e come ingaggiare i dinosauri da condurre a più miti consigli.
Nulla da eccepire sul fronte sonoro, sia per il versante musiche a tema che per gli effetti sonori. Di buon livello (ma non eccelso) il doppiaggio, affidato a quasi tutti i veri attori che interpretano i personaggi delle pellicole.

Ad un’attenzione degna di lode e rivolta sul fronte tecnico, però, non coincide la stessa bravura nell’intrattenerci. L’aspetto più disturbante sono i tempi di attesa (variano dal minuto a salire) tipico dei videogiochi per dispositivi mobile, quelli gratuiti che impongono tempi di attesa snervanti per ottenere un risultato. Tempi di attesa che si aggirano previo pagamento in denaro vero, di acceleratori vari ed eventuali. Uno stile di micro-transazione non presente nel titolo di Frontier Developments (e meno male, aggiungeremmo) ma che diluisce inutilmente il godimento dell’esperienza e offre noiosi tempi morti.

Esperienza che, al di là di tutte le limitazioni imposte da un tipo di gioco (quello gestionale) che chiede la reiterazione delle solite azioni da fare, dall’inizio alla fine non riesce a fare il salto di qualità e ad esaltare più del dovuto. In definitiva un videogioco che fa la felicità e regala ore ed ore di divertimento agli appassionati di dinosauri, soprattutto i più giovani; non farà l’assoluta felicità degli appassionati di videogiochi gestionali, che devono fare i conti con certe scelte di gioco non sempre felici. Le alternative gestionali più stimolanti, di certo, non mancano.

 

Pregi

Motore grafico alla portata di configurazioni hardware anche non recentissime. Quarantotto dinosauri ben caratterizzati. Arcipelago di isole tutte da scoprire. Enciclopedico. Doppiatori quasi tutti presi dai film originali. Gestionale facile da padroneggiare.

Difetti

Tempi di attesa snervanti, degni di un videogioco mobile free-to-play. Nessun dinosauro volante. Alla lunga non supera la prova del tempo risultando estremamente ripetitivo e ridondante. Per pochi appassionati, non per tutti. Niente localizzazione in italiano.

Voto

6,5

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