Il genere beat’em up ha scritto pagine importanti nella storia dei videogiochi. Se si pensa a Double Dragon o ancora a Street Rage o ancora a titoli con una spruzzata fantasy come Golden Axe, parliamo sicuramente di titoli molto amati.
Potremmo continuare ma ci fermiamo soltanto per far notare che parlare di beat’em up nel 2018 fa davvero sensazione visto che ci sono tanti generi che hanno letteralmente preso il sopravvento grazie all’evoluzione tecnica. Ma anche questo è un altro discorso e c’è da dire che grazie a produzioni indie sempre più frequenti e di peso, i picchiaduro a scorrimento sono, comunque, tornati a recitare un ruolo importante, magari non da protagonista ma non certamente di comparsa.
Andiamo, dunque, al sodo per parlare di Dragon’s Crown Pro, remake di Dragon’s Crown Pro che uscì originariamente su PS3 e PS Vita cinque anni fa e che fa il suo rientro (trionfale) su PS4 in una nuova versione in alta risoluzione. Il titolo di Atlus e Vanillaware è infatti disponibile per l’ammiraglia di casa Sony dallo scorso 15 maggio per portarci in un mondo fantastico che ha bisogno di essere salvato.
Ecco la nostra recensione. Buona visione.
UN PO’ BEAT’EM UP UN PO’ ACTION GDR A SCORRIMENTO
Nel corso del tempo, però, sono arrivati alcuni esempi di action gdr a scorrimento che si univano e miscelavano le meccaniche beat’em up. E qualcuno come chi vi scrive pensò a cosa sarebbe potuto essere Golden Axe con le quest, i punti esperienza, la crescita del personaggio e con una trama più articolata e longeva.
Nel 1993 Dungeons and Dragon’s Tower of Doom di Capcom diede una risposta concreta con il suo sequel, 20 anni dopo Dungeons and Dragon’s Chronicle of Mystara. Sempre nel 2013 uscì Dragon’s Crown, come detto in precedenza. Il titolo ideato da George Kamitani è stato ispirato da Tower of Doom e da Golden Axe di cui ne ricalca le dinamiche ma, ovviamente, grazie a piattaforme decisamente superiori rispetto a quelle dell’epoca, ne esalta l’aspetto tecnico.
Il gioco unisce anche meccaniche davvero elementari come il sistema di combattimento e di uno stile artistico da applausi che è da sempre tratto distintivo di Vanillaware. Ricordiamo Odin Sphere, pubblicato originariamente nel 2007 su PS2 ed arrivato in versione Leifthrasir nel 2016 sulle attuali piattaforme PlayStation.
HYDE LAND, UNO SPLENDIDO MONDO IN PERICOLO HA BISOGNO DI AIUTO
Le vicende di Dragon’s Crown Pro si svolgono in un mondo molto bello a vedere (ne parleremo dopo) ed in decadenza chiamato Hyde Land. Sei gli eroi sui quali contare e poter scegliere: l’Amazzone, il Nano, il Cavaliere, lo Stregone, la Strega e l’Elfa. Ognuno di loro ha le proprie caratteristiche ed attacchi distinti con Amazzone, Nano e Cavaliere più propensi all’attacco fisico mentre gli altri tre adatti più all’attacco a distanza e magico.
Il gameplay è basilare e si incentra sulle sezioni beat’em up a scorrimento orizzontale con i classici nemici che vengono incontro ma con la possibilità anche di interagire, grazie alla levetta destra del joypad che ci permetterà di scandagliare gli ambienti per trovare oggetti preziosi nascosti (aiutati anche dalla graziosa fatina Tiki che ci indicherà i punti nascosti ma anche le varie vie d’uscita) e di chiamare il “settimo eroe” (non giocabile) il furbo kadro Rannie, l’unico in grado di aprire porte e forzieri per raggiungere stanze segrete e raccogliere tesori importanti, abbastanza scaltro da tenersi lontano dalla mischia.
Ogni quest della trama principale sblocca delle location della mappa che viene raggiunta attraverso un portale. Le azioni basilari si svolgono nella parte centrale del regno di Hyde Land che include alcune location che fungono da hub dal quale si pianificheranno le nostre avventure.
Troveremo la taverna, dove scegliere anche i nostri alleati per il party, il tempio dove poter far resuscitare gli alleati, a patto di portare sull’altare le ossa dei caduti che si trovano andando a spasso per i tanti dungeon, o pregare per ottenere benedizioni e così via, o ancora andare al negozio della prosperosa (e non è l’unica viste le forme generose delle protagoniste femminili) Morgan dove potremo acquistare tutto l’equipaggiamento che ci serve e farlo valutare… o venderlo, naturalmente. Armi, armature, amuleti, pozioni, anelli e così via, per adeguarsi sempre più ai nemici che diventano sempre più forti.
Presente anche la torre dove andare a trovare un potente mago per compiti speciali, il castello, la gilda dei combattenti e le stalle.
Andando alla gilda dei combattenti potremo accettare delle quest secondarie che serviranno ad acquisire punti esperienza nonché oggetti ed equipaggiamento utili oltre ad offrire dei punti abilità da spendere per sbloccare qualità ed attacchi supplementari che possono essere generici o appartenenti alla classe scelta. Le abilità generiche permettono di aumentare caratteristiche come i punti vita, la possibilità di trovare oro o di ripristinare più velocemente l’energia o la capacità di assorbire danni.
Le abilità di classe vertono sugli attacchi speciali che saranno più potenti anche perché ognuna di queste qualità, raffigurate graficamente da dei “tarocchi”, hanno i loro livello massimale che può essere sbloccato solo quando il personaggio raggiunge un determinato livello.
Le quest ci portano in variegati dungeon composti da alcune schermate più o meno lunghe con scrolling orizzontale e comunque molto brevi. Ogni ambientazione è suddivisa in segmenti. una scelta precisa e sicuramente “all’antica” che rasenta sostanzialmente il classico. Chi ama gli open world sicuramente non vedrà di buon occhio questo andamento dai toni decisamente retro. Al termine di ogni dungeon non mancano le varie boss fight.
C’è anche una moltitudine di quest secondarie da affrontare che ci riportano ad alcune location già sbloccate. C’è un po’ di farming come in tutti i gdr che si rispettino, soprattutto per accumulare esperienza, abilità ed armi che facciano affrontare nemici particolarmente forti in modo adeguato.
In tutto questo non possiamo che applaudire alla diversità di ambientazioni e nemici che offrono una buonissima varietà anche nella sfida. Ogni personaggio, dotato come detto di propri attacchi speciali, può essere “coltivato” piuttosto liberamente ed è comunque diverso dagli altri per cui la varietà è sempre assicurata dove non mancano anche diverse combo che, una volta imparate, risultano decisive e divertenti oltre che spettacolari.
Il tutto è avvalorato da una semplicità d’uso e da una ottima immediatezza. Non ci si inganni, però: Dragon’s Crown Pro non è facile ed anzi offre una sfida valida (e rigiocabile più volte) per decine e decine di ore d’azione, di ricerca e di miglioramento dei propri personaggi. Ogni stage offre scenari e nemici diversi, ognuno con i propri tempi e schemi di attacco. Stesso dicasi per il mostrone di fine livello.
La fase gdr si concretizza dopo l’azione e col fatto che bisognerà spendere i punti abilità come abbiamo precedentemente spiegato. Questi punti abilità si conquistano portando a termine le quest e salendo di livello. Salgono anche punti esperienza e le relative “stats”, ossia caratteristiche fisiche come forza, intelligenza, punti vita che influiscono sulla potenza dell’attacco e sulla possibilità di poter indossare equipaggiamento sempre più potente.
Diciamo che si tratta di una spruzzata di gdr che dà ulteriore profondità e lustro ad un’azione beat’em up all’antica ma decisamente concreta ed efficace.
Si parte da soli in compagnia di Ronnie ma si possono via via sbloccare alleati fino ad un party di quattro personaggi. A quel punto, però, è giusto dirlo, l’azione diventa un po’ confusionaria. Forse è questa una delle pochissime pecche di Dragon’s Crown Pro. Rimane comunque molto divertente da giocare in compagnia per una coop in locale che fa sempre piacere intraprendere. Si può giocare anche online ed anche in partite con giocatori di livello diverso al nostro. Possiamo aiutare od essere aiutati.
UN’OPERA D’ARTE IN MOVIMENTO CON OTTIME MUSICHE E DOPPIAGGIO
Dragon’s Crown Pro offre un comparto grafico da applausi. Sembra di vedere un’opera d’arte in movimento. Le varie atmosfere fantasy dai colori accesi e cupi e dai tratti audaci in un misto tra sinuosità e spigolature offrono un notevole spettacolo sia nelle diverse ambientazioni che nei personaggi.
Un vero e proprio “olio su tela” sapientemente dipinto a mano, animato e pronto all’azione. Dove i colori e le forme sono distese su una tela di pixel. Caratteristici i personaggi che hanno (s)proporzioni del tutto particolari ed estreme, praticamente caricaturali ed estremamente particolareggiate. Del resto, questo stile grafico estremamente ricco di dettagli, particolari e quant’altro è un tratto distintivo di Kamitani e di vari titoli prodotti da Vanillaware.
Ottime anche le animazioni che propongono tocchi di classe vista la particolare cura per ogni dettaglio su schermo. È giusto dire che tutto il quadro grafico possa piacere o meno, ma noi lo abbiamo trovato davvero gradevolissimo. Un 2d che all’antica che diventa un trionfo di forme, colori, dettagli da ammirare.
Splendide anche le musiche che accompagnano l’azione. Sempre azzeccate col giusto accento sulle varie vicende che si susseguono. I bari brani sono stati ri-arrangiati da un’orchestra. Buonissimo anche il doppiaggio con la voce narrante davvero convincente. A proposito, potremo scegliere tra il doppiaggio in giapponese o in inglese, entrambe epiche mentre i sottotitoli in italiano sono di buona fattura.
COMMENTO FINALE
Dragon’s Crown Pro è un tripudio di grafica con un gameplay immediato, una sfida lunga e comunque non semplice, altamente rigiocabile e godibile anche in compagnia (sia locale che online).
La struttura classica che offre un gameplay misto tra beat’em up e gdr si rifà ad alcuni classici come Dungeons and Dragon’s Tower of Doom, di Capcom uscito 25 anni fa o all’ancora più vetusto Golden Axe (che non ha elementi ruolistici nel gameplay). L’azione diventa sempre più frenetica e le sfide sempre più probanti ma al tempo stesso la crescita del personaggio è affidata non solo ai classici punti esperienza che aumentano automaticamente le statistiche a seconda dell’eroe scelto mentre sono i punti abilità a determinare la diversità effettiva tra un personaggio e l’altro anche della stessa classe. Due i tipi di abilità, quella relativa al personaggio e quella generica.
Gli amanti di questo genere possono senza dubbio puntare su Dragon’s Crown Pro ad occhi chiusi. Se si predilige uno stile grafico audace, estremamente caratteristico ma senza dubbio di gran pregio artistico avrete trovato un piccolo grande tesoro. Senza dimenticare le ottime musiche strumentali ed il doppiaggio che aumentano ulteriormente le quotazioni del gioco di Vanillaware.
Pochi i difetti di questo titolo. Forse un po’ la ripetitività essendo essenzialmente un beat’em up ed il fatto che forse si sarebbe potuto osare di più sul lato ruolistico, ma essendo un titolo votato decisamente all’azione, questo equilibrio tra le due facce estremamente opposte ma appartenenti alla stessa moneta, è davvero molto buono e funziona alla grande. Forse la confusione quando il party aumenta potrebbe essere un piccolo neo ma nulla di particolarmente grave.
Dragon’s Crown Pro è un titolo da giocare e da godersi senza se e senza ma.
Pregi
Lato artistico di grandissimo pregio, praticamente un’opera d’arte in movimento. Ottimo equilibrio tra beat’em up e gdr con richiami ai classici ben sfruttati. Snella ed interessante gestione del personaggio. Colonna sonora e doppiaggio di prim’ordine. Una buona sfida. Longevo. Rigiocabile. Vario…
Difetti
… ma a lungo andare ripetitivo. In multiplayer è divertente ma estremamente confusionario.
Voto
9