Di Everspace avevamo pubblicato le nostre prime impressioni quando il gioco di Rockfish Games ha raggiunto lo stato di accesso anticipato il 28 settembre 2016.
Quasi due anni dopo rieccoci a parlarne diffusamente in occasione dell’arrivo del roguelike fantascientifico su PS4.
Esattamente dal 22 maggio scorso, i giocatori dell’ammiraglia Sony affiancano i “colleghi” di parte Microsoft nell’esplorazione spaziale ricompensati, dal ritardo quasi biennale, dalla presenza della “Stellar Edition” che comprende anche l’espansione Encounters disponibile a prezzo molto basso, su Xbox One, per chi avesse il gioco base.
SENZA DOMANI
Ricordate il film con Tom Cruise, Edge of Tomorrow che è stato tradotto Senza domani? Il protagonista si ritrova a ripetere un eterno “loop” di una giornata molto particolare. Non vi diciamo altro per non rovinarvi il film ma quello che qui importa è farvi comprendere che il concetto alla base di Everspace è proprio quello della pellicola con Tom Cruise: vivi, muori, ripeti.
Everspace è un roguelike cattivo, molto cattivo. Ci mette nei panni di un pilota che soffre di una grave forma di amnesia e che vuole scoprire il motivo di questa sua condizione. Si ritrova a fuggire e combattere alieni che si fanno chiamare Okkar e lo fa a bordo di una nave spaziale grande, più o meno, quanto un X-Wing (o Ala-X) del celebre Star Wars. Perché lo definiamo cattivo? Perché siamo sempre soli contro nugoli di nemici, di torrette difensive, di enormi navi da battaglia, di sciami di asteroidi ed altre forme di pericolo interstellare e lasciarci le penne – soprattutto all’inizio – è facile, molto facile.
“Fortunatamente” non tutto va perduto, alla nostra dipartita. I crediti accumulati dalle nostre avventure vengono conservati e ci permettono di acquisire preziosissimi potenziamenti che, accumulando ore ed ore di gioco, ci renderanno la vita di gran lunga più semplice. I crediti che non si spendono prima di scendere nuovamente in campo sono persi. Possiamo guadagnarne altri solo durante la nuova vita. A complicare un altro po’ la situazione è la natura dei livelli che affrontiamo: procedurale, generata casualmente, così che nessun ritorno in vita sia totalmente prevedibile. Si aggiunge o si toglie sempre una variabile e questo concorre a tenere altissima la tensione, perché non sappiamo mai cosa ci aspetta.
Le mappe di gioco sono divise in settori, a loro volta suddivisi in “stanze” che chiameremo sistemi, che si raggiungono tramite salti iper-spaziali. Ogni settore vanta una decina di stanze ma noi avremo carburante a sufficienza per esplorarne, al massimo, tre o quattro.
MEGLIO SOLI CHE MALE ACCOMPAGNATI
Everspace è un gioco per solitari. Non è prevista una modalità cooperativa locale né online. Essendo appartenente al genere dei roguelike, inoltre, punta tutta la sua offerta all’intrattenimento di una persona soltanto e lo fa, come abbiamo accennato, con forte enfasi sulla difficoltà e sul dover tornare in vita mettendo a frutto le esperienze pregresse.
Grandi sforzi sono stati compiuti per rendere – artisticamente e tecnicamente in generale – Everspace una gioia per gli occhi. A partire da un’ottimizzazione magistrale, proseguendo per una presentazione visiva autenticamente bella e soddisfacente, senza disdegnare un buon comparto audio (sebbene le musiche non abbiano fatto breccia), tutto il fronte tecnico, nel gioco di Rockfish Games, è da lodale.
Al di là della difficoltà volutamente tarata verso l’alto, ogni aspetto del gameplay è ben implementato e – complice la lunga gestazione in accesso anticipato – funzionale. Sebbene sia facilissimo da padroneggiare in ogni sua parte, per merito di un’impostazione più arcade e molto meno “simulativa”, Everspace di pone in diretta concorrenza con Galaxy on Fire e titoli simili, vincendo il confronto per merito di un equilibrio tra fasi esplorative, combattimenti, upgrade, morte e rinascita, che ha quasi del prodigioso.
Il sistema di controllo e combattimento della nave spaziale è semplice da ricordare e da utilizzare. Bisogna prenderci la mano ma, alla fine, funziona tutto a dovere e ci ritroviamo a cabrare e cambiare direzione repentinamente, schivando raggi laser, missili e mitragliatrici prima, e dando fondo alle nostre riserve di munizioni dopo. Ci sembra quasi inutile precisare che, quando si combatte, Everspace diventa molto spettacolare sia da vedere che da giocare.
Ci sono davvero poche cose da incolpargli, difficoltà elevata a parte che terrà a debita distanza moltissimi curiosi. Sebbene accennata, la trama di questo gioco non esiste e non è certamente uno dei motori che spinge il giocatore ad arrivare fino in fondo. Altro piccolo neo è la reiterazione di ogni azione, il dover ripetere quasi eternamente il ciclo del tornare in vita, raccogliere materiali e crediti, imbattersi in minacce troppo potenti o troppo numerose, morire, ripartire a testa bassa.
Questo ciclo, tipico dei giochi roguelike e da arginare con la fuga da preferire al combattimento, può non piacere a tutti. Ma per noi, il peccato più grande, è non poter godere di un titolo di esplorazione e battaglie spaziali così spettacolare con un amico. Perché Everspace va goduto sempre e comunque in solitaria.
COMMENTO FINALE
Everspace, che lo si giochi su PlayStation 4, su Xbox One o su Pc, porta gli appassionati a bordo di una delle quattro navi a disposizione e li getta nella mischia con pochissime istruzioni. L’imperativo sarebbe sopravvivere ma, in questo videogioco fantascientifico in prima o in terza persona, riuscirsi è un terno al lotto perché ogni partita è diversa dalle altre e – ad un certo punto – capita sempre di fronteggiare forze soverchianti in potenza, in numero o per entrambi gli aspetti. Dettaglio che porta, inevitabilmente, alla morte prematura e al caricamento di “una nuova vita”, in cui i livelli vengono generati nuovamente per non essere mai prevedibili.
Artisticamente, Everspace, è un vero gioiellino. Capace di offrire scorci mozzafiato, tempeste magnetiche, cumuli di gas e fasce di asteroidi. Sullo sfondo, spesso, misteriosi pianeti di ogni genere. A riempire i settori che andiamo ad esplorare troviamo alieni, mercenari, mercanti, giacimenti di minerale, di gas, relitti di altre astronavi e altro ancora.
Joypad o mouse alla mano, l’ultima fatica di Rockfish Games si fa giocare egregiamente e c’è anche spazio alla configurazione personale del sistema di controllo che può, davvero, essere calibrato su misura di ogni videogiocatore.
Se vi piacessero i videogiochi difficili, imprevedibili, dove si muore spesso ma da ogni errore e vita spezzata si trae esperienza e potenza superiore, allora Everspace potrebbe fare al caso vostro. Se vi dovessero piacere anche l’ambientazione fantascientifica, la possibilità di forgiare e migliorare equipaggiamenti, le battaglie degne dei migliori X-Wing vs Tie Fighter, allora avete trovato un’isola felice. Unico enorme difetto, alla fine? E’ un gioco per cuori solitari, nemmeno l’ombra di una cooperativa a due.
Pregi
Artisticamente molto valido. Roguelike fino al midollo. Sistema di controllo alla portata di tutti. Tanto difficile, si muore molto spesso...
Difetti
... questi stessi motivi possono allontanare tanti giocatori. Non c’è una vera e propria trama. Generosa quantità di tempi morti, soprattutto agli inizi. Un solo giocatore per volta.
Voto
8
2 commenti su “Everspace, Recensione PS4”