Hellblade: Senua’s Sacrifice, Recensione Xbox One
Il coraggioso esperimento di Ninja Theory arriva anche sull'ammiraglia Microsoft
Dopo anni di produzioni tripla A, grossi budget e pressioni, Ninja Theory ha ridotto l’organico a poco più che sedici-diciotto elementi, e ha deciso di realizzare Hellblade: Senua’s Sacrifice, un titolo concettualmente semplice nel gameplay, ma molto profondo per quanto concerne la storia e il suo evolversi. Il tutto corroborato da una direzione artistica davvero spettacolare.
Protagonista del gioco è Senua, una guerriera celtica segnata da mille sofferenze e da una psiche disturbata. Segregata per anni dal padre perché ritenuta maledetta, causa scatenante di un’epidemia che ha decimato la sua tribù e afflitta da un disturbo mentale che la rendono vittima di voci continue nella sua testa e visioni terrificanti, la giovane trova un barlume di luce e speranza nell’amore di Dillion, un guerriero della sua tribù che purtroppo viene catturato e decapitato durante un’invasione dei popoli nordici.
Ed è proprio per lui, in un impeto di amore estremo e follia, che Senua decide di avventurarsi all’interno di un territorio proibito chiamato Hel, sospeso tra incubo e la realtà, per chiedere agli déi di riportare in vita Dillion, offrendo se stessa in sacrificio.
IL VIAGGIO DI SENUA
Hellblade è un viaggio nelle psiche umana prima che un percorso attraverso mondi fantasiosi popolati da creature mitologiche. Non a caso la parte più interessante dell’esperienza sono la narrazione e i dialoghi e i monologhi della protagonista messa di fronte alle sue paure, con il bosco intorno che come una bestia viva si fa sempre più cupo e minaccioso, in una catarsi che dovrebbe portare al suo riscatto e al suo recupero. Dal punto di vista delle meccaniche, infatti, ci troviamo di fronte a un walking simulator a tinte fantasy horror con semplici elementi avventurosi e action, e tanti enigmi ambientali. Da questo punto di vista Hellblade: Senua’s Sacrifice gioca con la mente dell’utente, facendogli “vedere” cose che non sempre sono reali o portano a situazioni positive per la protagonista, compresi dei portali che una volta attraversati conducono in versioni alternative dei luoghi dove ci si trova, alterando la conformazione degli scenari e delle strutture, e creando non poche difficoltà per proseguire nella giusta direzione.
Non mancano ovviamente i combattimenti, che vedono Senua armata di una daga e della testa mozzata del suo amato, tentare di sconfiggere le proprie paure che si manifestano quasi sempre nella forma di guerrieri armati di spade e asce dal volto coperto, o di vichinghi zombi. In questi frangenti l’approccio somiglia a quello di un picchiaduro uno contro uno, visto che i nemici, non molto ostici, affrontano Senua solo uno alla volta, e che materialmente contano il tempismo e il contrattacco al momento giusto.
I controlli si rivelano immediati e non particolarmente complicati, anzi: di base abbiamo un colpo forte, uno veloce, la schivata laterale e la parata, tutti movimenti che si imparano velocemente e consentono di padroneggiare il personaggio senza particolari problemi. Decisamente più impegnativi gli scontri contro i boss, che altri non sono che le divinità da sconfiggere di cui scrivevamo prima. Ciascuna è dotata di abilità univoche e speciali che faranno sudare le proverbiali sette camicie per essere sconfitte.
UN MONDO CRUDELE MA AFFASCINANTE
In tal senso si rivela molto utile uno dei “gadget” a disposizione di Senua, cioè a dire lo specchio di Druth, dotato di un potere che permette di rilasciare un fascio di luce e rallentare il tempo attorno alla protagonista per facilitarne temporaneamente le azioni. Se la giovane guerriera viene sconfitta, l’oscurità che l’ha marchiata e che si manifesta come una necrosi sulla mano destra, si sposterà fino a inglobare un’altra porzione del suo corpo: pian piano, quando e se riuscirà a raggiungere e a coprirle il viso, per lei diventa la fine.
Dal punto di vista tecnologico, Hellblade: Senua’s Sacrifice offre una grafica curata in ogni minimo particolare, ma soprattutto ricercata e capace di regalare scorci suggestivi e carichi di atmosfera.
Muoversi nel mondo “magico” del gioco significa calarsi letteralmente all’interno di ambienti che sembrano partoriti dalla mente geniale (o folle) di un artista che con delle pennellate digitali cerca di raccontare anche visivamente una sorta di fiaba nera. Il volto stesso di Senua rappresenta lo stato dell’arte per la caratterizzazione espressiva di un personaggio: ricco di dettagli e di spessore, così come i pochi nemici che incontra, è in grado di trasmettere emozioni anche con un “semplice” sguardo. Su Xbox One, piattaforma sulla quale lo abbiamo testato, il titolo gira in maniera fluida e senza particolari differenza rispetto alla controparte PlayStation 4, mentre su Xbox One X offre il meglio di sé, grazie al supporto all’HDR e tre impostazioni grafiche tra cui scegliere, compresa quella con un 4K dinamico a 30 frame per secondo.
Al resto pensa poi un comprato audio che fa dei suoni ambientali il suo punto di forza. Nulla è lasciato al caso anche qui, e ogni piccolo rumore, soffio di vento, filo d’erba che si muove, voce che risuona nella mente della protagonista e alle orecchie dell’utente contribuiscono a rendere più profonda e dettagliata l’esperienza ideata da Ninja Theory, soprattutto se vissuta utilizzando una cuffia o un bell’impianto audio. Solo così l’esperienza può rivelarsi davvero completa e “vissuta”: le voci presenti nella testa della ragazza, si alternano e sovrappongono spesso in un caotico vortice di critiche, urla, lamenti e risate che rimbombano nella testa anche del giocatore al punto da farli percepire più a fondo la psiche tormentata di Senua.
COMMENTO FINALE
Hellblade: Senua’s Sacrifice è molto più che un “semplice” gioco: è un’esperienza vera e propria dai toni magici, emotivi e al contempo tragici. Un titolo caratterizzato da un comparto tecnico e artistico di notevole fattura, difficile da spiegare, ma capace di catturare letteralmente il giocatore dopo poche battute di gioco e di trascinarlo all’interno di un mondo contorto fatto di disperazione, dolore, visioni e psicosi, ma anche di amore, speranza e voglia di riemergere, inconsciamente, dall’oscurità più profonda di una psiche turbata, nell’ottica di un percorso di redenzione.
Pregi
Atmosfere magiche e affascinanti. Livello artistico sopra la media. Trama profonda e capace di coinvolgere e catturare il giocatore. Il personaggio di Senua è ben caratterizzato.
Difetti
Meccaniche generalmente poco sviluppate e semplificate. Manca una certa varietà nelle situazioni di gioco. Alcune fasi un po’ ripetitive.
Voto
8,5