Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno, Recensione Pc

Il titolo di Level-5 riporta sui nostri schermi tutta la magia e l’arte del predecessore

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Hayao Miyazaki dello Studio Ghibli è considerato uno dei più influenti animatori della storia del cinema, al punto che la sua figura è stata paragonata più volte a quella di Walt Disney per l’importanza dei suoi contributi nel settore. Una fama internazionale che si è accresciuta ulteriormente dopo le vittorie dell’Orso d’Oro e del Premio Oscar per La città incantata.

La sua vena artistica, il suo stile ricercato hanno finito per influenzare una nuova generazione di animatori, e trovato per così dire spazio anche nell’ambito dell’intrattenimento videoludico qualche anno fa, grazie all’ottimo jrpg (giochi di ruolo alla giapponese) per PlayStation 3 intitolato Ni no Kuni: La minaccia della strega Cinerea. Un progetto nato da una collaborazione con Level-5, team di sviluppo giapponese conosciuto tra gli altri per titoli quali Dark Cloud, Inazuma Eleven e Dragon Quest VIII.
Un gioco che si rivelò quasi una piccola favola interattiva, capace di rinfrescare il genere senza però stravolgerlo. E adesso, a distanza di qualche anno, anche se in maniera non diretta, alcuni membri chiave del suo team, Studio Ghibli, sono pronti a contribuire probabilmente a titolo personale, a un nuovo progetto di Ni no Kuni.

COLPO DI STATO!

Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno racconta le vicende di Evan, giovane sovrano dalle orecchie di lupo del regno di Ding Dong Dell, e di Roland, uno strano visitatore proveniente da un altro mondo che si unisce a lui poco prima che il ragazzino venga deposto dal trono da un lupo dalle fattezze antropomorfe e dal suo esercito di roditori.
Entrambi si danno quindi alla fuga per poi intraprendere insieme un lungo viaggio che li porterà a cercare alleati per rovesciare il Re illegittimo, e per porre fine a una minaccia forse ben più ampia, costituita da uno stregone che indossa una strana maschera a forma di serpente, e che sembra in grado di controllare senza problemi varie forme di magia nera. Ma qui ci fermiamo per non fare troppe anticipazioni: aggiungiamo solo che la trama è caratterizzata da diversi colpi di scena, e che il rapporto tra i due personaggi principali è uno degli elementi cardine di una storia ben articolata, dai toni fiabeschi e magistralmente raccontata dagli eventi in gioco, ma soprattutto dagli animatori e dai grafici di Level-5.

Menzione particolare, in tal senso, al character design Yoshiyuki Momose, che ha saputo “descrivere” visivamente tutte le emozioni e gli stati d’animo, anche quelli più impercettibili, dei vari personaggi, sottolineandone col tratto ogni momento importante e sopperendo con la sua arte a certi “vuoti” narrativi.
La grafica di Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno è degna di un anime giapponese, colorata e dettagliata sotto ogni punto di vista. Allo stesso modo, encomiabile il lavoro svolto dai tecnici del suono e dal compositore Joe Hisaishi di Studio Ghibli, capace di sfornare una colonna sonora adeguata al contesto, nonché in grado di accompagnare l’evolversi della storia in ogni suo più piccolo aspetto e momento. Unica pecca, a nostro parere, il mancato approfondimento della storie e della personalità di alcuni personaggi comprimari, potenzialmente interessanti da sviluppare e che avrebbero reso la storia più completa e forse profonda.

CLASSICO MA NON TROPPO

Ad ogni modo, passando ad altro, dal punto di vista strutturale il gioco richiama le caratteristiche tipiche dei giochi di ruolo alla giapponese, ma con in più un sistema di combattimento in tempo reale e l’implementazione di una sorta di modalità gestionale e rts attraverso la quale ricostruire il regno di Evan e condurre alla bisogna l’esercito in diverse battaglie campali.
Questo, lo diciamo subito, si traduce, a livello di longevità e di meccaniche, in una maggiore varietà di ambientazioni, oltre che di cose da fare. Se le fasi esplorative nella vasta mappa del mondo di gioco e nei dungeon rimangono praticamente inalterate rispetto al predecessore e a altri titoli di genere, il sistema di combattimento cambia radicalmente virando verso l’azione, coi nemici sempre visibili sullo schermo.

Ci si può muovere per evadere gli attacchi fisici usando perfino capriole, parate e salti, oppure colpire, utilizzando anche armi a lunga gittata e specifiche abilità da una certa distanza per evitare problemi (a patto di coprire lo spazio richiesto): controller alla mano, i comandi rispondono bene, i personaggi possono compiere tantissime azioni e in generale le meccaniche si rivelano divertenti e piacevoli da utilizzare.

Comunque sia, si può sempre utilizzare il menu per selezionare personaggi, tecniche, oggetti, e via discorrendo. In qualsiasi momento è quindi possibile scegliere quale elemento del gruppo controllare liberamente tra quelli sul terreno, cioè a dire tre, oltre che interagire con i Cioffi, dei piccoli e simpatici spiriti elementali che a seconda della razza sono in grado di compiere autonomamente diverse tipologie di azioni sul campo di battaglia.
Esistono Cioffi capaci di lanciare scariche elettriche o di indebolire le difese nemiche, e altri invece di curare i membri del party del giocatore, e via discorrendo. Per sfruttarli a dovere bisogna tener conto dell’affinità verso un elemento specifico da parte della creatura, caratteristica assolutamente vitale durante i combattimenti, soprattutto per contrastare al meglio i mostri e i boss di turno. Quando queste creaturine che amano saltellare sul terreno per conto proprio, si uniscono in gruppo e attorno a essi si forma un cerchio luminoso, basta avvicinarsi loro per impartirgli gli ordini e attivare il loro potere speciale.

ALL’ATTACCO!

I Cioffi possono essere reperiti e reclutati portando dei doni specifici ad appositi totem da scoprire sulla mappa, oppure creandoli grazie ad un’apposita fucina nel regno di Eostaria. Tornando invece ai combattimenti in sé, una volta portato a termine uno da vincenti si ottengono i classici bonus e punti esperienza, che servono a far salire di livello i personaggi, ma in automatico.

Gli stessi punti possono eventualmente essere utilizzati per incrementare i parametri di un particolare aggeggio che serve per determinare in battaglia il quantitativo o la tipologia di premi dopo una vittoria, oppure intervenire su determinati parametri del party cercando di ottenere dei vantaggi poi nel successivo scontro, prediligendo magari a seconda del nemico che si dovrà affrontare, un gruppo più forte negli attacchi fisici piuttosto che in quelli magici, o più resistente agli incantesimi di tipo fuoco a discapito magari di quelli di tipo acqua, giusto per fare degli esempi.

L’altra novità di rilievo, come scrivevamo prima, consiste nella creazione e nella gestione di un nuovo regno, Eostaria, dal quale ripartire per unificare nuovamente il Paese sotto la corona di Evan. Questo “gioco nel gioco” è più un passatempo che altro, e non si propone di certo di essere complesso come un vero gestionale, tant’è vero che le sessioni teoricamente più “complesse” sono automatizzate.
Ad ogni modo è una piacevole introduzione che permette di variare un po’ la struttura di gioco, dando all’utente la possibilità di formare una cittadina con tanto di palazzi, negozi, fabbriche, magazzini e tutto ciò che può servire per il fabbisogno di una comunità.

Quest’ultima viene a formarsi pian piano, mano a mano che vengono ampliate le varie aree: da segnalare come quasi ogni personaggio non giocante abbia una particolare caratteristica che lo rende idoneo a svolgere una specifica mansione piuttosto che un’altra. Per esempio ci può essere qualcuno molto abile nella gestione di un negozio di armi, per cui bisogna affidare lui l’incarico di gestire quello locale. Allo stesso modo è opportuno reclutare operai specializzati per svolgere certe mansioni in fabbrica, e così via. In questo modo la produzione avanza a grandi ritmi, e i profitti delle vendite del materiale realizzato pure, permettendo al videogiocatore di investire altro denaro nel regno.

Alla creazione e gestione di Eostaria si affianca la possibilità di partecipare a delle vere e proprie battaglie campali. Si tratta di brevi sequenze di gioco con una grafica stile chibi, dove l’utente controlla delle truppe di fanteria contro dei nemici, in scontri incentrati sul classico schema della Morra cinese, cioè a dire “sasso/carta/forbici”.
I reparti di soldati sono caratterizzati da punti di forza e di debolezza, e possono essere sostituiti da altri di livello superiore progredendo nella modalità. Insomma, Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno cerca di mettere in scena un pacchetto variegato per offrire ai videogiocatori un’esperienza quanto più interessante e meno noiosa possibile, e cercare probabilmente con la quantità di sopperire a un livello di sfida generale tarato purtroppo verso il basso.

COMMENTO FINALE

Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno è un bel jrpg incentrato sull’azione e caratterizzato da uno stile artistico assolutamente pregevole, degno di una produzione anime targata Studio Ghibli.

In termini ludici, il titolo di Level-5 è piacevole da giocare e parecchio longevo, grazie anche all’introduzione di un paio di sotto-modalità di tipo gestionale-RTS basilari, anche se pecca di eccessiva semplicità, con un livello di sfida generale tarato verso il basso. Nulla però che secondo noi possa pregiudicare più di tanto una produzione forse non perfetta, ma che resta una vera e propria fiaba alla Hayao Miyazaki, da vivere da protagonista.

 

Pregi

Una bella fiaba colorata e piacevole da giocare, con tante cose da fare. Tecnicamente simile a un anime grazie all’ottimo lavoro dello Studio Ghibli. Battle-system dinamico e divertente. Battaglie Campali e creazione del nuovo regno sono dei simpatici passatempo…

Difetti

… anche se talvolta possono annoiare. Trama interessante ma poco approfondita in alcuni passaggi. Livello di sfida basso. Alcuni personaggi stereotipati

Voto

9-