Titan Quest, Recensione PS4

Un porting decisamente rivedibile per uno dei classici degli action gdr di tutti i tempi che approda zoppicando su console

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È incredibile come si torni costantemente a parlare di un gioco pubblicato più di 10 anni fa. Questo è sintomo di come il titolo in questione sia entrato nel cuore di un pubblico che non si può certo definire di nicchia.

La storia di Titan Quest, epico (in tutti i sensi) action gdr può essere paragonata a quella dell’araba fenice: brilla di luce propria, cade e risorge dalle sue ceneri. Il motivo è presto detto: dopo l’esordio nel 2006 con la prima versione su Pc ed un’espansione arrivata qualche tempo più in la, Iron Lore, il team che sviluppò il gioco chiuse i battenti lasciando “orfani” i tanti appassionati che amarono il titolo che all’epoca poteva essere considerato – a buonissima ragione – un gioiello visto le innumerevoli chicche (il muoversi dell’erba al nostro passare o a quello delle creature, ndr).
Ma non erano solo quelle a far esultare gli appassionati. Titan Quest ed Immortal Throne avevano un’anima propria, un comparto tecnico estremamente solido (pur con qualche immancabile difetto) ed un gameplay che era una sfida sia in termini di longevità (davvero lunghissime le tre run per completare completamente il gioco) ma anche per la estrema difficoltà.

Per molto tempo, poi, questo gioco passò in sordina. Nel 2013, Nordic Games (che da agosto 2016 si chiama THQ Nordic, ndr) acquisì i diritti da THQ, publisher che era fallito in precedenza. Nordic Games, quindi, prometteva novità.

La rinascita, in effetti ci è stata. E si è concretizzata in più parti. Due anni fa uscì una Anniversary Edition in grado di rispolverare quello che fu un grande capolavoro in ambito action gdr. Questa includeva centinaia e centinaia di interventi ed aggiornamenti anche per permettere agli utenti di poter godere nel miglior modo possibile del comparto multiplayer.

Tante opzioni supplementari ed abbellimenti qui e li fecero il resto. Ma le sorprese non erano finite. Nel novembre dello scorso anno (2017) gli utenti Pc (ed il mondo tutto) furono sorpresi dall’annuncio di Ragnarok, una nuova espansione che includeva una nuova maestria (aumentando il totale a 10 singole maestrie), e portava l’azione nelle fredde terre del Nord Europa nel tentativo di sconfiggere anche i miti norreni. In più aumentavano le relative combinazioni tra le maestrie ed anche il level cap (il livello massimo raggiungibile).

Poche settimane dopo (qualche giorno prima di Natale) l’altra sorpresa: l’annuncio della versione per console in arrivo per il 20 marzo su PS4 ed Xbox One e con una edizione per Switch a seguire.

THQ Nordic non ha negato certo il suo interesse per un action gdr che ha fatto storia. Le sue attenzioni sono state grandissime verso un gioco che è ancora apprezzato da tantissimi utenti in tutto il mondo nonostante sia passato oltre un decennio. Ma se su Pc è stato un vero e proprio colosso, su console sarà in grado di seguire queste, pesanti, orme?

Ecco la nostra recensione.

TITAN QUEST SENZA RAGNAROK MA LA SFIDA E’ SEMPRE QUELLA

Una prima risposta e non esattamente positiva è la mancanza di Ragnarok su console. Non ne conosciamo il motivo anche se comprendiamo che questa espansione potrebbe essere sfruttata come dlc e sebbene non ci sia nulla di scritto o di deciso, questa evenienza ci sembra piuttosto intuibile.

Ma pur con la “sola” espansione Immortal Throne, Titan Quest rimane un titolo enorme capace di impegnare per decine e decine di ore in giro per l’antica Grecia, i miti dell’Antico Egitto e dell’Asia per poi passare per il Regno dell’Ade.

Non è esattamente una passeggiata di salute perché completare la prima run è complesso ma la difficoltà aumenta a livello epico e leggendario che vengono sbloccate unicamente quando si termina il gioco. Per affrontare i mostri leggendari si dovrà aspettare di concludere la sfida due volte.

In termini di difficoltà Titan Quest ha fatto storia ed anche su console non fa sconti. Chi desidera sudare sette camice (ed oltre), troverà pane per i propri denti. Vi invitiamo a leggere il nostro speciale sull’Anniversary Edition.

GAMEPLAY A PORTATA… DI JOYPAD

Un’altra grossa sfida per la versione console è portare controlli adeguati per non minare il gameplay. La missione di Black Forest Games, il team che ha realizzato il porting, è riuscita a metà. E forse siamo larghi di manica. Muoversi ed attaccare si è piuttosto semplice ed anche utilizzare le pozioni salute e mana e scegliere gli attacchi speciali non è particolarmente complicato. Di questo dobbiamo dare atto agli sviluppatori che hanno saputo portare l’azione stretta e schietta in modo positivo.

Ed anzi, ci sarebbe anche un’altra novità: l’aggancio automatico dei nemici che rende ancora più agevole (soprattutto nelle mischie) il combattimento ed una risposta adeguata alle sollecitazioni ed agli attacchi dei nemici. Tuttavia, abbiamo trovato questa fase un po’ confusionaria perché a volte il nostro personaggio si blocca inspiegabilmente (e non per merito degli attacchi inferti dai nemici, ndr) “regalando” morti del nostro eroe evitabili.

Per fortuna questo trattamento è riservato anche ai numerosi nemici che, di tanto in tanto, si bloccano o si incantano inspiegabilmente.

Troviamo pure un sistema di mira a cono che permette di concentrare l’attenzione sulle interazioni con gli oggetti e sul combattimento. Questa è la soluzione implementata dagli sviluppatori per gli attacchi ad area.

Le cose peggiorano, però, nella gestione dei menu, dell’inventario e della scheda giocatore. Non è un disastro ma queste operazioni sono complicate e rallentano il ritmo (già non velocissimo) del gameplay. Pigiando sulla parte centrale del DualShock 4, si apriranno questi menu di gestione. L’inventario può anche essere riordinato automaticamente ma scambiare equipaggiare gli oggetti o scambiarli con quelli presenti nella borsa è un’operazione che può far perdere tempo.

Stesso dicasi quando si decide l’assegnazione dei punti attributo (per aumentare Vita, Energia, Forza, Destrezza, Intelligenza) e dei punti abilità (nei relativi alberi delle maestrie) durante i fatidici passaggi di livello.

Inoltre abbiamo trovato alcune difficoltà nella raccolta degli oggetti. Spesso e volentieri si prende l’oggetto che indesiderato con una perdita di tempo immane ed irritante. Capiamo che il joypad non possa sostituire mouse e tastiera ma alcuni titoli ruolistici (e per giunta senza componente action/hack and slash) abbiano risposte meno macchinose e più rapide: si pensi a Pillars of Eternity… ci si chiede quando possa arrivare una patch che risolva queste ruggini.

Infine segnaliamo la poca reattività nel lancio degli attacchi speciali.

E dire che l’interfaccia utente, piuttosto spartana (mai questo aggettivo calzò a pennello ndr) fa il suo dovere dandoci immediatamente le informazioni che ci servono. È la navigazione tra i menu che poi rallenta tutto.

Fatta questa premessa, il gioco è sempre lo stesso: tanta azione ed adrenalina con scontri epici contro creature di varia natura sempre più feroci, forti e resistenti dove sarà fondamentale essere versatili non solo nell’indossare l’equipaggiamento adatto ad ogni occasione (a patto che il loot, ossia la raccolta degli oggetti dai mostri e dall’ambiente sia decente), bisognerà centellinare al meglio ogni singolo passaggio di livello e pianificare il tipo di personaggio che si vuole creare.

La crescita del personaggio, riteniamo, sia ancora ora da prendere ad esempio (una cosa simile esiste in Grim Dawn che è stato realizzato da ex componenti di Iron Lore e che si basa su una versione aggiornata del Titan Quest Engine).

Le maestrie presenti in questa versione di Titan Quest sono 9 combinabili tra loro per un totale di 28 classi-doppie. Le maestrie singole le possiamo anche suddividere in due grandi famiglie: fisico e magico.

Le maestrie fisiche sono Combattimento, Difesa, Caccia e Furfante. Quelle magiche sono Natura, Terra, Tempesta, Spirito e Sogno. Quest’ultima arriva grazie ad Immortal Throne. L’espansione porta anche la possibilità di riassegnare i punti abilità (previo pagamento di monete) e la possibilità di realizzare artefatti minori e maggiori che aumentano i poteri degli eroi.

Le combinazioni (ed il loot sempre diverso) consentono di “costruire” eroi in grado di saper far fronte a tutto. La classica combinazione Combattimento e Difesa dà vita al Conquistatore che è il vero e proprio tank della situazione. L’assassino si materializza unendo il Furfante (abile nello studio dell’anatomia e dei veleni) al Combattimento (che sa come far danni).
L’elementalista nasce dalla combinazione tra Terra e Tempesta ed è sostanzialmente un potente mago abile a scagliare palle di fuoco che dardi ghiacciati, ma ci sono anche build che possono sfruttare i poteri dei non morti, mentre Natura e Caccia fanno il druido, un personaggio che attacca con arco e frecce ma che è anche in grado di offrire supporto agli alleati visto che è in grado di rigenerare i punti vita. E così via. Le combinazioni sono tante e si adattano ad ogni stile personale.

Peculiarità di ogni maestria è anche il proprio albero di abilità che viene sbloccato ovviamente assegnando i vari punti dopo i passaggi di livello o dopo aver portato a termine delle quest particolari.

A proposito di missioni, ognuno dei macro-capitoli ha diverse quest secondarie. Sono utilissime per raccogliere punti esperienza e ricompense. Alcune sono davvero semplici, altre più complesse ed articolate. La scorza di Titan Quest è rimasta immutata e chi ama questo tipo di giochi non potrà non giocarlo anche su console.

UN COMPITINO CHE POTEVA ESSERE SVOLTO DIVERSAMENTE

Ma il vero problema dell’edizione console sta nel fatto che si sia lasciato sostanzialmente identico un gioco vecchio di 12 anni. Intendiamoci, graficamente, nonostante tutto, Titan Quest rimane in grado di offrire scorci paesaggistici spettacolari.

Le stradine con i templi nell’Antica Grecia o le possenti Piramidi in Egitto o ancora i Giardini Pensili di Babilonia o la Grande Muraglia in Cina, per non parlare dell’Olimpo offrono sempre e comunque un bel vedere. Ed anzi potremmo indicare altre location famose ma soprattutto meno famose per vedere un bel corso d’acqua che riflette un paesaggio naturalistico molto bello o perdersi nei labirinti dell’Isola di Creta o tra i geroglifici delle Piramidi.

Ma anche incontrare determinate creature descritte nelle varie mitologie, demoni, dragoni, statue animate o minotauri e così via rimane pur sempre un bel momento da vedere. Così come alcuni effetti particellari che però a volte vengono rovinati venendo visualizzati come poligoni gialli pieni. Per intenderci è come vedere un effetto del genere con la grafica poligonale di 25 anni fa. Tanti i glitch di varia natura, inoltre.

I problemi affiorano nel complesso. Le texture sono piuttosto datate e molti modelli poligonali sono decisamente spigolosi perché poco trattati ed ammodernati. Inoltre ci sono rallentamenti ed effetti pop up pesanti. Ci chiediamo il perché e speriamo (ancora una volta) nell’immancabile patch che possa risolvere qualche problema.

Intendiamoci, non minano certo il gameplay in generale, ed anzi – in tal senso – sono forse più fastidiosi i difetti nella gestione dei menu che abbiamo elencato prima. Però fa male vedere un vecchio leone come Titan Quest arrancare per non aver fatto attenzione ad alcuni particolari tecnici. Lo zoom evidenzia le rughe del tempo (malcelate dall’anti-alising) e gli scarsi interventi di maquillage per coprirli.

In sostanza, se ricordate l’originale Titan Quest di 12 anni fa, sappiate che è sostanzialmente quello con il fatto che di acqua ne è passata tanta sotto i ponti ed i miglioramenti tecnici che si sarebbero dovuti notare non sono degni di nota. Anzi, in alcuni casi proprio non si notano. Peccato. Forse qualche mesetto in più per sfornare il gioco… Dove sono finiti gli effetti di modernizzazione del gioco? Le implementazioni SSAO, le ombre migliorate?

COMMENTO FINALE

Titan Quest su console realizza il sogno degli appassionati ma certamente non li accontenta del tutto. Anzi. Può passare (relativamente) il fatto che manchi Ragnarok, l’ultima espansione uscita a novembre 2017, ma su questo siamo certi che prima o poi avremo novità a tal proposito.

Il problema rimane nel lavoro di conversione che ha consegnato agli utenti PS4 ed Xbox One si, il solito Titan Quest, lento, lunghissimo, ostico, longevo e stimolante ma una versione che sembra vetusta e per niente ammodernata. Se l’interfaccia è funzionale, la navigazione dei menu lo è un po’ meno. La gestione dell’inventario deve essere velocizzata.

Sul fronte gameplay troviamo qualche piccolo problemino sulla reattività dei comandi per l’attacco speciale, mentre a volte ci si blocca (e non per merito dei nemici) durante le mischie. Buono, invece, l’aggancio automatico del nemico singolo che permette di semplificare alcune situazioni compensando il fatto che si giochi con il joypad e non con la mitica accoppiata mouse-tastiera. Sotto certi aspetti funziona bene, ma la navigazione tra i menu deve essere migliorata.

Tecnicamente, la base è rimasta quella di 12 anni fa ma anzi, forse è pure peggiorata. Non si notano le migliorie. Chiariamo un fatto importante: è lampante che nessuno si attendesse miracoli o il rifacimento totale dei modelli poligonali e delle relative animazioni, ci mancherebbe. Tuttavia, un po’ di maquillage supplementare non sarebbe guastato, almeno per smussare gli angoli. Per non parlare degli enormi effetti pop up e dei rallentamenti nonché delle tante occasioni in cui abbiamo visto gli effetti particellari trasformarsi in enormi poligoni in movimento che ci hanno fatto ricordare le rudimentali animazioni 3d di 25 anni fa.

Il gameplay non ne giova. Non è rovinato, per carità, ma sicuramente non aiuta i giocatori a volere andare avanti. Peccato perché, al netto di tutto, comunque si tratta pur sempre di Titan Quest (con Immortal Throne), uno dei mostri sacri del genere action gd/hack and slash e che consiglieremmo ad occhi chiusi se solo questa versione PS4 fosse ottimizzata un filino meglio. Figuriamoci con risultati migliori.
Si spera nell’arrivo rapido delle patch correttive per migliorare un quadro tecnico rivedibile, ma non è detto che tali interventi siano rapidi. Lo promuoviamo perché comunque varietà, longevità e gameplay rimangono super. La grafica per quanto datata (ed anche disturbata da alcuni glitch) fa ancora vedere cose discrete ed alcune musiche sono memorabili.
Titan Quest è come una bella donna anziana che nonostante le profonde rughe può comunque farsi ammirare. A patto di volergli dedicare tempo su console… e che gli sviluppatori corrano velocemente ai ripari perché siamo sicuri che Titan Quest abbia ancora qualche cosa da dire.

 

Pregi

Al netto... Titan Quest è Titan Quest. Longevo. Immenso. Esaltante la crescita del personaggio affidata alle maestrie. A distanza di 12 anni la grafica mostra ancora buoni spunti…

Difetti

… ma sta invecchiando maluccio. Pochissime e poco visibili le migliorie apportate. Navigazione menu e gestione inventario da ottimizzare. Troppi effetti pop up, rallentamenti e glich. Comandi (a volte) non reattivi.

Voto

6-