La storia dello sviluppo di Rad Rodgers parte qualche anno fa. A settembre 2016 venne lanciata una campagna Kickstarter che fruttò ad Interceptor Entertainment quasi 82.000 dollari a fronte di 50.000 richiesti e con quasi 4.000 utenti che diedero il loro contributo.
Successivamente, alla fine di quell’anno, uscì una prima versione del gioco su Pc (via Steam) chiamata World One. Adesso, a distanza di quasi un anno e mezzo parliamo semplicemente di Rad Rodgers, un platform approdato lo scorso 21 febbraio su PS4 ed Xbox One a firma THQ Nordic che ha distribuito il lavoro svolto da Slipgate Studios. È bene ricordare che anche lo storico marchio 3D Realms (che ha firmato i primi Duke Nukem e Prey) ha fatto parte del progetto.
Ed è giusto sottolineare come anche la versione Pc si sia rinnovata assieme all’arrivo dell’edizione su console. Noi vi parleremo della versione Steam. Buona lettura.
GLI ANNI ’90, UN BAMBINO VIVACE, LA SUA CONSOLE ED I SUOI VIDEOGIOCHI
La storia di Rad Rodgers è piuttosto semplice e fa da sfondo a quello che è un platform vecchio stile dove si salta e si spara tantissimo. Siamo negli anni ’90 ed il protagonista è, manco a dirlo, un bambino molto vivace di nome Rad. Biondissimo ed irruento (al punto che potrebbe sembrare anche il figlio di quel buontempone di Duke Nukem… e ve ne accorgerete lungo l’azione), il nostro Rad è un appassionato di videogiochi. Ed anche un amore viscerale per la sua console chiamata Dusty.
La scintilla che fa partire la nostra storia si materializza quando Rad, dopo aver fatto tardi davanti ad un videogioco, si addormenta e si verifica un episodio incredibile: il nostro giovanotto viene risucchiato nella tv. Al suo risveglio, Rad incontra Dusty, la sua console di gioco che mostra, tra le altre cose, di avere una personalità mica male oltre ad avere un arsenale letale che serve per andare avanti nei livelli del gioco nei quali sono bloccati facendo saltare in aria tutto ciò che si para di fronte.
A complicare il tutto anche alcune anomalie che dovranno essere risolte dal nostro fedele compagno che ci offrirà anche armi e munizioni.
Rad Rodgers è sostanzialmente tutto. Del resto – essendo un platform dove essenzialmente si salta e si spara con tantissimi riferimenti agli anni ’80 e ’90 e che omaggia volutamente titoli quali Commander Keen, Conker, Ruff ‘n’ Tumble (dal quale prende davvero tantissimo) e Jazz Jackrabbit – la cosa è abbastanza normale.
Il titolo si suddivide in nove mondi, più o meno lunghi, più qualche altro bonus dove oltre ad incontrare creature ostili da eliminare con diversi tipi di arma più o meno spettacolare ed efficace, si fa incetta di diamanti e di cappelli da collezionare. I potenziamenti, invece, si otterranno intrufolandoci nelle abitazioni di alcune creature.
Ognuno di questi livelli presenta, come accennato, alcune “anomalie”. Si tratta di “fratture” al codice che causano dei glitch e che nel gioco bloccano l’accesso ad alcune zone dello stage. Sono caratterizzate da una grafica carica di pixel che ben contrasta con quella circostante e che ben localizza il problema. Toccherà a quel punto al nostro Dusty fare il lavoro sporco: sarà lui ad introdursi nella breccia elettrificata e riportare tutto al proprio posto eliminando i bug a suon di pugni sbloccando, al contempo, le nuove aree del livello grazie alla riparazione del problema. Un piccolo diversivo rispetto alla routine anche perché alcuni glitch saranno più difficili da eliminare e ci vorrà non solo la forza bruta.
L’obiettivo primario è comunque quello di raccogliere quattro pezzi di chiave per sbloccare i vari portali che collegano un mondo all’altro.
Ogni volta che troveremo uno dei frammenti, Dusty dirà la sua. E sarà una costante anche in molte altre fasi di gioco. Peccato che le battute siano pochine e che presto diventino ripetitive. Alla conclusione di ogni fase principale ci sarà una tabella riassuntiva che riepilogherà il punteggio, i diamanti raccolti ed altre statistiche con bonus più o meno alti a seconda di quello che avremo trovato ed eliminato.
Il gioco si porta a termine con una buona dose di sfida anche se non ci sono punti troppo complicati, però, alcuni passaggi possono anche essere ripetuti qualche volta. Il titolo si porta a termine anche in 3 ore dai più bravi (e dipende anche il livello di difficoltà) ma i puristi potranno perderci anche il doppio (ed oltre) se vorranno raccogliere e collezionare tutto quello che c’è nei vasti stage e soprattutto nelle tante aree segrete disseminate nel gioco. Forse, comunque, un po’ pochino per gli standard attuali.
Ad ogni modo è un titolo denso che ci riporta ai fasti di un tempo, quando i platform dominavano la scena assieme agli shoot’em up ed agli arcade. L’azione, inoltre è ben livellata e piuttosto frenetica. Sicuramente chi ama questo genere di titoli può senza dubbio dargli un’occhiata anche perché è piuttosto immediato e divertente.
UNA GIOIA PER GLI OCCHI E PER LE ORECCHIE
Tocca adesso esaminare il lavoro svolto dagli sviluppatori. Ebbene, fin da subito, la sensazione è positiva con una buona qualità delle scene di intermezzo in computer grafica. In game, troviamo la classica visuale a scrolling multidirezionale (sopra, sotto, destra e sinistra) in 2,5d ricchissimo di dettagli e finezze oltre che di tonnellate di livelli di parallasse. Ormai non ci si fa più caso visto che siamo nel 2018 ma queste cose ce le sognavamo trent’anni fa e quando titoli come Hawkeye o Flimbo’s Quest (si ma troppi ricordi e troppe lacrime) presentavano la parallasse ci sembrava di essere nel futuro.
Torniamo al presente che ci offre, dunque, una splendida grafica anche fluida e ben animata nonché ricca anche di vari effetti particellari non ultimo l’effetto glitch “pixellato” che incontreremo più volte all’interno degli stage che sono ambientati sostanzialmente in una rigogliosa foresta ricca di insidie, di natura selvaggia, trappole e marchingegni infernali… oltre che ad essere popolata da varie creature.
Il tutto è accompagnato da un’ottima colonna sonora molto rockeggiante e di gusto nonché a un buonissimo doppiaggio che caratterizza molto bene i personaggi ma che diventa ripetitivo. Nota di merito anche per gli effetti sonori con le esplosioni e, soprattutto, il rumore dei bossoli dei proietti che cadono a terra (con tanto di eco) dopo ogni raffica sparata.
Insomma, una gioia per occhi e per orecchie che ci dice chiaramente come Slipgate Studios abbia fatto un ottimo lavoro sotto tutti i punti di vista.
COMMENTO FINALE
Rad Rodgers è un titolo che bisogna accettare per quello che è e per il quale vale come rare volte la massima: “un bel gioco dura poco”.
Si, perché Rad Rodgers offre una grafica molto bella (magari non troppo varia) ma piuttosto ricca di dettaglia e povera di incertezze accompagnato da un comparto sonoro splendido sia per quanto riguarda le musiche che gli effetti sonori. Un doppiaggio ripetitivo ma sicuramente all’altezza della situazione arricchisce ancor di più un comparto tecnico che si basa, però, su un gioco che ha nel suo grande limite nella brevità. Nove (grandi) livelli e tante aree segrete non durano troppo. Non sappiamo se effettivamente si un male assoluto ma molti platform attuali durano molto di più senza annoiare. Quindi si rimane un po’ pensierosi quando lo si porta a termine in una manciata di ore. Non è un metroidvania e questo può pesare. Ha dei tratti di Metroidavania (siamo riusciti a perderci in qualche punto anche perché ci sono sempre alcune viuzze alternative per le famigerate aree segrete) ma al di là di questo, la sfida offre pane per i denti di molti esperti e questo riequilibra ogni discorso.
Inoltre, se a livello facile tutto sembra sorriderci (come è quasi ovvio che sia) e si finisce il titolo in meno di due ore, già a livello normale le cose di complicano al limite della frustrazione.E, volendo essere ottimisti, ci viene da fare una riflessione: visto che tutta l’ambientazione è esclusivamente incentrata su una foresta potremmo anche sperare in ulteriori novità con nuovi stage di un nuovo mondo diverso (del resto l’edizione passata di questo titolo si chiamava Rad Rodgers World One e la mappa di gioco globale si chiama World One e poi… beh, giocatelo e ve ne accorgerete). Che sia, in effetti, ancora un titolo “work in progress”?
Ad ogni modo, chi vuole un titolo che rievochi il passato o che sia un valido passatempo può senza dubbio puntare su Rad Rodgers consapevole che non rimarrà deluso dal punto di vista tecnico e che avrà pane per i suoi denti settando il gameplay a livelli di difficoltà alti. Consigliato soprattutto agli amanti del genere o a chi vuole davvero avvicinarsi. Diversamente non farà per voi.
Pregi
Tecnicamente davvero solido. Grafica molto bella, fluida e dettagliata. Ottimo comparto sonoro. Gampelay ritmato. Ottima rievocazione dei classici platform. Divertente.
Difetti
A livelli di difficoltà alti diventa a tratti frustrante. Avremmo voluto qualche stage e contenuto supplementare.
Voto
8