The Forbidden Arts, Prime Impressioni
Stingbot Games ci offre early access un action platform dal sapore classico ma acerbo
Dopo un periodo di duro lavoro, Stingbot Games, un microstudio californiano indie, porta su Steam The Forbidden Arts in accesso anticipato.
Si tratta di un action platform adventure che, diciamo subito, ha uno schema tutto sommato classico. Il gioco strizza l’occhio a tanti titoli del passato ed attualmente è in lavorazione per Pc. È stato pubblicato mercoledì scorso (7 febbraio) in early access per Pc Windows. Ma non finisce qui: quando il titolo uscirà dall’accesso anticipato saranno pubblicate anche le edizioni per console (PS4, Xbox One e Nintendo Switch) nei primi mesi del 2019. Questo è l’obiettivo di Stingbot Games.
The Forbidden Arts è basato sull’azione e sull’esplorazione di una vasta area di gioco suddivisa in diversi livelli differenti. Ecco cosa ne pensiamo in queste nostre Prime Impressioni.
VESTIAMO I PANNI DI PHOENIX, IL NOSTRO EROE RAGAZZINO
Protagonista di The Forbidden Arts è un ragazzino di nome Phoenix che armato inizialmente di lame dovrà intraprendere un cammino lungo e rischioso per salvare il mondo di Chora dalla follia del negromante di nome Voltaire che con la sua magia nera vuole soggiogare quello che un tempo era un regno tranquillo, quasi da favola.
Phoenix, però, è un ragazzino speciale: dentro di sé ha i sette poteri principali (piromanzia, idromanzia, geomanzia, aeromanzia, incantamento, chiromanzia e… la negromanzia) per controllare i vari elementi, fuoco, acqua, aria, terra e così via. Sono arti dimenticate (da qui il titolo del gioco) che però il nostro eroe deve risvegliare per combattere le creature ed i vari nemici corrotti che incontreremo lungo il nostro cammino. Per iniziare, però, deve incontrare il druido Elia nella foresta vicino al villaggio.città. Dopo questa visita Phoenix viene quindi informato dei suoi poteri magici latenti che possono essere risvegliati da dentro di lui…
Come vedete, nulla che non sia mai stato trattato in passato. Nulla di particolarmente originale ma l’obiettivo è senza dubbio quello di offrire al pubblico un titolo divertente che si faccia giocare. Riuscirà nell’impresa?
IL GAMEPLAY HA UNO SCHEMA CLASSICO, ANCORA UN PO’ ROZZO
Andiamo a parlare del gameplay del gioco che ci ricorda un misto di tanti classici. E partiamo da molto lontano come ad esempio Flimbo’s Quest per C64 o Amiga, o per alcuni movimenti del personaggio anche Strider benché riteniamo che il titolo si ispiri ad altri titoli, magari più recenti ed appartenenti all’era 32-64 bit.
All’inizio impareremo l’arte del fuoco. Phoenix sarà così in grado di sparare utilissime palle di fuoco contro i nemici. I comandi sono piuttosto semplici e si baseranno molto sulla tempistica come da prassi in un puzzle game. Il nostro eroe avrà anche il doppio salto (sempre onorando la tempistica, però), e spesso e volentieri dovrà arrampicarsi evitando trappole mortali. Qua e la si incontreranno anche dei personaggi non giocanti che ci forniranno alcuni dettagli sulla trama e comprendere meglio la storia ed i motivi per i quali stiamo lottando.
A rendere leggermente più profondo il gameplay il fatto che le nostre palle di fuoco non saranno infinite e consumeranno una barra di energia dedicata. Così come nelle altre arti che impareremo ad utilizzare.
Nulla di grave: Phoenix si ricaricherà nei pressi di fonti di calore (falò per l’occasione). Si ha una discreta libertà d’azione e si potrà andare avanti ed indietro lungo gli stage sono a scorrimento prevalentemente orizzontale ma offrono anche spunti “verticali” ed includono anche delle aree difficili da raggiungere o quasi nascoste a primo acchito che includeranno alcuni oggetti da collezionare. Sono presenti anche aree segrete.
I combattimenti sono immediati, con un tasto si utilizzeranno le lame, con un altro (l’Y nel joypad Xbox) si spareranno le palle di fuoco. Ogni nemico avrà le sue peculiarità: le guardie ombre sono in grado di sorprendere con movimenti improvvisi, gli orsi sono piuttosto potenti, i lupi sono rapidi ma ci sono anche alcuni nemici più potenti come i boss che si dovranno studiare al meglio per vincere questi duelli.
Il gameplay è gradevole ma è ancora legnoso: colpa dei comandi non ancora affinati del tutto a nostro avviso. Alcuni punti sono davvero complicati ed i doppi salti a volte non sono precisi.
A volte, inoltre, ci è parso che i nemici siano duri a morire: capita di eliminarli ma questi si rialzano (succede con le guardie ombre). Mentre la stragrande maggioranza dei combattimenti è piuttosto limitata: le movenze sono sempre le stesse quindi basteranno uno o due tentativi per non subire danni.
TECNICAMENTE ANCORA ACERBO MA CON BUONI SPUNTI
Siamo giunti, con l’ultimo aggiornamento pubblicato qualche giorno fa, alla versione 0.4.1.0 di Forbidden Arts. Basta questo per farci comprendere come lo stato dei lavori sia ancora lontano dall’essere finito.
Possiamo comunque apprezzare un aspetto grafico generale carino, a volte evocativo benché siamo ben consci che ancora sia tutto piuttosto acerbo: lo notiamo dai modelli poligonali ancora rozzi e nelle texture a tratti scialbe e prive di effettivi dettagli.
La struttura in 2,5d è abbastanza netta ma la qualità è altalenante: alcuni dettagli sono ben definiti ma in altre zone mancano quasi del tutto i particolari che fanno la differenza tra un gioco completo ed uno no. Discreti alcuni modelli di nemici (il grifone è ben fatto), ma altri devono essere ridefiniti. Complessivamente, però, le ambientazioni sono piuttosto varie e gradevoli grazie anche ad un utilizzo di colori piuttosto vivaci che trasmettono empatia e ad un design che punta ad essere cartoonesco.
Mentre i vari stage sono piuttosto vari ed “a tema” con flora e fauna ben diversa e collegati da una mappa “3d” che sembra una sorta di hub e che include anche alcuni oggetti da raccogliere ma davvero scarna dal punto di vista dei particolari.
Buone le animazioni (con alcune finezze). Nota di merito, invece, per i caricamenti delle aree: rapidi e praticamente indolore.
Buono fin da ora, invece, l’accompagnamento sonoro con brani ispirati che ben stanno con l’atmosfera. Insomma, gli spunti di interesse non mancano così come le tante cose da migliorare. Ma a nostro avviso la strada è quella giusta.
COMMENTO FINALE
Sostanzialmente, Forbidden Arts promette di essere un action platform vecchia maniera che vuole puntare fin da subito all’affetto degli appassionati del genere offrendo una storia piuttosto semplice ed una sfida sempre accesa grazie ad un’ampia ambientazione.
Abbiamo apprezzato vari spunti come un aspetto grafico generale gradevole. Non certamente impegnativo ma per la maggior parte delle volte pulito, anche fin troppo, al punto di risultare a tratti scarno e sicuramente di qualità altalenante. La qualità tecnica ci è sembrata ancora altalenante ma riteniamo siamo normale in questa fase di sviluppo considerando anche che il team indie sia composto da due persone (marito e moglie) che stanno dando vita a The Forbidden Arts. Il gioco non è giunto nemmeno alla versione 0.5: seguendo la numerazione non siamo neppure a metà dell’opera.
Non mancano i buoni spunti, ci mancherebbe: alcuni dettagli carini ed evocativi ben fatti ed una più che discreta colonna sonora sono i punti cardini dai quali partire. Oltre all’idea generale gradevole che, se ben sviluppata siamo sicuri potrebbe attrarre anche nuove leve.
Il gameplay è piuttosto classico e vuole essere un mix di azione, platform con un qualche nota profonda legata alla storia e sul fatto di affrontare i vari nemici in modo diverso. Tanti anche gli ostacoli ambientali mentre una parte focale dell’esperienza sta nell’esplorazione per trovare i vari oggetti da collezione ed individuare aree segrete. I problemi più grossi però stanno nei comandi ancora legnosi che rischiano di minare il gameplay e rovinare l’idea.
Siamo però convinti che molte cose saranno aggiustate lungo la strada ed anche a livello tecnico.
PREGI: Atmosfera che riporta ai classici del passato a 16-32 bit. Generalmente, graficamente è carino grazie ad un discreto stile. Buon sonoro. Gameplay misto, votato all’azione ma anche alla riflessione ed all’esplorazione.
DIFETTI: Comandi piuttosto legnosi ed imprecisi che potrebbero rovinare il gameplay. Qualità grafica altalenante perché alcune parti sono più definite di altre.