Sea of Thieves, Prime Impressioni
Abbiamo provato la closed beta del titolo piratesco di Rare
Dopo aver provato a trarre dal Kinect di Xbox One il meglio che i giocatori potessero aspettarsi, dopo aver deliziato i palati più nostalgici con una collezione dei loro titoli più famosi degli anni passati, Rare, studio di sviluppo di stanza nel cuore dell’Inghilterra si appresta a pubblicare Sea of Thieves, sotto egida Microsoft per Xbox One e Windows 10, con cross-play tra le due piattaforme incluso.
Dal novembre del 2016, questi sviluppatori portano avanti un lavoro a “quattro mani” con la community iscritta all’insider program di Microsoft. Abbiamo potuto provare la closed beta disponibile lo scorso fine settimana e queste sono le nostre prime impressioni su quello che si profila come un gioco a tema piratesco che farà parlare di sé.
DO WHAT YOU WANT COS A PIRATE IS FREE…
Sea of Thieves è un gioco di pirati, ambientato in un arcipelago di isole di fantasia e in rigorosa prima persona. Stilisticamente si affida ad un più che gradevole effetto cartone animato, che richiama produzioni di “disneyana” memoria oppure certi giochi di pirati tipo Monkey Island, ma al di là dello stile, qui si parla di un gioco di azione e di avventura che strizza più l’occhio ad un Minecraft o ad uno Skyrim che alle avventure grafiche.
Sea of Thieves è anche un titolo in cui la cooperazione tra giocatori è semplicemente vitale perché il gioco possa dare il meglio di sé. E quando parliamo di cooperazione di vitale importanza ci riferiamo anche (soprattutto) al fatto che occorre comunicare come mai abbiamo sperimentato in altri giochi.
La closed beta del gioco di Rare ci mette subito nei panni di un pirata che non possiamo personalizzare nell’aspetto, a bordo di una nave occupata da almeno un altro utente (questo se scegliessimo, prima dell’avvio della partita, di giocare in una ciurma organizzata automaticamente dal matchmaking del gioco.
Da subito ci troviamo di fronte ad una libertà di andare dove vogliamo che, sulle prime, coglie di sorpresa e lascia un leggero senso di smarrimento. Sensazione che passa nel giro di qualche minuto, quando il nostro (o i nostri) compagni di avventura iniziano a farsi sentire (via chat o microfono) per far convergere i nostri sforzi.
…YOU ARE A PIRATE
Sea of Thieves, dopo un avvio senza tutorial e senza guide, dopo qualche minuto di smarrimento iniziale perché ci è poco chiara la rotta da prendere, inizia a dare il meglio di sé. Scesi dalla nave siamo andati in una locanda, su un atollo, a prendere l’incarico di trovare un tesoro nascosto. Il nostro compagno di viaggio ha preso la mappa prima di noi e ci mostra la X che indica il punto dove scavare nella mappa.
Sperando che almeno lui abbia una pala per scavare, ci rimettiamo in nave, issiamo l’ancora spingendo l’argano e spieghiamo le vele per permettere al vento di gonfiarle.
Già, bisogna padroneggiare rudimenti di navigazione a vela per sfruttare al meglio le correnti d’aria che spazzano i fantasiosi Caraibi di Sea of Thieves e questo è il primo dettaglio sopraffino che ci ha lasciato a bocca aperta. Mentre il nostro compagno era al timone, noi siamo saliti sul posto di vedetta e quando abbiamo visto l’isola profilarsi all’orizzonte abbiamo suonato la campana per avvertire l’altro che la terra era in vista, la rotta era corretta.
Una volta arrivati, abbiamo fissato l’ancora e abbiamo raggiunto a nuovo la battigia, scoprendo che l’isola apparentemente disabitata, in realtà, era difesa da scheletri tornati in vita, prontamente fatti a pezzi da un paio di sciabolate ben assestate. Dopo qualche minuto di ricerca del punto in cui scavare, finalmente il nostro compagno mette mano alla pala e porta alla luce un forziere. La prima missione è già stata completata e ci rimettiamo in nave per andarne a cercare un’altra da compiere.
RITMO ALTALENANTE MA MAI NOIOSO
Quello che ci ha più sorpreso di Sea of Thieves è la sua capacità di catalizzare l’attenzione in ogni momento di gioco, anche in quei frangenti in cui qualcuno potrebbe obbiettare che non si faccia niente, come quando si attraversa l’oceano da un’isola all’altra. In realtà c’è sempre qualcosa da fare, da vedere, da dire ai compagni di squadra e questo fa, dell’ultima fatica di Rare, un videogioco che stanca molto difficilmente. Quando il ritmo aumenta, bisogna menar le mani oppure occorre esplorare alla ricerca del punto X di una mappa, poi, siamo talmente presi dalle cose da fare che non ci accorgiamo del tempo che passa.
La più grande paura che gravita intorno a Sea of Thieves è questa: che possa difficilmente coinvolgere i giocatori “mordi e fuggi”. Noi pensiamo che non sia un gioco pensato per chi abbia poco tempo o per chi è solo e ha difficoltà a tessere legami in giochi “social” come gli Mmo. La natura sempre online e spiccatamente cooperativa, infatti, rende Sea of Thieves il gioco dei sogni per chi cerca un titolo che fa del survival, dell’avventura e della profonda comunicazione e collaborazione i suoi cavalli di battaglia.
Questi gruppi di amici, difficilmente potrebbero restare delusi da Rare e dal suo gioco dei pirati. Ma rimandiamo ogni verdetto al prossimo marzo.
COMMENTO FINALE
Sea of Thieves si preannuncia come un titolo interessante e dedicato a tutti coloro che cercano un’esperienza spiccatamente cooperativa a base di pirati, esplorazione e avventure in fantasiosi Caraibi. Gli sforzi di Rare per realizzare un granitico videogioco che possa intrattenere per ore ed ore senza mai stancare sono percepibili ma c’è ancora del lavoro da fare per perfezionare i ritmi tra le fasi d’azione e quelle di calma.
Da una prospettiva in prima persona, armati di sciabola, moschetto, pistola e tutto il necessario per navigare, andare all’abbordaggio o esplorare misteriose isole difese da scheletri ed altre minacce, Sea of Thieves si lascia giocare con piacere e le ore passano senza che ci facciamo caso. La comunicazione, in gioco del genere, diventa di vitale importanza e tutti i cuori solitari o i più timidi tra i videogiocatori avranno parecchia difficoltà a cooperare con gli altri, senza un opportuno microfono o tanta maestria per comunicare via chat.
Tecnicamente, la closed beta da noi provata, si presenza già abbastanza bene, senza molti fronzoli, tanto stile e una buona fluidità nonostante una macchina da gioco – la nostra – non proprio all’ultimo grido. Questo fa ben sperare per l’accessibilità di un gioco che, potenzialmente, potrebbe raggiungere le masse quasi come accadde per Minecraft.
Sea of Thieves arriverà ufficialmente sui nostri schermi il prossimo 20 marzo, per Xbox One e Windows 10, con l’interessantissima modalità cross-play che permette al popolo del joypad di giocare insieme a quello da mouse e tastiera per creare una grande, pulsante, community intorno all’ultimo, ambizioso, progetto di Rare.
Pregi: Visivamente pregevole e fluido. Punta forte su cooperazione e comunicazione. Si lascia giocare per ore senza cadere in vera e propria noia.
Difetti: I più esigenti non gradiranno le lunghe traversate marittime tra un’isola e l’altra. Solo in prima persona, astenersi chi soffre di motion sickness.