Arti marziali in un contesto “open world” piuttosto atipico ma al tempo stesso affascinante. Absolver, la prima fatica dei francesi di Sloclap, ci parla in modo molto criptico del mondo di Adal, ormai in decadenza, e del cammino verso la perfezione dei prescelti nella ripida strada per diventare l’Absolver.
Uscito a fine agosto, su Pc tramite Steam e su PS4 grazie anche al lavoro di Devolver Digital, questo titolo ha fatto parlare di sé per le sue particolarità. Sarà stato in grado di fare breccia nei nostri cuori?
Abbiamo giocato la versione Steam, ecco cosa ne pensiamo.
LA LUNGA ED IMPERVIA SCALATA VERSO LA PERFEZIONE
I giocatori sono degli anonimi adepti chiamati generalmente Prospect che indossano una maschera. Agli occhi dei maestri appaino come esseri spogli di tutto. Il passato non conta più. Adesso si è anonimi. Gli unici ricordi sono legati a quello che fisicamente si è imparato. Ma la forza è nulla senza il controllo, i colpi sono vuoti senza stile. Dopo aver imparato i movimenti “meccanici” bisogna elevarsi. E per farlo bisogna indossare la maschera e scordarsi di tutto. Questa è una rinuncia obbligatoria per aspirare a diventare il guerriero perfetto, senza macchia, senza paura, senza difetti. Imbattibile. Colui che porterà la pace in un mondo in disarmo sconfiggendo i sei individui conosciuti come i Marchiati… ed i relativi mini-boss con tanto di scagnozzi.
In Absolver saremo noi a scrivere la nostra storia personale attraverso quello che faremo, anzi, attraverso i nostri combattimenti e quello che impareremo.
Ed è il gameplay ad essere protagonista di questa produzione indie piuttosto affascinante. Se non fosse per la maschera potremmo accostare questo nostro cammino a quello del protagonista della serie televisiva Kung Fu benché le ambientazioni siano totalmente diverse.
UN PO’ PICCHIADURO, UN PO’ GDR, UN PO’ ADVENTURE
Il sistema di combattimento di Absolver è piuttosto complesso ma ben sviluppato mentre arricchisce tutto la crescita del personaggio in stile ruolistico. Ogni combattimento che vinceremo, sia contro i giocatori che contro i bot guidati dall’intelligenza artificiale, offrono punti esperienza. Ad ogni avanzamento di livello possiamo spendere un singolo punto per migliorare le caratteristiche: potenza, controllo, resistenza, agilità e così via. Questi serviranno ad aumentare le nostre statistiche per essere più efficaci. Ma ogni vittoria porta anche alla conoscenza di mosse che arricchiranno il nostro repertorio. Certo, il loro utilizzo è legato alla conoscenza degli stili nonché al nostro livello personaggio.
Il gioco inizia con la possibilità di creare il nostro alter ego che peregrinerà nel mondo di Adal, l’aspetto iniziale (che lascia il tempo che trova) ed anche il proprio stile di combattimento. Si potrà scegliere fra tre metodi tradizionali più uno: Forsaken, Kahlt e Windfall, rispettivamente distinti per la loro capacità unica di parare, incassare e schivare. Del quarto ve ne parleremo subito dopo. Ecco una piccola scheda riepilogativa a tal proposito:
Metodo Kahlt– Assorbe i colpi senza essere storditi o spinti indietro e rigenera la salute persa con ogni attacco;
Forsaken– Equilibrato e potente, si possono sconfiggere gli attacchi nemici e stordire brevemente gli avversari;
Windfall– Maggiore destrezza e volontà, le prospettive possono evitare attacchi nemici lasciandoli aperti a un potente contrattacco.
Ognuno di essi ha un set di mosse base. Attacchi rapidi o potenti sono attivati dalla pressione di due tasti. Possiamo affibiare le nostre sequenze ed affidarle al nostro personaggio fino ad un massimo di quattro istanze. E si può equipaggiare il nostro combattente con quello che troveremo lungo la strada. Non saranno soltanto cambiamenti estetici ma anche di sostanza.
Proprio come in un gdr, infatti, avremo dei benefici nell’indossare questa o quella protezione. Dovremo anche scegliere, in base alla nostra idea di sviluppo del personaggio, su cosa sia meglio optare: protezioni pesanti che tolgono velocità ed assorbono danni, o leggere che supportano in velocità e potenza? Questo lo sceglieremo noi e visto che la componente PvP data l’essenza Always Online (connessione perenne, anche se è possibile giocare in solitaria) sarà utile puntare sull’effetto sorpresa o avere un vasto repertorio di mosse.
Ma non finisce qui. Il gameplay offre altro. Grazie alla possibilità di meditare sarà possibile, oltre a gestire il passaggio di livello, anche potere accedere all’opzione allenamento, una dimensione speciale dove sarà possibile allenarsi ed affinare le mosse a nostra disposizione. Questo si ottiene meditando di fronte agli altari che fanno da check point lungo le varie ambientazioni del mondo di gioco.
E non finisce qui: c’è spazio, come detto, per il quarto stile: Stagger Style. Per acquisirlo bisognerà sconfiggere un boss che utilizza questa tecnica “barcollante”. Non sarà facile stanarlo ma una volta sconfitto si potrà accedere ad una parte segreta di Absolver. Fatto il necessario, si acquisirà lo stile e si potrà utilizzarlo nel set base.
UNA CRESCITA CHE DA’ SODDISFAZIONI
Una cosa che ci è molto piaciuta di Absolver è la sensazione di crescita e miglioramento del personaggio. Da umile ed anonimo adepto sconfitto da tutto e da tutti ad un combattente che si fa rispettare il passo è lungo ma al tempo stesso soddisfacente.
I miglioramenti sono costanti ma possono essere anche lenti a seconda delle nostre capacità di affinare le nostre tecniche e le mosse. Il set diventerà sempre più ampio. Per apprendere le mosse sarà sufficiente parare la stessa mossa un certo numero di volte ed a quel punto un indicatore ci dirà che avremo acquisito quel colpo. Anche parare non sarà facile: abusando di questo fondamentale in combattimento ci si stancherà e si rischierà di essere in balia degli attacchi nemici.
Se nel PvE (combattimenti contro l’intelligenza artificiale) si può anche essere ripetitivi vista la relativa facilità con la quale gli automi ci attaccano (almeno all’inizio perché poi sarà un po’ più dura), nel PvP bisognerà ingegnarsi. L’effetto sorpresa può essere l’asso nella manica e comunque una tattica oculata servirà ad evitare bastonate a ripetizione: attaccare a testa bassa non servirà neppure quando in PvE si sarà in inferiorità numerica. In quel caso le cose si fanno serie anche perché può capitare di essere di fronte a 3-4 scagnozzi guidati dalla IA. Non sarà facile e ci vorrà pazienza. Difficilmente, nello scontro diretto uno contro uno si avranno difficoltà. Attaccare con varietà e schivare sarà sufficiente anche per evitare di essere colpiti.
Ah, bisogna dire che in Absolver gli scontri PvP e PvE si susseguono in libertà. Sarà anche possibile interagire con gli altri giocatori e combattere assieme contro altri giocatori o bot. Vi sono diversi comandi social per comunicare: è buona norma salutare quando si incontra un nuovo giocatore e poi beh, confrontare le altre movenze e capire le intenzioni. Non ci sono parole ma semplici gesti. Starà a noi essere leali o traditori. Competitivi o cooperativi? Questo è il dilemma.
Ovviamente il consiglio è quello di collaborare anche perché è la cosa migliore da fare anche per conoscere la “geografia” del mondo di Absolver. Sarà facile perdersi in questo territorio. Ma la collaborazione porta anche ad imparare più velocemente mosse e stili. I giocatori più esperti realizzeranno i propri Combat Deck personalizzati e la propria scuola di arti marziali. Chi vuole può aderire diventando uno studente ed usufruire delle mosse del Mentore che sono messe temporaneamente a disposizione e diventano accessibili nelle schermaglie. Insomma, socializzare, porterà ad un maggiore e più rapido sviluppo visto che si acquisiranno tante conoscenze.
ALTRE CARATTERISTICHE
La nostra descrizione sul gameplay di Absolver però non è ancora completata. Gli sviluppatori hanno lavorato tanto per offrire un sistema di combattimento e di gestione del personaggio profondo. Ed è giusto parlare anche della possibilità di utilizzare armi ed abilità secondarie. Proprio come in un gdr classico. Le armi sono generalmente delle lame ma si possono usare anche dei guanti rinforzati (qualcosa di simile a dei tirapugni rudimentali) oltre alla possibilità di avere un vero e proprio combat deck (una sequenza di mosse) che possono essere spettacolari.
L’utilizzo delle armi è raccomandabile quando, come spiegato in precedenza, ci si trovi di fronte a più nemici in contemporanea. Risse 3 o 4 o addirittura 5 contro 1 possono verificarsi ed a quel punto l’aiuto di un’arma bianca può darci qualche leggero vantaggio dove questo si concretizza nel fare più danni non certo nella certezza di avere la meglio.
Ci sono anche dei Perk, delle abilità che possono essere equipaggiate (fino a due alla volta) e che offrono vantaggi sul momento. Qualcuna offre l’opportunità di recuperare all’istante alcuni punti ferita, altri ci fanno rilasciare onde d’urto che allontanano e stordiscono i nemici ma ci sono anche dei veri e propri “incantesimi” che danno dei malus. Questi Perk si attivano salendo di livello in livello. Ognuna avrà il suo costo in consumo. Più avanti si andrà, più potenti saranno queste abilità.
Insomma, Absolver sotto questo aspetto ci è sembrato molto maturo ed interessante. Nulla di innovativo forse ma un titolo che si lascia giocare offrendo anche una discreta varietà di cose da fare e luoghi da visitare. Tante le arene disseminate dove è possibile testare le proprie abilità in combattimenti diversi (anche 2 contro 2 e 3 contro 3). Anche una specie di modalità ad ondate dove si combatteranno dei boss ed i suoi adepti.
Da un lato Absolver offre una storia criptica, tanta azione, tante (ma non tantissime) cose da imparare ma offre una sola missione che si può concludere in qualche ora. Una trama più articolata forse avrebbe fatto bene all’economia del gioco che ci lascia, tuttavia, liberi di fare ciò che vogliamo per le vie di Adal. In multiplayer probabilmente, il titolo dà il suo meglio ma anche qui ci sarebbero potuti essere degli eventi dedicati proprio come accade nei mmorpg. Chissà, magari, che in un prossimo futuro, gli sviluppatori non possano cogliere questi suggerimenti ed arricchire il gioco con modalità e nuove storie.
UNA SELVAGGIA NATURA ACCAREZZA LE ROVINE DI ADAL
Dal punto di vista grafico, Absolver è piuttosto gradevole. Lo stile artistico ci ha colpito particolarmente. Del resto, l’Unreal Engine che muove tutto è un motore piuttosto potente. Il nostro viaggio lungo le ambientazioni open world (piuttosto anomale) ci poterà in luoghi dove la natura selvaggia è a tratti spettacolare ed al tempo stesso rilassante. La vegetazione accarezza ed ingentilisce, sia pure nella sua asperità, le rovine che testimoniano una civiltà una volta imponente, adesso in abbandono. La visuale è in terza persona con telecamera libera ed è abbastanza comoda. Se non si sta attenti, però, soprattutto nella foga dei combattimenti, si potrebbe fare confusione con le inquadrature.
Lungo il nostro peregrinare capiterà spesso e volentieri di perderci nonostante si tratti di un open world abbastanza labirintico. Non tanto per la vastità delle location ma quanto per la loro conformazione e collegamento tra loro. La mappa è discretamente grande (non aspettatevi Skyrim ad esempio). Fa la differenza la presenza di numerose viuzze, alcune che non portano a nulla, altre che portano a piccole diramazioni o a deviazioni.
Si ha la sensazione, nonostante la natura squisitamente multigiocatore online, di trovarsi in una strana solitudine: tra il proprio alter ego e la natura con testimonianze architettoniche di tempi che furono. Ci si chiede cosa sia successo ad Adal e nel frattempo si ammirano i boschetti, o particolari alberi che ci riportano alla cultura asiatica (qualche scorcio ci ha perfino ricordato l’isola di Lin Fen dell’immortale capolavoro che risponde al nome di The Last Ninja 1 su C64) mentre alcuni scorci ci hanno riportato alla mente alcuni paesaggi fantascientifici soprattutto per l’ardire architettonico di alcune porte e costruzioni.
Molto belle anche le arene mentre i lottatori (dall’aspetto variegato, alcuni sembrano ninja, altri dei gladiatori dell’antica Roma, ndr) si muovono con eleganza e stile grazie ad ottime animazioni. Ogni tanto, però, i rallentamenti si notano e questo è un peccato perché a volte, nella concitazione della lotta dove il tempismo è tutto o è quanto meno fondamentale, può bastare quel piccolo lag per perdere il filo del discorso ed il combattimento. Interessanti anche gli effetti luce ed ombre anche se in qualche occasione i passaggi dal buio alla luce (e viceversa) ci sono sembrati troppo violenti con innaturali sbalzi di luce. Le ombreggiature, inoltre, ogni tanto, tentennavano soprattutto in alcune scene di intermezzo. Altro peccatuccio sta nel fatto che data la conformazione delle mappe di gioco, si tenda a ritornare anche inconsapevolmente sugli stessi luoghi. Se da un lato può essere utile, dall’altro – soprattutto agli inizi – può stancare.
Il sonoro offre buonissimi effetti sonori ed ambientali che aiutano, quando si è soli, a rilassarsi anche mentalmente.
COMMENTO FINALE
Absolver è un gioco molto riflessivo. Una volta immersi nella mentalità introspettiva del titolo ed aver imparato i primi rudimenti, tutto diventa interessante. Il gameplay offerto da Sloclap è profondo ed offre tante sfumature tattiche di rilievo.
La crescita del personaggio è molto gradevole con sfumature gdr mai troppo lodate ed un sistema di progressione e personalizzazione intelligente. Anche il modo di imparare le mosse ha il suo perché e la natura online del gioco non deve far paura. Volendo si può giocare anche affrontando solo l’intelligenza artificiale ma si perdono molte sfumature.
In termini di longevità, Absolver può durare dalle 7-8 ore a tempi decisamente più lunghi. Se non ci si stanca dell’ambientazione o del gameplay, il titolo può offrire ampie soddisfazioni. Le fasi di combattimento, soprattutto contro gli altri utenti richiedono astuzia, tattica, ragionamento e costanza. Tutte doti che sono espresse nelle arti marziali, protagoniste del gioco. Picchiare a testa bassa non servirà praticamente a nulla. È vero, però, che generalmente il tutto si riduce in combattimenti che non hanno troppa varietà di mosse. Queste, infatti, non sono tantissime e quindi si rischia di ripetersi. Stesso dicasi per il discorso esplorazione: la conformazione del mondo di gioco ci porta a ritornare sugli stessi luoghi anche inconsapevolmente ed a perdere la strada. Colpa, secondo noi, anche di un un insieme davvero troppo criptico dove l’unico scopo è combattere, imparare e combattere. Senza sosta.
Tecnicamente parlando, gli sviluppatori hanno fatto un bel lavoro soprattutto dal punto di vista artistico regalandoci paesaggi incantevoli alternati a spazi più bui o desolati o ad imponenti costruzioni. Un mix suggestivo che trova, tuttavia, alcune piccole incertezze nella gestione di luci ed ombre ed in qualche rallentamento (e lag) quando l’azione si fa frenetica. Questi problemi sono comunque limati e tenuti sott’occhio dagli sviluppatori.
Absolver, nonostante tutto, ci è piaciuto per tanti motivi: gameplay profondo (che però alla lunga può diventare ripetitivo), costruzione del proprio personaggio e combattimenti sempre vari anche se forse il numero di mosse a nostra disposizione sarebbe potuto essere ancora maggiore. Ci ha conquistati dal punto di vista artistico. È un gioco consigliato a tutti, soprattutto a chi non ama i ritmi veloci ed è propenso al sacrificio. Forse qualche contenuto supplementare ed un minore alone di mistero generale avrebbero aiutato ancor di più.
Absolver rimane, comunque, sicuramente un titolo consigliato. Una esperienza interessante.
Pregi
Artisticamente è un bel vedere. Graficamente vario. Gameplay profondo con un’ottima crescita e gestione del personaggio. Se preso per il verso giusto è decisamente appagante. Spinge a migliorarsi.
Difetti
Qualche rallentamento e Lag online. Alla lunga può diventare ripetitivo. Potrebbe stancare subito per mancanza di varietà di missioni.
Voto
8
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