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RedOut: Lightspeed Edition, Recensione PS4

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Il 2 settembre dello scorso anno, gli italianissimi sviluppatori di 34BigThings pubblicano RedOut, gioco di corse futuristiche che si ispira fortemente a Wipeout e a F-Zero: due mostri sacri di un sotto-genere, quello delle corse arcade tra navette, che mai come negli ultimi dodici mesi ha goduto di tanti esponenti di spicco e di qualità elevatissima (su Switch è anche arrivato Fast RMX).

L’oggetto di questa recensione è RedOut: Lightspeed Edition, una sorta di edizione definitiva, arrivata ad un anno dall’originale, che porta con sé tutti gli aggiornamenti ed i dlc fino ad ora usciti in un’unica, solida, versione “da salotto”, per PS4 e Xbox One. Switch e Xbox One X attendono una versione del gioco ad hoc, sulle quali gli sviluppatori stanno lavorando.

EDIZIONE VELOCITA’ DELLA LUCE

Redout_splitscreen_03

La versione PS4 e Xbox One di RedOut non si discosta chissà quanto dalla controparte Pc, riguardo alla quale abbiamo scritto il 6 ottobre dello scorso anno. Ma è avvalorata da tutti gli aggiornamenti che si sono susseguiti nel corso degli ultimi dodici mesi, tutte le aggiunzioni e tutte le migliorie, arrivando così ad offrire gare singole, multigiocatore, prove a tempo, una modalità carriera e tanto, tantissimo, sudore per scrivere il proprio nome nel libro dei record di RedOut.

Diversamente dalla controparte che abbiamo provato su Steam, lo stato delle cose su una normalissima PS4 (o una Xbox One) è un perfetto compromesso tra una presentazione visiva più che buona e una fluidità appena accettabile. Su PS4 Pro (come abbiamo dato notizia) e sulla futura Xbox One X, invece, il discorso cambia, potendo offrire più dettagli visivi e – soprattutto – quella fatidica fluidità massima (i 60 fotogrammi al secondo tanto ventilati da anni) che rende RedOut un autentico “Wipeout all’italiana”, con una personalità tutta propria, che lo rende si – un gioco ispiratissimo – ma anche originale, singolare.

La velocità di esecuzione sulle console “normali” è altalenante, spesso tarata verso il basso, facendo perdere l’effetto “velocità della luce” che tanta meraviglia suscita su Pc e console “premium”.

TRA WIPEOUT E F-ZERO MA SEMPRE E SOLO REDOUT

RedOut: Lightspeed Edition, per chi non lo sapesse, attinge a piene mani dalle fatiche dell’allora Psygnosis e Nintendo ma riesce – clamorosamente e felicemente – ad imporre uno standard di giocabilità che non sfocia nel mero plagio. Meno potenziamenti, poca varietà di offesa e un impianto focalizzato più sulle effettive capacità di guida che sull’abilità di usare trappole e trucchi. Ne viene fuori un titolo che si, somiglia a Wipeout a partire dal titolo, ma più ci si gioca e più ne risulta distante, quasi diametralmente opposto a tratti, come se ad un certo punto iniziasse ad ammiccare a F-Zero.

L’abilità di 34BigThings è stata quella di realizzare un titolo che riesce a reggersi sulle proprie gambe, un ibrido che vive di personalità propria, che brilla di luce propria e si pone come prima scelta se si cercasse un alternativa al “solito” Wipeout.

Peccato, davvero peccato per la disparità di trattamento da console deboli e console potenti, come dispiace constatare che le cosiddette “mostruosità di potenza” del 2013 non riescano a reggere il confronto con i Pc di fascia media e debbano limitarsi a far correre 6 giocatori per volta nelle competizioni online, invece che i canonici 12.

COMMENTO FINALE

RedOut: Lightspeed Edition è l’edizione definitiva di RedOut dell’italianissimo studio 34BigThings. Comprende, infatti, tutti gli aggiornamenti e le espansioni che si sono avvicendate da un anno a questa parte (il gioco originale approdava su Pc esattamente il 2 settembre di un anno fa). Si tratta di un racing futuristico di corse tra astronavi che levitano da terra pochi metri, a velocità folli, battagliando per la prima posizione o per il miglior tempo su giro. Molti tracciati, inoltre, sono ambientati in una Terra decadente nel ventiseiesimo secolo ed è ormai diventata il palcoscenico per queste corse altamente spettacolari che hanno sostituito le vecchie corse con le monoposto.

Graficamente parlando, per quanto riguarda la versione PS4, che abbiamo provato, segnaliamo un ottimo compromesso tra qualità visiva e fluidità. Purtroppo, lontano da Pc, PS4 Pro e Xbox One X (di cui è già stata annunciata una versione), bisogna accontentarsi di una fluidità tarata verso il basso, del tutto lontana dalla frenesia e dalla velocità trasmessa da giochi tipo Wipeout, a cui questo titolo si ispira parecchio.

Joypad alla mano, invece, si tratta di aver tra le mani un titolo estremamente stimolante, dalla curva di apprendimento ben tarata, che mette in difficoltà nei livelli più avanzati anche i più bravi piloti esistenti. La quantità di piste, ambientazioni e astronavi garantisce, poi, un livello di varietà e rigiocabilità tanto rari quanto positivi: una vera rarità di questi tempi.

Insomma: chi ha una PS4 (meglio se Pro) e tanta voglia di viaggiare a velocità folli, sfiorando la (virtuale) morte per schianto durante corse adrenaliniche e futuristiche, troverà certamente in RedOut un sostituto naturale di Wipeout: Omega Collection, che resta sul “trono” del suo sotto-genere di corse unicamente per la fluidità garantita e una pulizia grafica che RedOut ha, ma non può garantire a tutti.

 

Pregi

Visivamente impressionante. Gameplay tanto ispirato quanto originale. Decine di piste e astronavi. Modalità a schermo diviso. Modalità carriera lunga, difficile e appassionante.

Difetti

Su PS4 (non Pro) la fluidità viene sacrificata sull’altare del compromesso grafico. Meno persone sul multiplayer: solo 6 per volta.

Voto

8,5

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