In un tempo in cui gli sparatutto competitivi multigiocatore sono saldamente in mano a Overwatch di Blizzard (idolo delle masse e dei casual players) e Counterstrike di Valve (in qualsivoglia sua declinazione), senza mai tralasciare, praticamente a parimerito, Team Fortress 2, chiara fonte di ispirazione per l’ultimo di casa Blizzard, ecco farsi largo Quake Champions: sparatutto multigiocatore d’altri tempi, a suo modo un pioniere del genere nonché pietra miliare. Sviluppato sotto bandiera Bethesda, da iD Software e Saber Interactive, si tratta di un grande ritorno del marchio Quake, dopo 18 anni di assenza dal palco del multigiocatore competitivo.
Vi parliamo in questa anteprima della versione entrata in Early Access su Steam lo scorso 22 agosto. Buona lettura.
UN SALTO NEL PASSATO
Approdato, inizialmente, solo su Pc ad opera di iD Software per GT Interactive, Quake raggiunge scaffali e monitor nel lontano – videoludicamente parlando – 1996: ventuno anni fa. Si tratta del primo sparatutto interamente tridimensionale, arrivato dopo Wolfenstein 3D e i due Doom, che pur facendoci muovere in ambienti tridimensionali, erano ancora basati su una tecnologia che si fondava sugli sprite e non sui poligoni.
Nel 1997 arriva Quake II, del tutto slegato dalla trama interrotta nel prequel e decisamente un passo avanti nell’evoluzione del genere degli sparatutto in prima persona. Ad un impressionante impianto tecnico, sempre totalmente poligonale, si affianca una trama di tutto rispetto che aderisce ai canoni di quel tempo (un protagonista solitario contro un intero esercito di nemici, che deve prima sabotare e poi distruggere ogni punto di forza degli avversari). Half-Life e i suoi stilemi narrativi sarebbero arrivati da lì a poco, con lo stesso effetto che ebbe il meteorite di milioni di anni fa, che estinse i dinosauri.
Quake III Arena arriva nel 1999, non si collega alla trama del secondo episodio e non prevede modalità solitaria. Si presenta al mondo con quell’iD Tech 3, motore grafico derivato dal primo Quake ma saturato da anni di implementazioni e ottimizzazioni che lascia molti a bocca aperta, anche sviluppatori di terze parti che consegneranno alla storia giochi quali America Mcgee’s Alice di Rogue Entertainment, Return to Castle: Wolfenstein di Grey Matter Interactive, Medal of Honor: Allied Assault di Electronic Arts e Call of Duty di Infinity Ward.
Quake Champions, se ci passate il termine, ignora bellamente Quake IV ed Enemy Territory: Quake Wars per vantare le sue radici proprio da Quake III Arena e dal suo derivato Quake Live (una versione modificata del 2008). Parola d’ordine “Multiplayer”, quindi, senza ignorare una piazza ormai satura di sparatutto in soggettiva che si sono conquistati anche notevoli fette di utenza, anche molto affezionata. Dopo diciotto anni, dunque, i tempi sono anagraficamente maturi per farsi conoscere e giocare da tutto il mondo, soprattutto dalle nuove generazioni.
PER TORNARE NEL PRESENTE
Quake Champions è il risultato di uno sviluppo che va avanti, come minimo, da un paio d’anni e cerca di richiamare a sé l’attenzione della vecchia guardia di giocatori che si divertivano su Quake III fin dal ‘99, ma anche le nuove leve che poterono giocare a Quake Live dal 2008. Il motore grafico sarà iD Tech 6, con molti aspetti presi in prestito dall’ultimo Doom ma con molteplici accorgimenti per adattarlo allo scopo di uno sparatutto competitivo con velleità eSports. Prova ne sia anche il torneo mondiale che si è concluso pochi giorni fa alla QuakeCon 2017 e che ha visto spartire un montepremi non indifferente di un milione di dollari.
Il titolo si presenta con quella disposizione, ormai tipicamente in “salsa Overwatch” in cui dominano la scena alcuni personaggi che vorrebbero diventare icone di richiamo e di affezione. Non mancano nemmeno i classici “forzieri”, divisi per tipo e per importanza di ricompensa, che premiano il giocatore più costante.
Per rendersi più appetibile, al termine della fase di Accesso Anticipato (Early Access) in cui si trova tutt’ora, Quake Champions sarà giocabile gratuitamente da tutti gli interessati, che avranno, come unica limitazione, la facoltà di scegliere un solo personaggio tra i 12 che saranno a disposizione: il Ranger. Per ottenere tutti i personaggi, basta acquistare il pacchetto “Champions” oppure, a prezzo inferiore, il corrispettivo per l’eroe desiderato.
Ogni eroe avrà, dalla sua, abilità e poteri personalizzati, che possono essere arricchiti da pezzi di equipaggiamento che possono, in minima parte, influenzarli. Saggiamente, la presenza di poteri speciali non disturba perché non ha un’attivazione ridondante una manciata di secondi: l’attesa è più lunga e quindi per gran parte della partita bisogna fare affidamento alle proprie abilità.
Ogni personaggio ha una piccola storia alle spalle, indice che gli sviluppatori sono attenti a quanto offre la concorrenza e non vogliono essere da meno, presentando degli alter-ego ben caratterizzati, con un background narrativo che ne spieghi l’indole, il perché si vestono o si presentano in un certo modo. Non mancano figure di spicco di altri giochi Bethesda, come il soldato B.J. Blazkowitcz eroe dei Wolfenstein (compresi gli ultimi episodi) o il Doom Slayer (affettuosamente conosciuto come “Doomguy”): il super-soldato visto in azione nell’ultimo Doom.
PUBBLICO E CONCORRENZA SPIETATI
Al momento troviamo: quattro modalità di gioco tanto frenetiche quanto caotiche, undici personaggi discretamente carismatici, otto mappe non proprio ispiratissime sul piatto dell’offerta principale. Scavando ancora più in profondità segnaliamo la possibilità di fare partite personalizzate per esondare un minimo dall’offerta tracciata.
Infine vogliamo fare un plauso per la presenza di ben tre monete di gioco, tipiche di ogni titolo gratuito: troviamo le classiche monete che ci vengono date, in abbondanza, giocando partite e completando incarichi di abilità; ci sono le monete “premium” che si possono ottenere solo pagando denaro vero ed infine di cono dei frammenti, ottenibili dalla distruzione di oggetti doppioni o che non ci interessano, che ci permettono di forgiare l’oggetto estetico dei nostri desideri. Insomma: con una grande dose di pazienza e tanta costanza, si può venire a capo di ogni contenuto di gioco, semplicemente, giocando tanto.
Quake Champions ha superato una fase di Closed Beta, una di Open Beta e tutt’ora si trova in Early Access per raccogliere importanti feedback dalla community per poter garantire un gioco a misura di videogiocatore. La concorrenza, formata dai titoli già citati in apertura, ma soprattutto quell’inossidabile Overwatch da cui, Quake Champions, sembra prendere almeno un paio di licenze poetiche, potrebbe essere l’ostacolo più grande da superare. Si aggiunge alle insidie per il successo sperato un pubblico che non esita ad etichettare, bollare e bocciare quello che non è gradito – specie a qualche importante “influencer” – come avvenne nel caso di Mass Effect: Andromeda, al recente (e più vicino, come genere) Mirage: Arcane Warfare.
Dal punto di vista tecnico, troviamo un titolo già fluido grazie anche ad un sapiente utilizzo del motore grafico (proprietario, tra l’altro). Il motore di gioco è molto scalabile, dettaglio non indifferente che mette il titolo in netto vantaggio rispetto ad altri concorrenti, alla portata di configurazioni hardware non proprio recenti. A livelli di dettaglio medio-alti è semplicemente una pura gioia per gli occhi: chi ha giocato Doom sa di cosa stiamo parlando. Null’altro da aggiungere e che conferma quanto di buono visto nella Closed Beta di maggio.
Per approfondire le modalità di gioco, tutti i personaggi e le mappe, rimandiamo alla lettura della recensione, non appena il gioco sarà ufficialmente avviato al grande pubblico: non si sa la data precisa, ma si sa che accadrà entro la fine del 2017.