Hellblade: Senua’s Sacrifice, Recensione Pc

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Annunciato tre anni or sono alla GamesCom, Hellblade: Senua’s Sacrifice è da subito emerso come interessante prodotto di Ninja Theory tutto da capire e da scoprire. Al di là della sontuosa veste grafica, che prometteva di spostare l’asta dello standard grafico su PlayStation 4 (piattaforma per la quale era stato annunciato) poco o nulla si sapeva delle avventure di Senua, se non che fosse sviluppato e prodotto direttamente da Ninja Theory – quindi in maniera del tutto indipendente – e che sarebbe stato un gioco d’azione e avventura in terza persona. Dall’8 agosto scorso tutti i possessori di PlayStation 4 e Pc hanno potuto giocare l’ultima fatica degli sviluppatori di Cambridge.

Noi vi parliamo della versione Pc. Buona lettura.

L’INFERNO DI DANTE SECONDO NINJA THEORY

Dante, il poeta più amato, odiato e studiato dagli italiani sembra essere stato fonte di ispirazione per gli sceneggiatori di Ninja Theory. Hellblade: Senua’s Sacrifice, infatti sembra essere, a suo modo, ricalcato sull’Inferno di Dante. Quest’ultimo viene sostituito da Senua, la protagonista appartenente al popolo dei Pitti che giunge nelle lande norvegesi alla ricerca di un passaggio verso Helheimr, il regno dei morti dei Vichinghi. Il suo scopo è liberare l’anima dell’amato perduto, Dillion, vittima di un saccheggio dei razziatori del nord. Al suo fianco, per gran parte della storia, la affiancherà la voce di Druth, novello Virgilio, guida spirituale, consigliere e narratore di mitologia norrena, quando Senua si imbatte in pietre miliari recanti delle rune norrene.

L’Inferno che affronta Senua coinvolge, oltre alla dea dei morti Hel, anche il mitologico Valravn, mezzo corvo e mezzo lupo, un mostro che si nutre dei caduti in battaglia. Senua affronta anche il dio Surtr, gigante di fuoco e Fenrir, il lupo uccisore-di-dei nella profezia del Ragnarok. Quello che emerge fin dalle prime battute del gioco, però, è che questo inferno norreno che Senua affronta sembra più il parto della sua mente, davvero malata, piuttosto che un luogo davvero esistente nel nostro mondo.

L’INFERNO QUOTIDIANO DI UNA MENTE IN FIAMME

Prima ancora di arrivare al menu principale del gioco, Ninja Theory ci fa sapere che l’esperienza che affrontiamo è estremamente matura e dovrebbero astenersi dal giocarci tutti quelli che hanno sperimentato, specie in via personale, il problema della psicosi. Lavorando a stretto contatto con professionisti del settore, infatti, gli sviluppatori hanno saputo ricreare i disturbi e le sofferenze tipici della psicosi umana, con conseguenti disturbi del pensiero, alterazioni della realtà, deliri ed allucinazioni.

In un tempo, quello che potremmo definire antico o medievale, in cui la psicologia non era certamente materia di studio universitaria, le persone come Senua avevano non pochi problemi ad affrontare la quotidianità. L’ignoranza imperante, su certe malattie della mente, faceva il resto, unita ad un fondamentalismo religioso che definire sanguinario è eufemistico. Hellblade: Senua’s Sacrifice narra di una ragazza che soffre di grave psicosi e della sua lotta interiore per tenerla a bada, delle sue lotte contro “i normali” per conquistarsi un posto in questo mondo che ha paura del diverso e dell’ignoto. Tutto potrebbe essere interpretato come una grande metafora della vita di Senua ed il modo in cui è realizzato, questo “tutto” è a dir poco stupefacente.

TANTO INDIPENDENTE QUANTO TRIPLA A

Negli ultimi anni, per comodità, potremmo dividere l’industria dei videogiochi in produzioni indipendenti e AAA (o tripla A). Queste ultime sono le classiche produzioni in seno ai grandi publisher e ricchi produttori, che supportano gli studi di sviluppo con quantità di denaro non indifferenti, a cui affiancano un solido processo pubblicitario.

Gli indipendenti, invece, sono coloro che si fanno il gioco in casa, si auto-finanziano oppure cercano finanziamenti dal basso, dal popolo, come nei casi delle raccolte fondi di Kickstarter. Ninja Theory ha scelto la strada dell’auto-finanziamento, ha messo a lavoro un team di venti persone, ha chiesto la collaborazione di attori professionisti e ha creato Hellblade: Senua’s Sacrifice. Infine – e quasi in sordina – hanno pubblicato il gioco su Gog.com, Steam e PlayStation 4 a prezzo molto competitivo: circa la metà del normale prezzo di vendita al pubblico.

Spesso si associa, alle produzioni indipendenti, un’aspettativa tecnica rispettabile ma inferiore a quella delle grandi produzioni. Fino ad oggi sembrava quasi impossibile ottenere la stessa perizia grafica, lo stesso livello di dettaglio, le stesse animazioni facciali di un Ryse: Son of Rome, di un Battlefield 1, di un Bayonetta o God of War. Eppure, lo studio Ninja Theory c’è riuscito e ha realizzato un titolo che, tecnicamente, scrive pagine di scuola su come dovrebbero essere realizzati tutti i videogiochi che cercano un certo livello di dettaglio. Al fianco di una componente visiva a dir poco sorprendente, arriva un accompagnamento musicale di altissimo livello, senza dimenticare i convincenti effetti sonori e l’ottima recitazione di tutti gli attori, Senua soprattutto.

NE UCCIDE PIU’ LA MENTE CHE LA SPADA

Hellblade: Senua’s Sacrifice, essendo un gioco d’azione e avventura in terza persona, alterna sapientemente fasi di narrazione a voce, esplorazione e risoluzione di enigmi ambientali (come quelli di Rime, per intenderci) a momenti in cui la protagonista deve mettere mano alla spada, schivare, deflettere e infilzare nemici mostruosi e armati di tutto punto.

Riguardo al combattimento occorre dire che si può giocare in due modi: il primo è quello più ignorante di tutti, cioè si schiva tutto e si pressa rapidamente il tasto dell’attacco veloce fino alla risoluzione del combattimento. E poi c’è l’altro modo, quello che preferiamo, in cui si schiva, si para, si deflette (che è parare all’ultimo istante) così da aprire la guardia del nemico, si prende al volo un attacco a distanza, spesso rispedendolo al mittente. C’è anche la possibilità di inanellare qualche semplice combinazione di colpo, alternando quelli veloci a quelli pesanti, combinazioni spesso terminanti in animazioni ad alto tasso tecnico.

Non mancano i classici boss di fine livello: duri, crudi, spettacolari da vedere e ascoltare. Ma quel che più ci ha convinto è che le fasi di combattimento non ci sembrano superare – in durata e richiesta – quelle di esplorazione ed enigmi. Questo aspetto, sulle prime, ci ha un po’ spiazzato, ma andando avanti nel gioco avevamo più interesse a scoprire i lati oscuri della storia e della personalità di Senua, piuttosto che di affettare i servi di Valravn o di Surtr.

COMMENTO FINALE

Hellblade: Senua’s Sacrifice è un videogioco d’azione e avventura in terza persona, ambientato in un medioevo mitologico e sviluppato da Ninja Theory: gli stessi di Enslaved: Odyssey to the West e Heavenly Sword. Graficamente da lasciare a bocca aperta e parecchio godibile sul fronte della giocabilità. Musica ed effetti sonori risultano semplicemente azzeccatissimi.

La storia di Senua, con i suoi demoni interiori, e il suo viaggio, di dantesca memoria, in un inferno sempre a metà strada fra il fisico ed il metafisico sono realizzati con una dovizia di particolari e un’attenzione per i dettagli da fare invidia a produzioni ben più grandi e costose. Il gioco scorre via velocemente, perché ritmi narrativi e coinvolgimento emotivo sono alti e martellanti. A qualcuno potrebbe non piacere il grado d’azione proposto, decisamente inferiore a quello dell’esplorazione e della risoluzione di enigmi ambientali (come quelli trovati in Rime o in The Witness). Contrariamente a Rime, però, ogni cosa che Senua fa per sbloccare una porta e proseguire ha un significato più o meno profondo e ogni cosa è spiegata, motivata.

Di breve durata, si porta a termine in poco meno di dieci ore, venduto a prezzo contenuto, diversamente dal solito, Hellblade: Senua’s Sacrifice si candida seriamente come uno dei giochi più belli a segnare questo 2017 (e già sono molti). Unico, difficilmente ripetibile, indimenticabile, consigliatissimo ad un pubblico maturo che cerca una bella storia da vivere e ricordare.

 

Pregi

Tecnicamente eccelso. Artisticamente eccezionale. Storia e protagonista coinvolgenti. Ambientazioni indimenticabili.

Difetti

Poca azione. Grado di sfida basso.

Voto

9