Per le software house che trattano titoli sportivi diventa sempre più difficile sviluppare ogni anno un nuovo gioco, specie quando si tratta di una simulazione calcistica. Ne sa qualcosa Konami, che da tempo cerca di riprendere, tra mille difficoltà, la giusta via per riportare a grandi livelli la sua serie Pro Evolution Soccer.
Poche idee, a volte confuse, e la smania di tornare ai vertici e sorprendere un pubblico dalle aspettative sempre maggiori, soprattutto a causa di una concorrenza che non sembra conoscere ostacoli, fin’ora si sono rivelati un boomerang per l’azienda giapponese, che con l’edizione 2018, almeno nelle intenzioni, vuole partire col piede giusto, fermo restando che il titolo mantiene lo stesso motore grafico di quella precedente e l’impianto di base, ma cerca di aggiungere maggiore varietà e libertà di controllo.
O almeno ci prova, a giudicare dalla Beta che abbiamo sviscerato fino in fondo in questi giorni.
IL MULTIPLAYER ONLINE
Come molti altri appassionati, abbiamo infatti avuto la possibilità di testare il gioco sia nella classiche partite uno contro uno che nell’interessante modalità 3 contro 3, ma abbiamo pensato di farlo fino allo sfinimento, in maniera tale di provare il titolo fino all’ultimo secondo, allo scadere della beta pubblica che avverrà oggi 31 luglio.
Così abbiamo potuto notare i miglioramenti dei server, partiti malissimo nei primi giorni con svariati problemi di connessione stabilità e fluidità generale, dovuto quest’ultimo a un pesante lag presente soprattutto nelle gare a più videogiocatori. Successivamente le cose sono migliorate e oggi, anche se non possiamo parlare di prodotto rifinito e perfettamente funzionante, ci troviamo di fronte a qualcosa di discreto, che avrà bisogno ancora di limature, ma che fa intravedere qualcosa di positivo.
Anche le partite in co-op online 3 contro 3 con altri cinque utenti online si sono svolti in maniera tutto sommato discreta, al netto dei problemi iniziali. Pure qui, qualche sporadico rallentamento, una disconnessione a inizio secondo tempo, e due psicopatici che mentre perdevano 3-0 contro la squadra di chi scrive, hanno cominciato istericamente a fare falli e cose assurde. Ma si sa, il macthmaking non è ancora così evoluto da poter selezionare o meno anche squilibrati e portatori sani di fortuna con la “C” maiuscola.
Perché capitano anche quelli, come ben sapete, che con mezzo tiro in porta di tacco su rimpallo, vincono una partita passata invece a difendersi e a respingere palle sulla linea. Per quanto riguarda proprio il matchmaking, è sembrato funzionare discretamente per quanto riguarda la questione punti e “caratteristiche” acquisite dal videogiocatore, nel metro di giudizio scelto poi per la selezione successiva dei suoi futuri compagni di gara.
Come saprete, ormai, dopo ogni gara disputata in Rete da un utente, il sistema calcola per lui un punteggio basato su fattori come gli assist riusciti, i gol fatti, i tiri pericolosi, i tackle e quant’altro. Così ogni utente si costruisce una reputazione basata su abilità specifiche che poi verranno utilizzate tramite il matchmaking per trovare giocatori con caratteristiche compatibili da affiancare tra loro.
VECCHI DIFETTI
Passando alla giocabilità vera e propria, la prima cosa che ci è saltata subito all’occhio sono stati il ritmo di gioco lento e ragionato, e una discreta fluidità di fondo sia durante la partita vera e propria che durante i replay, che nelle ultime edizioni hanno sofferto a volte in termini di frame rate e pulizia grafica. L’impatto iniziale è stato dunque decisamente gradevole e abbiamo maggiormente apprezzato anche le animazioni dei giocatori, aumentate come da copione, ma non ancora abbastanza da poter competere con quelle del rivale FIFA, e da dare quindi la sensazione di movimento naturale ai calciatori.
Passi in avanti sono stati fatti anche per i tiri dalla distanza, più potenti e realistici, e dall’intelligenza artificiale, nonostante pure qui abbiamo denotato qualche imperfezione di vecchia data come, in fase difensiva, la tendenza delle difese a lasciarsi scavalcare con tagli alti in verticale. Allo stesso modo la risposta dei portieri è come sempre altalenante, con momenti in cui questi parano di tutto, e altri in cui sembrano un tantino addormentati.
Inoltre continuano ad avere una stana fisica nella ricaduta a terra e la mancanza di animazioni di raccordo nei tuffi a mezza altezza, specie quelli con presa. Due difetti che la saga si porta appresso da un po’ di tempo e che non si capisce il perché non vengano risolti.
Parlando di controlli, questi ci sono sembrati incostanti, ad esempio in alcuni frangenti come il passaggio immediato dopo aver ricevuto il pallone si avverte una sorta di “pesantezza” nel gestire la sfera, con movimenti macchinosi del giocatore nell’addomesticarla o girarla subito a un compagno dopo un primo tocco, quasi come se il codice non girasse sempre alla stessa maniera.
COMMENTO FINALE
Da questo punto di vista però, ci riserviamo di risolvere in sede di recensione, dopo una prova approfondita, il nodo su problemi come una risposta dei comandi non sempre immediata, come detto, così come per tutto il resto. Ma a oggi possiamo dire che graficamente e dal punto di vista della regia, Pro Evolution Soccer 2018 fa segnare importanti passi in avanti per la serie rispetto al predecessore, mentre non ci ha convinto del tutto in termini di fluidità della manovra, di animazioni e, in alcuni casi, di fisica.
PREGI: Matchmaking dalle ottime potenzialità. Ritmo di gioco lento e ragionato. Graficamente molto curato con evidenti passi in avanti rispetto alla passata stagione.
DIFETTI: I server alla lunga hanno tenuto discretamente, ma necessitano ancora di lavoro. Intelligenza artificiale dei portieri e delle difese da sistemare. Poco fluido