Dragon Quest Heroes II, Recensione PlayStation 4
A metà strada fra un vero videogioco di ruolo giapponese (Jrpg in gergo) e un hack-and-slash in terza persona sulla falsariga di Dynasty Warriors, Dragon Quest Heroes: L’Albero del mondo e le radici del male approdò su PlayStation 4 nell’ottobre del 2015 per la gioia di tutti gli appassionati.
Dragon Quest Heroes II, arrivato lo scorso fine aprile, è uno spin-off della serie regina – come il suo predecessore del resto – e condivide con quella le ambientazioni e i personaggi secondari, ma non è in alcun modo legato alle storie originali. Sviluppato da Omega Force per Square Enix per PlayStation 4 e su Steam per Pc Windwos, Dragon Quest Heroes II può essere goduto anche come episodio indipendente, perché non è direttamente collegato a quello che lo ha preceduto.
MUSOU DENTRO E DRAGON BALL FUORI
Non ce ne vogliano i puristi, ma il tratto di Akira Toriyama, il maestro mangaka autore – tra i tanti – del celeberrimo Dragon Ball, è inconfondibile e la sua serie più conosciuta e famosa non tarda a riaffiorare nella mente di chi la letta come manga oppure vista come anime. Eppure, non di solo Dragon Ball vive il Toriyama, perché dalla sua penna arriva anche Dr. Slump, in ambito fumettistico. Nel nostro passatempo preferito, invece, oltre che in Dragon Quest, abbiamo riconosciuto le sue opere in Chrono Trigger (originariamente su Super Nintendo e PlayStation) e Blue Dragon (su Xbox 360). Dragon Quest Heroes II offre decine, centinaia, di personaggi che – pur ricordando i più celebri – hanno un proprio stile, un proprio carisma e una propria dimensione artistica. Unitamente al fatto che la pulizia grafica e le animazioni sono ottime, ben realizzate e senza sbavature, possiamo affermare che sembra di giocare un anime originale, pur rievocando quelli storici.
Al di là del mero aspetto estetico e dello stile del disegnatore, Dragon Quest Heroes II si profila come un musou. Per chi non lo sapesse per “musou” si intende quel genere di videogiochi in terza persona che è stato praticamente inventato da Omega Force per Dynasty Warriors. La telecamera è alle spalle del protagonista e il giocatore è chiamato a guidarlo contro colossali eserciti di nemici che vengono spazzati via da lunghe e spettacolari concatenazioni di colpi. Spesso, questi giochi sono portati a termine con la pressione di un solo pulsante, risultando tanto facili quanto ripetitivi, tuttavia è una semplificazione che non corrisponde al vero: i giochi di tipo musou offrono una vasta gamma di mosse da eseguire e tanti incarichi da soddisfare durante la battaglia. In questo, Dragon Quest Heroes II non fa eccezione.
Tuttavia la componente da gioco di ruolo si fa notare eccome. Tra punti esperienza da accumulare, avanzamenti di livello, ricompense, tesori e abilità, gli appassionati di sempre si sentiranno quasi a casa. I giocatori della domenica avranno a che fare con un titolo un po’ meno spensierato dei soliti Dynasty Warriors e questo, lasciatecelo dire, non è affatto un male.
COSE NUOVE, BUONE NUOVE
Dragon Quest Heroes II non è un semplice lavoro di cesello unito a semplice “copia-incolla” di contenuti per riproporre la stessa, identica, minestra del “piatto” precedente. Diversamente dal capitolo precedente, qui le componenti da gioco di ruolo sono un po’ più preponderanti. Avremo una città da cui far partire le nostre spedizioni, possiamo esplorare di più, interagire con più personaggi. Sul fronte meramente giocoso assistiamo alla facoltà di cambiare classe di appartenenza, così che possiamo partire da pratici scudo e spada e finire con l’impersonare un potente stregone: la scelta spetta solo a noi.
Altre novità che bisogna evidenziare sono gli effetti atmosferici che influiscono sullo svolgimento della partita, una modalità cooperativa in cui svolgere una missione entro un tempo limite con altri tre amici, la possibilità di importare i salvataggi del capitolo precedente per ottenere i vestiti di Luceus e Aurora (i protagonisti del primo gioco) e di Dragon Quest Builders, che portano in dote nuovi equipaggiamenti. Anche la trama subisce uno stacco e non appare collegata a quella del gioco che precede questo: sette regni sono sull’orlo di una guerra totale, tutti contro tutti, e gli eroi fanno quadrato intorno ai protagonisti per indagare – prima – e debellare la causa dell’inimicizia tra i popoli per la salvezza del continente in cui vivono.
COMMENTO FINALE
Prendendo a piene mani da Dynasty Warriors e un bel po’ di licenze artistiche e di contenuti dal Jrpg Dragon Quest, Dragon Quest Heroes II propone un buonissimo connubio tra l’azione in terza persona, tipica dei giochi “musou”, l’esplorazione e il sistema di ricompense e potenziamenti tipico di un videogioco di ruolo per garantire il massimo intrattenimento.
La semplicità dei comandi e delle azioni da compiere lo pone alla portata di tutti i tipi di videogiocatore, dal più navigato a meno esperto. La notevole pulizia grafica, la grande fluidità e la grande mole di contenuti potrebbe fare felici tutti quelli che si esaltano per quel genere di giochi in cui pochi eroi devono menare fendenti a decine e decine di nemici. La penna di Akira Toriyama da ancora più lustro e personalità ai personaggi di gioco che, sebbene non possano essere personalizzati nell’aspetto, offrono numerose opzioni che riguardano gli equipaggiamenti. Di tempo, per trovare il party più valido per affrontare tutte le minaccie, ne passerò in abbondanza, anche perché è grande il numero di personaggi secondari che si uniscono alle avventure dei due protagonisti.
Quello che Dragon Quest Heroes II soffre è la sua appartenenza al genere dei musou, che alla lunga lo rendono inevitabilmente troppo ripetitivo nelle azioni da compiere e a qualcuno, questo aspetto, potrebbe non piacere. Astenersi tutti quelli che vedono un Dynasty Warriors e si voltano dall’altra parte, perché sotto la scorza fantasy e i tratti tipici dello stile di Akira Toriyama, sotto i leggeri influssi del gioco di ruolo giapponese, si nasconde un’anima prettamente musou.
Pregi
Pulizia grafica lodevole. Facilissimo da padroneggiare. Tanti personaggi e tante personalizzazioni per organizzare il party di avventurieri. Sempre pronto ad offrire qualcosa per stimolare a continuare…
Difetti
...ma alla lunga l’impostazione “musou” si fa sentire e la noia potrebbe bussare. Se non si è apprezzato il primo, difficilmente questo potrà attecchire.
Voto
8+