Nongünz, Recensione Pc

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Bianco e nero con sfumature rosso sangue, tanto grigiore ed un’atmosfera decisamente macabra ed estremamente triste. A tratti disturbante, difficile ed assolutamente ignoto. Sono questi i tratti distintivi di Nongünz, un action platform sparatutto indie in 2d dai toni nichilisti pubblicato da Sindiecate e sviluppato da Brainwash Gang uscito venerdì scorso, ossia il 19 maggio su Steam per Pc Windows, Mac e Linux.

Saprà questo titolo indipendente imporsi dopo averci incuriosito attraverso immagini, un trailer di presentazione che ricordava le puntate di Happy Tree Friends ed un trailer di gameplay? Ecco la nostra recensione.

SPARA, SALTA E SPARA… MA NON FINISCE QUI

Nongünz è un gioco dall’ambientazione quantomeno inusuale. L’ambientazione lugubre è in un mondo cupo, annichilito da un’atmosfera triste.
Del resto le partite iniziano in un cimitero per poi passare in una prigione gotica dalle innumerevoli stanze ricche di nemici, pericoli ma anche di bonus e di indizi enigmatici che serviranno a far capire cosa c’è dietro tutta questa trama. Ovviamente non vi diremo nulla di tutto ciò: non perché siamo cattivi ma semplicemente perché è più giusto che assaporiate voi stessi quanto Nongünz possa offrire. Ma è giusto dire che per la maggior parte del tempo, la trama sarà oscura. Non si capirà molto e si avrà la sensazione netta di andare a vuoto, sparando a più non posso per evitare fini atroci.

Il nostro viaggio verso l’ignoto, infatti, è irto di pericoli e di nemici davvero incredibili. Nasi, ma anche gambe, mani, gambe, piedi o altri parte anatomiche ci danno la caccia, zanzare giganti, o scorpioni velenosi o ancora altri mostri e scherzi insani (poltiglie occhiute e non solo) della natura ci daranno la caccia attaccandoci una volta individuati.

Una delle cose da fare è liberare, cultori, anime perdute, austeri becchini (questa presa direttamente dalla descrizione del gioco su Steam, ndr) che una volta tolti dalla gabbia andranno ad adorare il nostro personaggio prendendo posto in celle di una cripta particolare che è posta sotto un monumento (il simbolo vero e proprio del gioco) che ci permette anche di scegliere di sacrificare i nostri punti verso una delle tante armi a nostra disposizione (che siano da taglio o da fuoco) o dei copricapi.

Tornando agli adoratori, questi serviranno ad aumentare il nostro punteggio. Va sottolineato un fatto insolito: il punteggio aumenterà anche stando fermi perché ogni adoratore porterà un punticino al secondo. Va da sé che per ottenere punteggi più alti si dovranno comunque eseguire combo che sbloccheranno moltiplicatori durante le nostre sortite.

Più alto sarà il punteggio, più facile sarà acquistare potenziamenti da utilizzare nel gioco. Peccato che ad ogni morte si debba ricominciare d’accapo. Si materializza la vena Roguelike che adesso si trova un po’ ovunque in questo tipo di produzioni indipendenti. L’unica cosa permanente sarà il supporto dei nostri adoratori in termini di punteggio “al secondo”.

Ci sono, ovviamente anche oggetti da raccogliere lungo il nostro cammino: basterà individuare ed aprire i forzieri. Tra i premi più ambiti troviamo senza dubbio i teschi. Questi fungono da copricapo ed offrono poteri supplementari oltre che maggiore resistenza o protezione da determinati attacchi o trappole ambientali (vedasi dei cattivissimi spuntoni in alcune superfici, ndr) o altro.

E’ possibile anche raccogliere delle carte misteriose, oggetti e power up. Sarà ovviamente possibile anche acquistare armi o ripristinare l’energia o altri bonus attraverso i vari shop che incontreremo nel percorso. Ah, nota a margine: non ci sono indicazioni. Le carte che si raccolgono, o i potenziamenti che si acquistano, sono alla cieca. Sarà la nostra esperienza a farci capire a cosa servirà questa o quella carta, questa o quell’oggetto. Le carte ad esempio indicano un qualche cosa con un numero: se si utilizzano ripristinano la salute; se invece si tengono nell’inventario attivano bonus quali proiettili più grossi, precisione maggiore ed altro ancora ovviamente per un tempo limitato.

Tuttavia, come già detto, una volta morti, si dovrà ricominciare tutto d’accapo a discapito di quanto raccolto prima. E questo può essere particolarmente frustrante con il proseguire. Avremmo preferito un paio di scelte diverse: un minimo di spiegazione sul nostro viaggio e sul da farsi nonché che sui potenziamenti che avrebbero potuto essere permanenti.

Sono tantissimi i livelli che compongono la prigione gotica di Nongunz e come se non bastasse ogni partita sarà diversa perché le stanze saranno proposte in maniera procedurale. Questo per confondere carte più che evitare la ripetitività dell’azione che nuda e cruda si racchiude in saltare, sparare a volontà, provare a schivare ed utilizzare mosse speciali come capriole volanti e scivolate per evitare colpi altrimenti imparabili ed al tempo stesso potenzialmente letali.
Certo, ci vuole anche un po’ di metodicità, calma e sangue freddo per andare avanti perché fondamentalmente una questione di sparare e schivare i colpi ma anche conoscere i propri nemici per affrontarli al meglio sarebbe importante. A tal proposito, ci viene in aiuto un’altra caratteristica da segnalare: è possibile una volta entrati in una stanza poter vedere attraverso la levetta analogica destra del mouse dare uno sguardo alle immediate vicinanze dello stage in modo da vederne la conformazione e vedere anche quali tipi di nemici ci siano. Tale opzione la si può utilizzare ovviamente anche durante l’azione ma è preferibile usufruirne lontano dai nemici. Non mancano le battaglie con boss enormi, tosti e spaventosi.

La sfida è ardua ed anche la longevità non è da meno con ore ed ore di gameplay che non è proprio lineare visto che sarà possibile tra una stanza e l’altra sbloccare anche percorsi alternativi o posti segreti o ancora altre uscite per tornare all’esterno in luoghi di “nostra” fiducia dove possiamo controllare oggetti sbloccati, nostri cultori ed altro.

PIXEL IN BIANCO E NERO, SPLENDIDA COLONNA SONORA

Ma uno dei punti che ci ha maggiormente colpiti di Nongünz è senza dubbio l’aspetto. La grafica in Pixel Art è ormai una costante in questo periodo storico dell’industria di settore.

Realizzare, cioè, giochi moderni con una grafica che ricorda i titoli del passato. Ebbene, in Nongünz la Pixel Art è davvero ben fatta: è molto lugubre e rende perfettamente l’atmosfera di oppressione disturbante. Già, perché le ambientazioni tetre ed il design dei nemici sono state realizzate alla grande.

Quando un gioco riesce a dare emozioni e non solo per il gameplay, ha già fatto (almeno) il 50% del suo lavoro (l’altra metà, se non di più, è appunto il gameplay valido). E’ questo rientra nella nostra casistica. Il primo impatto con Nongünz è di curiosità ma al tempo stesso di tristezza ed oppressione, soprattutto quando ci sono stanze piene di nemici e di pericoli.

Ci ha ricordato, a tratti, per atmosfera e per qualche particolare del design, il vecchissimo (ma eccezionale) Myth su Commodore 64 il celebre action platform di System 3 di fine anni ’80. Certo, Nongünz è molto più cattivo (e longevo). Il nostro personaggio (anche lui in bianco e nero) affronta nemici letali. Alcuni di essi spiccano per la colorazione rossa offrendo un contrasto efficace. Vermi striscianti che lasciano una bava velenosa o creature che sembrano innocue ma che al passaggio si trasformano in zanne giganti che trapassano senza pietà creano un effetto visivo evocativo: bianco-nero-grigio… e rosso. I nemici (così come le nostre armi a disposizione) sono molto vari e più o meno coriacei.

Benissimo le animazioni che offrono anche “raffinatezze” non solo nelle movenze ma anche nelle varie morti delle creature a noi ostili. Molto “splatter”, seppur minimaliste, e verosimili nonostante manchino i dettagli della grafica in alta risoluzione.

Ed oltre ad una certa varietà visiva apprezziamo l’ottima colonna sonora che accompagna le nostre gesta. Sicuramente degna di attenzione che ben si accoppiano al mondo brutale e sofferente.

COMMENTO FINALE

Nongünz è una bella sorpresa. Dai toni tristi e sofferenti, questo action platform sparatutto in 2d offre una sfida di buon livello sia per difficoltà che per longevità. Il difetto più grande ci è parsa l’eccessiva punizione verso il giocatore (morire è facile e si ricomincia d’accapo perdendo i vari benefit conquistati precedentemente) ed il fatto che la trama sia decisamente oscura.
A tratti, infatti, si ha davvero la sensazione di girare a zonzo (ed in modo pericoloso) e combattere una lotta impari. Fatto sta che comunque l’azione resti molto gradevole ed il gameplay seppur tosto offre una bella sfida.

Possibile che con qualche patch post lancio, il team di Brainwash Gang possa migliorare alcuni dettagli. Nulla da dire, invece, sul lato tecnico e su quello artistico: davvero d’autore la grafica ed il sonoro con un bianco e nero veramente efficace che ci consegna un background opprimente e disturbante accompagnato da note tristi e cupe e da un’azione interessante ricca di splatter. Davvero efficace l’atmosfera generale per una produzione indie di sicuro rilievo. Davvero bravi.

 

Pregi

Tecnicamente davvero interessante. Ottimo lato artistico di livello che ricostruisce bene le atmosfere a 16 bit di una volta. Ricrea toni lugubri. Tosto. Longevo. Opprimente…

Difetti

… a volte anche troppo. Punitivo in modo ingiustificato. Si ha la sensazione di andare e girare a vuoto per molto tempo.

Voto

8+