Knights of Valour, Recensione PlayStation 4
Più famoso in Oriente che da noi, dopo circa 18 anni dal suo esordio originale ed ovviamente rivisto in ogni sua forma, approda nelle nostre lande Knights of Valour.
Si tratta di un gioco free-to-play intriso di storia che è giunto qualche giorno fa sul PSN per gli utenti PlayStation 4. Un mix tra i vecchi beat’em up (picchiaduro a scorrimento), hack and slash e spruzzate di gdr ambientato in una delle tante sfumature del celebre romanzo de I Tre Regni.
International Games System propone quindi un titolo dalle meccaniche ben consolidate che ricorda tantissimo i gloriosi beat’em up ed arcade che fino alla prima metà degli anni ’90 spopolavano nelle sale giochi.
Uno dei titoli che viene in mente è senza dubbio Golden Axe, capolavoro di SEGA, soprattutto per alcune dinamiche, ma anche Dynasty Wars, titolo di Capcom uscito sia in versione Arcade che per gli home pc dell’epoca.
UN DYNASTY WARRIORS A SCORRIMENTO
Ed ecco che a materializzarsi sui nostri schermi Knights of Valour che, come già accennato, visti i personaggi ed il setting ci riporta alle atmosfere de I Tre Regni, della Cina Imperiale e quindi, giocoforza, alle sfumature hack and slash di Dynasty Warriors che ha reso famoso questo lavoro letterario tra i videogiocatori di tutto il mondo. Lo sfondo è quello dello scontro tra le dinastie Wei, Wu e Jin condita da stregoni, samurai e demoni.
Il nostro incedere ci farà incontrare una enorme quantità di nemici. Per lo più carne da macello, soprattutto agli inizi. Gli scontri all’inizio sono veramente elementari ma questo ha un suo prezzo: pochissimi punti esperienza ed abilità che sbloccano gli attacchi basilari utili solo a durare un po’ di più quando le cose si fanno serie.
Da subito potremo utilizzare integralmente due personaggi: Guan Yu, il classico tank che con la sua alabarda (non spaziale, ma speciale) fa stragi, e Diao Chan, una agilissima guerriera che utilizza un doppio pugnale e sfrutta la sua potenza di attacco per combo efficaci.
Gli altri personaggi, ovviamente con altre caratteristiche che ben si assortiscono tra loro (questo in modo da fare un party eterogeneo in multiplayer, ndr) bisognerà spendere soldi virtuali chiamati per l’occasione Pietre Goshiki o sbloccare alcuni obiettivi specifici che non sempre sono facili.
Tre vite, inoltre, a nostra disposizione che comunque si “ricaricheranno” ogni mezz’ora rimanendo fuori dai livelli di gioco. Vuol dire che non si potrà mettere il gioco in pausa ma questo tempo lo si dovrà utilizzare lontano dall’azione. Per andare avanti senza aspettare questo tempo morto bisognerà spendere 10 Pietre Goshiki.
Un altro dettaglio sul gameplay è quello sulla salute del nostro personaggio: non si ricaricherà e si dovranno necessariamente utilizzare degli oggetti raccolti nei livelli oppure fuori si dovrà consumare una vita per portare la barra dei punti vita al suo massimale. O, ancora, sfruttare la modalità Furia che, sfruttata al momento opportuno, aumenterà anche la potenza degli attacchi e degli attacchi speciali.
Tuttavia bisogna anche ricordare che fino al raggiungimento dell’undicesimo livello, le nostre vite saranno infinte. Dal livello 11, in poi, invece, le cose si faranno più difficile se opportuno si dovrà investire denaro reale per goderne appieno.
L’azione si svolge attraverso 20 stage diversi suddivisi in 5 mondi con 4 sottolivelli cadauno. Il nostro incedere sarà ostacolato in tutti i modi da tanti nemici ed il nostro obiettivo è quello di eliminarli tutti a suon di combo più o meno durature, colpi secchi aiutandoci con gli oggetti raccolti lungo il nostro cammino.
Si possono anche trovare armi, armature e pozioni curative o cibo, indispensabili per proseguire nell’avventura e provare le difficoltà più alte. Nulla di nuovo all’orizzonte.
Ed il lato gdr? Beh, ogni personaggio ha tre rami di talenti ed i punti che vengono spesi servono più che altro a sbloccare e potenziare alcuni attacchi sempre più ad ampio raggio o difese sempre più solide. C’è pure un po’ di crafting (davvero minimale). Questo si materializza raccogliendo materiali ed argento che danno il classico “+X” che servirà a potenziare arma ed armatura. Alcune armi, inoltre, hanno una percentuale di attivazione di caratteristiche speciali. Più raro sarà l’oggetto, più alta sarà questa percentuale. Ma non finisce qui: raggiunto il 19° livello del nostro PG dovremo fargli alzare anche il rank ogni 10 livelli. Per farlo si dovranno raccogliere o acquistare i materiali necessari. Sarà così possibile far riprendere la progressione che è un fattore indispensabile per sbloccare abilità sempre più progredite
Giusto quel qualcosa in più rispetto, quindi, a quanto c’era normalmente negli arcade.
Joyapd alla mano, inoltre, la gestione dell’azione è semplice e ben congegnata: quadrato per attacchi normali; triangolo per gli attacchi speciali che consumeranno energia nella famosa barra stamina (ricaricabile con l’utilizzo di oggetti specifici), o per attacchi ripetuti; X per saltare o schivare gli ostacoli. La levetta analogica destra servirà per aprire un menu a ventaglio che servirà per selezionare l’oggetto da utilizzare in quel momento.
Giusto dire, ai fini del gameplay, che Kings of Valour si può completare indipendentemente se si spenderanno soldi o meno. Questi serviranno ad andare più velocemente e più facilmente nonché per accedere a tutti i personaggi il cui costo è comunque non certo indifferente. Diversamente ci vorrà tanto (anche troppo a dire il vero) tempo per acquistare nuovi personaggi non spendendo moneta reale.
Per ovvi motivi, la natura del titolo suggerirà di spendere qualcosa per rendere il cammino diretto e non frammentato. Effetto che abbiamo anche all’inizio per i tantissimi tutorial che ci spiegano le varie cose da fare.
Ed in game? Come detto l’azione è molto semplicistica. La vera difficoltà sta nell’affrontare l’alto numero di nemici che arrivano ad ondate lungo ogni stage che è a sua volta suddiviso in diversi segmenti. E non sempre il cammino diritto ma si potrà andare anche in location laterali per fare esperienza e raccogliere oggetti (più o meno) utili. Tornando agli scontri, il gameplay è molto arcade ed all’antica con una Intellitenza Artificiale che non brilla proponendo sempre i soliti attacchi specifici da parte di determinati nemici. Basterà memorizzare i movimenti ed avere occhio per uscirne relativamente indenni. Schivate e parate (con relativi potenziamenti) aiutano.
Il gameplay rischia di diventare subito ripetitivo (oltre che essere spezzettato) mentre è chiaro che con tutte le componenti sbloccate, l’esperienza diventa decisamente più interessante. Ed è sicuramente divertente giocare in multiplayer.
UN TUFFO NEL PASSATO
Anche lo stile grafico è piuttosto all’antica e più in generale il comparto tecnico. Gli stage a scorrimento non sono neppure continui. In sostanza ci si ferma laddove c’è concentrazione di nemici. Un po’ come accadeva in Golden Axe, tanto per citare un titolo famoso. Le ambientazioni in 2,5d sono stilisticamente gradevoli ma non si grida al miracolo. Le animazioni offrono sprazzi interessanti ma sono essenziali mentre i modelli, soprattutto dei nemici, sono un po’ anonimi.
Gradevoli, invece, gli effetti degli attacchi speciali. Le musiche sono congrue ed accompagnano il nostro cammino in modo decisamente più che adeguato. Senza dubbio una delle parti più riuscite del gioco.
COMMENTO FINALE
Knights of Valour è un free-to-play tendente al freemium (ossia ad un titolo che è pienamente godibile spendendo soldi reali). Un remake del gioco uscito nel lontano 1999. Il potenziale in versione free-to-play è spezzettato. E non perché non ci siano cose da fare ma perché il ritmo è interrotto troppe volte dalle dinamiche dettate dal modello commerciale.
Sbloccando i contenuti a pagamento si ha a che fare con un titolo completo, longevo, anche interessante e divertente nonostante un comparto tecnico vetusto anche su PS3, figuriamoci su PlayStation 4.
Ma in compagnia (peccato solo online e non locale, ndr) il gioco offre il meglio di sé e l’atmosfera dei Tre Regni (tanta la sensazione di trovarsi di fronte ad un Dynasty Warriors a scorrimento) è sempre molto affascinante e di grande richiamo. Inoltre, i richiami ai grandi picchiaduro a scorrimento Arcade che spopolarono in sala giochi da metà anni ’80 a metà anni ’90 è davvero grande.
In sostanza, in versione free-to-play Knights of Valour offre un ottimo assaggio per chi vuole poi proseguire acquistando gli altri contenuti per portare a termine il gioco nelle varie difficoltà. Chi vuole dare una chance al titolo, non esiterà – magari aspettando offerte – ad acquistare le componenti mancanti altrimenti sbloccabili attraverso moneta in game frutto di (troppe) ore di gioco. Il nostro voto è una media – bonaria – tra l’edizione free-to-play e quella “completa”.
Gli appassionati dell’ambientazione nonché della serie ed i nostalgici del genere sicuramente ci faranno un pensierino. Gli altri possono andare oltre.
Pregi
Atmosfera di “antico” che attrae. Nulla di complicato: andare, colpire, schivare, raccogliere. Buona colonna sonora. Free-to-play… Divertente in compagnia…
Difetti
… un po’ meno da soli. Ritmo troppo spezzettato. Natura free-to-play pressante.
Voto
7+