Raiders of the Broken Planet, sospesi fra Evolve e Borderlands, prime impressioni Closed Beta PlayStation 4

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MercurySteam è lo studio di sviluppo spagnolo che deve le sue massime fortune a Castlevania: Lords of Shadow, sviluppato a quattro mani con Kojima Productions, che gli ha garantito un po’ di riflettori. Prima di quello avevano pubblicato Clive Barker’s Jericho e Scrapland, giochi di tutto rispetto ma ben lontani dal risultare memorabili. Raiders of the Broken Planet è l’ultima fatica di questi sviluppatori iberici, aiutati – questa volta – dal ministero dell’Industria, Energia e Turismo della Spagna.

Pensiamo a quanto sarebbe bello se lo stesso dicastero italiano (o il corrispettivo) aiutasse qualche sviluppatore indipendente (ndr.) con aiuti per progetti di questo tipo.

Videogioco d’azione e avventura, nonché sparatutto in terza persona online con partite apparentemente sbilanciate (quattro contro uno), Raiders of the Broken Planet arriva a farsi provare da pochi selezionati per la prima Closed Beta. Il termine “cantiere aperto”, che utilizziamo spesso in questi casi, anzi, abusato, dovrebbe dare la giusta misura a quello che è, a tutti gli effetti, un progetto indipendente ambizioso: non fare la fine di Evolve, Shadow Realms e Fable Legends.

LA GUERRA DELL’ALEPH

Le premesse narrative di Raiders of the Broken Planet sono semplici: in un remoto futuro l’umanità riesce a compiere un viaggio interstellare che porta, alcuni esponenti della nostra razza, a venticinque anni luce dal Sistema Solare. Un pianeta distrutto (da qui “Broken Planet”) espelle dal proprio nucleo un minerale che non è presente nella tavola periodica che conosciamo, una sostanza che si fa in fretta a chiamare Aleph.

In breve: tre fazioni si contendono il monopolio del controllo dell’Aleph, l’unica sostanza che sarebbe in grado di permettere viaggi interstellari a costi molto contenuti. Gli interessi sono altissimi e il conflitto inevitabile. Nella confusione generale emerge Harec, un soldato di ventura che recluta avventurieri da ogni fazione in campo, i cosiddetti “Raiders”. La missione di Harec è tanto semplice a dirsi quanto difficile a farsi: ricacciare sulla Terra (o comunque lontano dal Broken Planet) ogni essere umano con intenzioni bellicose. In prospettiva si profila l’immancabile minaccia universale, che i giocatori sono chiamati a sventare per il bene di tutti.

PROGETTO AMBIZIOSO

Raiders of the Broken Planet si presenta come uno sparatutto in terza persona con elementi action. Da un lato si schierano quattro giocatori, che formano la squadra che è guidata da Harec. Ogni componente del team ha un ruolo specifico, una dotazione d’armi unica e uniche abilità che possono avvantaggiare se stesso o il gruppo contro una forza nemica di numero soverchiante. I nemici sono gestiti e anche controllati da un quinto giocatore, che deve fare ogni cosa in suo potere per impedire ai “buoni” di portare a termine le loro missioni.

Sul fronte tecnico non abbiamo potuto fare a meno di notare la già ottima fluidità, l’alto livello di dettaglio e il buon lavoro svolto con le animazioni e gli effetti sonori. Comprensibilmente c’è ancora molto da raffinare in sede di gioco, con le parentesi di combattimento corpo a corpo ancora troppo grezze e poco fluide. Il cosiddetto “gunplay” in terza persona, preso in prestito da anni ed anni di Gears of War e titoli simili, restituisce già buone sensazioni. Le armi non si comportano tutte alla stessa maniera e cercano di dare un’impronta diversa, così che quando si usa una mitragliatrice, una pistola o un fucile di precisione non resti la sensazione di usare armi fin troppo uguali tra loro.

La più grande ambizione di Raiders of the Broken Planet, ad ogni modo, resta quella di proporsi come gradevole – nonché unico – gioco d’azione in terza persona con multiplayer asimmetrico. Dopo i fasti ma, sopratutto, i nefasti di Evolve e quei progetti malamente cancellati che rispondono a Fable Legends (di Lionhead) e Shadow Realms (di BioWare), mai ci saremmo aspettati altri esperimenti sul fronte dei giochi “quattro contro uno”, che sembravano non aver attecchito nel cuore degli appassionati. La curiosità di saperne di più in merito alla storia, alle modalità di gioco e – cosa non di poco conto in questi casi – al prezzo richiesto per una produzione totalmente indipendente, è tanta. MercurySteam ha preparato un titolo che ha del potenziale e, conoscendo i loro trascorsi, dovrebbero impegnarsi parecchio per deluderci.

COMMENTO FINALE

Raiders of the Broken Planet è un videogioco multigiocatore online cooperativo e competitivo. Quattro giocatori formano una squadra di “raiders” e si oppongono ad un altro giocatore che gestisce trappole, ondate di cattivi e personifica il boss di fine livello o di fine gioco. E’ anche un gioco di avventura e azione, che alterna esplorazione (poca), sparatorie (tante) e sequenze di combattimento corpo a corpo da una prospettiva in terza persona.

Raiders of the Broken Planet si preannuncia, semplicemente, interessante. Il suo stile fumettoso e cartoonesco ricorda Borderlands, ma i personaggi e l’ambientazione (per quanto desertica come il pianeta Pandora di Gearbox) promettono di essere più che un vago plagio. Abbiamo trovato interessante la possibilità di seguire la storia del gioco tramite scene di intermezzo sebbene costringa, gli altri giocatori, che magari hanno già visto le scene, ad attenderci all’inizio del livello.

Come ogni gioco in fase di test e programmazione, anche Raiders of the Broken Planet è un cantiere aperto che può soltanto suggerire il proprio potenziale. Non sappiamo dire se riuscirà a far breccia nell’esigente pubblico che ha decretato il fallimento di Evolve e la cancellazione di Fable Legends (entrambi esponenti del modo di giocare cooperativo e competitivo 4 contro 1 ) ma confidiamo nell’abilità di MercurySteam di confezionare videogiochi ad alto tasso di divertimento. Siamo curiosi di conoscere meglio ed ulteriori dettagli sulle quattro campagne annunciate qualche giorno fa che sicuramente aumenteranno di non poco il fattore longevità e quello della rigiocabilità. La prima campagna uscirà col gioco, le altre tre arriveranno successivamente.

Pregi: Graficamente pregevole, ricorda tanto Borderlands. I personaggi sembrano ben caratterizzati e fanno sperare per il meglio. Sul fronte sparatutto in terza persona non è affatto male.

Difetti: I combattimenti corpo a corpo, invece, possono migliorare. Ha molta strada davanti a sé per farsi apprezzare. Rischia di estinguersi sul nascere come i suoi illustri predecessori.