Nioh, Recensione PlayStation 4
Tra un Dead or Alive e un Ninja Gaiden, fin dal 2004 il produttore Tecmo Koei aveva in cantiere di sviluppare Nioh. Dapprima doveva essere un forte tributo a Oni, un film di Akira Kurosawa e tra un cambio di direzione e l’altro, il destino di Nioh sembrava andare a sbattere nell’ennesimo titolo in salsa Dynasty Warriors.
Per fortuna non è andata così, perché il progetto, negli anni, finì in mano a Team Ninja che ne ha sviluppato ogni elemento fino alla sua forma finale: niente che potesse somigliare ai titoli che abbiamo già citato, ma qualcosa di quanto più vicino possibile a titoli dal fortissimo impatto sul pubblico, soprattutto negli ultimi tre anni: Dark Souls di From Software. Nioh parte proprio da qui e lo ha dimostrato in seguito alle numerose demo giocabili pubblicate nell’ultimo semestre, prima dell’uscita ufficiale del gioco: somiglia tanto a Dark Souls ed il protagonista, William, ha tanto da condividere con un’altra nuova icona tra gli avventurieri virtuali: Geralt di Rivia.
LA LEGGENDA DI WILLIAM ADAMS
William Adams era un marinaio inglese, realmente esistito alla fine del sedicesimo secolo, che vanta il primato di essere il primo uomo europeo a scoprire e metter piede sulle isole del Giappone. A lui si deve il nome del protagonista di Nioh, di origini irlandesi e – come la sua controparte reale – al servizio di Sua Maestà, la regina d’Ighilterra.
La missione di William è quella di esplorare le lande orientali del Giappone alla ricerca di un nemico. Prevedibilmente la missione di William non va propriamente bene fin dalle prime battute ma grazie all’aiuto di personaggi storici come Hattori Hanzo, Tokugawa Ieyasu e tanti altri ottiene ogni mezzo per affrontare tutte le avversità che vogliono ostacolarne il cammino.
Alla fine, come il canone di questi giochi suggerisce, sale in cattedra una minaccia mistica, mitologia, spirituale e solo William ottiene il potere per tenergli testa e spedire i demoni che minacciano la Terra nell’ombra da cui sono stati evocati.
SOULSLIKE
Nioh è un videogioco di ruolo d’azione in terza persona. I combattimenti tra il protagonista e i suoi avversari sono prevalentemente all’arma bianca con qualche eccezione dettata dall’utilizzo di archi ed armi da fuoco. Non esiste pausa tattica quindi l’azione si dipana rigorosamente in tempo reale. William può affidarsi ad un arsenale di armi che spaziano dalla classica katana a pesanti asce da battaglia, senza dimenticare armi ad asta come oppure le terribili kusarigama (armi da taglio prive di bastone, assicurate piuttosto ad una catena che ne permette l’uso da lancio senza perderla dopo averla usata a distanza).
Tecnicamente parlando assistiamo ad un lavoro a regola d’arte. Niente scossoni o muscoli in bella mostra nonostante l’esclusività della piattaforma PlayStation 4, niente mascelle trascinate per terra a confrontare gli scorci di Nioh o il livello di dettagli con quello di un’altra esclusiva contemporanea, come Horizon: Zero Dawn. Nioh si presenta comunque molto bene, le ambientazioni sono ben costruite e realizzate, l’atmosfera è unica e singolare, inconfondibile, mitologica, permeata da un alone di fantasy gotico che non guasta perché è dosato con cura. Fila tutto liscio, con estrema fluidità, senza rallentamenti, con i personaggi che si affidano ad animazioni comunque molto convincenti.
Possiamo dire che Nioh si divida in due fasi, perfettamente fuse tra di loro, con una terza che fa capolino più avanti: esplorazione e combattimento, con gli immancabili boss “finali” che infestano le aree che andiamo ad esplorare. Le aree sono liberamente esplorabili e oppongono al protagonista dei nemici in carne ed ossa oppure demoniaci. L’abbattimento dei nemici frutta un gettito di Amrita ed esperienza, le valute di gioco con cui fare sempre i conti per alzare il livello di potenza di William, dell’equipaggiamento che usa e delle sue abilità. Passare di livello spendendo punti esperienza porta anche punti abilità, che vanno spesi per sbloccare gli attacchi più potenti, le combinazioni di colpi più letali oppure più utili.
Sferrare colpi, correre, parare i colpi nemici, costa punti resistenza, che in Nioh si chiama Ki. Senza Ki non si possono menare fendenti, non si possono parare e non si può schivare, inoltre espone William agli attacchi più letali. Il Ki si riacquista quando si evitano mosse che generano uno sforzo fisico ma è possibile anche averne un po’ in cambio di buon tempismo durante una combinazione di colpi. In questi casi si parla di “impulso Ki” e rende i combattimenti anche piuttosto drammatici e frenetici, rispetto alla cadenza quasi matematica dei combattimenti di altre produzioni.
SPIRITI GUARDIANI, SANTUARI
Lo spirito guardiano è una delle piacevoli novità introdotte in Nioh. Si tratta di una creatura spirituale che accompagna William e ne dona capacità speciali aggiuntive, spesso legate alle caratteristiche fisiche del protagonista. Non esiste un solo spirito guardiano: sono diversi ma possiamo portarne con noi solo uno per volta. Per conoscerli e chiamarli a proteggerci basta fermarsi presso uno dei tanti santuari di cui è costellato il mondo di gioco.
I santuari fungono anche da checkpoint, oltre che da immancabili punti da cui spendere esperienza e Amrita per potenziare capacità ed equipaggiamenti. Proprio come accade nei Dark Souls, anche io Nioh scatta la rigenerazione di tutti i nemici minori, quando si attiva un santuario. Ma in compenso vengono rimarginate le ferite e ripristinati i valori di base. Quando si muore, punti esperienza e spirito guardiano giacciono nel punto in cui si cade e l’unico modo per riprendersi tutto il maltolto è rifare la strada che ci ha portato alla morte per recuperare il tutto. Se, strada facendo, fossimo uccisi ancora una volta, l’esperienza andrebbe perduta per sempre mentre il guardiano sarebbe trasferito immediatamente al santuario in cui anche noi siamo rigenerati (di norma è l’ultimo che abbiamo attivato). Le abilità sono suddivise in sei rami principali, uno per ogni tipo di arma e con l’aggiunta di tecniche di combattimento generiche ed incantesimi.
SPETTRI BUONI E CATTIVI
Altro aspetto interessante, nell’offerta di Nioh, è la presenza degli spiriti degli altri giocatori. In maniera del tutto simile a Dark Souls, infatti, durante le nostre partite possiamo vedere le pozze di sangue che corrispondono più o meno al punto in cui gli altri giocatori della community sono stati in qualche maniera abbattuti. Queste pozze possono essere toccate per evocare uno spirito vendicativo, controllato dall’intelligenza artificiale, che corrisponde all’alter-ego dell’altro giocatore, con armi ed armature coincidenti a quelle usate nel momento del trapasso. Aver ragione di questi spiriti frutta un certo ammontare di ricompense, quali armi ed equipaggiamenti.
Nulla da segnalare sul fronte giocatore contro giocatore in tempo reale e cooperazione tra giocatori, che sono delle caratteristiche solo annunciate ma, al momento in cui scriviamo, non ancora provate perché non implementate. Gli sviluppatori, probabilmente tramite aggiornamenti postumi che arriveranno nel corso dell’anno, aggiungeranno queste interessanti implementazioni che renderanno Nioh anche più competitivo e cooperativo.
COMMENTO FINALE:
Nioh è un gioco di ruolo d’azione in terza persona, sviluppato dal Team Ninja ed ambientato nel Giappone feudale all’epoca dei samurai. E’ un “soulslike”, cioè un gioco di ruolo che aderisce ai canoni dettati da Demon’s Souls e sdoganati alle masse a partire dal primo dei tre Dark Souls, senza dimenticare i nuovi stilemi dettati da Bloodborne.
I punti di forza di Nioh risiedono in una solidità tecnica che farebbe invidia anche ai lavori di From Software: fluidità massima, buona risposta ai comandi e discreta gestione di inventario, abilità e combinazione di colpi e poteri. L’ambientazione promette di essere indimenticabile ed il protagonista – William – è ben definito e caratterizzato. Questi tratti distintivi dell’ultima fatica del Team Ninja, suggeriscono potenziali seguiti su cui espandere il mondo e l’esperienza avventurosa.
Pur dettando anche qualche standard qualitativo, soprattutto sul fronte tecnico e approfondendo quelli di gioco con l’introduzione di un profondo sistema di combattimento, ben più profondo dei giochi From Software, Nioh mostra il fianco ad un’unica debolezza: prendere ispirazioni a destra e a sinistra, ricordando fin troppo questo o quel gioco, famoso, che lo ha preceduto (soprattutto Dark Souls e The Witcher 3).
Altro neo da non sottovalutare, ma certamente più soggettivo e variabile in base al tipo di giocatore che si affaccia al genere dei “soulslike” è la difficoltà tarata verso l’alto ed una curva d’apprendimento che diventa ripida dopo pochi minuti di gioco. Se foste degli appassionati che cercano un’esperienza più rilassante e cinematografica, Nioh non è certamente il gioco che state cercando.
Pregi
Ambientazione indimenticabile. Protagonista che suggerisce una possibile nuova saga videoludica. Mai banale e sempre stimolante. Difficile e ben congegnato in ogni suo elemento. Memorabile e divertente per gli appassionati del genere.
Difetti
Non c’è quasi nulla che sia farina del suo sacco. Anche il protagonista sembra un incrocio fra quello di Onimusha e quello di The Witcher 3. Chi non apprezza il gameplay di giochi come Dark Souls non troverà in Nioh qualcosa di diverso.
Voto
8,5