Il 2 dicembre di un paio d’anni fa arrivava The Crew su PlayStation 4, Xbox One e Pc Windows. Si tratta di un gioco di corse automobilistiche clandestine sviluppato da Ivory Tower, con la collaborazione di Ubisoft Reflections (questi ultimi sono i padri di Driver, per intenderci) per conto di Ubisoft.
Presentato alle masse come un gioco di corse avveniristico e autenticamente “next-gen” ai tempi in cui la generazione corrente di console, capitanata da Xbox One e PlayStation 4, era ancora agli albori, The Crew ha sostanzialmente evoluto il genere senza troppi scossoni. Questa recensione fa il punto della situazione a poco più di due anni dalla pubblicazione, includendo nella stessa la presentazione delle due grandi espansioni che – a cadenza annuale – sono state rilasciate: Wild Run e Calling all Units.
LA BANDA
Ambientato nei cosiddetti “Stati Uniti d’America continentali”, per specificare che non ci sono strade dell’Alaska o delle isole, The Crew offre al giocatore la possibilità di percorrere, in macchine da sogno, le strade più famose degli Stati Uniti con le opportune proporzioni: non aspettatevi distanze reali, ma più brevi, se può sembrarvi breve un viaggio di circa 45 minuti da una costa all’altra degli States.
The Crew non ci abbandona a noi stessi in mezzo alle strade americane, ma ci mette nei panni di Alex Taylor (interpretato dall’ormai celebre Troy Baker, che ha prestato voce e volto a produzioni del calibro di Infamous, Uncharted e The Last of Us, giusto per citarne qualcuna). Alex esce di prigione dopo cinque anni, in seguito ad un complotto ordito a sue spese e che è costato la vita anche al fratello del protagonista. Il Federal Bureau Agency (F.B.I. per chi se lo stesse chiedendo) lo recluta senza trovare molte resistenze, per infiltrarlo nella malavita delle corse clandestine e di commercio di auto rubate, per permettergli di mettere le mani addosso a coloro che gli hanno rovinato la vita. Al giocatore spetta il compito di guidare (letteralmente) Alex in lungo ed in largo nel continente nord americano per aiutarlo a compiere la sua vendetta.
The Crew non è solo il titolo del videogioco di corse clandestine ed inseguimenti polizieschi di cui parliamo, ma si riferisce alla banda di piloti che il giocatore può organizzare con amici o sconosciuti, per inanellare delle partite cooperative o competitive all’ultima sportellata o all’ultima goccia di NOS (l’ormai famoso monossido di diazoto reso celebre da pellicole come Fast & Furious).
Le attività presenti nella versione base del gioco, venduto a titolo gratuito fino allo scorso 18 dicembre per tutti gli utenti registrati a Uplay (la piattaforma di Ubisoft) spaziano dalla classica corsa all’inseguimento, che si conclude con la distruzione della vettura dell’avversario. Ci sono anche attività più veloci quali un salto in lungo con la macchina, uno slalom o la capacità di tenere la macchina ad alte velocità per una discreta quantità di tempo.
I punteggi sono costantemente salvati sui server ufficiali del gioco, alla mercé di amici e sconosciuti che possono sfidare le nostre prodezze e fissare l’asticella del record sempre un po’ più in là. Questa esigenza di tenere traccia dei migliori punteggi è stata sposata con l’esigenza di una connessione permanente ai server di gioco, per permettere alla community di condividere la mappa e le attività senza soluzione di continuità. Tutto questo, purtroppo, a svantaggio di chi non dispone – ancora – di una connessione a banda larga e di chi non ha voglia di giocare in compagnia.
LA CORSA SELVAGGIA
La prima grande espansione di The Crew è stata pubblicata il 17 novembre dello scorso anno e prende il nome di Wild Run, a cui spesso – ormai – è incluso anche il gioco di base. Wild Run introduce nuovi contenuti a quelli che c’erano già: oltre alle già presenti vetture, che potevano essere convertite – secondo le esigenze di trama e di gara – in versione Tuning, Extreme, Off-Road, Raid e Pista si aggiungono i mastodontici Monster Truck (i famigerati pick-up con ruote giganti), scattanti motociclette, macchine per le gare di derapata (Drift) e per i veloci Dragster.
Si tratta di un’autentica ventata di aria fresca in un’offerta di partenza che, esaurite le venti ore abbondanti che servono ad arrivare ai titoli di coda della storia, non aveva molto da offrire, soprattutto in termini di varietà a lungo termine. Senza la compagnia giusta e con la mancanza di aggiornamenti che ne ottimizzassero e rafforzassero il fronte tecnico, poi, era davvero difficile restare tra le strade di The Crew a lungo. Wild Run ha il merito di aver rinverdito i fasti del gioco di corse di Ivory Tower quel tanto che bastava per renderlo ancora più appetibile e completo. Le ore di gioco con le nuove vetture e le nuove modalità tornano ad accumularsi. Chi “salta in carrozza” all’alba del 2017 trova un gioco dal numero di contenuti ormai spropositato. Ma alla fine di quest’anno, Ubisoft e Ivory Tower hanno replicato con una nuova, interessante, espansione.
CHIAMATA A TUTTE LE UNITA’
Calling all Units è arrivato ufficialmente il 29 novembre scorso. Introduce un nuovo personaggio: Clara Washington, agente di polizia che è chiamata a rendere le strade d’America più sicure, assicurando i pirati della strada ed i sedicenti piloti alla giustizia.
Oltre alla versione “poliziesca” delle vetture che siamo abituati a vedere sfrecciare durante le partite di The Crew, Calling all Units introduce nuove missioni di trama, nuove sfide e – in pieno stile Need for Speed: Hot Pursuit che tanto apprezziamo – nuovi armamenti sia per poliziotti che per piloti. Si torna a smanettare con impulsi elettromagnetici ed altre diavolerie elettroniche per acchiappare un bersaglio o sfuggire alla cattura. Chi arriva adesso sul gioco di Ubisoft, dunque, ha un’offerta ancora più ricca e ben più di venti ore di gameplay assicurate.
In concomitanza con Calling of Units, The Crew viene pubblicato anche nella sua versione definitiva, la Ultimate Edition, che pur costando qualcosa in più rispetto al gioco base, nudo e crudo, include entrambe le espansioni e quindi tutti i contenuti Dlc fino ad oggi pubblicati, offrendo un notevole risparmio di transazioni.
A proposito di queste ultime, è bene ricordare per onor di cronaca che sono presenti nel gioco e che tramite conversione da denaro vero, presente nelle nostre carte di credito, è possibile ottenere del credito speciale, utile a sbloccare macchine e potenziamenti per le stesse senza stare a inanellare gare ed esperienza per poterli guadagnare con il “sudore”. A chi vi scrive, queste pratiche, piacciono relativamente poco, specialmente in giochi che in ogni modo premiano il giocatore anche nel breve periodo.
COMMENTO FINALE
The Crew in sé, ad oltre due anni dalla sua pubblicazione, potrebbe risultare alquanto limitato e limitante, specie a fronte dei contenuti di espansione che fanno sempre capolino durante le partite. Impreziosirlo di Wild Run e Calling of Units, le due espansioni che sono state rilasciare rispettivamente nel 2015 e nel 2016, lo rende uno dei videogiochi di corse arcade (senza alcuna velleità simulativa quindi) più completi, vasti e leggeri in circolazione.
Offre di tutto un po’, come solo le migliori offerte complete sanno fare: corse clandestine su strada, fuori strada, speronamenti, inseguimenti e – per chi fosse interessato – una trama degna delle migliori pellicole di genere, tipo Fast & Furious, con il difetto di non avere il carisma di Paul Walker e Vin Diesel.
The Crew è un gioco di corse automobilistiche e motociclistiche clandestine che si può giocare in prima o in terza persona. E’ un gioco spiccatamente arcade, quindi facilissimo da padroneggiare e per niente realistico. Permette di guidare gli Stati Uniti d’America da una costa all’altra, in una mappa che ne riproduce, in scala, quasi ogni arteria stradale importante. Per intenderci: occorrono circa 45 minuti per percorrere le strade da una costa all’altra.
La libertà concessa per la personalizzazione dell’auto non è altissima, ma farà felici tutti gli appassionati di tuning e – soprattutto – di personalizzazione estetica con un editor senza fronzoli, di facile utilizzo e discretamente assortito.
Mostra il fianco ad alcune – proverbiali – carenze tecniche, tipiche di tutti i giochi aperti o “open world”, come si dice in gergo. La fisica non è sempre verisimile e ci si potrebbe imbattere in strane macchine fluttuanti. Altre volte uno schianto a cento all’ora non sortisce effetti visibili né irreparabili danni alla macchina che – al di là di una bozza nella carrozzeria – continua a derapare e rombare come se nulla fosse accaduto.
Se cercaste un videogioco di guida arcade, con la più ampia mappa esplorabile in circolazione, connesso perennemente ad internet e che mette in contatto giocatori di tutto il mondo, con tante modalità di gioco e oltre quaranta veicoli, allora The Crew è semplicemente imperdibile. Astenersi adoratori delle simulazioni, del realismo e delle gare su pista.
Pregi
Quasi tutte le strade degli Stati Uniti d’America percorribili. Quasi tutte le più iconiche città da visitare in macchina. Centinaia di attività e sfide da superare. Oltre quaranta modelli di macchine a disposizione. Presenza, rara in questi giochi quindi molto gradita, delle Ferrari. Virtualmente infinito grazie al multiplayer. Impreziosito e rinvigorito in varietà e quantità dalle due espansioni.
Difetti
La gestione della fisica a volte fa cilecca. Che si guidi al sole o sotto la pioggia non fa molta differenza. Una grande mappa offre sempre tanti piccoli glitch. Effetto pop-up di texture e di elementi dello scenario. Always on non sempre all’altezza delle aspettative. Always on che esclude la possibilità di giocarci in solitaria senza essere collegati alla Rete. Micro-transazioni facoltative che minacciano una sana conquista degli obbiettivi giocando onestamente.
Voto
8