Steep, di Ubisoft Annecy, è il primo videogioco ad ambientazione alpina e di derivazione sportiva ad affacciarsi alle console casalinghe ed ai computer dai tempi del remake di SSX, datato 2012. Quattro anni e tanta neve sono passati sotto i ponti, questo particolare genere di videogiochi è finito gradualmente nel dimenticatoio, eclissato da ben più gettonati sparatutto in prima ed in terza persona e giochi calcistici salvo alcune rarissime eccezioni come Skydive: Proximity Flight, uscito nel 2013.
Preceduto da una Open Beta che ha coinvolto anche i quattro migliori atleti italiani di snowboard cross e ufficialmente arrivato lo scorso 2 dicembre su PlayStation 4, Xbox One e Pc Windows, Steep riporta nelle nostre case gli sport invernali estremi con un’attenzione per la qualità che non ha precedenti.
DALLA CIMA ALLE FALDE DEL MONTE BIANCO
Dai quasi cinquemila metri di altezza del Monte Bianco a fondo valle, estendendosi fra i confini di Francia, Svizzera e Italia, la mappa di Steep messa a disposizione dei giocatori è un monumento agli amanti dello snowboard, dello sci, del parapendio e della tuta alare. Queste quattro, infatti, sono le discipline che possiamo emulare nel gioco, senza soluzione di continuità e quando vogliamo.
La mappa di gioco è costellata da centinaia di attività da svolgere, divise per categoria di disciplina ma il gioco di Ubisoft Annecy ci permette, in totale libertà, di affrontare le discese con l’attrezzatura che più ci aggrada. Sempre in nome della grande libertà di approccio portata avanti dagli sviluppatori, possiamo esplorare il tutto a piedi – con estrema dose di pazienza – aiutarci con un pratico binocolo che ci aiuta a sbloccare i punti focali verso cui “teletrasportarsi” senza perdere troppo tempo oppure andare in lungo ed in largo con tuta alare, paracadute o sci.
Perdere tempo non è una parola in uso presso Ubisoft Annecy, infatti in Steep i caricamenti sono ridotti veramente all’osso. A parte quello iniziale, che potrebbe interrompersi per mancanza di collegamento ai server di Ubisoft – senza il quale, purtroppo, non andremo oltre la schermata del titolo – quando si gioca non si dovrà attendere più di una manciata di secondi per caricare un evento. Ripetere una gara che non ci ha convinto oppure interrotta bruscamente da una caduta, è ancora più istantaneo e anche in questo, Steep, profuma di next-gen.
SFONDI DA CARTOLINA, PAESAGGI DA SOGNO, CUORI SOLITARI
Steep è una vera gioia per gli occhi. Il sapiente uso di luci, ombre e filtri grafici garantisce una ricostruzione dei paesaggi alpini indimenticabili, incorrotti, puri, quasi surreali. Ad accrescere questo surrealismo è il tempo meteorologico, tutto sommato eternamente bello, la neve perennemente soffice e l’assenza di valanghe.
Ma il dettaglio che lascia una sensazione mista di piacevole solitudine ed inquietante desolazione è la mancanza totale di altri esseri viventi: niente fauna, nessun fotografo, nessun turista o spettatore in tutta la mappa: solo noi, con la nostra attrezzatura ed un auricolare che riceve trasmissioni radio da un fantomatico deejay che di tanto in tanto ci dice cosa fare, dove andare e ci riempie di complimenti, ricordandoci che abbiamo gli occhi di tutti puntati addosso, pur non vedendoli.
Tutto viene mosso in autentica alta definizione con una fluidità garantita e solo sporadicamente singhiozzante. Tuttavia i puristi della velocità di esecuzione potrebbero lamentare l’assenza di sensazione di velocità estrema. Ci sembra che la neve sia la migliore mai realizzata a memoria di videogiocatore, con buona pace per quella – pure ottima – vista in azione in Uncharted 2, sebbene fosse un titolo concettualmente differente.
QUATTRO MODALITA’, UNA MAPPA, TUTTO IL MONDO CONNESSO
Freerider, Explorer, Bone Collector e Freestyler: perdonate gli inglesismi ma sono questi i nomi in cui vi imbatterete fin da subito, appena completato il breve, essenziale ed estremamente ben fatto tutorial di base. Queste quattro parole indicano quattro modalità o tipi di approccio che possiamo giocare in Steep.
Freerider è il giocatore che ignora sfide e missioni, tempi e record di punteggio per fare di tutto un po’, liberamente e senza pressioni. Freestyler indica il giocatore che si dedica e si diverte di più nelle acrobazie sempre più tecniche ed elaborate.
Explorer (esploratore in italiano) è il tipo di utente che si trova più a suo agio esplorando tutto quello che si può, perdendosi in lunghe peregrinazioni e contemplazioni. Il Bone Collector, letteralmente, significa “collezionista di ossa” e si riferisce alle ossa del proprio corpo che, in seguito a cadute più o meno fatali, possono provocare fratture. In Steep questa componente non è assolutamente realistica: è impossibile morire in seguito ad una caduta fatale, ma è certamente coerente che una sfida sia interrotta se nel mezzo della stessa ci si schianta su un ostacolo. Ebbene, una delle modalità di gioco premia lo scavezzacollo più audace, lo stuntman che produce la caduta più spettacolare. Qualcosa che potrebbe funzionare solo in un videogioco, mai nella vita reale.
Insomma, a conti fatti Steep è un enorme calderone, un monumentale parco giochi per gli amanti della neve e degli sport invernali, soprattutto per i giocatori solitari. La connessione perenne ed obbligatoria ai server di Ubisoft serve per mettere in relazione e competizione le performance dell’intera comunità che si stringe intorno al gioco, tutta in un unico server, senza disparità di zone. E’ anche possibile giocare in quattro, contemporaneamente e – se attivata – si ha la possibilità di collidere con gli altri giocatori. Tuttavia durante la modalità predefinita saremo da soli, noi contro le Alpi.
Nulla o quasi da dire sul quadro delle opzioni di gioco e della personalizzazione del proprio alter-ego, che può soddisfare semplici velleità estetiche e poco più. Per il resto ci appare tutto al posto giusto, il sistema di controllo non ci ha mai tradito e la gestione della mappa, delle sfide, di tutta l’interfaccia in generale è autentica accademia da insegnare a tutti gli altri sviluppatori: raramente abbiamo trovato controlli tanto semplici ed indicazioni tanto precise.
COMMENTO FINALE
Steep è un gradito ritorno agli sport invernali nella loro declinazione estrema. Si può giocare con gli sci, con lo snowboard, con la tuta alare e con il parapendio da una prospettiva in terza persona o in prima persona, liberamente selezionabile in ogni momento della partita.
Tecnicamente parlando si attesta su qualità medio alta, senza caricamenti. Joypad alla mano, si conferma alla portata di tutti i tipi di utenti grazie alla semplicità di esecuzione e di comandi da memorizzare. La fluidità è garantita ma saldamente ancorata a trenta fotogrammi per secondo e questo, i puristi, potrebbero mal digerirlo.
Le uniche cose che non ci hanno pienamente convinto sono la qualità degli alberi che caratterizzano il paesaggio, la vicinanza della telecamera al personaggio, che non aiuta nelle fasi più concitate, la desolazione dell’ambientazione che – da un lato – aiuta ad alienarsi piacevolmente ma dall’altra contribuisce ad uno spiacevole senso di solitudine forzata. L’esigenza di dover essere sempre connessi ai server Ubisoft è una scelta che non ci sentiamo di promuovere ma è mitigata dal fatto che non è obbligatorio sottoscrivere un abbonamento PlayStation Plus per giocare.
In definitiva Steep è per tanti, non per tutti, è un gradito ritorno di un genere che non si faceva più vedere dai tempi di SSX
Pregi
Tecnicamente molto valido. Praticamente esente da caricamenti. Instancabile, rilassante e stimolante al punto giusto. Mappa molto vasta e libertà esplorativa ad alto livello. Facilità di esecuzione delle acrobazie. Interfaccia chiara e semplice.
Difetti
Paesaggio tanto spettacolare quanto desolato. Telecamera un po’ scomoda ad alta velocità. Richiede una connessione online permanentemente anche se si volesse giocare in solitaria. Non è un simulatore ultra-realistico, al contrario.
Voto
8
1 commento su “Steep, Recensione PlayStation 4”