Final Fantasy XV, recensione PlayStation 4
Sono passati più di dieci anni dall’effettivo inizio dei lavori su Final Fantasy XV e la sua pubblicazione ufficiale – e contemporanea in tutto il mondo – il 29 novembre scorso su PlayStation 4 e Xbox One. Affacciatosi al grande pubblico all’E3 di Los Angeles del 2006, quello che in origine era Final Fantasy Versus XIII ha subito, oltre che un cambio di nome, un sostanziale riavvio da zero dei lavori nel 2012.
L’avvento di PlayStation 4 e Xbox One, più facili kit di sviluppo e il nuovo motore grafico Luminous Engine, di proprietà Square Enix, hanno permesso agli studi interni del famoso produttore/sviluppatore di giochi di ultimare, a costo di enormi sacrifici e fatiche, la quindicesima installazione ufficiale del loro marchio più amato al mondo: Final Fantasy XV.
DOVEROSE PREMESSE
Chi vi scrive ha provato ogni titolo griffato Final Fantasy dal sesto episodio a quest’ultimo. Grazie al recente avvento del NES Mini è stato possibile provare il primo Final Fantasy. Pur non avendo mai raggiunto i titoli di coda, conosce la storia, i personaggi ed il gameplay degli ultimi otto episodi, inclusi quelli che appartengono al genere degli Mmorpg, cioè il capitolo XI e il XIV.
Siamo arrivati alla stesura di questa recensione dopo circa quaranta ore di prova, in cui abbiamo preferito approfondire l’esplorazione di tutti gli ambienti incontrati e la risoluzione di tutti gli incarichi secondari. Pur non avendo completato il gioco fino a raggiungerne i titoli di coda, ne abbiamo incontrato ogni aspetto per avere la possibilità di criticarlo.
Final Fantasy XV è un progetto vasto, letteralmente, e la sua lavorazione ha richiesto dieci anni di tempo, oltre ad un riavvio totale dei lavori a partire dal 2012. Perché l’originale Final Fantasy Versus XIII, che doveva essere uno spin-off della serie ma condividere mitologia ed ambientazione di Final Fantasy XIII, quello con Lightning per protagonista, per intenderci.
Il cambio di direttore dei lavori avvenuto in corsa ed il conseguente rifacimento della produzione praticamente da zero è uno dei motivi che ha portato a lungaggini e posticipi, fino al sospirato 29 novembre 2016, una data storica che significa molto, tanto per Square Enix quanto per il brand Final Fantasy, che per un decennio ha deluso la maggioranza di chi li ha giocati.
Vogliate perdonare l’ovvietà, ma in questa recensione non sarà contemplato il minimo confronto con i passati capitoli della serie. Final Fantasy XV viene esaminato come episodio a sé stante, che non ha niente da condividere con i predecessori ad eccezione dell’ormai vaga presenza dei “cristalli”, tanto in voga nella narrazione di Final Fantasy XIII.
IL LUNGO VIAGGIO DEL PRINCIPE NOCTIS
Lungi da noi rivelare anche solo il più piccolo frammento di una trama che, a nostro parere, è parecchio intrecciata, articolata, ma in ultima istanza e tutto sommato ben scritta. Qui basti sapere che Final Fantasy XV narra delle avventure del principe Noctis nel mondo di Eos.
Eos è un pianeta del tutto simile alla Terra, condivide con il nostro vero pianeta il clima e le caratteristiche di base. Vi è una vaga presenza magica ma non è invasiva né espansa. Le città che si vanno a visitare o esplorare sono ispirate da metropoli tipo Tokyo, da città inconfondibili come Venezia, da isole esotiche e singolari come le Bahamas.
Noctis, rispondendo ad uno dei più classici cliché delle storie, deve perseguire vendetta e riconquista in prima istanza. Ma vi sono così tante altre sfaccettature a contornare il tutto che definire la storia di questo titolo la classica storia “alla Final Fantasy” non ci appare corretto. Perché contrariamente a quanto accade nei titoli passati – con un protagonista che si imbatte in perfetti sconosciuti che decidono di unire le forze per un bene superiore – qui ci troviamo al cospetto di un personaggio affiancato da subito a compagni d’arme o fratelli di vita. Guardie del corpo della stessa età di Noctis che a lui sono legati tanto dal dovere quanto dall’affetto.
Strada facendo (letteralmente) si approfondirà la conoscenza di Ignis, Gladio e Prompto, personaggi per nulla stereotipati e, al contrario, sempre pronti a sorprendere per l’inaspettata scoperta di aspetti del loro carattere. Ad esempio: l’insospettabile bellimbusto che risponde al nome di Gladio, ragazzone tutto muscoli, che va in giro con una giacca sotto la quale guizzano muscoli guizzanti non è il classico uomo “tutto muscoli e niente cervello”.
Noctis e soci coprono centinaia di chilometri di strade asfaltate a bordo della Regalia, un’elegantissima macchina decappottabile. Con la vettura si è vincolati alla marcia lungo le strade principali e secondarie, ci si può parcheggiare in zone preposte oppure ci si può accostare in qualunque momento e, almeno in teoria, previa possibilità fisica per i personaggi, si può esplorare ogni palmo dell’enorme mappa realizzata per noi.
Al di là delle mete o dei personaggi da raggiungere per mandare avanti i fili della trama, parlando con gli immancabili personaggi secondari è possibile ottenere incarichi secondari che vanno dalla classica caccia al mostro che infesta le zone limitrofe al recupero di oggetti particolari. Non mancano le missioni “da fattorino”, più o meno banali, più o meno difficili da compiere a causa della rarità del materiale o della pericolosità di quello che si frappone tra noi e l’obbiettivo.
Durante le nostre peregrinazioni si alternano il giorno e la notte, il bello ed il cattivo tempo. In modo dinamico. Durante le ore notturne è sconsigliabile mettersi alla guida e non per scongiurare letali colpi di sonno: con il favore delle tenebre emergono di Daemon, creature spaventosamente potenti e letali che sono temute e rispettate (ed evitate come la Peste) da tutti.
Trascorrere la notte o in ogni caso fare riposare il party serve a “mettere in cassa” i punti esperienza accumulati durante le avventure per produrre i fatidici passaggi di livello, che portano all’evoluzione e all’efficienza del gruppo, non solo in combattimento. Possiamo scegliere se accamparci in punti sicuri della mappa oppure dormire presso strutture ricettive. La differenza risiede nel fatto che dormire in hotel o motel giova all’ammontare dei punti esperienza (nel migliore dei casi li raddoppia), mentre accamparsi è utile per sviluppare anche le capacità speciali di tutti i membri del gruppo, oltre a portare più punti da spendere in capacità attive e passive più potenti.
LUMINOUS ENGINE AL MASSIMO SPLENDORE
Final Fantasy XV ha subito, oltre che un cambio alla direzione dei lavori che ne ha provocato il totale riavvio da zero, un cambio al motore grafico. Abbandonato, dunque, il vecchio motore che muove i titoli legati alla PlayStation 3, ecco il nuovo Luminous Engine in tutto il suo primordiale splendore.
Lo vediamo nella gestione della fisica, nella profondità di campo, nella qualità delle texture più vicine, nel livello di definizione degli abiti o dei volti. Le animazioni sono estremamente curate, i movimenti più delle pose che di tanto in tanto fanno “cilecca” e magari una mano che dovrebbe essere appoggiata al fianco, in realtà, appoggia sul nulla.
Il dettaglio che ci lascia sempre senza fiato è il senso di vertiginosa maestosità, di proporzioni gargantuesche che sono riusciti a dare agli elementi del paesaggio, a volte anche esplorabili in prima persona. Fa sempre impressione vedere stagliarsi all’orizzonte delle conformazioni rocciose semplicemente titaniche o monumentali costruzioni verticali che ci fanno sentire tanto piccoli in un mondo tanto grande.
Durante le fasi di combattimento, fra animazioni quasi perfette ed effetti speciali degni di un lungometraggio da vedere al cinema, accompagnati da sonorità orchestrali mai banali, possiamo menare fendenti con una delle tre armi a disposizione di Noctis. Sono armi bianche divise per categoria: spadone pesante, spada corta e lancia. La quarta scelta è riservata ad un ampolla che Noctis può distillare con potere magico. Il potere magico risponde agli elementi fuoco, ghiaccio e tuono, ha uso limitato ma può essere ricaricato presso delle fonti sparse nella mappa. Esplorando è anche possibile imbattersi in materiali, utili a potenziale le armi in nostro possesso o da rivendere per rimpinguare le casse.
Altro aspetto che abbiamo gradito molto è la facoltà di affrontare i combattimenti secondo lo stile che più si adatta al tipo di giocatore che muove Noctis. Da un lato troviamo un sistema in tempo reale che possiamo accostare a Kingdom Hearts e al più recente The Witcher 3: le differenze sono sostanziali e si sprecano, ma vogliamo rendere l’idea di quello che ci aspetta.
L’altro lato è quello che abbiamo apprezzato di più ed è quello che ci ha ricordato i fasti di Star Wars: Knights of the Old Republic e Mass Effect, cioè la possibilità di combattere in quello che il gioco definisce “stile riflessivo”. In parole semplici: se non tocchiamo levette, pulsanti e grilletti del joypad, durante una battaglia, il gioco va automaticamente in pausa tattica. Si tratta più di un estremo rallentamento del tempo che ci da tutta la comodità di bersagliare il nemico che vogliamo, di bloccare l’attenzione su un personaggio in particolare, esaminarne resistenze e debolezze. Dopo aver fatto ciò possiamo riprendere il combattimento (sempre in tempo reale) ma quando le cose si fanno troppo caotiche – purtroppo capita più spesso di quanto avremmo sperato – possiamo sollevare pollici e indici, provocare un’altra pausa tattica e studiare nuovamente una strategia.
In ogni caso, durante le battaglie possiamo: inanellare una serie di colpi tenendo premuto il pulsante “cerchio”; metterci sulla difensiva tenendo premuto il pulsante “quadrato”; effettuare un breve teletrasporto con la pressione del tasto triangolo oppure una lunga proiezione su un punto d’appoggio ai margini del campo di battaglia se lo teniamo premuto. Con il pulsante “croce” diamo l’input alle selezioni di attacco speciale o di oggetto da utilizzare. Un pratico menu di oggetti ed abilità da usare si apre se premiamo il grilletto destro o il dorsale sinistro (R2 ed L1 nel gergo del DualShock 4).
Riassumendo il tutto: ad eccezione di fasi di combattimento caotiche quando si combatte in ambienti stretti o troppo affollate, in cui la telecamera non agevola molto, i livelli di qualità raggiunti da Final Fantasy XV impongono nuovi standard almeno nella serie. Azzardiamo con il dire che Final Fantasy XV, nel complesso, è uno dei giochi più belli da vedere degli ultimi anni, pur non essendo un campione di ottimizzazione o di fluidità elevatissima.
PIU’ TECNOLOGIA MENO MAGIA
Abbiamo solo accennato alle capacità magiche di Noctis, che è uno dei pochi fortunati a poterne usufruire ed è certamente l’unico del gruppo che possa distillare un ampolla di potere magico, che può usare lui stesso oppure affidare ad uno dei suoi compagni d’avventura (che la userà opportunamente e senza coinvolgere nessuno in pericoloso fuoco amico).
L’aspetto magico, purtroppo – o per fortuna a seconda dei gusti di ognuno – è appena presentato, non ci è sembrato particolarmente approfondito e scoprire che anche le immancabili “summon” sono legate a queste scelte tecniche non ci ha fatto esaltare per nulla. Peccato, perché da un Final Fantasy ci saremmo aspettati una gestione opportuna anche di questo aspetto del “Fantasy” propriamente detto.
A far da contraltare ad una magia che risulta marginale e appannaggio di pochissimi eletti, troviamo una tecnologia del tutto simile a quella nostra: mezzi di locomozione praticamente uguali ai nostri, stazioni di rifornimento, velivoli, imbarcazioni sembrano essere direttamente prese dal mondo reale del ventesimo secolo con qualche licenza a tecnologie di un futuro non troppo remoto.
Questa fusione tra magico e tecnologico, che riporta alla mente Final Fantasy VII oppure VIII, risulta ancor meglio inserita nel mondo di gioco senza risultare stucchevole ma, al contrario, elegante a tratti quasi plausibile. Una scelta ed una capacità di caratterizzare Final Fantasy XV che non passa inosservata e produce solo un valore aggiunto.
LA PERFEZIONE NON ESISTE
Alcuni ritengono che dopo dieci anni di sviluppo, Final Fantasy XV avrebbe dovuto essere praticamente perfetto da ogni punto di vista, inattaccabile, inappuntabile, tecnicamente un gradino sopra del solido, sostanzialmente senza bug gravi né glitch visivi o di gameplay e tanto altro ancora. L’esperienza ci insegna che la perfezione, nel nostro passatempo preferito, non esiste e Final Fantasy XV non fa eccezione.
I glitch visivi e le scene tragicomiche del motore grafico che fa cilecca ci sono. Ma ci piace ricordare che per Skyrim, addirittura, si è arrivati a parlare di “valore aggiunto” ma – misteriosamente – per tutto quello che non riguarda Bethesda questa regola non vale.
Non abbiamo trovato molto gradevoli le musiche vagamente country, tuttavia le colonne sonore legate a episodi chiave, personaggi e combattimenti hanno lasciato impressioni molto positive e siamo certi che – a lungo andare – entreranno nel novero di musiche facilmente riconoscibili e indimenticabili.
La vasta mappa esplorabile alterna una sostanziosa maggioranza delle zone esplorabili qualitativamente medio-alta ma di tanto in tanto ci si imbatte in scorci decisamente poco ispirati oppure desolati. La presenza di muri invisibili non aiuta a salvare questi scorci e a volte rovinano il fascino e l’atmosfera di quelli più evocativi.
I combattimenti, spettacolari e coreografici, perdono tutta la loro efficacia quando capita di beccare gruppi di animali/mostri che sono rinforzati da soldati che “piovono” dall’alto, scatenando caotici “mischioni” per nulla divertenti poiché tutto diventa troppo poco chiaro e poco controllabile: una mattanza in cui si fatica (quando non si perde del tutto di vista) a mettere a fuoco la posizione del nostro alter-ego. La situazione non migliora nemmeno con pochi nemici, quando capita di esplorare le rovine (novelli dungeon) che, contrariamente alla mappa esplorabile, sono lineari e ben chiuse, oltre che strette.
Chiudono il cerchio delle imperfezioni che abbiamo notato una discutibile scelta di vestiario per il protagonista e i suoi comprimari: riteniamo che degli equipaggiamenti più confacenti ad un avventuriero o un combattente sarebbero stati di gran lunga più coerenti con le situazioni e le avventure proposte. I cavalieri del Re, i Kingsglaive visti in azione nell’omonimo lungometraggio che spiega i retroscena del prologo di Final Fantasy XV li abbiamo trovati molto più belli per stile ed equipaggiamento.
In definitiva (ma forse è colpa dell’età che avanza, ndr) non abbiamo affatto gradito la caduta di stile in favore del fan service: troviamo che un meccanico donna che gestisce una stazione di servizio praticamente in mutante e reggiseno sia semplicemente fuori luogo.
COMMENTO FINALE
Final Fantasy XV è un titolo dedicato ai vecchi (in tutti i sensi) fan di Final Fantasy ma anche a quelli nuovi. Il neofita troverà un gioco di ruolo spiccatamente nipponico, con vastissima area esplorabile costellata da “dungeons” piuttosto lineari ed un sistema di combattimento in tempo reale (un po’ come The Witcher 3) ma alternativamente configurabile con pausa tattica (in stile Star Wars: Knight of the Old Republic).
Narra delle avventure del principe Noctis e delle sue guardie del corpo, nonché fratelli di vita: Gladio, Ignis e Prompto. Sebbene sia appurato che non si sappiano vestire nemmeno sforzandosi, tutti i personaggi risultano ben caratterizzati e hanno discreta libertà di evolversi anche caratterialmente.
Graficamente possiamo affermare che sia il miglior Final Fantasy mai realizzato, perché oltre a tanta vastità si trova un notevole grado di dettaglio a tutti i livelli. Joypad alla mano bisogna sottolineare che non tutto fila sempre per il verso giusto, ma sono nettamente superiori i casi in cui il gioco si lascia giocare senza problemi.
Come ogni gioco di larga estensione, pur essendo libero da pesanti difetti di programmazione, offre occasionali bug, glitch grafici e situazioni che – purtroppo o per fortuna – ci riportano alla realtà, ci ricordano che nulla è perfetto ma, con opportuni aggiornamenti, Final Fantasy XV potrebbe avvicinarsi seriamente alla perfezione.
In definitiva è un gioco che ogni fan di Final Fantasy XV dovrebbe provare almeno una volta nella vita. Siamo abbastanza sicuri che non deluderà sul piano dell’offerta ludica. Chi non apprezza i giochi di ruolo orientali non apprezzerà quest’ultima fatica di Square, anche a fronte dell’ambientazione spiccatamente “americaneggiante”.
Pregi
Graficamente eccellente. Sistema di combattimento selezionabile, quindi adatto a tutti i tipi di giocatore. Gestione dell’inventario semplice. Abilità e sinergie di squadra ben implementate. Tanto da fare ed esplorare. Personaggi ben caratterizzati.
Difetti
Tanta vastità di mappe mostra il fianco, occasionalmente, a scorci poco ispirati, muri invisibili, scelte di gameplay infelici. Combattere in tempo reale può diventare troppo caotico, specie negli spazi angusti. I protagonisti non sanno vestirsi. Fan service con caduta di stile che fa storcere il naso.
Voto
9-