Deponia, Recensione PlayStation 4

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Avventura punta e clicca del 2012 sviluppato dal vulcanico team indipendente Daedalic Entertainment, toni scanzonati ed irriverenti, grafica molto carina. Stiamo parlando di Deponia, tradotto interamente in italiano con il titolo Fuga da Depona, a cui seguono Caos a Deponia e Fuga da Deponia. Da quest’anno si è aggiunto anche Deponia: Il Giorno del GiudizioDeponia Doomsday in originale – ma questa è la sede in cui parleremo, oltre che del primo episodio di questa saga molto apprezzata, della sua versione PlayStation 4. Questo segna il debutto della software house tedesca sulla console di casa Sony.

Il gioco ha fatto il suo debutto sia in digitale che nei negozi. Quest’ultima edizione è realizzata in italiano (con tanto di doppiaggio nella nostra lingua) grazie all’impegno di Adventure Productions.

RITORNO AI MITICI ANNI ‘90

C’era un tempo, tra la fine degli anni ‘80 e i primi anni ‘90, in cui – su computer – era più facile trovare e giocare un’avventura grafica che uno sparatutto. Appena vent’anni dopo le cose sono cambiate in maniera drastica, le nuove tecnologie permettono di sviluppare più facilmente sparatutto e giochi d’avventura in prima persona, mentre le avventure grafiche sono diventate, gradualmente, un genere di nicchia, periferico, apprezzato soprattutto dai giocatori più attempati, o da quelle persone che, più semplicemente, ai ritmi rocamboleschi o incalzanti di un gioco in tempo reale, preferiscono la calma e la riflessione.

Deponia (o Fuga da Deponia, ricordiamo) è uno dei più fulgidi esempi di rievocazione degli anni ‘90, del tempo glorioso delle avventure Lucasarts o Sierra. Di quelle in terza persona che ci mettevano alla guida di un protagonista più o meno imbranato (qualcuno ha detto Guybrush Threepwood?) e ci facevano conoscere ambientazioni fantasiose e molto evocative. Uno dei pilastri su cui si fonda la saga di Deponia è proprio quello che abbiamo appena accennato: la presenza di un protagonista su cui è stato cucito addosso il ruolo di anti-eroe e che fa gravitare intorno a sé delle situazioni tragi-comiche o prettamente comiche e demenziali.

UN CARTONE ANIMATO DA GIOCARE

Deponia si presenta con una veste grafica ricercata ma al tempo stesso essenziale. Ricercata perché è encomiabile l’aver dato vita ad un’ambientazione sospesa tra il fantasy medievale e lo steampunk di un possibile e vicino futuro. Deponia è il nome di un mondo in rovina, sommerso – letteralmente – dai rifiuti prodotti da una civiltà simile alla nostra, quindi non è strano vedere macchinari più o meno riconoscibili, creature più o meno fantasiose, ambientazioni più o meno verisimili. Il tutto, comunque, appare sapientemente e volutamente dosato per ostentare dei luoghi di fantasia, originali, abitati da personaggi anch’essi tutt’altro che normali e anonimi.

Le animazioni che accompagnano il tutto, purtroppo, non sono estremamente precise e qui si può notare un certo limite – forse di budget – che non ha permesso agli sviluppatori di produrre delle movenze completamente convincenti. Quando l’azione è statica, ferma, o quasi, Deponia è un bellissimo vedere, anche su televisori piuttosto grandi – se giocato su PlayStation 4 – ma quando l’azione diventa un pelo più drammatica si evince questo limite che, vogliamo precisarlo, non guasta irrimediabilmente l’esperienza.

IL TRIONFO DEL CLASSICO SULL’INNOVAZIONE

Oltre che da vedere, Deponia è un gioco da giocare e che si lascia giocare come pochi altri del suo genere. A patto di gradire quel suo modo tutto scanzonato di fare umorismo, al di sotto dei disegni che lo fanno sembrare un cartone animato si trova un’avventura grafica in terza persona che aderisce perfettamente ai canoni. Occorre muovere il protagonista cliccando su un punto che questi possa raggiungere e se si sposta il puntatore su un oggetto o un punto della schermata che sia adatto all’interazione, questa deve essere scelta (tra alcune contestuali) ed eseguita. A volte occorre interagire con punti ed oggetti con materiali in nostro possesso. Altre volte ancora, prima di fare ciò, occorre combinare i materiali che abbiamo in tasca tra di loro, per ottenere un oggetto nuovo e pertinente con le richieste dell’enigma ambientale che ci impedisce di proseguire.

Talvolta, queste soluzioni, sono estremamente fantasiose e – contrariamente a quanto capitava negli anni ‘90 con Monkey Island – spesso prescindono la logica e vien da chiedersi se gli sviluppatori si siano impegnati per fare in modo di bloccare il giocatore in tutti i modi, anche quelli poco ortodossi. In un genere, quello delle avventure grafiche, che premia la logica, l’ingegno e la perspicacia, delegare dei passaggi alla pura fantasia del giocatore ci è sembrato eccessivo. Molto più gradevoli e stimolanti sono i sotto-giochi di logica ed abilità che si trovano qui e lì durante l’avventura.

IL PRIMO DI UNA SERIE DALLE SORTI ALTERNE

Deponia narra le vicende di Rufus, nato e cresciuto nel mondo-discarica che da il nome all’intera saga, non certo uno stinco di santo né un ragazzo pieno di buoni propositi. Ha tendenze misantropiche e gli abitanti di Deponia non nutrono, nei suoi riguardi, stima o affetto. La missione che Rufus si prefigge è quella di lasciare Deponia, costi quel che costi. Non stiamo qui a rivelarvi il come ed il perché le avventure di Rufus non si limitano al solo, primo, Deponia, ma quel che possiamo dire è che – come spesso accade – molti dei suoi piani vengono sconvolti dall’incontro con una ragazza.

Uno dei maggior pregi di Deponia è che la localizzazione in lingua italiana viene quasi sistematicamente finanziata e realizzata a regola d’arte, per permettere al pubblico nostrano di appassionati giovani e meno giovani di godere di dialoghi e battute pensati per intrattenere.

Quattro anni e quattro titoli pubblicati non sono pochi e su PlayStation 4 siamo solo agli albori di quella che possiamo definire “l’Odissea di Rufus”. Non è questa la sede per parlarne approfonditamente ma ad onore della cronaca non tutti gli episodi rilasciati nel corso di questo tempo godono dello stesso effetto (come ogni serie episodica, d’altronde). Deponia è una bellissima avventura grafica che si presenta bene ed intrattiene il giusto. Pensata più per gli attempati estimatori di un genere, quello delle avventure grafiche punta-e-clicca degli anni ‘90, che per far colpo sulle giovani leve di questi tempi. Tuttavia è un gioco per tutti che chiunque, e di qualunque età, può apprezzare.

COMMENTO FINALE

Deponia è il primo di una trilogia di giochi che appartengono al genere di avventure grafiche in terza persona, punta-e-clicca. Purtroppo arriva su PlayStation 4 con quattro anni di ritardo dall’uscita originale, in un periodo infelice sia per le avventure grafiche di stampo molto classico che in generale, oscurato dal tam-tam mediatico di produzioni ben più blasonate e appartenenti a generi differenti.

Ha dalla propria numerosi punti di forza, primo tra tutti il fatto di essere praticamente da solo (se si eccettuano alcuni classici rimasterizzati e qualche uscita nel corso degli ultimi due anni, ndr) a rappresentare il genere delle avventure in terza persona su PlayStation 4. Con l’eccezione del remaster di Grim Fandango, e Broken Sword V o Broken Age (che però hanno sulle spalle già alcuni mesi) non ci vengono in mente molti titoli di un certo spessore e questo può fare solo bene, soprattutto a chi cerca qualcosa di più rilassante e mentalmente stimolante dei soliti, chiassosi, giochi da salotto.

L’irriverenza e l’umorismo portato avanti pressoché in ogni secondo di gioco possono sortire l’effetto di divertire tanto oppure tutto l’opposto: di venire subito a noia e di rischiare di essere prevedibile. Rufus, il protagonista, si ama o si odia senza mezze misure.
In definitiva Deponia per PlayStation 4 è un acquisto che raccomandiamo a coloro che non si trovano con sparatutto, giochi di ruolo, sportivi e simulatori, al pubblico giovanissimo che troverà pane per i propri denti: enigmi che stimolano logica e fantasia. A chi non ha proprio un computer adatto ad eseguire un semplice gioco in due dimensioni. Chi ha un computer e cerca un’avventura grafica che ricordi (più da lontano che da vicino) Monkey Island e Lucasarts può optare per “The Complete Journey”, pratica raccolta di tutti i giochi a tema “Deponia” fino ad ora usciti, con gran risparmio di tempo e denaro. I cultori dell’edizione fisica possono affidarsi alle pubblicazioni di FX Interactive, famosi per vendere a prezzo budget, totalmente localizzato in italiano e presentato anche piuttosto bene qualunque loro prodotto. Per PlayStation 4, invece, c’è – come abbiamo già accennato – Adventure Productions ha pubblicato l’edizione in italiano.

 

Pregi

Visivamente pregevole. Testi e doppiaggio ben studiati. Numerosi enigmi e storia – tutto sommato – originale e divertente. Su Pc è sulla piazza da quattro anni, anche venduto insieme a tutti gli altri della saga a prezzo contenuto. Non ci sono troppi concorrenti su PS4.

Difetti

Si preoccupa più di somigliare a certi giochi anni ‘90 che di imporre il proprio carattere. E’ solo il primo di una trilogia e si nota soprattutto nel finale. Arriva in un periodo denso di uscite importanti (tipo Final Fantasy XV). Animazioni non proprio al top.

Voto

8+