Il ventiseiesimo secolo non dice bene alla Terra. Il nostro pianeta è morente, la popolazione è, così, emigrata sulla Luna, su Marte, su Titano e sugli altri satelliti di Giove.
Questo mondo morente, diventato inadatto ad ospitare la vita quotidiana come noi la concepiamo, diventa teatro (decadente) per delle corse automobilistiche dove bolidi con tecnologia antigravitazionale dall’aerodinamica aggressiva e dalla velocità tre volte superiore (anche di più) alla media delle vetture di Formula 1 odierne, si sfidano fino all’ultimo sangue per ottenere vittoria, fama e soldi. Un nuovo sport di intrattenimento si è dunque affermato grazie alla sua velocità che raggiunge sfumature psichedeliche ed alle sue sfide all’ultimo colpo di power-up.
Questo è il contesto di Redout, titolo di corse arcade futuristiche made in Italy firmato dallo studio torinese 34BigThings uscito il mese scorso su Pc via Steam col supporto ai visori per la Realtà Virtuale. Ci sentiamo di dire fin da adesso che Redout – come vedrete – colma seriamente la mancanza di un gioco del suo genere su piattaforma Windows e che prende spunto, come gli stessi sviluppatori annunciano, da classici come Wipeout ed F-Zero, senza, però, per questo, non avere una propria identità.
CHI FU L’EROE DEI CHILOMETRI E CHILOMETRI…
Redout è un gioco che offre molto in termini di numeri e varietà di gare con sfide multiplayer fino a 12 giocatori, e tante competizioni in single play. Troviamo diversi tipi di corse in cui cimentarsi con la modalità regina che è sicuramente la Carriera dove è possibile prendere parte a circa una ottantina di eventi suddivisi in gare solitarie alla caccia del tempo migliore, competizioni vere e proprie contro avversari guidati dalla Intelligenza Artificiale ed altre varianti che servono a dare brio e ritmo al tutto.
In tutto sono sette i tipi di competizione, ognuna con le sue regole (in alcune saranno vietati i powerup ad esempio; in altre si sarà eliminati se ultimi al termine delle tornate, altre ancora saranno corse a tappe ed a punti e così via). C’è anche la modalità Boss che prevede lo svolgimento di una gara su più circuiti (una sorta di corsa a tappe) collegate da portali.
Nondimeno, nella modalità Carriera si accumuleranno punti esperienza e soldi per potenziare monoposto o acquistarne altre più performanti. Ogni corsa ha i suoi obiettivi espressi in medaglie: quattro perché oltre alle classiche oro, argento e bronzo, troviamo quella di platino.
La Carriera è la summa del potenziale contenutistico di Redout che ci offre un viaggio molto lungo ed assolutamente rigiocabile facendoci partire da una vettura (chiamiamola così) piuttosto scadente (che però chiuderebbe le gare odierne di F1 o altri campionati di velocità in circa la metà del tempo doppiando tutto e tutti, ndr), ad una veloce, controllabile e per giunta resistente. E’ bene dire che ogni gara può essere ripetuta quante volte si vuole in modo da accumulare sempre soldi e punti esperienza. Nondimeno, gli eventi che si succedono possono comunque essere disputati senza un ordine ben preciso e quindi “a saltare”. In questo senso il gioco ci offre molta libertà d’azione.
Va da se che le prestazioni migliori offriranno più esperienza e bonus sbloccando, manco a dirlo, ulteriori competizioni. Ogni tanto, inoltre, si verrà contattati dalle scuderie che partecipano alla gare con offerte più o meno interessanti in termini contrattuali. Questi accordi prevedono bonus sui risultati con soldi supplementari ed altro.
CONOSCI LA TUA VETTURA COME CONOSCI TE STESSO
Come in Wipeout, il paragone benché non eccessivamente fantasioso è inevitabile, le nostre vetture avranno delle sfide asprissime contro avversari-nemici in pista. Cosa c’è di meglio, quindi, per potenziarle con dei bonus?
Troviamo due rami principali di potenziamento: attivo e passivo con 12 powerup complessivi (sei a testa).
Quello attivo permetterà di mettere in funzione delle controffensive contro gli avversari in pista. Si può effettuare un attacco EMP che disturba (mai come vorremmo) gli altri prosciugando la loro energia o ancora la possibilità di dare una potenza enorme in un singolo momento al turbo per velocità inaudite e repentine.
I powerup passivi, invece, vanno a migliorare parametri prettamente prestazionali: aderenza (mai abbastanza), velocità massima e durata del turbo. Ognuno di questi powerup si può potenziare fino a quattro volte.
Ogni potenziamento è utilizzabile con le monoposto di tutte le scuderie e classi. A proposito di classi: sono quattro differenti mentre i modelli, appartenenti ad altrettante scuderie sono 6. Questi si differenziano principalmente per le varie caratteristiche, dalle più veloci (ma meno guidabili) alle più confortevoli (ma meno veloci), si può optare anche per delle navette più robuste o che siano in grado di sapere attaccare gli avversari.
UN GAMEPLAY VIVACE E SEVERO AL TEMPO STESSO
La difficoltà di Redout è evidente. Benché sia un tipo di corsa arcade questa ha comunque una profondità e non si tratta soltanto di schiacciare il pulsante dell’acceleratore e del turbo.
Le monoposto iniziali sono difficili da domare. A volte si ha come la sensazione di stare in un rodeo con una scarsa manovrabilità a fronte di velocità importanti che però, andando avanti nel gioco, saranno superate agevolmente.
Bisogna giocare molto con i comandi, dosare bene il freno (che serve in alcune occasioni più che in altre) ma essere in grado di accelerare ed osare col turbo quando possibile, senza dimenticare la presenza degli altri in pista.
I miglioramenti alla guida andranno di pari passo con l’arrivo dei powerup. Vi consigliamo quelli che danno maggiore aderenza e stabilità perché rendono la vettura più docile e guidabile. Anche perché troppi impatti non faranno bene allo scafo della vostra navetta. L’indicatore di integrità posto a sinistra ci mostra lo stato di salute della struttura del nostro mezzo. Se esaurito (a causa degli impatti contro le barriere (le piste sono chiuse, ndr), o scontri con gli altri avversari, si esploderà ed il gioco provvederà al respawn, ossia a metterci in pista nuovamente ma questo causerà perdita di tempo (che può essere minimizzata attivando il powerup preposto che ne velocizza i tempi).
La velocità, che è già insita nel gioco, arriverà in contemporanea ed una volta studiati i percorsi, ve ne sono una ventina, potrete andare più sicuri verso giri veloci e record. A patto di superare le fasi iniziali che sono quelle forse più traumatiche. Non vi sorprenda pensare di stare costantemente nelle retrovie nel corso delle prime prove. Per fortuna, come dicevamo, è possibile ritentare all’infinito gli eventi e disputare le gare “in calendario”, quando e come lo si preferisce.
Accumulando esperienza e premi in denaro, anche se minimi all’inizio, permetteranno di acquistare la vettura che più ci aggrada.
E’ comunque necessaria una dote: la pulizia nella guida. Più si sarà precisi, più i risultati arriveranno. E per questo ci vorrà tempo. Al di la dei powerup o della classe d’auto scelta che certo aiuta.
La verità del gameplay è data dalle diverse modalità e tipologie di corsa che spingono anche a modificare il nostro stile di guida dovendo scegliere determinati powerup da adottare piuttosto che altri a seconda della competizione. Ci sono competizioni dove rimanere in pista è fondamentale, altrimenti si è eliminati ed è preferibile essere alquanto puliti al volante. Ci vorrà invece molta agilità nelle corse in modalità Sopravvivenza che prevedono la presenza di ostacoli e mine all’interno dei tracciati da evitare assolutamente.
Insomma, Redout accontenta tutti i gusti.
PSICHEDELICO, FOLLE E CON LA MUSICA GIUSTA
34BigThings ha svolto un bel lavoro. Il gioco anche con configurazioni di Pc piuttosto datate regge bene ed offre un bel vedere. Forti dell’Unreal Engine 4, gli sviluppatori piemontesi hanno dato a Redout un bell’abito.
Lo stile tende piuttosto allo psichedelico viste le velocità assurde che si riescono a raggiungere fin dall’inizio (anche superiori ai mille km orari nelle primissime ore di gioco, ndr), con effetti particellari quali scintille, nebbia, nuvoloni di polvere ed altro ben riprodotti.
Il senso di velocità è stato realizzato molto bene e questo ci fa perdere di vista il fatto che alcuni contorni delle piste non sembrano troppo vari. Poco male: ad oltre 1000 km orari chi ha il tempo di vedere questi dettagli? Ed è altrettanto vero che se magari il gioco non offre una varietà enorme (alla fine, quattro ambientazione per 20 piste con gli standard attuali sembrano un po’ pochine), ma ci dona una buonissima qualità in favore del gameplay fluido. Troviamo il Cairo, ma anche le profondità di un vulcano, nonché i ghiacci dell’Alaska ed un folle Abruzzo del futuro.
La decadenza della Terra nell’anno 2560, però, è resa molto bene con asfalti crepati e grattacieli abbandonati, resti di una civiltà che ha succhiato quasi tutto di questo povero pianeta che un tempo era popolato e decisamente più in salute.
Ci accorgiamo di questo quando affrontiamo alcuni tracciati hanno delle rampe che permettono di fare salti molto lunghi dove il tempo sembra fermarsi per farci fare una istantanea del panorama. Redout offre scorci davvero interessanti nonostante tutto con un design pulito.
Anzi, è proprio la pulizia del comparto grafico a svettare perché questa non appesantisce il gameplay ma lo valorizza.
E’ bene ricordare che il gioco supporta anche la Realtà Virtuale con la modalità adatta ai visori HTC Vive, Oculus Rift e Razer OS VR, quindi chi è amante di questa caratteristica potrà cimentarsi in corse ancora più psichedeliche e ad alta velocità.
Tornando alla modalità di gameplay tradizionale, invece, segnaliamo – ma pensiamo sia “colpa della nostra configurazione” alcuni cali del frame rate ma supponiamo che con Pc più potenti questo tenda ad essere eliminato. I caricamenti, invece, sono lunghetti. Il gioco richiede una configurazione importante ma può essere giocato anche su Pc datati e con i settaggi giusti può offrire le stesse sensazioni adrenaliniche.
Non potevamo tralasciare il comparto audio. La colonna sonora è composta da brani originali molto interessanti ed orecchiabili che ben accompagnano il gameplay. A noi è piaciuta molto anche perché abbiamo trovato perfetta l’integrazione della musica con l’azione adrenalinica del gioco e con l’ambientazione futuristica.
COMMENTO FINALE
Se siete amanti delle corse nel futuro e dei titoli alla Wipeout allora Redout è una scelta obbligata soprattutto perché su Pc non c’è moltissimo che possa essere paragonato al titolo Sony. Il gioco ha tutti gli ingredienti per essere considerato una bellissima sorpresa.
Tecnicamente è ineccepibile con una grafica estremamente pulita e fluida che, magari non sarà estremamente varia, ma è pur sempre fatta a regola d’arte ed in grado di offrire senso della velocità anche su configurazioni datate. La musica che accompagna le nostre scorribande in pista è di assoluto valore ed è composta da ottimi brani originali.
Il gameplay è severo ma tende comunque a dare soddisfazioni col sudore della fronte dopo tanta pratica, avanzamento di livelli e powerup applicati e potenziati. In Redout non bisogna andare solo più veloci ma si deve essere anche scaltri, soprattutto nelle corse contro gli altri. La modalità Carriera ci è piaciuta moltissimo perché lascia liberi di affrontare i vari eventi come, quando e quante volte lo si desidera.
Cosa chiedere di più a 34BigThings? Il supporto alla Realtà Virtuale? C’è. Più locations? Quelle potrebbero arrivare, se richieste a gran voce. Per il resto, signori, ci troviamo ad una grandissima sorpresa in grado di offrire una grande e costante sfida offrendoci una grafica pulita ed un sonoro molto bello.
Ben fatto. Davvero ben fatto.
Pregi
Comparto tecnico ineccepibile. Grafica pulita e sensazione di velocità ben fatta. Colonna sonora di alto livello. Varietà di eventi e modalità. Carriera libera molto lunga. Gameplay severo ma non troppo punitivo.
Difetti
Caricamenti un po’ lunghetti. Forse un po’ più di varietà alle ambientazioni avrebbe fatto bene.
Voto
9-
2 commenti su “Redout, Recensione Pc”