Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas, Recensione PlayStation 4
Un po’ action, un po’ adventure, un po’ gdr ed una spruzzata abbondante di Zelda. Con queste premesse e con un buon passato su mobile e Pc, Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas approda su PlayStation 4 ed Xbox One.
Abbiamo giocato questa versione del titolo di chiara ispirazione “zeldiana” firmato da Cornfox & Bro, conosciuti per Death Rally, che ha unito le forze con FDG Entertainment GmbH & Co. KG per la versione su console uscita lo scorso 8 settembre.
A distanza di oltre un anno, quindi, torniamo ad Arcadia parlandovi dell’dizione per PlayStation 4 che non si discosta molto da quella Pc. Il che è un dato positivo.
SULLE ORME DI PAPA’ PER SALVARE ARCADIA
La storia narra le vicende di un ragazzino che ha appena appreso della partenza del padre per un viaggio misterioso. Poco dopo apprende che una creatura misteriosa è sotto l’influenza di forze oscure e rischia di distruggere le isolette del grande e glorioso regno di Arcadia, teatro del mondo di gioco.
Da li parte il nostro viaggio per salvare capra e cavoli… e non solo. Tale impresa, per essere concretizzata ha bisogno dell’unione di tre sigilli sacri che devono essere recuperati: Sole, Terra ed Oceano che servono a purificare il mondo dalla malvagità che la pervade ed a cacciare il cattivone di turno.
La narrativa è piuttosto spicciola e comunque lascia quasi il tempo che trova. Sicuramente non è il punto forte della produzione ma è la classica scusa per farci giocare.
Dopo un tutorial, il nostro eroe arriva a Tykrael. Si tratta della prima isola disponibile che ospita anche dei mercanti (dai prezzi salati), alcuni misteri da svelare con le prime quest e la Gilda degli Avventurieri.
Da li scopriremo l’esistenza di altre isole dove andare e ritornare per acquistare armi più potenti come le bombe da acquistare… sull’Isola delle Bombe ma ci sono tante missioni da fare ed alcune sono anche molto carine ed interessanti. Alcune di queste serviranno anche a sbloccare alcune aree all’interno della stessa isola o altre location nell’arcipelago che sarà sempre più grande e variegato da girovagare in lungo ed in largo.
Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas, però, fa largo utilizzo del backtracking facendoci fare avanti ed indietro più volte per poter andare avanti risolvendo questa o quell’altro pezzo di quest.
GAMEPLAY IMMEDIATO IN OMAGGIO A ZELDA
Dal punto di vista del gameplay, troviamo Oceanhorn immediato ed a portata di joypad. I movimenti sono semplici e non ci sono particolari sequenze di tasti per gli attacchi o le parate. Il gioco è immediato con dialoghi semplici e ben tradotti in italiano mentre l’inventario è molto grande ed impedisce la confusione.
Peccato che non ci sia un vero e proprio diario di bordo con le missioni ma vengano riportate soltanto le frasi di dialogo. Questo può aiutare ma non è comodo quanto un vero e proprio dialogo con la descrizione delle missioni anche perché si rischia di girare a vuoto.
Ovviamente non ci sono solo dei combattimenti o dei dialoghi ma anche dei puzzle ambientali piuttosto semplici da fare che bilanciano la parte action “nuda e cruda”.
Il tutto ricorda comunque alcuni capitoli di Zelda, in primis The Wind Waker (e navigar in barca a vela ci è dolce in questo mare di ricordi) ed il lato positivo è che non ci sono tantissimi titoli su PS4.
Accompagnato da una visuale isometrica (o giù di li nelle fasi a terra, in terza persona quando si naviga), il nostro giovane eroe userà spada e scudo, la sua salute è visualizzata in forma di cuoricini e tra una isola e l’altra userà una barchetta a vela. Anche la navigazione tra le onde dell’oceano di Arcadia ha il suo perché: tra un isola e l’altra ci saranno anche degli ostacoli come mostri o mine che ci sbarreranno la strada: basterà rispondere al fuoco grazie ad un fucile per raccogliere bonus, monete ed esperienza raffigurata dai cristalli.
Pure la simbologia ricorda molto il capolavoro Nintendo nonché l’atmosfera. La componente gdr è comunque molto semplificata: manca l’albero delle abilità per cui ad ogni avanzamento saranno sbloccate gradualmente ed automaticamente alcune caratteristiche come ad esempio la possibilità di utilizzare armi secondarie (arco e freccia non possono mancare) o i poteri degli elementi ed altro.
Da notare come ogni livello raggiunto abbia un nome: viandante, viaggiatore, pellegrino e così via.
La difficoltà è piuttosto equilibrata e non propone grossi problemi con imprese epiche. L’unico inconveniente è il sovente backtracking che annoia un po’ perché spezza il ritmo.
Oceanhorn si fa giocare tra tanti pregi e qualche difetto. La longevità varia dalle 12 alle 15 ore ma può variare ed aumentare soprattutto se non si sta attenti ai dialoghi. Naturalmente anche questa versione supporta i Trofei.
Non dobbiamo dimenticare che il gioco ha origini iOS ed Android per cui il lavoro prima fatto su Pc, poi su Mac e adesso su console, non è da sottovalutare sia per qualità che per quantità.
GRAFICA TONDISSIMA CON QUALCHE IMPERFEZIONE; SPLENDIDE MUSICHE
Fin dai tempi della versione mobile, era il 2013, il comparto tecnico di Oceanhorn è sempre stato di buon livello. Non esente da alcuni difettucci ma nel complesso stiamo parlando di un titolo gradevole benché in alcuni frangenti il peso degli anni (e delle sue origini) si noti parecchio sugli schermi più grandi dei televisori che fanno da monitor alle console di casa.
I lati positivi sono tanti, comunque. A partire da una grafica chiara, coloratissima e molto, molto rotonda che ricorda a più riprese Wind Waker.
Troviamo anche una bella varietà di ambientazioni: da allegre e spensierate a tetre con effetti particellari più che discreti e piccole chicche anche a livello di animazioni. Visiteremo villaggi, case, grotte, dungeon, fortezze e molto altro a caccia di tesori e dei nostri obiettivi e per fortuna proprio la varietà non mancherà.
Purtroppo, sono presenti alcuni difetti visivi. La visuale isometrica aiuta il gameplay ma ogni tanto si perde in precisione. A volte, infatti, si lancia un oggetto e questo o rimbalza normalmente (in modo più o meno credibile, ma questo fa parte della scelta artistica degli sviluppatori, ndr) o ferma la sua corsa sospeso in aria. Le collisioni ogni tanto scadono in precisione. La natura “mobile” si fa sentire nonostante il certosino lavoro sul codice.
L’aspetto del gioco rimane gradevole con forme rotonde e molto cartoonesche a partire dalle fattezze del nostro eroe. Ma anche gli altri personaggi e perfino i mostri hanno un aspetto quasi tenero anche se, generalmente, poco accurato. Questo lo rende adatto a tutti, anche ai piccolini.
Tutto grazioso nonostante le texture. Queste, soprattutto in alcune scene di intermezzo, emergono e non sono un granché mentre ci è piaciuta la resa del mare e le fasi di navigazione sono carine benché del tutto simili tra loro. Le ombreggiature, invece, sono quasi inesistenti.
Dette delle animazioni, che tra gli alti di qualche chicca come ad esempio la caduta delle foglie ogni qualvolta si urtino gli alberi o altre piante, ai bassi – molti movimenti sono davvero semplificati ed a volte legnose – possiamo parlare dello splendido comparto sonoro.
Le musiche di Kenji Ito and Nobuo Uematsu erano tra i punti forti del gioco ed anche a questo giro, per ovvi motivi, rimangono al top grazie a motivi profondi, orecchiabili e di impatto che non solo accompagnano l’azione ma caratterizzano l’intero nostro cammino. Davvero notevoli.
Bene anche gli effetti sonori realizzati in modo accurato e preciso. Tra alti e bassi, il comparto tecnico è comunque sufficiente e siamo sicuri che gli sviluppatori metteranno a frutto la loro esperienza nel sequel annunciato qualche settimana fa.
COMMENTO FINALE
Potremmo fare quasi un copia ed incolla di quanto scritto su Pc l’anno scorso. Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas è stato davvero ottimo su mobile e discreto su Pc benché troppo legato – per ovvi motivi (i team piccoli ed indipendenti non hanno budget elevatissimi) – alla versione iOS ed Android.
L’approdo su console ha richiesto ulteriore lavoro con risultati paragonabili all’edizione Pc e quindi discreti. L’anima del gioco è quella con un gameplay davvero adatto a tutti, un discreto ritmo di gioco.
Su PlayStation 4, ed ancor di più su Xbox One, non ci sono tantissimi titoli del genere, per cui Oceanhorn è caldamente consigliato soprattutto a chi vuole giocare un’avventura alla Zelda che viene omaggiato con tanti riferimenti evidenti.
I punti forti del gioco su console sono l’immediatezza del gameplay, con comandi reattivi, le splendide musiche della colonna sonora che reggono il confronto con quelle di produzioni ben più costose e pubblicizzate. La grafica, nonostante tutto, è carina con un design rotondo e ben caratterizzato che piace nonostante l’evidenza di alcuni difetti.
E’ un gioco carino, che non si prende tanto sul serio ma che offre una sfida interessante, mai proibitiva, adatta a tutti anche se il backtraking (che ci fa tornare più volte sui nostri passi per sbloccare alcuni passaggi ed andare avanti) diventa in alcuni casi pesante. Ad ogni modo, Oceanhorn, può ad ogni modo interessare grazie alla sua anima spensierata.
Pregi
Simpatico omaggio a Zelda. Gameplay immediato. Design tondo e grazioso. Colonna sonora di altissimo pregio. Ha un suo fascino. Buona longevità…
Difetti
… ma il backtraking spezza il ritmo. Qualità grafica altalenante. Soffre il fatto di essere un porting da mobile.
Voto
7+