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Life Goes On: Done to Death, Recensione Pc

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Infinite Monkeys Entertainment, una software house indipendente di Edmonton, realizzò nel 2014 una prima versione di Life Goes On per Pc.

A distanza di due anni, gli sviluppatori canadesi propongono una versione espansa, riveduta e corretta, uscita praticamente nelle scorse ore (il 16 maggio) su Pc Windows, Mac e Linux nonché una edizione nuova di pacca per PlayStation 4 intitolata Life Goes On: Done to Death.
Gli utenti della console di Sony si trovano davanti ad un titolo completamente nuovo mentre su Pc le cose sono naturalmente diverse. Un revival con più livelli e contenuti per un puzzle platform game irriverente, dalle sfumature humor nero, ironico (a suo modo) che strizza l’occhio ad un grandissimo titolo del passato: Lemmings sebbene gli obiettivi siano diametralmente opposti. Potremmo definirlo un Lemmings al contrario e vi spieghiamo il perché.

MORS TUA, VITA MEA

Rare volte la massima latina (mors tua, vita mea) spiega bene il senso di un videogioco. Nel caso di Life Goes On: Done to Death, calza a pennello. Il perché è presto detto: scopo del gioco è quello di mandare il nostro stuolo di cavalieri alla ricerca del Calice della Vita che si trova alla fine di ognuno degli oltre 65 livelli (suddivisi 4 diverse ambientazioni) che compongono il gioco… ma per non sarà una passeggiata di piacere e saremo costretti a sacrificare anche in modo brutale i nostri uomini per utilizzare i loro corpi attivando leve o piattaforme o altro ancora per raggiungere parti altrimenti impossibile da solcare.

La morte, quindi, non come punto di fine ma come un nuovo inizio… anche perché non si deve necessariamente morire a vanvera ma in modo piuttosto astuto per poter superare i vari e delicati passaggi.

La meccanica ricorda un po’ alla lontana quella di Lemmings, il classico di Psygnosis e DMA Design su Amiga dove accompagnavamo i simpatici roditori attraverso 100 livelli tentando di salvarne il più possibile ma al tempo stesso pronti anche a sacrificarne qualcuno per far si che la maggioranza di essi venisse trucidata in malo modo. Il sacrificio, dunque, è un punto in comune ma se in Lemmings la morte la si doveva evitare il più possibile, in Life Goes On: Done to Death la si deve cercare – ma in modo astuto – per raccogliere un trofeo.

Un viaggio in cui si deve cercare invece di raccogliere questi calici della vita che il re desidera per se mandando i cavalieri letteralmente al macero. Ogni livello ha le proprie insidie, le proprie peculiarità., i propri ostacoli (lame rotanti, o inferni di lava o di neve, o cannoni spara uomini e così via). Altri sembrano difficili ma sono più semplici di quello che si pensi, ma altre volte ci siamo trovati di fronte a studiare situazioni estreme che però hanno funzionato.

Anche in questo caso se risolveremo il livello nel più breve tempo possibile e sacrificando il minor numero di soldati si avranno valutazioni dei livelli migliori e ricompense.

Usare i corpi dei nostri cavalieri per farci strada è una idea piuttosto macabra ma all’atto pratico diventa divertente grazie alle piccole chicche presenti e ad un’atmosfera medievale piuttosto “rotonda” e giocosa nonostante si mandi praticamente un esercito a farsi massacrare… seppur in modo intelligente.

GAMEPLAY INTUITIVO, ENIGMI INTERESSANTI

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Nella fatica di Infinite Monkeys Entertainment spicca il gameplay basato su una fisica realizzata in modo credibile che apre un lato strategico interessante. Tutto ha un perché e se ci troveremo di fronte ad enormi distanze con spuntoni è bene ricordarsi che potendo usare i soffici corpi dei nostri cari soldati estinti possiamo utilizzarli per camminarci di sopra e crearci una via per superare questi spuntoni indenni.

I corpi hanno un peso e quindi vedere di adagiarli in piattaforme che attiveranno a loro volta marchingegni e quant’altro. Con l’aiuto di leve che attivano macchinari o interruttori, nastri elevatori e molte altre diavolerie, si raggiungeranno risultati incredibili.

Gli enigmi sono sostanzialmente legati alla logica ed alla tempistica (e qui sta la parte action platform del gioco) perché l’intuizione giusta deve essere accompagnata dal momento giusto.

Innumerevoli i modi in cui i nostri eroi inconsapevoli possono tirare le cuoia ed essere più utili – bruttissimo da dire ma all’atto pratico è così – da morti che da vivi. Innumerevoli i modi di utilizzare al meglio questi corpi e rendergli così onore.

Man mano che si andrà avanti si sbloccheranno armi ed elmi via via sempre più stravaganti che servono soltanto a fare scena in quanto inutili: i nostri soldati hanno le armi ma non le possono usare anche perché non ci sono nemici come draghi o goblin da sconfiggere ma soltanto una missione kamikaze per soddisfare la volontà del Re… che disdetta… aggiungiamo noi.

GRAFICA CARINA, BEL SONORO

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La lato tecnico del gioco è piuttosto carino. La grafica è pulita, stilizzata e discretamente dettagliata. La telecamera funziona bene salvo per le anteprime dei livelli che a volte non sono precise e non ci fanno cogliere alcuni punti che potrebbero essere studiati meglio.

Nessuno è perfetto. Per il resto gli effetti ambientali sono realizzati in modo discreto. Certo, ci sono molte “rotondità” e seppur il dettaglio in via generale è discreto, in altri punti lascia a desiderare. Graziose e ben fatte le schermate di intermezzo che accompagnano ogni livello e fanno da intermezzo e descrizione tra un quadro e l’altro con la mappa davvero ben disegnata. Le ambientazioni sono discretamente variegate ma comunque ci sono alti e bassi ed alcune volte il design è un po’ grossolano ma funzionale.

Le animazioni sono ben fatte. Piuttosto fluide anche se abbastanza semplici. Come dire: un compito relativamente facile ma ben svolto.

Il sonoro vanta brani orecchiabili e piuttosto interessanti che fanno atmosfera e calzano perfettamente con l’atmosfera “colorata” e “medievale” del gioco. Simpatici gli effetti sonori con le urla di morte dei soldati che fanno sorridere.

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COMMENTO FINALE

Life Goes One: Done to Death è un titolo molto simpatico. Gameplay interessante che sfida ad aguzzare l’ingegno per trovare i modi più disparati di utilizzare i corpi dei nostri poveri soldati che mandiamo al sacrificio per i calici della vita.

La realizzazione è piuttosto ben fatta. Pulita e senza troppi estri ma ben caratterizzata e col tentativo di essere tonda, giocosa, pulita ed originale. Notiamo alcune chicche nelle animazioni ma anche nella colonna sonora che ci è sembrata davvero di alto livello e molto briosa.

Pochi, in effetti, i difetti di questo titolo indie che torna espanso dopo poco più di due anni dalla sua prima uscita su Pc e debutta in toto su PlayStation 4. Forse il fatto che a lungo andare (oltre 65 livelli non sono comunque pochi) ci sarebbe voluta una maggiore varietà con azioni che bene o male si ripetono in modo costante. Avremmo anche gradito l’editor dei livelli e magari chissà se gli sviluppatori non siano già al lavoro per questo.

Ad ogni modo, al netto di tutto, Life Goes One: Done to Death è un gioco simpatico che vale la spesa di 9,99 euro in quanto saprà intrattenere gli amanti del genere puzzle-action-platform sia per la sua buona dose di umorismo (nero), sia per il numero di livelli, sia per una realizzazione tecnica pulita e senza grossi intoppi.

PREGI: Comparto tecnico gradevole. Divertente. Ottima colonna sonora. Longevo. Tanti contenuti. Puzzle game interessante…

DIFETTI: … ma lungo andare ripetitivo. Forse l’editor di livelli ci sarebbe stato bene. Qualche imperfezione qua e la di poco conto.

VOTO: 8/10.

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