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Shadwen Demo, Prime Impressioni

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Shadwen

Shadwen è il nuovo titolo tuttora in sviluppo per mano di Frozenbyte, gli autori della celebre saga di Trine. Il 24 febbraio scorso lo studio indipendente finlandese ha deciso di dare la possibilità agli utenti Steam di giocare una versione demo per una settimana di questo titolo totalmente votato alla furtività.

Gli utenti avevano più di una ragione di partecipare, in quanto il conteggio delle ore e altre statistiche memorizzate durante quei giorni hanno stabilito il prezzo di lancio scontato (e presumiamo quindi un prezzo di lancio di circa 14,50 dollari).

Premettiamo subito come la versione da noi provata, naturalmente, sia una build totalmente provvisoria, e per questa ragione è nostra intenzione concentrarci sull’idea che ci siamo fatti del titolo in generale piuttosto che andare a pescare singoli elementi che saranno senza probabilmente limati prima della pubblicazione.

OGNI COSA A SUO TEMPO

Shadwen non è altri che la protagonista stessa, un’assassina che ha deciso di superare infinite peripezie per uccidere il re. Il caso vuole, tuttavia, che lungo il suo cammino incontri una bambina di nome Lily, mettendo quindi le nostre azioni sotto la lente di un terzo osservatore. Un elemento, questo, che dovrebbe spronare i giocatori ad adottare la strategia non letale ogni volta che ci troveremo costretti a raggirare delle compagini di soldati.
Purtroppo (o per fortuna), in questa versione la ragazzina era tutt’altro che reattiva anche alle carneficine, e quindi l’abbiamo presa come buona scusa per provare diverse modalità per superare una data zona.

Vi è una cosa tuttavia che dobbiamo puntualizzare subito: in questo gioco, infatti, il tempo non scorre a meno non si compia un’azione o un movimento. Se questa caratteristica in SUPERHOT (recensito da noi di recente e in cui, in realtà, il tempo procede molto a rilento) era giustificata da una presenza talvolta fitta di nemici e proiettili da scansare, in questo caso l’idea ci è parsa interessante sulla carta ma meno all’atto pratico.
Shadwen, infatti, non è uno sparatutto in prima persona al cardiopalma in cui bisogna necessariamente schivare molteplici pallottole, ma un titolo in terza persona che fa del cosiddetto stealth il proprio baricentro.

Shadwen

La domanda ora è: che cosa fanno i giocatori dediti a questo sottogenere per non farsi scoprire? Osservano i movimenti dei nemici, intuendo le azioni possibili e agendo di conseguenza. Una cosa, questa, che è molto difficile fare se si è costretti a tenere premuto il tasto per accucciarsi per tutto il tempo solo per far sì che i secondi scorrano come dovrebbero fare normalmente. Non appena si verrà scoperti in flagrante, inoltre, il game over sarà spesso praticamente istantaneo.

IL NASTRO DELLA CONTINUITÀ

Shadwen non annovera solo la possibilità di ricominciare un dato livello da capo, ma permette di riavvolgere a nostro piacimento il tempo fino a un momento ben preciso. Questa caratteristica, seppur interessante in principio, è presto diventata una scusa per poter provare un po’ a casaccio vari approcci (“tanto poi torno indietro, che mi frega?”), risultando a nostro avviso deleteria al genere stesso che dovrebbe rappresentare.

Per poter distrarre o trarre in inganni fatali i nemici, invece, la protagonista ha dalla sua diversi strumenti, che vanno da una sfera di metallo cava messa in moto da un ratto al suo interno a mine esplosive letali.

Per poter esplorare liberamente gli scenari, inoltre, Shadwen possiede un rampino decisamente versatile, grazie al quale sarà possibile raggiungere alcuni posti sopraelevati o impiegarlo come traino per smuovere elementi dello scenario. Al tempo stesso, la piccola Lily procederà lungo il percorso in caso sia libero oppure in un punto preciso a nostro comando. Il fatto di dover controllare anche lei in maniera indiretta, considerando che il gioco in sé per ora ci è risultato quasi “contradditorio” nel suo insieme per le ragioni esposte sopra, a nostro parere non può fare altro che aggiungere crucci.

IMPRESSIONE A CALDO

È ancora presto per poterci buttare in un giudizio vero e proprio, ma purtroppo Shadwen, in base ciò che abbiamo visto sinora, non ci ha convinti per ora. Lacommistione di meccaniche legate alla furtività con elementi che, di fatto, sono in grado di perdonare e cancellare anche gli approcci più demenziali in un batter d’occhioci è parsa incoerente e dannosa soprattutto in ragione del genere a cui appartiene il titolo. La stasi perenne dello scorrere del tempo a meno di non muoversi o stare acquattati, inoltre, appare quasi comeuna forzatura che rischia addirittura di fare attrito con le fondamenta del genere cosiddetto stealth.

Noi de il videogioco.com, in conclusione, restiamo in attesa che Frozenbyte faccia un poco di ordine in tutto ciò, magari inserendo limitazioni e relegando alcune abilità a punti ben precisi, in modo da riequilibrare quello che ci è parso un guazzabuglio di elementi anche interessanti ma mal riposti e dosati. L’unica lode che ci sentiamo di fare riguardo il lato estetico, che ci ha ricordato la cura per i dettagli tipica della trilogia di Trine.

Pregi: Stile grafico buono

Difetti: Meccaniche al momento controproducenti. Poter tornare indietro nel tempo a piacere polverizza la tensione

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