The Solus Project, Prime Impressioni
The Solus Project è un videgioco costruito sull’Unreal Engine 4 in sviluppo da più di due anni ideato dallo svedese Sjoerd “Hourences” De Jong, un veteranno dell’industria che ha donato il proprio contributo in società di spicco quali Starbreeze, Epic Games, Guerilla Games e altre ancora.
A dare una mano nello sviluppo di questo titolo in prima persona improntato al genere, forse un poco inflazionato soprattutto su pc negli ultimi anni, legato alla “sopravvivenza”, vi è anche una piccola squadra di circa una decina di sviluppatori che, insieme a Sjoerd, vanno a comporre il Toetl Studios.
Se state cominciando a pensare che The Solus Project possa essere solo l’ennesimo gioco survival lanciato in modalità accesso anticipato per poi non essere probabilmente mai terminato, beh, vi sbagliate.
Il periodo “EA”, infatti, avrà termine nel mese di maggio. Inoltre, esso si distingue dagli altri per una ragione ben precisa: noi, in quanto giocatori, abbiamo un obiettivo finale chiaro e credibile, e per portarlo a termine dovremo avanzare ed esplorare luoghi ben precisi lungo un percorso debitamente segnalato (tuttavia, ciò non riduce il tutto a un semplice “corridoio”). Vi anticipiamo subito come il titolo ci abbia positivamente sorpresi, tanto da indurci a premere F10 in partita un paio di volte per compilare una segnalazione (non riuscivamo a caricare la partita salvata in un punto preciso) e un suggerimento da inviare direttamente agli sviluppatori.
TURISTI PER CAOS
La Terra è ormai perduta a causa dello scontro inevitabile con un altro corpo celeste. Lo avevano previsto. E così, tre navi spaziali con a bordo migliaia di persone ora procedono la loro marcia nel freddo cosmo al fine di trovare un pianeta in grado di poter ospitare i superstiti umani ed essere colonizzato. Il nostro mezzo di trasporto incede, quando ad un tratto un enorme “proiettile” letale, partito da un pianeta lì “vicino”, farà rottami del nostro imponente vascello costringendoci a correre alla capsula di salvataggio.
Ad attenderci, ci sarà un pianeta caratterizzato da un clima estremo (con escursioni termiche, per quanto visto sinora, anche di 80 gradi centigradi), e apparentemente incontaminato da qualsivoglia civiltà. A questo punto, la nostra missione principale, come unici superstiti, sarà quella di trovare tutto ciò che serve per poter avvertire le altre quattro navi da ricognizione (oltre che alle tre sopracitate, probabilmente) di stare lontane da quell’area siderale . Ma questa è solo la missione “madre”, in quanto in The Solus Project, infatti, dovremo sempre occuparci di un altro compito non meno importante: tenere cara la pelle.
Non appena saremo sgattaiolati fuori dalla nostro guscio fumante ormai inservibile, entreremo in contatto con uno strumento che rende subito l’idea della meticolosità degli sviluppatori. Si tratta di un dispositivo portatile, richiamabile e riducibile in qualsiasi momento, che ci aggiornerà in tempo reale su due elementi fondamentali: il nostro organismo e il mondo esterno (con la possibilità di scegliere anche l’unità di misura). Cominciamo ad analizzare il primo insieme, in maniera metodica.
– Livello di salute: rappresenta i “punti vita” canonici, e andrà a decrescere sia in risposta a danni fisici che, per esempio, in caso di ipotermia o malnutrizione. Vengono recuperati riposando o curandosi.
– Temperatura corporea: proprio come nella realtà, le variazioni della nostra temperatura interna hanno delle conseguenze. Infradiciare la vostra tuta in un ambiente freddo, inoltre, peggiorerà la situazione, provocando ipotermia e assestando qualche colpo direttamente alla Salute finché non sarete asciutti. La cosa vale coi colpi di calore, naturalmente.
– Calorie disponibili e Idratazione: esplorare e compiere azioni consuma energia, e saremo sempre informati riguardo l’ammontare che ci rimane. Per recuperarlo, quindi, dovremo e potremo consumare qualsiasi cosa sia commestibile e potabile, sapendo sempre in anticipo le calorie e il livello di liquidi che acquisiremo. Alcuni cibi, inoltre, hanno sia un apporto di liquidi e calorie puntualmente specificato.
– Riposo: non basta nutrirsi e badare a non sbucciarsi le ginocchia, ma bisogna anche dormire. L’indicatore specifica le ore di sonno accumulate, che diminuiranno fino ad arrivare alla soglia di allerta. Non potremo fare la nanna ovunque, e l’ambiente e temperatura del luogo in cui ci ristoreremo stabilirà anche la qualità del sonno e i relativi benefici.
The Solus Project, inoltre, ci farà creare alcuni oggetti base (proprio come la torcia, per esempio) attraverso un sistema di crafting semplice, intuitivo e, a nostro avviso, ben integrato nel gioco. Questo sistema, comunque, non andrà mai oltre oggetti elementari, quindi non temete: la costruzione di edifici o strutture particolari (con relativa raccolta tediosa di materie prime) non è prevista.
CLIMA TROPICALE ARTICO
Finora abbiamo parlato della nostra controparte virtuale, ma senza approfondire davvero il pianeta e l’ambiente che dovremo affrontare soppesando le nostre risorse limitate. The Solus Project, all’inizio, ci farà schiantare lungo una spiaggia costiera che declina dolcemente verso un oceano scintillante. La vegetazione è diffusa e prettamente color ruggine, e inizieremo a muovere i nostri primi passi in mezzi ai resti della nostra astronave.
I suoi resti si sono sparsi anche a distanze considerevoli, e perlustrare i suoi resti grigi e bluastri potrà ricompensarci con indizi, derrate alimentari e preziosi componenti da destinare alla creazione di un sistema di comunicazione.
Un elemento affascinante di questo titolo, tuttavia, è il fatto di come il nostro primo nemico sia stato di fatto il pianeta stesso (Gliese-6143-C, per la precisione): non ci scorderemo mai la prima notte glaciale, in cui i fiocchi di neve hanno iniziato a cadere all’improvviso, mentre la terra tremava, l’oceano si scuoteva e l’oscurità ottenebrava la nostra vista. Affetti da ipotermia, ci siamo riscaldati e asciugati grazie a una torcia primitiva ma efficace dentro una grotta, bevendo avidamente da un rivolo d’acqua che scendeva da una crepa della roccia e riempiendo le borracce vuote. E come dimenticare l’improvvisa pioggia di detriti spaziali in fiamme? Per fortuna eravamo vicini a una scogliera in cui rannicchiarci!
The Solus Project non annovera solo un ciclo notte/giorno, ma anche un sistema completamente dinamico riguardo il clima, le tempeste, i terremoti, i venti (e la loro velocità) e i moti delle maree a seconda della posizione della luna. Inutile dire come questa caratteristica dia una grande marcia in più al titolo, riuscendo ad immergere il giocatore, oseremmo dire, praticamente alla perfezione. Tornando al nostro dispositivo portatile, i dati sensibili riguardo l’ambiente circostante misurabili sono tre, ovvero: temperatura, umidità e velocità del vento. È degno di menzione un dettaglio in particolare riguardo la temperatura, in quanto delinea l’estrema cura degli sviluppatori anche per le piccole cose. È una giornata torrida? Quaranta gradi al sole? Sudare costa borracce di acqua, quindi sarebbe meglio cercare dell’ombra. Ebbene sì, spostarsi verso zone coperte farà diminuire in maniera significativa la temperatura percepita dal nostro corpo, permettendo di riprenderci anche da un colpo di calore.
Prima di passare alla conclusione, non possiamo esimerci dall’aggiungere come la superficie in realtà sia solo uno dei due ambienti che andremo a esplorare: come è visibile dal filmato promozionale, infatti, The Solus Project annovera anche ambienti sotterranei e, apparentemente, lungi dall’essere naturali e incolumi dall’intervento di terzi. Inoltre, sappiate che il gioco non permette il salvataggio compulsivo: sarà infatti possibile salvare solo mediante l’interazione con i cosiddetti Save Shrines, presenti in punti fissi e ben precisi.
Per spronare i giocatori nell’esplorazione dei dintorni prima di precipitarsi al prossimo checkpoint, gli sviluppatori hanno deciso di posizionare, oltre a eventuali preziose risorse, anche degli artefatti dall’origine sconosciuta, i quali, una volta raccolti, apporteranno dei piccoli bonus di varia natura al nostro personaggio. All’inizio, inoltre, non potremo accumulare oggetti su oggetti, in quanto lo spazio nel nostro inventario sarà limitato. Esso sarà espandibile grazie al ritrovamento di oggetti particolari (backpack), che aumenteranno il limite di due unità ogniqualvolta ne recuperemo uno.
CONCLUSIONI
The Souls Project potrebbe probabilmente intimorire tutti coloro che non sono avvezzi al genere dedito alla “sopravvivenza”. A tutti questi utenti, tuttavia, ci sentiamo di confidare come non abbiano assolutamente nulla da temere. Le meccaniche ad essa legate ci hanno sorpreso e obbligato anche a reagire talvolta di istinto, ed il titolo offre inoltre la possibilità di scegliere quanto questo fattore debba essere punitivo.
Il modo in cui gli sviluppatori sono riusciti a tenerci informati in tempo reale riguardo tutti i dati che contano è semplicemente perfetto, ed è un sistema, inoltre, che riesce a fondersi senza intoppi e, soprattutto, riuscendo a rendere il tutto ancora più coinvolgente.Esplorare il pianeta Gliese-6143-C ci ha stupito più di una volta, apparendo “vivo” in tutto e per tutto. The Solus Project promette bene, e ci ha intrattenuto per tutta la durata di questa prima build (circa tre ore) a cui, naturalmente, mancano ancora un sacco di cose. Il nostro giudizio finora, quindi, è da reputarsi molto positivo. L’unica cosa che ci ha causato un paio di domande è la quasi assenza di forme di vita ambulanti lungo la superficie finora visitata, ma non dubitiamo che le risposte a questo fattore possano risiedere in una fase avanzata della vicenda.
PREGI: Il pianeta è “vivo”, e coinvolge il giocatore. Meccaniche legate al crafting basilari, che puntano alla sopravvivenza e non all’accumulo. Ottima atmosfera. Equilibrio gradevole tra libertà di esplorazione e percorso guidato. Prestazioni ottime nonostante la fase preliminare di sviluppo.
DIFETTI: Scarsità di forme di vita, ma questo particolare è puntualizzato dagli sviluppatori stessi e quindi presumiamo sarà giustificato nella versione completa.