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22 ragioni per amare Doom, seconda parte

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DOOM_Revenant1

Bethesda ha pubblicato la seconda parte del suo speciale sulle 22 ragioni per amare Doom. L’fps debutterà il 12 maggio prossimo per Pc, PlayStation 4 ed Xbox One ed publisher ci continua a preparare.

Ecco perché, secondo il publisher nordamericano, dovremmo amare Doom. Qui, invece, la prima parte. Buona lettura.

Fucile a pompa / Doppietta

Parte della popolarità di Doom è attribuibile alle sue iconiche armi, compresa una delle più iconiche di sempre: lo shotgun, il fucile a pompa. Originariamente ispirato a un giocattolo (il primo modello è ancora custodito in una teca negli uffici della id Software), quest’arma aveva una notevole potenza di fuoco, e ancora oggi, nel nuovo capitolo della serie, fa il suo sporco lavoro. “Adoro la doppietta”, afferma il responsabile generale Garrett Young.

“È incredibile! – conferma il produttore esecutivo Marty Stratton, aggiungendo – la combinazione dei rapidi movimenti del giocatore con la potenza a corto raggio della doppietta è davvero godibile”. È l’arma preferita anche dell’animatore senior Brett Paton. “Credo il più bello tra i fucili visti in tutti gli altri giochi… e se ne sono visti di molto buoni”, afferma. “Ha un aspetto e una potenza incredibile. Inoltre, nasconde qualche asso nella manica…”.

Schiere demoniache

Delle armi potenti sarebbero inutili senza dei feroci nemici da affrontare sulla propria strada. Doom riporta in auge le sue schiere di demoni, compresi i Revenant, i Mancubus, i Pinky, gli Imp e i Cacodemoni. Il team di id si è ispirato ai titoli originali, reinventando questi nemici iconici per creare qualcosa che si adattasse alla visione del nuovo gioco. E qui all’id, tutti hanno un proprio nemico preferito. “Adoro il nuovo Mancubus – afferma Stratton – ha un aspetto interessante e sembra divertente da affrontare”. Il capo ambienti Lear Darocy preferisce l’evoluzione di un altro cattivo. “Il Cavaliere infernale era un demone molto minaccioso in Doom 3 – spiega Darocy: “nel nuovo Doom, abbiamo ricreato tutto ciò che rendeva unico questo demone e l’abbiamo portato persino oltre”. Young, invece, è attirato da un nemico più piccolo. “I nostri bestioni mi spaventano, ma il mio preferito è probabilmente l’Imp – spiega Young – si muove rapidamente, ti spara dalle pareti e, alle difficoltà più elevate, può distruggerti con le sue palle di fuoco. Siete stati avvertiti”.

Motosega

Sì, è tornata. Sì, è più brutale che mai. Ma questa volta, gioca anche un ruolo strategico. Sebbene il suo carburante sia molto limitato, è una letale alternativa che non solo sventrerà ferocemente i demoni, ma fornirà anche abbondanti munizioni, spesso nei momenti di maggiore bisogno.

Un arsenale di opzioni

Per il progettista Peter Sokal, le meccaniche di gioco di Doom si possono riassumere in una frase:

“Grazie alle velocità e alle armi, Doom vi fornisce tutti gli strumenti per dominare ogni incontro”. Similmente al team grafico (vedi la Parte 1), anche il team progettazione della id si basa sulla collaborazione, in aperto contrasto con il solitario Doom Marine. Sokal è particolarmente orgoglioso di come il team continui ad analizzare il proprio lavoro per migliorare l’esperienza di gioco. “Sul lavoro, ci forniamo continuamente feedback a vicenda. Questo ci aiuta a crescere come squadra, a collaborare di più e, in definitiva, a ottenere risultati migliori”.

È tutta questione di esplorare le alternative migliori, cosa che si riflette nel gioco stesso. “Sebbene ci siano molti aspetti apprezzabili del gioco, uno dei principali è la varietà di opzioni sull’approccio ai combattimenti”, sostiene Sokal. “Abbiamo elementi di personalizzazione che assicurano esperienze di gioco molto diverse. Non vedo l’ora di scoprire quali combinazioni troveranno i giocatori”.

Combattimenti sostenuti

Il fulcro delle meccaniche di gioco è il concetto di “combattimenti sostenuti”, un’evoluzione che ha definito gli scontri del Doom originale. “Il nostro direttore animazioni e il suo team sono stati i primi a coniare questo termine”, spiega Stratton. “Il termine è nato dall’idea che molti FPS frenano i giocatori: nasconditi dietro un riparo, arretra… Doom, invece, vi spingerà a procedere, a essere più veloci dei nemici e a ingaggiarli direttamente. Usando le armi per mettere in scacco i nemici e sfruttando al meglio la velocità del personaggio e le sue violente mosse ravvicinate (uccisioni epiche), abbiamo creato qualcosa di avvincente e adatto al tono, alla velocità e allo stile di Doom”.

“Lo stile sostenuto dei nostri scontri ricompensa i giocatori per un approccio alle sfide aggressivo e diretto”, aggiunge Sokal. “Se la vostra salute scarseggia, caricate il demone più vicino e tagliatelo in due per ripristinare una buona fetta della salute. Poche munizioni? Impugnate la motosega e fate a pezzi il nemico per ricaricare le munizioni. Per me, sono questi i momenti più appaganti del gioco.”.

Come intuibile dalle parole di Young, sparare non è l’unica cosa che conta in Doom. “Ciò che molti non comprendono è che il Doom originale non si limitava soltanto allo sparare: la cosa più importante era il movimento. Puntare era facile, non c’era alcun mirino. La sfida era restare vivi e ciò richiedeva movimenti rapidi. Il Doom di oggi si basa su questa lezione. Sì, c’è un mirino, ma chi resta fermo in un punto troppo a lungo è spacciato. Volete vincere? Muovetevi”.

Nuove armi a giocatore singolo

Il movimento sarà anche la chiave per restare in vita, ma il Doom Marine avrà comunque bisogno di tutti gli armamenti pesanti che riuscirà a trovare. Oltre alle classiche armi (completamente aggiornate), Doom vanterà due nuove armi per le modalità giocatore singolo: il cannone Gauss e il fucile d’assalto.

Ferite gravi

Non basta uccidere i demoni. I giocatori vogliono sentire sulla propria pelle la potenza pura del Doom Marine. Per migliorare la sensazione di dominazione totale, non c’è niente di meglio di una buona progettazione audio. In effetti, è proprio questo il principio guida del team audio di Doom: “Definire e creare un’esperienza audio basata sulla potenza fantastica del Doom Marine”, spiega Hite. Un compito difficile, ma centrato in pieno dal team. “Il nostro gioco suona unico sotto diversi aspetti e sono davvero orgoglioso di questa sua unicità”, afferma Hite. “Abbiamo ottenuto un buon mix di vecchio e nuovo”.

Cosa aiuta nello specifico a portare in vita questa potenza fantastica? Hite segnala due aspetti in particolare. Primo, le armi: “Non vediamo l’ora di farvi ascoltare i suoni delle armi del Doom del 2016”, dice. Secondo, le musiche: “Gli accompagnamenti musicali sono un mix perfetto tra le tracce originali di Bobby Prince e le moderne innovazioni”, spiega Hite. “È un esempio di come dovrebbe suonare uno sparatutto fantascientifico moderno”. racks,” Hite notes. “It’s also a look forward to what a modern sci-fi shooter should sound like”.

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