The Quest, Recensione Pc
Il vasto mondo dei gdr si arricchisce sempre più di produzioni più o meno importanti. Qualche giorno fa ha fatto la sua irruzione The Quest firmato dagli ungheresi di Redshift che già pubblicarono lo stesso titolo su iOS nell’ormai lontanissimo 2009.
A distanza di quasi sette anni, dunque, gli sviluppatori magiari ci riprovano su Pc (speriamo anche che il titolo sia disponibile anche per gli utenti Mac e Linux, ndr) portando (sul finire dello scorso dicembre) un gioco di ruolo vecchia scuola e dal sapore antico in grado di contenere tantissime chicche con la forza di tanti anni di esperienza, aggiornamenti e bilanciamenti rispetto all’edizione originale. Ecco che vi parliamo in questa nostra recensione di un titolo di rilievo che, zitto zitto, può rientrare nelle preferenze di moltissimi appassionati dei giochi di ruolo vecchio (vecchissimo) stile.
TITOLO SEMPLICE, ATMOSFERA EVOCATIVA
Fin dalla rapida installazione, per soli 200 mb circa, The Quest, titolo semplice ed efficace anche se non troppo originale, ci catapulta in un mondo Fantasy vecchia scuola. Denominarlo “Quintessenza del gioco di ruolo old style” non è una eresia. Tutt’altra. Si tratta di un gdr, anzi di un dungeon crawler, che mischia diverse ambientazioni ed evoca alcuni classici come, ad esempio Daggerfall, il secondo capitolo di The Elder Scrolls, per il tipo di ambientazione varia ed aperta ed Eye of Beholder per il gameplay e l’interfaccia. Si, perché è vero che ci si muove liberamente ma è come se ci si muovesse a “turni” e comunque in direzioni predefinite proprio come nel classico sopracitato firmato da Westwood ed SSI.
Se unite queste due caratteristiche peculiari otterrete The Quest che ci mette pure del suo per avere carattere. Ed il gioco ha davvero carattere in quanto ci permette di muoverci in un vastissimo mondo, molto ricco e vario di ambientazioni diverse, tantissimi PNG (personaggi non giocanti) con i quali dialogare ed ottenere moltissime quest secondarie, tante creature da incontrare e sconfiggere ed un livello di difficoltà bilanciato ma, al tempo stesso, piuttosto severo dove non è possibile avere distrazioni.
In The Quest non si guida un party (come in Eye of Beholder) ma si comanda un singolo eroe. Saremo noi a scegliere inizialmente, attraverso le opzioni preliminari, come gestire il nostro personaggio, scegliere attraverso cinque razze ed alcune classi che daranno delle caratteristiche base.
Tuttavia, il gioco, lascia libertà assoluta nella gestione e sviluppo del personaggio ed un eroe nato con una predilezione per gli attacchi corpo a corpo potrà comunque essere un valido mago o arciere. Non ci sono troppe caratteristiche da scegliere, ma la gestione del personaggio è ugualmente importante e ad ogni passaggio di livello bisognerà scegliere come spendere i cinque punti abilità ottenuti. Sarà inoltre possibile, quando si è nei centri abitati, andare dai vari artigiani e scegliere di allenarsi: il fabbro, ad esempio, ci permetterà di migliorare ed alzare il livello della nostra abilità nel riparare armi ed armature che si usureranno; l’oste, di contro – oltre ad offrirci riposo ristoratore e restauratore visto che riacquisteremo i punti vita e mana – ci permetterà di essere più abili nella personalità e questo sarà utile nell’acquisto a minor prezzo degli oggetti, armi ed armature che più ci servono e così via. Sempre nella taverna potremo giocare con lui ad un gioco di carte a turni per vincere un po’ di denaro.
Sono presenti anche le abilità secondarie come la possibilità di combattere con due armi, protezione magica, efficacia della magia, ed altro e questo per ricollegarci al fatto che è possibile gestire con molta profondità e liberamente il proprio eroe.
Nondimeno abbiamo il solito inventario (limitato ma non troppo) dal quale gestire le nostre armi, armature, pozioni, incantesimi facilmente richiamabili grazie ad una buona interfaccia datata ma efficace.
Sarà facile richiamare pozioni, cure, attacco e difesa grazie alla tastiera. Parlavamo di atmosfera Fantasy. The Quest ne è pregno dall’inizio e ne ha tantissima in ogni singolo pixel. Parlare con i tanti personaggi può essere utile a sbloccare o a risolvere numerosissime quest che esulano dalla trama principale.
La cosa interessante è che moltissime missioni secondarie sono di un certo rilievo, piuttosto articolate e quasi mai banali anche se non troppo originali. Inoltre, il grado di sfida è più adatto agli amanti dei giochi di ruolo vecchio stile al punto che riuscire a concludere una quest (chiaramente di peso) dona molte soddisfazioni.
Un altro dettaglio che ci fa tornare indietro nel tempo, ad esempio, è quello di tenere a mente i luoghi di interesse magari segnandole con carta e penna. Esiste la mappa in game, ovviamente, ma non dà alcuna indicazione contrariamente a quanto avviene nei titoli più moderni. E’, comunque, possibile scrivere le proprie note direttamente sulla mappa del gioco, The Quest lo consente anche se sarebbe stato più comoda una annotazione automatica. Pazienza, non possiamo sempre essere comodisti! Anche le ricompense in game sembrano più appartenere ad un gioco cartaceo che non ad un titolo attuale dove spesso e volentieri, anche per compiti semplici, si hanno armi e tanti soldi.
Il gioco ha una profondità enorme e davvero offre molta soddisfazione nell’avanzare non solo di livello ma nel riuscire a chiudere quest davvero ben pensate e riuscite. La longevità si attesta su livelli altissimi e va oltre ben oltre le 30 ore soprattutto per il tipo di approccio visto che è preferibile agire con prudenza. Bisogna inoltre tener conto che il gioco è completamente in inglese (nulla di impossibile però, attenzione) e chi non è particolarmente avvezzo deve leggere e rileggere i vari testi per essere sicuri di fare le cose giuste senza dimenticarsi che bisogna imparare la mappa e che questa è davvero grande, densa e varia.
COMBATTIMENTO SEMPLICE E DIFFICILE
Uno dei modi per farsi avanti in The Quest e sopravvivere agli innumerevoli pericoli del gioco, è ovviamente quello di menare le mani. E’ ovvio che in un mondo infestato da tante creature Fantasy, il bestiario è completo (scheletri, pipistrelli velenosi, goblin, ghoul, amazzoni, arcieri e così via, inutile elencare perché finiremmo domani), il combattimento assuma un ruolo fondamentale.
E’ chiaro che girare armati di tutto punto possa essere già un buon punto di partenza ma a questo si può affiancare anche qualche buon incantesimo. Il fatto è che i nemici non sono proprio degli sprovveduti. Il combattimento di per se è semplice, si attacca quando il nemico e scoperto, ci si difende (se provvisti di scudo e di buona armatura) quando si viene offesi. Il difficile sta nel trovare nemici ostici e sul come affrontarli visto che le fughe sono molto difficili. Il tutto viene accentuato dal fatto che c’è la morte permanente quindi se si perirà in combattimento ci sarà il Game Over e si dovrà praticamente iniziare nuovamente dall’ultimo autosalvataggio o dal salvataggio manuale che si desidera.
Sarà utile avere anche le giuste pozioni. Se avvelenati, non servirà soltanto ripristinare i punti ferita ma bisognerà estirpare il malanno con una pozione guaritrice. Ah, si, è pure possibile raccogliere fiori, erbe e mischiarli per ottenere le proprie pozioni personalizzate avendo ovviamente un buon grado di conoscenza dell’alchimia ed i libri di ricette.
Queste le sfumature del combattimento, elementare nell’eseguire le mosse, ma un’arte quando questo serve a salvare la pellaccia.
GRAFICA E SONORO DAL SAPORE ANTICO
Fin dal primo caricamento, si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un gioco dal sapore antico. Lo abbiamo detto e ridetto e ribadiamo il concetto pure ora per accennare al lato tecnico di The Quest. Ed il comparto grafico non fa altro che accentuare questa nostra idea. E’ come tornare a metà degli anni ’90 non solo per i contenuti del gioco ma anche per il suo aspetto molto colorato ed accogliente con texture dallo stile volutamente datato in un mondo simil 3d vasto, vario, ricco di dettagli e chicche con visuale rigorosamente in prima persona.
Villaggi, foreste lussureggianti, boschetti, città con fortezze, dungeon, caverne, cimiteri, cripte e tutto quello che in un gioco di ruolo vecchio stile (e non solo) si possa desiderare lo avremo in The Quest che ci offre anche i cambiamenti climatici come pioggia, tramonti, notte e così via. Le animazioni sono essenziali mentre interessanti sono le scelte delle texture applicate ai personaggi. Questo dà, in alcuni casi, un effetto visivo altalenante del tutto simile a quanto accadeva 15-20 anni fa con i primi veri 3d su Pc.
Torniamo al nostro tormentone quando ribadiamo il concetto del mix tra The Elder Scrolls II: Daggerfall ed Eye of Beholder anche per quanto riguarda l’impatto grafico e sonoro. Quest’ultimo fa il suo dovere senza farsi ricordare. Ne deriva comunque un comparto tecnico ben studiato, volutamente old-school ed incredibilmente leggero, quasi impercettibile ai Pc odierni ed ai capientissimi hard disk da terabyte.
Ed anche questo è un merito aver dato dettagli e varietà in (relativi) pochi mb aggiungendo una profondità di gameplay davvero mirabile. E tutto questo non farà altro che farvi innamorare di The Quest.
COMMENTO FINALE
E’ strano parlare di The Quest come una sorpresa perché un titolo di 7 anni fa non dovrebbe esserlo. Ma tant’è. Redshift, la software house ungherese che ha realizzato il gioco, ha fatto un porting importante e forte delle esperienze passate ha regalato agli utenti Pc un gioco di ruolo vecchissimo stile che fa la felicità degli inossidabili cultori dei titoli di metà anni ’90 e di inizio 2000 con tante chicche, tanta difficoltà, una storia profonda condita da tante quest secondarie davvero importanti e moltissimi personaggi con i quali interagire.
Il nostro eroe solitario avrà tanto da fare per evitare la morte (permanente) e portare a termine il suo compito. Tecnicamente interessante anche se è chiaro che lo stile volutamente vintage possa non prendere tutti.
The Quest però non è un gioco per tutti, ma, appunto, per chi apprezza anche la difficoltà di doversi segnare le locazioni della mappa tramite carta e penna, di chi si ferma a leggere e rileggere il testo della quest seguendone le indicazioni, di chi ama più il contenuto che altro anche se, ad onor del vero, lo stile grafico ci è molto piaciuto anche se a tratti un po’ altalenanti. Poco male, a noi ci piace la sostanza e quanto il gioco offre. E The Quest offre davvero tanto a cominciare dal fatto di poter gestire liberamente il proprio personaggio a prescindere dalla razza e dalla classe che pure hanno il loro peso.
Pregi
Gioco di ruolo vecchissimo stile. Severo ma giusto. Combattimento essenziale. Libertà di fare quello che si vuole. Tantissime cose da fare. Vasto e vario. Affascinante. Tutto concentrato in pochi mb.
Difetti
(non incide sul voto) manca la localizzazione in italiano. Alcune scelte stilistiche possono non piacere a tutti. Forse le indicazioni (automatiche e dettagliate) sulla mappa le avremmo gradite.
Voto
9