E’ sicuramente uno dei titoli più attesi non solo di questo 2015 ma anche da alcuni anni a questa parte.
E dopo una miriade di voci di corridoio più o meno veritiere sulla sua esistenza, il suo effettivo sviluppo e la sua reale ambientazione, ad inizio giugno Bethesda annunciò tra il tripudio generale Fallout 4, quinto capitolo principale (se consideriamo New Vegas) della serie ruolistica a tema post-apocalittico. Titolo che è poi uscito lo scorso 10 novembre per Pc Windows, PlayStation 4 ed Xbox One.
Si tratta, senza dubbio, di gioco impegnativo sotto tutti i punti di vista: pubblico e critica si aspettano molto da questo nuovo episodio di una saga (Fallout) nata nel lontano 1997 dal lavoro di Interplay e Black Isle (con regole che inizialmente sarebbero dovute essere quelle del gioco cartaceo GURPS e che invece ha adottato le regole chiamate SPECIAL che sono diventate tra tratti distintivi dell’intero mondo Fallout) e che si è evoluta nell’arco di 18 anni.
Dall’isometrico dei primi due – storici – episodi al 3d di Bethesda utilizzato per Fallout 3, New Vegas ed ovviamente per questo appuntamento.
Fallout 4 ci porta dunque nuovamente negli Stati Uniti (questa volta a Boston e nei suoi dintorni) in un angosciante mondo post-atomico fatto di ricordi di una civiltà che fu, violenza, tante micro-storie da raccontare ed una grande, immensa, avventura.
Noi vi racconteremo della versione Pc.
LA GUERRA NON CAMBIA MAI
Fallout 4 inizia con un’ambientazione futuristica nel 2077. Il protagonista (o la, è possibile scegliere il sesso e dare un nome al nostro personaggio) è una persona comune che abita in una piccola cittadina americana Sanctuary Hills, nei pressi di Boston, che sembra essere uscita dal telefilm “Happy Days”. Come in Fallout 3, infatti, l’impatto futuristico è mitigato dall’aspetto in stile anni ’50 del XX secolo con design che riportano decisamente a quell’epoca.
Sembra un mondo avulso da problemi ma non è così: il conflitto tra USA e Cina è ai minimi termini perché le due super potenze sono ormai in stallo in una guerra assurda per accaparrarsi gli ultimi giacimenti di petrolio e di fonti di energia. Il 23 ottobre 2077 le bombe caddero cambiando in modo pressoché irreversibile il volto del mondo e la vita di miliardi di persone. Tantissimi vennero inevitabilmente spazzati via. Chi, invece, poteva permetterselo, riuscì ad avere un’ancora di salvezza nei rifugi, i famosi Vault dove i superstiti venivano ibernati per poi essere scongelati dopo un determinato periodo.
In Fallout 4, dopo un breve preambolo (più diretto rispetto a quello di Fallout 3 dove questo era una sorta di tutorial suddiviso in capitoli), nel quale sceglieremo nome, sesso e tratti somatici del nostro protagonista, saremo subito catapultati nella drammaticità degli eventi raccontati sapientemente già nel gioco attraverso il notiziario trasmesso nella TV di casa.
Dopo le primissime operazioni (impareremo a conoscere il sistema di comandi, sostanzialmente identico a Fallout 3, ed a prendere confidenza con la nostra famiglia), infatti, è la TV che ci avverte con toni drammatici sul fatto che la situazione sia precipitata con la conferma delle prime esplosioni atomiche. A questo punto comincia la corsa disperata verso il Vault 111, il vero punto di inizio del gioco. E passano più di due secoli per giungere al 2287. In questo lasso di tempo al protagonista accade una tragedia, viene ucciso il coniuge (nel nostro caso la moglie visto che abbiamo scelto un personaggio maschile) e viene rapito il figlio.
Memore di questo, inizia il nostro viaggio alla ricerca del figlio perduto attraverso lande sconfinate e desolate, dove la natura è mutata ed è lo spettro più pauroso e profondamente violentato dalle radiazioni, e dove le tracce della civiltà fanno male per colpa dei ricordi dei tempi di pace che furono. Una civiltà con tante nuove fazioni che spesso e volentieri sono anche in guerra tra loro in un Massachusetts, uno dei tredici Commonwealth in cui vennero divisi gli USA (ritornando al passato coloniale del XVIII secolo) diventato l’ombra di se stessa popolato da bande di predoni e da creature completamente stravolte dalle radiazioni. Un mondo ostile dove si può solo sopravvivere.
ATMOSFERA E DETTAGLI FANNO LA LORO PARTE
Uno dei punti forte di Fallout 4 è senza dubbio l’atmosfera. Bethesda, forte di quanto fatto in Fallout 3, ha continuato su questa linea portando l’ambientazione a Boston che si trova a circa 650 km da Washington dove era settato il terzo capitolo.
Quello che balza subito è l’atmosfera ovviamente cupa e surreale. Un dato che va oltre al gioco e riporta alla mente anche alcune pellicole catastrofiste, in primis “The Day After” del 1983. Nel gioco ovviamente si parla di una intera civiltà che risorge (in malo modo ed in estrema povertà) dopo due secoli dallo sgancio delle bombe atomiche.
Quanto proposto da Bethesda è monumentale. Non dal punto di vista tecnico, li ci arriveremo, sia chiaro, ma dal punto di vista concettuale.
Tantissimi i dettagli interessanti, come il mix di tecnologia e costumi presenti con tanti richiami agli anni ’50 del XX secolo. Non è una novità per chi conosce la saga Fallout ma è giusto sottolinearlo un’altra volta. Anche in Fallout 4 l’atmosfera cupa e la tensione ci accompagneranno sempre durante le nostre vicissitudini. A queste sensazioni si aggiunge anche un senso di malinconia soprattutto quando ci si occupa di compiti semplici o si esplorano i luoghi devastati con cumuli di macerie o insediamenti realizzati con resti riciclati. Ed ogni tanto c’è spazio per qualche riflessione (la più frequente per chi vi scrive è: perché si dovrebbe mai arrivare a tanto?).
Boston è enorme, e nonostante tutto ancora ricca di luoghi di interesse storico nonché riferimenti alla Rivoluzione Americana cui focolari partirono proprio dal porto della città. Anche per questi singoli dettagli, Fallout 4 merita un plauso. Altra nota carina, è possibile interagire con i terminali (ve ne è di varia specie) ricreativi dove è possibile inserire alcuni olonastri con dei mini-giochi che si rifanno ai vari classici.
GAMEPLAY IMMEDIATO MA COMPLESSO… E SEMPRE SPECIAL
Andiamo a parlare più specificamente del gioco Fallout 4 e non solo di quello che può rappresentare. Il gameplay si rifà moltissimo ai due precedenti episodi della serie (New Vegas e Fallout 3).
Anche qui la visuale può essere alternata tra terza persona e prima persona. Anche qui sarà molto importante dosare le proprie risorse. Molto importante la doppia possibilità di interagire con tantissimi oggetti. Ci spieghiamo meglio: è possibile raccogliere oggetti utili da conservare nell’inventario per utilizzarli quando più si ha bisogno o si desidera. Tuttavia è anche possibile interagire con altri tipi di oggetti, praticamente (quasi) tutto quello che ci circonda, da riciclare per ottenere materie prime da utilizzare nelle varie officine per riparare o creare nuovi oggetti.
L’azione è a tutto schermo e per visualizzare statistiche, diario, missioni, inventari, mappe, attivare il fast travel (viaggio veloce da un determinato punto all’altro della regione), bisognerà interagire con l’immancabile PipBoy una sorta di mini-computer marchio di fabbrica della serie.
Come ogni gioco di ruolo che si rispetti, anche Fallout 4 ha la sua gestione del personaggio e come ogni Fallout che si rispetti, anche qui ritroviamo lo S.P.E.C.I.A.L., acronimo di Strength, Perception, Endurance, Charisma, Intelligence, Agility, Luck, nonché il sistema dei sette attributi da migliorare una volta fatto il passaggio di livello.
Ogni missione portata a termine, ogni nuovo luogo scoperto, ogni nemico buttato giù, ed ogni azione rilevante dona un certo numero di punti esperienza. E quindi è chiaro che diventi fondamentale “spendere” poi l’esperienza nei sette attributi (Forza, Percezione, Costituzione, Carisma, Intelligenza, Agilità e Fortuna), che a loro volta hanno 10 abilità da migliorare, o Perk se preferite (per un totale di 70, ne abbiamo parlato anche qui).
Vogliamo un personaggio abile nel corpo a corpo? Semplice, punteremo su forza e costituzione e sulle loro relative abilità di specializzazione. Vogliamo essere dei cecchini implacabili? Percezione. Ma volendo possiamo anche essere abili scassinatori (per forzare serrature) o hacker (per i terminali) o creativi nell’assemblare i materiali? Fallout 4 ci permette questo.
Il sistema di combattimento del gioco non si distingue troppo dal passato. Anzi, rilancia. Vista l’enorme libertà si può decidere se combattere con armi bianche (coltelli, bastoni, mazze e così via) o dalla distanza con vari tipi di armi da fuoco.
Ed il tratto distintivo in questa fase di gioco è senza dubbio il V.A.T.S., ossia quell’opzione che in Fallout 4 rallenta il tempo permettendo di mirare con relativa calma il punto del nemico che si desidera visualizzando anche le varie possibilità di centrare quel determinato bersaglio tra testa, petto, gambe e braccia, selezionato. Tale percentuale viene influenzata dalle proprie abilità e dalle armi.
Una sorta di pausa tattica che è davvero molto comoda ma che può essere utilizzata solo dopo il riempimento della barra dei punti azione (una sorta di stamina). Ovviamente si può combattere anche in tempo reale ma a rischio e pericolo. E’ più opportuno ed efficace utilizzare, quando possibile il V.A.T.S utile anche per tentare di centrare più bersagli con una azione singola.
Sarà anche importante mangiare e bere per ripristinare i punti ferita o anche curarsi le ferite, bere e stare attenti al livello di radiazioni assorbite. Occhio quindi a cosa si mangia visto che quasi tutto è contaminato e che esistono nuove razze animali dovuto all’olocausto nucleare.
Fallout 4 però vanta anche un’importante rete di dialoghi (tutti doppiati in italiano) con oltre 13.000 righe di testo. Curioso il fatto che quando si apra la finestra di dialogo, il testo delle varie opzioni disponibili sia “sintetizzato”. Ci viene indicato in modo scritto il tono della risposta mentre le parole saranno diverse e più articolate.
Anche i dialoghi sono importanti perché permettono di conoscere i personaggi, il mondo che ci sta attorno e ci offrono informazioni importanti per le missioni.
Ribadiamo il fatto che la natura free-roaming (ossia ad esplorazione libera) sia molto accentuata e quindi è possibile fare di testa nostra. Seguire questa o quella missione.
La storia principale può aspettare visto l’innumerevole numero di sub-quest che aprono interessanti scenari di gameplay e narrativi con la possibilità ci variare i rapporti con i tantissimi personaggi e varie fazioni presenti nel gioco (Minutemean che incontreremo praticamente appena usciti dal Vault, l’Istituto e la Ferrovia solo per citare quelle principali). La concretizzazione di 300-400 ore di gameply per concludere tutto il gioco è sostanzialmente una realtà. E senza dimenticare le attività extra. Tra queste menzioniamo anche la possibilità di dedicarsi all’agricoltura. Come a dire: alla fin della fiera andiamo a zappare.
Per quanto riguarda la difficoltà del gioco, ci è sembrata ben bilanciata. Sarà l’esplorazione stessa a farci conoscere zone più pericolose con nemici almeno inizialmente inarrivabili ed altre più abbordabili con presenze più “morbidi”. C’è una cosa che non abbiamo particolarmente apprezzato nel gameplay: l’impossibilità di forzare le serrature con le armi. Rimanere bloccati davanti ad un cancello visivamente esile senza poterlo scuotere o senza eludere il problema sparando contro la serratura che deve essere forzata solo con una forcina ci sembra è sembrato limitante.
IO RICICLO, TU RICICLI, EGLI CRAFTA
Merita un mini-paragrafo questa novità di Fallout 4. Ne avevamo accennato prima: è possibile infatti riciclare moltissime cose nel gioco. Praticamente non si butta via (quasi) niente ottenendo materiali utili per il crafting di vari oggetti.
Nel gioco è infatti possibile costruire non solo la propria dimora ma anche il proprio insediamento personale. Torri di Babele o fortezze inespugnabili fatte di lamiere, acciaio, legno ed altri materiali, alimentati elettricamente, gestite elettronicamente e difesi da propri operai. Questa caratteristica permette di modificare anche le proprie armi per ottenere risultati devastanti dal punto di vista pratico e stravaganti per quanto riguarda quello visivo.
E’ chiaro che le attività di riciclo e crafting, se svolte a più non posso, aumentano a dismisura le ore di gameplay e la longevità che si attesta su livelli altissimi. Ci sentiamo di dire che la longevità è sicuramente Next-Gen.
UN CANE, UN ROBOT, UN ANDROIDE COME COMPAGNI
Anche questa caratteristica merita una nota a parte. Non saremo completamente soli nella nostra avventura. Abbiamo imparato a conoscere ed amare Meatdog, uno splendido esemplare di pastore tedesco che ci aiuterà non poco.
Stesso discorso per Mr. Handy, un robot tutto fare che ritroviamo a distanza di 210 anni e che riesce a mostrare anche dei sentimenti. Insolita licenza poetica ma va bene così.
Ovviamente troveremo altri personaggi come Nick Valentine, un detective investigatore. Peculiarità di Fallout 4: quando un compagno eliminerà un nemico anche noi guadagneremo punti esperienza.
L’ASPETTO GRAFICO (CHE NON FA IL MONACO) NON E’ NEXT GEN
Andiamo ora ad esaminare il lato tecnico del gioco. Fallout 4 gira sul Creation Engine, lo stesso di The Elder Scrolls V: Skyrim uscito 4 anni fa. Ci si aspettava molto dal gioco a livello visivo soprattutto per l’arrivo sul mercato della PlayStation 4 e della Xbox One (nonché per la naturale evoluzione dell’hardware Pc). Chi immagina, però, rivoluzioni deve ricredersi. L’aspetto, che però non fa il monaco, è a tratti gradevole ma lascia in alcuni casi dei dubbi.
La certezza è che Fallout 4 non ha una grafica Next-Gen e sinceramente non capiamo il perché non sia uscito anche su PlayStation 3 ed Xbox 360. Forse l’enorme densità e di attività del gioco, gli sviluppatori hanno puntato direttamente (oltre che sul Pc) su PlayStation 4 ed Xbox One.
Intendiamoci subito: la grafica non è brutta e ci sono vari spunti davvero interessanti (è gradevole anche l’editor dei personaggi con il quale ci si può sbizzarrire ottenendo risultati notevoli), tante le note di merito come le innumerevoli particelle (foglie, o fogli di giornale o anche il respiro di Dogmeat) che si muovono nell’ambiente, il gorgoglio dei ruscelli ed altro come l’effetto giorno-notte credibile, la maestosità decaduta delle foreste, alcuni monumenti. Il mondo desolato e devastato è ricreato molto bene ma si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un “Fallout 3 estremamente potenziato”.
Inoltre, i difetti (come è inevitabile che sia in un gioco di queste dimensioni ed estensioni) non mancano. Le imperfezioni visive sono tante così come i glitch (molti fortunatamente sono piccolini ma si notano).
Per come è strutturato il titolo, inoltre, è più conveniente giocare in prima persona che in terza: la dinamica “alla fps” rende di più e dona fluidità al gameplay questo perché diversamente la telecamera nelle fasi concitate fa i capricci se si utilizza la terza persona.
Gli impatti alcune volte non sono precisi e ci risulta poco credibile il fatto che la corsa venga fermata da un piccolo pezzo di metallo per terra (o si fa cadere il personaggio o lo si fa saltare). Ma in generale abbiamo visto anche incoerenze nei movimenti degli altri personaggi ed alcuni effetti luce che potevano senza dubbio essere migliorati.
Certo, non mancherà il supporto di Bethesda che già – al momento in cui stiamo scrivendo la recensione – sta pubblicando la Beta della prima grande patch del gioco.
Insomma, Next-Gen ma con problemi ben conosciuti da anni. E ci si stupisce che nonostante i quattro anni passati da Skyrim non si sia ottimizzato al meglio il motore grafico. Altra nota negativa: ci sono i caricamenti. Anche per questo ci sentiamo di dire che il comparto tecnico, benché potenziato, non è da Next-Gen nonostante abbia punte di eccellenza (in primis il già citato editor del personaggio). Nemici ed ambienti sono ben caratterizzati con una buona varietà offerta.
Il sonoro è una nota positiva. Il doppiaggio in italiano è valido e coerente con vari personaggi ben caratterizzati mentre i vari brani aumentano (e non poco) l’elemento di tensione.
Del gameplay abbiamo parlato con assoluta libertà di sviluppo personaggio e relativa gestione sia delle abilità che a livello morale. La trama lascia il tempo che trova. Non perché non meriti ma perché ci sono tanti e tali cose da fare che questo concetto può essere tralasciato. Ci si può divertire a raccogliere nozioni nel corso dell’intera esperienza di gioco.
COMMENTO FINALE
Gli amanti dei gdr a sfondo post-apocalittico e gli estimatori della serie troveranno in Fallout 4 la nuova meta, il nuovo punto d’incontro in cui perdersi.
Bethesda ha svolto un lavoro mastodontico portando a nuove vette la saga. Per vette intendiamo un gameplay ancora più profondo grazie ad un sistema di gestione del personaggio (S.P.E.C.I.A.L.) familiare ma più espanso (70 perk da potenziare da 1 a 10 che offrono comunque tantissime possibilità di plasmare il proprio sopravvissuto), ad un ottimo sistema di combattimento arricchito come sempre dal V.A.T.S. (la pausa tattica in soldoni), dalla quasi assoluta libertà di esplorazione e di azione.
A questo aggiungiamo le innumerevoli cose da fare senza tralasciare i tantissimi luoghi da esplorare, setacciare, le fazioni presenti da studiare, le persone da incontrare, le attività secondarie, le subquest, il riciclare ed il craftare. Durante l’ultimo periodo di lavorazione gli sviluppatori hanno più volte affermato che la longevità si sarebbe attestata attorno alle 300-400 ore (contando ovviamente tutte le quest secondarie). E siamo propensi ad avallare questo dato. La sola trama principale (schietta e croccante) può variare dalle 25 alle 40 e dipende dai vari approcci.
Fallout 4 è davvero denso di luoghi e di contenuti. E nondimeno a tratti (solo a tratti purtroppo) è un piacere per gli occhi ma ad esser sinceri ci saremmo aspettati molto di più dal punto di vista grafico. Avremmo gradito maggiore accuratezza tecnica visto che alcune cose non sono al meglio. Alcuni glitch grafici (molti sono piccolini) ed il design di qualche personaggio non esattamente reso al meglio. Questo, ci sentiamo di dire, è l’unica nota stonata, in un mondo che racconta il degrado post-atomico in modo esemplare con tanti momenti di tensione e soddisfazione visto che comunque il gameplay è molto valido ed offre una sfida coerente. Ovviamente è possibile scegliersi il proprio livello di difficoltà. Per una sfida tutto sommato accettabile suggeriamo il livello Normale, per chi vuole un po’ di pepe in più può naturalmente optare per altro.
Buono il sonoro che aggiunge emozione e pathos alle varie fasi di gioco. Doppiaggio in italiano sicuramente positivo. Come, infine, non accennare al fatto che Fallout 4 supporterà le Mod? In definitiva uno dei giochi migliori di quest’anno. Non propriamente dal punto di vista prettamente tecnico (riconosciamo comunque la difficoltà di realizzare un mondo così vasto) ma dal punto di vista concettuale. Tantissime cose ci sono piaciute come l’esplorazione libera ed il fatto di riciclare gli oggetti per utilizzare le materie prime (concetto molto verosimile in un contesto post-bellico) e la quasi totale libertà di fare cosa si voglia è importante. Ma c’è anche un problema di base: paradossalmente potrebbe essere quello più grande. E’ il fatto che Fallout 4 sembra essere fin troppo legato a Fallout 3 nonostante i 7 anni trascorsi dalle relative uscite. Non rivoluziona quanto visto nel predecessore ma lo potenzia (di molto).